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Autore: Iron_Captain    24/09/2020    3 recensioni
[tratto dal testo]
Era davanti alla lapide in cui era sepolta l'unica mammifera a cui si era affezionata dopo tanto tempo. Avrebbe voluto fare più di ciò che aveva fatto per cercare di proteggerla...e adesso avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riportarla in vita. Ma non ne aveva la possibilità.
“Ti prometto...che porterò avanti la tua battaglia, alla quale avevi dato inizio tanto tempo fa; e che nessun altro predatore verrà bandito ed esiliato da Zootropolis!”
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellwether, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Andrew James Bellwether



La Alchemax si trovava nel distretto Downtown; era uno degli enormi grattacieli che si trovavano nel cuore della citta. Era un edificio con che aveva delle enormi vetrate, e l’insegna era scritta a caratteri enormi e con tanto di neon verdi che si illuminavano di notte. Era un’industria che creava tecnologie all’avanguardia, ed era l'unica che faceva concorrenza alla Osborne Inc. su quel campo.


Trovandosi all'interno del centro della città, i due agenti fecero fatica a trovare posto dove parcheggiare la Volante. Dopo un'ora e mezza di ricerca, e di imprecazioni da parte di Judy, i due agenti di polizia erano arrivati di fronte a quell'edificio di dimensioni mastodontiche.


“Esibizionista.” commentò la volpe sarcastica.


Judy si limitò ad avviarsi verso l’entrata, senza degnare di uno sguardo il suo partner.


“Suvvia, non dirmi che sei ancora arrabbiata con me.”


Come se avesse ricevuto da qualcuno una scrollata nel tentativo di farla ritornare alla realtà, la leporide volse uno sguardo minaccioso al canide.


“Tu dici?!” esclamò Judy irritata, poiché, quando era impegnata a fare più di una volta il giro dei palazzi vicini per trovare un posto in cui poter parcheggiare la Volante e ad imprecare, Nick la prendeva in giro e si divertiva ridacchiando della sfortuna della sua migliore amica.


“Suvvia, Carotina: vuoi davvero rimproverarmi per aver ridacchiato un po’? Lo sai che ridere fa bene.” continuò a scherzare Nick.


Fu in quel momento che la coniglietta fu sul punto di dargli un pugno in pieno viso.


“Tu sei davvero un idiota!” esclamò Judy con tono alterato, ed ormai al limite della pazienza.


Dopo aver detto quelle parole, la piccola agente si avviò nuovamente verso l’ingresso dell’azienda con passo deciso.


Nick la seguì, e decise di lasciare un po’ in pace la propria partner per darle modo di calmarsi; e poiché dovevano interrogare un loro potenziale nemico, era bene essere lucidi e seri. Una volta arrivati in cima alla scalinata, videro due grandi orsi bruni con l’uniforme della sicurezza che sorvegliavano l’entrata principale dell’edificio. Avevano un’espressione tanto seria…quanto aggressiva. Quando Judy li squadrò, ipotizzò che se avessero dovuto fermare e portare fuori dall'azienda un ospite indesiderato, non si sarebbero limitati a mandarlo via: lo avrebbero probabilmente prima pestato di botte, poi lo avrebbero cacciato via a calci nel sedere. Pur augurandosi di sbagliare, sulle loro espressioni lesse questo.


“Buongiorno, siamo gli agenti Hopps e Wilde, della ZPD. Siamo qui per parlare con il vostro direttore, il signor Bellwether, riguardo la morte del signor Dillon.”


Dopo essersi annunciata, i due addetti alla sicurezza si scambiarono un’occhiata, dopodiché uno di loro accese la radio.


“Capo, sono arrivati due agenti di polizia: vogliono parlare con il nostro direttore, passo.”


“Ricevuto, Walter; sto arrivando. Chiudo.”


“Attendete qui fuori, voi due.” si limitò a dire l’addetto alla sicurezza che aveva parlato con il proprio superiore.


Dopo circa un quarto d’ora di attesa, il canide osservò la propria partner che stava battendo a terra velocemente uno dei suoi piedi, e sembrava nervosa.


“Paura di incontrare lo spaventoso orso grizzly?” chiese Nick provocandola.


“Niente affatto, volpe ottusa…a meno che non sei tu ad aver paura dell'orso.” lo incalzò Judy.


