Scartoffie, scartoffie e ancora scartoffie.

Kakashi sedeva annoiato alla scrivania dell’Hokage mentre si rigirava tra le mani l’ennesimo rapporto noioso.

Dopo la fine della guerra, il suo compito era più che mai importante; doveva simboleggiare una figura di fiducia.

Sospirò appoggiando l’ennesimo faldone, sperando che la giornata passasse in fretta; già pregustava la sera dove sarebbe tornato a casa a leggere un fumetto di alta qualità letteraria e visiva.

D’un tratto captò un forte chakra, non era assolutamente Naruto; quell’energia così imponente poteva appartenere solamente ad una persona.

Ghignò al di sotto della maschera nera –Puoi anche entrare lo sai? Sasuke-

L’uscio si aprì rivelando la figura del ninja, i capelli più lunghi rispetto a due anni prima che coprivano l’occhio sinistro, gli abiti usurati e i sandali sporchi non riuscivano comunque a nascondere i lineamenti decisi.

-Perché mi hai fatto tornare? – domandò grave.

-Mi serve un tuo rapporto più dettagliato sull’ultima missione che hai sostenuto, non preoccuparti non ti sto costringendo a rimanere … sei libero di andartene oggi stesso-

-Bene- rispose lui consegnandogli un rotolo –Qui ho scritto tutto quello che devi sapere … se non c’è altro-

Kakashi scosse la testa –Sembra che ti scotta la terra sotto i piedi Sasuke … prima di andartene fammi un favore, passa all’ospedale per un controllo veloce-

L’Hokage vide Sasuke stringere il pugno destro, le labbra si schiusero leggermente nel tentativo di protestare, però non disse nulla, limitandosi ad annuire col capo e lasciare la sala.

Kakashi ridacchiò –Ah … speriamo in bene-

Sasuke sapeva benissimo perché Kakashi gli aveva chiesto di passare per l’ospedale, non era affatto stupido … solo, avrebbe preferito affrontare 100 ninja, perché lì sapeva esattamente come comportarsi.

Giunto alla sua meta, non lo sorprese vedere uno sciame infinito di pazienti e medici correre da tutte le parti, alcuni nel riconoscerlo cambiavano strada; altri lo salutavano timidamente per poi proseguire la camminata a testa bassa.

Non ci badò più di tanto, perché sentì il rumore di alcuni fogli cadere … e voltandosi la vide.

Gli occhi verdi sgranati, i capelli rosa raccolti in una coda bassa e la bocca spalancata –Sa … Sa … Sasuke-kun? –

Lui si avvicinò raccogliendole i fogli –Sakura-

-Quando sei tornato? Stai bene vero? Non sei ferito, ti fa male il braccio? –

Si bloccò notando la smorfia comparsa sul suo volto, non voleva che la definisse nuovamente “Noiosa” –Scusa … quando parti? Oggi? –

Lo Shinobi osservò il repentino cambiamento d’umore nel viso della sua amica d’infanzia, rispondendo poi (Con sua stessa grande sorpresa) –No, domani all’alba-

Sakura al suono di quelle parole sorrise sincera, non era moltissimo certo, ma avrebbe potuto passare un po’ di tempo con lui … magari anche con Naruto come ai vecchi tempi.

-Senti, hai un posto dove stare? Naruto ora vive con Hinata e se per te va bene potresti … stare da me-

L’iride nero pece di Sasuke si allargò un attimo –SUL DIVANO- si affrettò a dire la giovane Kunochi.

Nel vederla arrossire Sasuke rivisse i momenti successi due anni prima, la sua promessa e il desiderio espresso dalla ragazza.

-Va bene-

Gli occhioni di Sakura luccicarono contenti –Um, io stacco alle 17, ci vediamo dopo allora-

L’uomo si avvicinò alla giovane donna allungando l’unico braccio verso la sua fronte, poi si bloccò.

Inspiegabilmente le dita non sfiorarono l’epidermide di quella “Spaziosa fronte” sostituite, infatti, dalle sue labbra –A dopo-

Sakura rimase paralizzata in mezzo al corridoio dell’ospedale, l’ombra di Sasuke ormai fuori dal suo campo visivo, e le guance in fiamme.

Poco distante Hinata era appena uscita da una sala per un controllo di routine, voltò l’angolo notando la giovane ninja.

-Ciao Sakura, ti va di prendere un tè dopo … SAKURA??? Che succede? Sei tutta rossa, ohi? Rispondi, Sakura? Hai avuto un colpo di calore? -

Sakura non riuscì a parlare, limitandosi a mordere il labbro inferiore annuendo col capo.