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Autore: peregrina tuc    05/08/2020    1 recensioni
“Quando la stella rossa sanguinerà e la lunga notte cadrà, Azor Ahai rinascerà tra il fumo e il sale”
(Mia personalissima rivisitazione della Battaglia a Grande Inverno. Per la lettura si consiglia ‘The Night King’ nelle cuffie)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Beric Dondarrion, Melisandre di Asshai, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Quando la stella rossa sanguinerà e la lunga notte cadrà, Azor Ahai rinascerà tra il fumo e il sale”

 

--

 

Svolta a destra. Svolta a sinistra. Ora di nuovo a sinistra. E poi a destra. 

Doveva correre. Doveva correre più veloce che poteva. Era sola contro una decina di non-morti. Non avrebbe potuto farcela da sola. La soluzione era scappare. 

Sinistra. Destra. Non potevano prenderla. Quella non sarebbe stata la sua fine. Quello non sarebbe stato il luogo in cui Arya della Casa Stark sarebbe morta. 

Destra. Destra. Sinistra, no una porta bloccava il corridoio. Doveva di nuovo andare a destra. Aveva perso l’orientamento. Quello era Grande Inverno, era sempre stata la sua casa eppure le sembrava di star brancolando nel buio.

“ARYA!!”.

Una voce. Una voce familiare.

“ARYA!!”

La sentiva sempre più vicina. 

Due ombre apparvero alla fine del corridoio.

Sandor Clegane, detto il Mastino e il Lord della Folgore, Beric Dondarrion. 

Erano lì per aiutarla. 

Corse più veloce che poté per raggiungerli.

Quando il Mastino la vide si precipitò verso di lei “Eccoti, forza dobbiamo muoverci!!”

Ora non era più sola. Ora erano in tre a scappare. E per la prima volta nella sua vita si sentì sollevata ad avere al proprio fianco qualcuno pronto ad aiutarla, anche se per nessuno dei due aveva mai provato grande simpatia. 

La spinsero dentro ad una stanza che si precipitarono a chiudere. 

“Non so quanto potrà reggere!” disse Beric chiudendola a chiave mentre il Mastino cercava di bloccarla con qualsiasi oggetto aveva a portata di mano

Arya si guardò intorno e da un angolo buio della stanza apparve una figura, una donna, lunghi capelli rossi, pelle bianca come una porcellana. Quella donna Arya l’aveva già vista. 

“Io ti conosco”

“Certo che mi conosci, Arya di Casa Stark… Ci siamo già incontrate tempo fa”

La Donna Rossa… Quella che aveva portato via con sé Gendry…

“Sì ricordo… Ricordo anche che mi-” Arya non fece in tempo a concludere la frase che un’altra porta si aprì d’improvviso. 

Tutti si girarono per vedere chi fosse, Beric estrasse di nuovo la sua spada infuocata. 

“Chi c’è là?” urlò il Mastino.

“Tranquillo Clegane… solo un nano” Tyrion Lannister uscì allo scoperto “e la Lady di questo posto”.

“Sansa?” Arya corse ad abbracciarla “Ti avevo detto di rimanere nelle cripte”. Dall’abbraccio poteva sentire il cuore di Sansa che batteva fortissimo.

“E l’ho fatto ma… sono state attaccate. I morti…” prese un bel respiro “I morti delle cripte sono stati resuscitati… Noi…”

“Noi siamo scappati e poi abbiamo sentito le vostre voci” concluse Tyrion.

Melisandre si approcciò al gruppo “Se il Re della Notte ha già riportato in vita i morti aumentando sempre di più il suo esercito vuol dire che ormai è pronto a sconfiggerci…”

“E cosa possiamo fare?” chiese Arya. Impossibile che quella strega non conoscesse un modo.

“Non c’è molto da fare… Il Re della Notte sta andando da Bran, ucciderà tutti quelli che sono ancora vivi nel Parco degli Dei… E poi concluderà con vostro fratello… Niente e nessuno può fermarlo se non…” si fermò.

“Se non?!” Arya era stufa di tutte quelle parole. 

“Se non Azor Ahai…”

“Azor Ahai?”

“Proprio lui… L’unico in grado di sconfiggere le tenebre… Deve essere risvegliato prima che sia troppo tardi”

“E COME?!” Arya aveva del tutto perso la pazienza, se la Donna Rossa non si fosse spiegata sarebbe andata lei stessa ad uccidere il Re della Notte.