“Se non ricordo male, in passato avevi avuto paura di tanti predatori assetati di sangue, come ad esempio Manches, o i lupi della clinica sulla scogliera…”


A quel punto Judy si lasciò scappare una risata.


“Buffo che mi dici questo; perché vorrei ricordarti che eravamo insieme quando stavamo scappando da quei predatori che avevano cercato di catturarci, e nel caso di Manches di sbranarci…e ricordo che avevi urlato peggio di una femmina. Soprattutto quando Mr. Big voleva freddarci nella botola in cui c'era l’acqua gelata; ed io non avevo neanche emesso un gridolino in quella situazione.”


A quel punto la volpe, fingendosi offesa, squadrò la sua partner, che ricambiò con il suo stesso sguardo.


“Mi stai forse provocando, coniglietta imprudente?”


“Hai cominciato tu, furbacchione imprudente.”


In quel preciso momento sopraggiunse Wilson Fisk, il capo della sicurezza della Alchemax: era un orso bruno molto grosso, più dei due addetti che sorvegliavano l'ingresso…e molto più aggressivo apparentemente. Nick fu il primo a guardarlo. Quando Judy vide la sua espressione terrorizzata, simile a quella di un sottoposto rimproverato da un suo superiore, si voltò per vedere nella stessa direzione del partner; e non appena anche lei vide quell’enorme mammifero onnivoro in divisa, capì subito perché il proprio partner aveva quell’espressione intimorita. Non sembrava essere un capo della sicurezza…ma un killer spietato, privo di emozioni.


“Seguitemi, e non andate a ficcanasare in giro per l’edificio.”


Dopo aver varcato la porta girevole, i due piccoli agenti lo seguirono. Una volta dentro, Nick e Judy rimasero impressionati e affascinati dall'incantevole e innaturale aspetto della sala d’ingresso, che era grande quanto un mega parcheggio al coperto. Le pareti erano talmente pulite e chiare da apparire come degli specchi, e gli altri mammiferi erano vestiti in modo elegante, con giacca e cravatta, e le femmine non erano esageratamente truccate, ma nonostante ciò apparivano comunque molto belle e attraenti. Persino l'angolo accoglienza, dove c’era il lungo tavolo, alto circa due metri e mezzo e parecchio lungo, di colore bianco con dei lunghi tubi blu sulle estremità della superficie bianca dentro i quali erano racchiuse delle lampadine al neon, era tenuto pulito e in ordine come una stanza appena rimessa a nuovo, e in alto sulla parete c’era scritto con lettere enormi e le luci al neon verdi il nome dell’azienda.


Judy ebbe la sensazione di trovarsi in un lussuoso albergo futuristico per VIP; mentre Nick trovò esagerato quello stile appariscente.


Dopo aver raggiunto gli ascensori, il signor Fisk aprì le porte scorrevoli grazie a una chiavetta magnetica, dopodiché entrò dentro di essa, e fece segno ai due pubblici ufficiali di seguirlo. Non appena iniziarono la salita, Nick ebbe l’iniziativa di porre delle domande.


“Mi dica, signor Fisk, da quanto tempo lavora per il signor Bellwether?”


“Da circa quattro anni, e ricopro il ruolo di capo della sicurezza da due anni.” fu la risposta del mammifero onnivoro, anticipando la successiva domanda del canide.


Riflettendo bene, la volpe pose la successiva domanda.


“C’erano altri candidati al suo ruolo, oltre lei?”


“Solamente due: Eveline Sable, e John Wesly.”


“Questi due mammiferi lavorano ancora qui?” intervenne la leporide.


“Soltanto il mio collega Wesly. Eveline aveva chiesto il trasferimento per andare a lavorare in un’altra filiale della Alchemax. Credo si trovi in Messico.”


“Sa in che rapporto era il suo collega Wesly con il signor Dillon?”


Prima di rispondere alla domanda, ci fu un momento di silenzio.


“Avevano soltanto un semplice rapporto di lavoro, anche se in realtà non avevano alcun tipo di rapporto, poiché il signor Dillon era molto asociale: pensava soltanto a lavorare, dal momento che a differenza del personale che lavora qui e svolge una mansione più rispettabile riceve uno stipendio superiore rispetto a lui. Tuttavia era un gran lavoratore, e non faceva assenze neanche quando aveva la febbre o problemi di salute più gravi: infatti una volta era venuto con la gamba ingessata, poiché il giorno prima era stato investito, e aveva svolto comunque il suo dovere.”


