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Autore: StarCrossedAyu    10/08/2020    1 recensioni
Alcune ombre svaniscono con la luce del giorno. Altre, ti inseguono per tutta la vita.
Non puoi fuggire dal tuo peggiore incubo.



|| 🏆 Vincitrice del concorso "Challenge da... Incubo!" del profilo @WattpadBrividoIT||
Genere: Angst, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio corpo impercettibilmente si sposta, e tanto basta per destare i miei sensi intorpiditi. Tutta colpa del materasso che assume una curva nuova, appiattito da un peso che fino a un istante prima non c'era.

Mio marito russa: un suono a cui ormai mi sono abituata negli anni, insieme ad altre mille cose che in precedenza avrebbero disturbato il mio riposo; ha il sonno pesante e non si è accorto di nulla, mentre io sprimaccio il cuscino e allargo le braccia, già pronta ad accogliere l'intruso.

Succede quasi ogni sera.

Gattona intontito fino al mio seno, all'inconscia ricerca di protezione, e si accoccola soddisfatto.

Mio figlio sospira e sorride, ancora dormiente, cullato dal ritmico alzarsi del mio petto. Gli bacio la fronte con affetto e provo a riposare, le palpebre stanche, la mente confusa.

Infine, arriva.

Iniziavo a chiedermi perché avesse tardato.

È un tocco debole, talmente effimero da sembrare una carezza. Risale la caviglia, il polpaccio e si fa più pressante sulla coscia, stringendo la carne nel richiamare la mia attenzione. La esige. La pretende, come se tutto le fosse dovuto, come se il mio ignorare la sua presenza sia un affronto che pagherò caro.

Strano come, nonostante gli anni in cui mi ha volutamente cancellata dalla sua esistenza, adesso non riesca a fare a meno di cercarmi. Vorrei tanto ripagarla con la stessa moneta, serrare anima e cuore, eppure so che non ci riuscirò.

Apro gli occhi e nel buio pesto della stanza, accanto al letto, è in piedi che mi fissa.

Accade ogni singola notte.

Indossa un camice lungo, coi capelli spettinati, la pelle grigia e spenta, vestita come l'ultima volta in cui l'ho vista. L'immagine che serbavo di lei, guardando le poche fotografie rimaste nel diario di scuola, è ormai sparita, sepolta sotto il ricordo del giorno in cui il suo orologio si è fermato, dall'altro lato della città. Così vicina, paurosamente distante. Le orbite sono vuote, mi mostrano l'oscuro infinito in cui è rimasta intrappolata, un ciclo perenne che non può spezzarsi.

Io, vittima innocente delle sue scelte, sono adesso divenuta carnefice, carceriera della sua anima... e della mia.

Non sarò in grado di liberarmi di lei fino a quando non l'avrò perdonata, assolvendola dal suo egoismo che mi ha privato di una guida da cui apprendere, di un faro da seguire, di un amore dato troppo per scontato.

Si avvicina al mio viso e d'istinto faccio da scudo a mio figlio, come se quella presenza possa in qualche modo nuocergli. Non accadrà.

È qui per me, fantasma del passato, presente e futuro.

Lei sembra piangere, mugola e geme, infine sorride maligna prima di farmi la stessa, spaventosa domanda che ogni volta lacera il mio spirito e lede la mia volontà.

«Sei come me?»

Le sue dita adunche mi stringono il collo ed io mi sveglio, sudata e senza fiato.

Impaurita, cerco mio figlio che dorme sereno al mio fianco, poi mi guardo attorno e il buio mi accoglie.

Mia madre non c'è.

Tornerà domani.

   
 
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