“Voi conoscete la storia di Azor Ahai?”

Nessuno parlò per qualche istante, nessuno aveva voglia di perdere tempo raccontando una storia. Poi Tyrion iniziò “Azor Ahai fu l’eroe scelto per riportare la Luce e sconfiggere le tenebre ma per farlo dovette sacrificare la donna amata. Per temprare l’acciaio della sua spada la dovette piantare nel cuore di Nissa Nissa e quella stessa spada divenne La Portatrice di Luce”

“Ma tutto questo cosa c’entra?” chiese furibonda Arya. 

Melisandre si girò verso le sorelle Stark “Ho creduto fosse Jon il prescelto, pensavo di aver fatto l’errore con Stannis ma che con Jon non avrei sbagliato… Ma Jon è lontano dal Re della Notte, non arriverà mai in tempo da Bran…” fece una pausa “Quando la stella rossa sanguinerà e la notte cadrà, Azor Ahai rinascerà tra il fumo… e il sale. Ora pensate, chi è con Bran nel Parco degli Dei?”

 

--

 

Faccia a faccia col Re della Notte. Non avrebbe mai pensato di arrivare fino a quel momento. Non avrebbe mai pensato che dopo tutto quello che aveva passato e dopo tutto quello a cui era sopravvissuto sarebbe morto così. Ucciso dal Re della Notte. 

Eppure c’erano tante altre cose che avrebbe desiderato fare prima di morire, tante cose che avrebbe voluto dire… A Sansa, a Yara, a Jon… 

L’unica consolazione che poteva trarre era che Bran l’aveva finalmente perdonato per tutto quello che gli aveva fatto in passato. 

Impugnò la sua lancia. Era pronto ad affrontare il suo destino, quando d’un tratto una parte dei non-morti che li avevano accerchiati si ritirò per affrontare chiunque li avesse attaccati alle spalle. 

Una spada infuocata danzava tra di loro, li infilzava, colpo dopo colpo. Theon non riusciva a capire chi fosse. Eppure non era solo. No, nel buio riusciva ad intravedere due figure… Uno era il guerriero che brandiva la spada infuocata, l’altra era una donna… No… Non era possibile. Non lei.

 

Beric Dondarrion lottava con tutte le sue forze per proteggere Sansa Stark. 

“Resta dietro di me!!” le urlava. 

Non avrebbe mai lasciato che nessun morto si avvicinasse a lei. Avrebbe sacrificato la sua vita per farla arrivare da Theon Greyjoy. Quello era il suo compito. Quello era sempre stato il suo compito per il quale il Dio della Luce lo aveva sempre riportato in vita.

“Vai ci siamo CORRI!”

E mentre Beric prendeva tempo, attirando gran parte dei non-morti su di sé, aprì un varco per Sansa verso l’albero diga dove si trovavano Theon e Bran. 

 

 

“Sansa cosa ci fai qui!? VATTENE!” Theon fu aggressivo ma non poteva rischiare di perderla, né poteva rischiare che lei fosse spettatrice della sua imminente morte. 

“Non posso Theon, tu non puoi capire…” aveva gli occhi lucidi. 

“Sansa ti prego scappa via” e via dove? Theon non lo sapeva. Era arrivata lì grazie all’aiuto di quell’uomo che ormai giaceva a terra insieme a tutti gli altri cadaveri. 

“Non posso…” continuava a ripetere la stessa frase sottovoce. “Non posso Theon, mi dispiace”

“CHE SIGNIFICA MI DISPIACE!!?”

“Mi dispiac-“ quella volta non riuscì a finire la frase. 

Theon restò pietrificato.

Una lancia, dritta al petto, l’aveva appena colpita. 

Sansa cadde in ginocchio. 

Con uno scatto Theon le fu accanto, accogliendola tra le sua braccia.

“No no no no, Sansa perché, perché?” le lacrime gli  rigarono il viso. Il mondo gli era appena crollato addosso. La persona che più amava gli stava morendo davanti agli occhi. Lui stava morendo… con lei. Niente avrebbe fatto più male. Era finito. Tutto era finito. Le tenebre erano scese su di lui. Niente sarebbe stato più come prima senza di lei. Sarebbe rimasto lì ad abbracciarla. Avrebbe lasciato che il Re della Notte uccidesse Bran e facesse cadere la notte su tutti. A Theon Greyjoy non importava più niente.