Una volta che il signor Fisk ebbe finito di parlare, fu il turno di Judy a fare le domande.


“Il vostro direttore era a conoscenza delle condizioni di salute del signor Dillon quando non stava bene? Non gli aveva mai concesso di essere assente per qualche giorno di malattia?” chiese esterrefatta e con una punta di disappunto.


L'orso, che aveva avvertito nel tono della coniglietta il disappunto, la squadrò severamente; e non appena le porte dell’ascensore si aprirono, i tre mammiferi uscirono e si incamminarono verso il corridoio.


“Se il signor Dillon, o un altro dipendente dell'azienda osa fare un qualsiasi tipo di assenza, il direttore Bellwether detrae una parte dallo stipendio mensile da quel dipendente, e non gli dà modo di recuperarlo. I dipendenti che vengono pagati molto bene possono anche permettersi di fare dei giorni di assenza, ma quelli come Dillon o i miei colleghi della sicurezza non possono permettersi di fare assenze…ed è inutile che vi spieghi i motivi per cui hanno bisogno dei soldi.” rispose l'orso con tono serio.


Nonostante i due agenti di polizia non riuscivano a nascondere il loro disappunto sul trattamento dei mammiferi che lavoravano in quella azienda, mantennero comunque la calma, e sapevano che se avessero dovuto esprimere qualche lamentela sulla condotta dei dipendenti avrebbero dovuto parlare con il direttore stesso.


“Ci sono stati dipendenti che avevano espresso lamentele o protestato…”


“Per la linea di condotta che il direttore Bellwether adotta sui dipendenti? Certo…e chi lo ha fatto è stato licenziato.” replicò il mammifero onnivoro alla coniglietta. “Purtroppo non posso dirvi altro sull'azienda e il direttore, tranne che…i dipendenti dell’azienda hanno bisogno di lavorare e di avere uno stipendio, e questo significa che pur di non essere licenziati sono disposti ad adattarsi ad ogni circostanza.”


Anche se per Judy quella risposta non sembrava essere molto esaustiva, per Nick, invece, significava tutto: anche se non erano nelle stesse condizioni del furetto defunto, probabilmente avevano assoluta necessità di lavorare per avere uno stipendio a fine mese per poter tirare avanti, e se avevano anche una famiglia, a maggior ragione non dovevano perdere il lavoro. Persino quando dei lavoratori si trovavano in condizioni di “sfruttamento” preferivano non ribellarsi e trovavano il modo di adeguarsi. In base a quella risposta, Nick capì subito che razza di mammifero fosse quel balordo di Bellwether.


Una volta arrivati davanti l’ufficio del montone, il capo della sicurezza bussò alla porta. Dopo aver ricevuto l'ok ad entrare, aprì la porta.


“Signor Fisk, cosa la porta a disturbarmi?” chiese gentilmente il montone, impegnato a lavorare sul computer.


“Sono arrivati due agenti di polizia che vorrebbero parlare con lei a proposito della morte del signor Dillon.”


Dopo aver sentito ciò, Andrew spinse qualche bottone sulla tastiera del computer per chiudere alcuni programmi.


“Li faccia pure accomodare, signor Fisk.”


Dopo aver fatto entrare nell'ufficio del proprio direttore i due piccoli mammiferi, Wilson chiuse la porta, e attese fuori la fine dell’interrogatorio.


La leporide e il canide osservarono allibiti il gigantesco ufficio del direttore della Alchemax. Le pareti erano bianche, e talmente pulite e candide da far credere agli ospiti che la stanza fosse stata appena costruita e mai usata in passato. C’erano tanti mobili provvisti di cassetti piccoli e grandi, due piante all'interno di vasi in metallo, e una grande scrivania bianca davanti a loro, e alle sue spalle un’enorme vetrata, dalla quale era possibile vedere quasi tutta Zootropolis. Dietro la scrivania, seduto su una scrivania, c'era un montone, vestito con giacca e cravatta, dall’espressione fredda.


“Prego, accomodatevi pure.”


Mentre i due agenti di polizia andarono a prendere posto sulle sedie, Judy non poté fare a meno di notare il tono freddo e quasi ostile con cui disse quelle parole.


