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Autore: pampa98    23/08/2020    2 recensioni
[Storia partecipante all'iniziativa "A scatola chiusa" indetta sul gruppo Facebook "Caffè e calderotti"]
Una breve introspezione nei pensieri di Varys riguardo al reame e le responsabilità che i re hanno nei suoi confronti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Varys
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA TELA DEL RAGNO




Il ragno tesseva la sua tela all’ombra dei re a cui offriva fedeltà.

In ogni piccolo cambiamento del regno lui era presente e indagava, cercando quella persona a cui potesse donare la sua completa e sincera lealtà.


Gli anni scorrevano, il Trono di Spade passava da un re a un altro, da una famiglia a un’altra, ma nessuno riusciva a guadagnarsi la fiducia di Varys. Chi aveva visioni di fuoco e grandezza, chi trascorreva la maggior parte del suo tempo nei bordelli ubriaco, chi si sentiva in diritto di tormentare chiunque; tutti diversi, eppure tutti uguali. Troppo superficiali, troppo folli per svolgere il loro arduo compito, rendendolo più difficile anche a lui.

Gli dei creano i re per difendere coloro che non possono farlo da soli. Ma la verità era un’altra: i re non vedono i loro sudditi, piccoli insetti troppo lontani dalla grandezza del loro ego, e di conseguenza non sanno nemmeno che esistono a meno che questi non insorgano per far sentire la loro voce sorda.

Varys era stato uno dei pochi insetti a essersi elevato a sufficienza da essere notato, ma il suo potere era comunque limitato. All’interno della corte lui era il solo a ricordare dell’esistenza di quelle creature senza le quali un regno non esisterebbe, pertanto la sua posizione era estremamente delicata: non poteva andarsene e allo stesso tempo non poteva servire il reame come avrebbe voluto.

Una volta Baelish gli aveva detto che il reame erano le mille spade dei nemici di Aegon. Che follia. Anche lui nasceva da un contesto umile e proprio come Varys si era fatto da solo, ma erano stati solo l’ambizione e il desiderio di potere per se stesso che lo avevano fatto entrare nelle grazie della corona.

A volte, tuttavia, Varys si era chiesto se non sarebbe stato meglio seguire il suo esempio. Tutti gli uomini, grandi o piccoli che fossero, erano preda dei loro istinti più bassi: la lussuria, l’egoismo, la sete di potere erano talmente affascinanti che solo una salda forza di volontà avrebbe potuto rifiutarli. Perché salvare persone simili? Quando al popolino fosse stata data la possibilità di seguire le orme di Baelish, quanti si sarebbero rifiutati in nome di ideali più alti? Più Varys conosceva l’animo umano, più quel numero diminuiva.

Ma poi ricordava gli stregoni e i bambini che venivano sacrificati per le loro follie, vedeva reietti della società che con le giuste possibilità cercavano davvero di cambiare le cose e sentiva storie di giovani donne che lottavano contro la schiavitù. E allora si convinceva che, forse, qualcuno in grado di spezzare la ruota e riconoscere l’importanza e la solennità del potere che gli veniva concesso sarebbe esistito. Forse non lo avrebbe incontrato, forse non sarebbe esistito per molti secoli ancora, ma se un passo alla volta fosse riuscito a rimuovere il velo che nascondeva il popolo agli occhi dei potenti, un giorno i ragni avrebbero potuto tessere alla luce del Sole la tela che permetteva ai re di servire il reame.




Note: Intanto vorrei ringraziare LadyPalma per il suo prompt che mi ha permesso di scrivere di Varys, personaggio che adoro ma su cui non avevo mai avuto modo di scrivere. Spero che questa flash vi sia piaciuta e di essere riuscita a rendere bene il personaggio ^^
   
 
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