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Autore: EllyPi    17/08/2020    1 recensioni
Dopo la morte del tiranno Galbatorix ognuno prese la sua strada, due donne sedevano sui loro troni, due cavalieri alla ricerca di qualcosa. Il destino a volte porta a risultati diversi da ogni speculazione e previsione. Come procederà la storia di Alagaesia dopo la pace?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Galbatorix, Murtagh, Nasuada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Murtagh passò i giorni successivi nel villaggio, ad aiutare contadini a ricostruire parti ancora mancanti di case, a macellare animali essendo un abile cacciatore e avvezzo alla pulizia delle carni, a esplorare i boschi sul dorso del suo drago. Lo guardavano tutti in modo schivo, erano restii a farsi aiutare da un cavaliere traditore, ma come sempre si finisce per mettere da parte i sospetti trasmessi dalle voci di altri e accettare un aiuto. In più conoscevano quasi tutti sua madre. Aveva saputo più di lei da anziani superstiti, della sua vita semplice, di Garrow e del loro padre Cadoc, discendente dai protettori del Nord prima che il re li destituisse.

Solo la sera entrava nella casa del cugino, per ricevere aggiornamento sulla salute della regina. Con la mente ogni tanto la raggiungeva e negli ultimi giorni aveva iniziato a sentire il dolore che provava la ragazza scemare. Era più sollevato, non gli avevano permesso di vederla, di aiutarla con la magia, ma almeno stava migliorando vistosamente gli dicevano. Nella casa c’era sempre imbarazzo nel toccare la salute della regina, gli veniva risposto che non avrebbero permesso di farle visita prima che fosse lei stessa a domandare di vederlo coscientemente.

 

Non sanno che l’ho aiutata, che non potrei mai farle del male?

Forse non vogliono ammettere che non sei il capro espiatorio a cui addossare le colpe, ma solo un ragazzo sfortunato che è stato costretto dalla magia a fare quello che ha fatto. Le persone semplici non sanno come funzioni la magia, cosa sia capace di farti., commentò serafico il drago. Era saggio, ma a volte sapeva sbattere la verità in faccia al Cavaliere con tanta violenza da sembrargli di ricevere un pugno allo stomaco.

 

 

Preoccupazione a parte, la vita nel villaggio non gli dispiaceva. Era tranquilla, semplice. Tutto il contrario di quella a cui era abituato a corte, piena di intrighi, false promesse, tradimenti e imbrogli. Sembrava anche che gli abitanti non fossero più così ostili nei suoi confronti. Il proprietario della casa di fronte a quella del cugino, Horst, si era persino offerto di ospitarlo in casa sua quando una sera l’aveva visto accoccolarsi al fianco del suo drago per la notte. Era la prima nevicata dell’inverno, e faceva piuttosto freddo, ma Murtagh era abituato e accanto ad un drago non faceva mai così freddo. I figli del fabbro, due gemelli della sua età, erano molto affascinati da lui, dalla sua vita alla corte, dalla sua spada e dal suo drago. Murtagh arrivò quasi a pensare che potessero essere amici. Non che sapesse cosa fosse un amico, da bambino tutti volevano i suoi favori per il futuro, venivano cresciuti per sfruttarlo dai genitori, da adulto non poteva fidarsi di nessuno. L’unica persona che poteva pensare ad un amico era Eragon, che era stato prima suo compagno che fratellastro. E Nasuada non era sua amica, non provava per lei amicizia. Tanta ammirazione come donna forte, ma fondamentalmente amore.

 

Non si può fingere amicizia quando ciò che provi va ben oltre…

 

Castigo nemmeno era suo amico, era il suo Compagno di sventure. Era parte fondamentale della sua vita. Castigo non era nulla senza Murtagh e viceversa.

Roran provava visibilmente risentimento gratuito nei suoi confronti, come se fosse stato Murtagh a bruciare il suo villaggio e uccidere suo padre, costringendolo alla fuga. Katrina era visibilmente volenterosa di stringere un legame più forte con lui, era cordiale e lo salutava sorridendo quando lo vedeva per strada, ma si tratteneva a volte dall’essere più che cortese con lui. L’aveva sentita dire al marito che voleva fargli fare un giro del villaggio assieme alla loro figlia, ma Fortemartello aveva categoricamente proibito alla piccola Ismira di interagire in alcun modo con il Traditore.

Odiava quell’appellativo. Era così ingiusto e ancora una volta derivava da azioni che non aveva voluto compiere. Ma le aveva commesse. Almeno il nome di traditore poteva meritarselo, l’odio gratuito per il suo nome invece no. Era quello che gli aveva sempre pesato di più. Per presentarsi doveva per forza nominare suo padre, da emissario del re era solo Morzansson per ordine del sovrano stesso, come se Murtagh - chi fosse lui - non importasse, doveva essere l’ombra di suo padre. Stava pensando alla sua sfortunata vita nei boschi innevati, quando Castigo lo raggiunse con la mente: Si è svegliata, non potrai ancora vederla ma è sveglia e sta bene, ha detto Katrina.

Il cuore perse per la seconda volta un battito. Il nodo perenne nelle sue viscere si sciolse, iniziò a correre senza nemmeno accorgersene, ritrovandosi imbambolato sotto la finestra della stanza della sua amata, a guardare schiene di persone che passavano davanti alla finestra. Per la prima volta c’era movimento in quella stanza, concitazione. A stento sentì una mano sulla spalla e una voce che gli diceva “Alla fine tutto è finito bene. La nostra regina è viva. E anche tu sei salvo per un po’…”. Era Roran, Murtagh non capì perché dovesse essere salvo lui, quando era lei in pericolo. Il Cavaliere non si rese conto subito che era il primo momento in cui il cugino, forse sollevato dalla guarigione della sua amica, si era approcciato a lui senza astio, addirittura con un filo di scherzosità nella voce. Entrò in casa, e invitò anche il Cavaliere, che non si mosse. Castigo emise un ruggito di gioia, e il frastuono portarono proprio lei, vacillante ad affacciarsi alla finestra. E il cuore del cavaliere perse il terzo battito della sua vita.

  
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