“Cos’altro volete sapere?” chiese seccato il grande bovino.
“Perché non aveva detto ai nostri colleghi che alcuni suoi dipendenti hanno dei precedenti?” chiese Judy usando lo stesso tono del direttore della Alchemax.


“Dritta al punto, eh…Comunque, avevo deciso di non dirvelo per non saltare a conclusioni sbagliate…” disse il montone senza esitare, come se si fosse aspettato una domanda simile.


“Nascondere dei simili particolari equivale ad essere complici di potenziali assassini, che avrebbero potuto assassinare il povero Dillon e far sembrare che sia morto a causa di un incidente sul lavoro.” ribatté Judy con tono severo.


“Non sono più assassini, agente Hopps; e il motivo per cui li ho assunti è per dare modo di reintegrarli all’interno della società; soprattutto perché diverse aziende, e i programmi di reintegrazione detenuti organizzati dai penitenziari, non danno tante opportunità ai detenuti di dare loro una seconda possibilità di riavere una vita per bene…”


“Allora i programmi di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro è una copertura che serve a nascondere il reintegramento dei detenuti?” intervenne Nick con lo scopo di raccogliere qualche altra informazione.


“Assolutamente no! Noi facciamo entrambe le cose!” esclamò Bellwether offeso. “Avevo bisogno di alcune…risorse più professionali per metterle a capo di alcuni progetti…importanti; per esempio il dottor Otto Octavius. In passato, quando aveva ancora il suo laboratorio privato e non era ancora stato messo nella “lista nera" dei criminali, collaborava con la Oscorpe, che gli finanziava i progetti sulla ricerca della fonte di energia illimitata. Nel momento in cui avevano smesso di aiutarlo economicamente, aveva continuato a sperimentare nonostante non avesse più i fondi per mettere a norma le apparecchiature per la sicurezza e l’incolumità dei suoi ex dipendenti, finendo per far saltare in aria il suo laboratorio. Io ho voluto dargli una possibilità, visto che la progettazione dell'energia illimitata, che verrà usata per sostituire l'attuale elettricità prodotta dalle centrali, sarà ecologica, e non avrà bisogno di consumare altre risorse del pianeta.”


“E per quanto riguarda il suo capo della sicurezza?” chiese Judy incuriosita, e anche per metterlo alla prova.


“Qualche anno fa avevo subito un furto da parte di alcuni miei addetti della sicurezza, che erano stati corrotti dalla Oscorpe, e tra questi c’era il precedente capo della sicurezza, che ho provveduto a licenziare e denunciare a suo tempo. Avevo bisogno di un mammifero che potesse riconoscere chi era corrotto e che fosse leale. Mi avevano parlato di Wilson Grant Fisk, che nonostante fosse un buttafuori, era stato un orso che aveva iniziato a gestire la sicurezza dello strip club, ed era riuscito a farsi rispettare da tutti…persino dai più temibili boss della malavita. Da quando l’ho assunto, i miei addetti della sicurezza sono diventati molto più bravi e disciplinati come non lo sono mai stati. È un bene che io abbia come capo della sicurezza un mammifero come lui.” fu la risposta del grande bovino, che non si scompose minimamente.


Mentre il direttore della Alchemax rispondeva alle domande dei due agenti di polizia, Judy scriveva sul proprio taccuino le cose più importanti di quelle domande.


“Giusto per curiosità, come cerca di integrare i giovani nel mondo del lavoro?” chiese d'un tratto Nick.


“Tramite stage, tirocini e corsi privati tenuti dai miei dipendenti più esperti…sa che lei ha un’aria familiare, ora che la guardo bene.” disse improvvisamente il montone squadrando per bene il canide; e mettendosi subito al computer per fare delle ricerche.


“Me lo dicono spesso, signor Bellwether.” disse sarcasticamente la volpe, che cercò di nascondere quello che soltanto un suo migliore amico, e la propria partner, potevano notare: l’ansia.


Judy Hopps lo squadrò sospettosa e preoccupata: cercava di nascondere con il suo umorismo qualcosa che lo turbava. Era difficile che il proprio partner potesse essere profondamente turbato e scosso…e l’unica volta che lo aveva visto in quello stato, ed era stato anche malinconico, fu quando gli aveva confidato che era stato discriminato da quei mammiferi che avrebbero dovuto accoglierlo nel gruppo degli scout.