“Theon…” Sansa utilizzò quelle ultime forze che aveva per consegnargli un pugnale, il pugnale in acciaio di Valyria che Arya le aveva dato prima di lasciare lei, Melisandre e il Mastino. Dopo le parole di Melisandre aveva capito il suo ruolo nella storia. Lei era come Nissa Nissa. Avrebbe dovuto sacrificarsi per far risorgere Azor Ahai. 

“Quando la stella rossa sanguinerà e la lunga notte cadrà, Azor Ahai rinascerà tra il fumo e il sale” Questo diceva la profezia.

“prendi questo…”

“no no no” Theon non voleva, non voleva più fare niente. Non ne aveva più le forze.

“PRENDILO THEON, prendilo ed uccidi il Re della Notte.”

Non fece in tempo a dire altro. Gli occhi della Lady di Grande Inverno si chiusero per sempre. 

“Sansa? SANSA?!” Theon continuava a piangere. La strinse più forte e poi le lasciò un dolce bacio sulle labbra. “Non doveva finire così…”

Il suo sguardo finì su tutti i non-morti fermi immobili attorno all’albero diga. Tutti che stavano attendendo una cosa sola: la morte di Bran. 

A nessuno importava di lui. A nessuno era mai importato. Buffo, questa cosa lo fece quasi ridere. Nessuno aveva mai creduto in lui, nessuno lo avrebbe mai creduto capace di un gesto eroico, nessuno lo aveva mai percepito come una minaccia… Nemmeno il Re della Notte. 

Ma su questo di sbagliava. 

Adagiò Sansa sulla neve, le fece un’ultima carezza e poi, prima che i non-morti capissero che c’era qualcosa che non andava, si alzò, estrasse la lancia dal petto di Sansa e corse più veloce che potè verso il Re della Notte, ormai a pochi passi da Bran. 

L’avrebbe ucciso. Per Sansa. 

Eppure il Re della Notte percepì dei movimenti arrivare da dietro di lui. 

Quando Theon era a pochi centimetri il Re si girò di scatto, gli strappò di mano la lancia e lo infilzò, nello stesso punto in cui minuti prima aveva colpito Sansa. 

Fu in quel momento che Theon sorrise. Per la prima volta dopo tanti anni. Quel sorriso che aveva spesso mandato su tutte le furie Jon Snow, quel sorriso che per molti era di disprezzo o scherno. Quel sorriso che faceva quando voleva sbeffeggiare qualcuno. 

E in quel momento stava sbeffeggiando il Re della Notte. 

Non avrebbe mai potuto lottare e vincere contro di lui. L’unico modo era usare l’astuzia. 

Il Re della Notte stava ancora tenendo stretta la lancia che aveva appena trafitto Theon. E fu proprio in quel momento che il giovane Greyjoy estrasse il pugnale datogli da Sansa e lo piantò nel petto del Re della Notte. 

Ci fu un esplosione. Theon cadde all’indietro sbattendo la testa.  

La vista gli si oscurò ma riuscì a vedere che davanti a sé non c’era più nulla… Solo dei pezzi di ghiaccio per terra. 

L’aveva ucciso.

 

Bran osservò come tutti i non-morti caddero per terra scomparendo. Poi il suo sguardo si posò sul corpo di Sansa, quella che un tempo era stata sua sorella. I fiocchi di neve stavano cadendo sui suoi capelli rossi. Mentre la neve già adagiata al suolo si era colorata di rosso sangue vicino a lei. 

Aveva compiuto un atto coraggioso, era stata pronta a sacrificarsi per il popolo di Westeros. Bran questo l’aveva sempre saputo, era per questo che aveva parlato con Theon poco prima che Beric e Sansa arrivassero. Aveva dovuto prendere tempo perché tutto andasse per il verso giusto. Eppure non avrebbe mai pensato di provare per qualche secondo dolore e sofferenza nel sentire le grida di Theon e il suo pianto davanti al corpo morto di Sansa. Bran aveva smesso di provare emozioni da tanto tempo, nonostante ciò non avrebbe mai pensato che l’amore che Theon Greyjoy provava per sua sorella fosse così profondo, tanto da scuoterlo. 

Theon… anche il suo corpo giaceva lì, a pochi metri da quello di Sansa. Entrambi trafitti dalla stessa lancia. Uniti anche nella morte. 

Bran era certo che Theon sarebbe stato per sempre ricordato come l’eroe di quella battaglia, il guerriero che uccise il Re della Notte….

 

“Il principe che fu promesso” pronunciò a bassa voce.

   
 
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