“Oh, ecco chi mi ricordi, agente Wilde.” disse il grosso bovino dopo aver fatto qualche ricerca sul computer, richiamando l’attenzione della leporide, assorta nei suoi quesiti su cosa le stesse ancora nascondendo quel volpacchiotto furbetto.


“Tuo padre mi parlava molto spesso di te.” continuò a parlare il bovino, mentre girò il laptop del proprio computer in direzione dei due piccoli mammiferi.


Nick vide chiaramente la piccola foto del proprio papà, morto tanti anni fa in circostanze misteriose, all’interno del curriculum salvato nei database della Alchemax; i suoi occhi verdi smeraldo, la sua espressione seria e una micro porzione del suo smoking, e sotto l’elenco dei lavori e delle mansioni che svolgeva tanti anni fa. Non aveva mai avuto modo di conoscerlo davvero, e ciò che sapeva lo aveva sentito raccontare dalla propria mamma. Era sempre fuori per lavoro, e tornava sempre a notte fonda. Non avevano mai passato del tempo insieme, come facevano invece i padri di molti suoi coetanei e amici. A causa di ciò si sentiva triste, perché era praticamente cresciuto senza una presenza paterna.


Dapprima la leporide guardò il computer, poi il proprio collega; e non appena vide la sua espressione turbata e quasi offesa, si sentì dispiaciuta.


“Vado fuori a prendere una boccata d'aria.” tagliò corto la volpe scendendo dalla sedia e avviandosi vero l'uscita.


“Se dovessi pensare di venire a lavorare nella mia azienda, sarai più che benvenuto; anche perché io e tuo padre eravamo grandi amici.” disse Bellwether ignorando il suo umore e il fatto di aver appena toccato un tasto delicato e dolente.


Dopo essersi fermato al centro della stanza, Nick gli rivolse uno sguardo freddo e serio.


“Grazie per l’offerta, ma non mi interessa.” tagliò corto il canide, che per rispetto del lavoro e di Judy, aveva deciso di non arrabbiarsi e di limitarsi a uscire fuori dalla stanza.


Una volta rimasti soli, la coniglietta continuò da sola a porre le domande.


“Come conosce il padre del mio collega?”


“Quando non dirigevo ancora la Alchemax, io e Jason Wilde lavoravamo insieme a un progetto: facevamo esperimenti sui ragni, poiché avevamo scoperto che possedevano delle cellule che erano in continuo mutamento. Così avevamo avuto l'idea di cercare di trasformarle in cellule curative e rigenerative che sarebbero state usate negli ospedali per curare ogni tipo di malattia. Ma quando il mio collega Wilde era morto, e nessuno sa come, il progetto si era arrestato di colpo…e nessuno ha voluto farlo ripartire, e poi...molte ricerche sono andate perdute e mai ritrovate.” spiegò il montone con una punta di malinconia. “Era spesso al lavoro, e mi aveva parlato molto della sua famiglia, e del fatto che non riusciva a dedicare tanto tempo a loro.”


Dopo aver sentito ciò, la coniglietta continuò a fare domande inerenti al caso.


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Una volta uscita fuori dalla stanza, la volpe andò ad appoggiarsi su una parete dell’edificio, completamente avvolto nei propri pensieri.


“Dove sta la tua collega?”


Dopo essere stato riportato alla realtà, Nick rivolse lo sguardo verso il capo della sicurezza, che sembrava guardarlo in modo sospettoso.


“Sta continuando a parlare con il suo capo.” si limitò a rispondere.


“Perché ti trovi qui, se non avete finito di parlare col mio capo?”


“Non riuscivo più a sopportare l'odore nauseante che c'era in quella stanza.” fu la risposta del canide, che cercò di riprendersi dalla sorpresa che lo aveva turbato.


Dopo averlo guardato con uno sguardo apparentemente minaccioso, Wilson Fisk sorrise leggermente.


“Hai ragione: la lavanda non è un odore facile da sopportare, soprattutto per i mammiferi dall'olfatto sensibile.”


Il canide si limitò a sorridere alla sua battuta, poiché era profondamente turbato dalle parole di quel montone: non aveva mai avuto un buon rapporto con il proprio papà…anzi, tecnicamente non aveva avuto alcun tipo di rapporto con lui, dal momento che era quasi sempre fuori casa, e quando non lo era, andava a lavorare nel suo studio, che chiudeva sempre a chiave per far sì che nessuno potesse disturbarlo.


“Mi perdoni, signor Fisk, mi può dire dove si trova il bagno, in questo piano?” gli chiese ad un tratto la volpe, poiché aveva bisogno di stare da solo.


“Vada dritto, alle sue spalle, fino a che non vedrà, alla sua destra, due porte affiancate tra loro, e sopra di esse l'insegna luminosa con i disegni della toilette.”


Dopo averlo ringraziato, Nick si diresse in bagno e andò a chiudersi in una delle cabine metalliche. Una volta rimasto solo, chiuse la tavola del gabinetto, e si mise seduto. Nascose tra le zampe il proprio volto e iniziò a singhiozzare il più silenziosamente possibile. Anche se Nick aveva il senso dell’umorismo e gli piaceva provocare e prendere in giro gli altri mammiferi, diventava emotivo e soffriva ogni volta che doveva affrontare un discorso che riguardava la sua infanzia, poiché non ne aveva avuta una tanto bella come l'avevano avuta altri mammiferi. Il proprio carattere introverso, cinico, presuntuoso, arrogante e anche da spaccone lo usava come scudo per difendersi da chiunque, anche quando non veniva preso in alcun modo di mira; ma soprattutto era convinto che nessuno potesse capire ciò che aveva passato e il dolore che aveva vissuto. Neanche la propria partner, alla quale non aveva voluto raccontare tutto: lei aveva dei genitori, e tantissimi fratelli che l’avrebbero aiutata in qualsiasi momento. Ma lui non aveva fratelli…e aveva pochi amici veri su cui poter contare nel momento del bisogno. Voleva loro un gran bene, ma alle volte li allontanava…perché li voleva proteggere da “se stesso".


Mentre continuava a pensare alle traumatiche parole dette da quel montone antipatico, oltre che a piangere, Nick lanciò un urlo sommesso non appena sentì una specie di pizzico, simile a un piccolo morso, dietro il collo che gli provocò un bruciore insopportabile. Istintivamente il predatore colpì con la propria zampa il punto in cui aveva sentito il pizzico. Quando vide il palmo completamente pulito, il predatore si irritò.


Maledette zanzare, disse tra sé pensando di essere stato punto dal più fastidioso e infido di quegli insetti.


Come se fosse improvvisamente tornato lucido, il canide ricordò di aver lasciato sola la propria partner, in compagnia di una preda molto pericolosa, a proprio parere. Doveva tornare immediatamente da lei…e una volta finito di raccogliere la testimonianza del signor Bellwether, avrebbe fatto qualcosa per scusarsi di essersene andato senza alcun preavviso e di averla lasciata sola.


Una volta uscito dalla cabina, andò a sciacquarsi il viso e mise un po’ d’acqua con una delle zampe umide nel punto in cui sentiva ancora il bruciore della puntura, che non accennava ad alleviarsi in quel momento.


Nel momento in cui si apprestò ad uscire dalla toilette, il predatore iniziò a respirare con affanno. Avvertì e sentì il proprio cuore battere all'impazzata. Ebbe la sensazione di non riuscire a rimanere in equilibrio. Cercò di rimanere in piedi sorreggendosi sui mobili in cui erano incastrati i lavandini.


“Judy…Judy…” disse Nick con un filo di voce soffocato: voleva urlare il suo nome, ma non riusciva a farlo...come se non avesse le forze per poterlo fare. Come se qualcuno lo stesse soffocando.


Cercò di rimettersi in piedi e di rimanere cosciente con tutte le forze che aveva a disposizione. Alla fine, quando sentì mancare il respiro, la volpe cadde pesantemente a terra e perse i sensi.



Angolo Autore
Ciao a tutti! Perdonatemi se aggiorno solo adesso questa fanfiction ma mi era mancata la voglia di continuarla; e poi, dopo aver visto che c'erano altri elementi su cui mi dovevo concentrare e descrivere, ho dovuto modificare tanto questo capitolo, specialmente la fine, che inizialmente la volevo un po’ diversa. Sono tentato di aggiungere l’avvertimento OOC, ma per il momento lascerò così e vedrò come si svilupperà la storia. Forse alcuni di voi lettori avrete capito quale crossover ho deciso di inserire, perciò spero di regalarvi…tante emozioni e qualche colpo di scena.
E cosa più importante...cercherò di migliorare il layout appena avrò un po' di tempo per poterlo fare.
A presto.

   
 
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