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Autore: Bloodred Ridin Hood    27/09/2020    0 recensioni
Jin sconfigge Kazuya e impara ad avere pieno controllo del Devil.
A questo punto deve prendere delle decisioni.
[Ho immaginato un possibile scenario post Tekken 8(?) che non è ancora uscito] [Perché noi invecchiamo, ma questi personaggi hanno perpetuamente 21 anni e non è mica giusto!] [Squarci di vita quotidiana sullo sfondo di un ambiente professionale]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jin Kazama, Lars Alexandersson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questione d'etica


È sera e Lars e Jin arrivano davanti all’auto nel parcheggio dello stabilimento di Hamamatsu, pronti per rimettersi in viaggio verso casa.
“A te.” dice Jin in tono stanco, porgendo le chiavi all’altro “Hai detto che ti saresti rifiutato di fare il viaggio di ritorno con me, no? Se guidassi di nuovo io torneresti in autobus, vero?”
Lars prende le chiavi e si muove verso il posto del guidatore.
“No dai. Alla fine non sei andato poi così male." deve ammettere Lars "Dopo la prima terribile mezz’ora.”
Prendono entrambi posto nell’abitacolo e trascorrono un paio di secondi in silenzio, con preoccupazione palpabile.
“Non ne avevi idea, vero?” chiede Lars, accendendo il motore.
“Ovviamente no!” risponde subito l’altro “Durante il mio primo periodo di gestione, tutta l’economia della zaibatsu era stata convertita in industria bellica e non mi sono mai interessato di controllare che cosa producessero prima le varie filiali!” si giustifica “E neanche negli ultimi anni ovviamente ho potuto controllare!”
Lars sospira.
“Dobbiamo assolutamente fare qualcosa.” asserisce guardando quello stabilimento con aria drammatica.
“Assolutamente!” concorda Jin “Bruciare tutto e far ripartire qualcosa di totalmente nuovo dalle ceneri.”
Lars annuisce serio.
“Insomma, io non ho la pretesa di capirci qualcosa di moda.” riprende Jin “Ma quei cappotti leopardati… tutta quella roba che sembrava essere uscita direttamente dal suo armadio… quei perizomi!” dice con disgusto “Mi sembrava di avvertire la sua presenza. Lì, in mezzo a noi. È stato orribile.”
“Troveremo dei nuovi esperti, dei nuovi stilisti e faremo ripartire tutto da zero.” promette Lars “Dopo il salvataggio della Tekken Force, ora ci occuperemo di questo progetto.”
Jin sospira e annuisce.
Seguendo le istruzioni del navigatore, Lars lascia la zona industriale e raggiunge l’autostrada in completo silenzio.
Lancia ogni tanto qualche occhiata furtiva a Jin, che guarda silenzioso lo scorrere dell’area rurale dal finestrino.
“Che c’è?” chiede l'altro accorgendosi di essere osservato.
“Niente, pensavo che semplicemente…” osserva Lars “Potremmo parlare.”
“Parlare?” ripete Jin poco convinto “Sono esausto e tecnicamente l’orario di lavoro è finito. Riprendiamo il discorso direttamente domani.”
“Non dico parlare di lavoro, ma semplicemente… parlare. Tra di noi.” rettifica Lars.
Jin lo guarda pensieroso.
“E di cosa vorresti parlare?”
Lars alza le spalle.
“Non so, di quello che vuoi.” risponde.
“Non sono bravo in queste cose, ormai dovresti saperlo.” risponde Jin, tornando a guardare fuori dal finestrino “Non sono mai stato un tipo loquace.”
“Questo non è del tutto vero.” ribatte a quel punto Lars “Da quando ci siamo rincontrati sei diventato un po’ meno silenzioso.”
“Tu dici?” risponde l’altro poco convinto.
“Sì, anche se…”
“Anche se?”
“Beh, ci vediamo tutti i giorni e per certi versi mi sembra di conoscerti da una vita. Ma allo stesso tempo…” inizia Lars “... non so assolutamente niente della tua vita personale. Non ho idea di cosa ti piaccia fare fuori dal lavoro, quali siano i tuoi interessi.”
Jin sogghigna.
“Non sono una persona così interessante, credimi.” dice.
“Beh, ma se mi raccontassi qualcosa di te, mi aiuterebbe a capire meglio che tipo di persona ho davanti.” continua Lars.
Jin corruga la fronte.
“Quindi vuoi sapere cosa faccio quando non sono a lavoro?” ripete incerto.
“Per esempio.” 
“Non saprei. Cose normali. Sto a casa. Mi alleno.”
“Tutto il tempo? Non hai altri interessi oltre ad allenarti?”
“Ovvio che non passo tutto il tempo ad allenarmi. Non lo so, faccio le cose che fanno tutti, guardo la televisione… cammino.”
“Cammini?”
“Sì.” risponde ancora stupito da questa improvvisa curiosità “Ti sembra così strano?"
Lars sorride.
"No, affatto. Ma lo trovo interessante."
"Mi è mancato molto stare a contatto con la natura." spiega Jin "Vivo in un quartiere abbastanza verde. Non sarà come vivere a Yakushima, ma è meglio di niente.” 
"Quindi vai spesso a passeggiare?”
Jin sospira.
“Abbastanza. A volte ne approfitto per portare fuori Panda.”
Lars aggrotta le sopracciglia.
“Panda?” 
“L’animale domestico di Xiao. Non ti ho mai parlato del panda che vive in casa mia?”
Lars esita per qualche secondo, poi scoppia a ridere.
“Wow, Panda! Un nome simpatico per un cane!”
Jin lo guarda in silenzio per qualche secondo, poi sogghigna e lascia correre l'equivoco.
"Vedi? Ora so qualcosa di te che non sapevo.” riprende Lars “Ti piace la natura e ti piacciono i cani.”
“Già, mi piacciono i cani. Comunque continuo a pensare che hai delle curiosità molto strane, Lars.”
“Solo perché sto cercando di risolvere il gran mistero che è il mio socio-nipote?” ride l'altro “Andiamo Jin, il viaggio è lungo e noioso. Non c'è niente di male nel fare due chiacchiere per conoscerci meglio.”
Jin non risponde e torna a guardare la strada.
“In realtà… ci sono molte cose di te che mi hanno sorpreso recentemente.” riprende Lars serio “Che mi hanno fatto rivalutare completamente l’idea che avevo di te.”
“Mi hai conosciuto durante il periodo più basso della mia vita.” osserva l’altro con un sussurro “Direi che è un sollievo sentire che hai cambiato idea su di me!”
“Immagino di sì.” considera Lars “Ed è solo dopo averti conosciuto un po’ meglio, che ho capito che durante quegli anni stavi recitando una parte che si discosta un bel po’ dalla persona che sei realmente.”
“Dobbiamo per forza parlare di questo?” si lamenta Jin “Ti ho già detto che non mi sento a mio agio quando cerchi di psicanalizzarmi.”
Lars sorride.
“Scusa.” risponde “In realtà cercavo di farti un complimento.”
“Grazie tante, lo apprezzo, ma davvero, non è necessario.” dice l’altro augurandosi di chiudere lì il discorso.
Lars però, non ha ancora finito.
“In realtà però, tra le varie cose, c’è una cosa del nuovo te che mi ha sorpreso in modo particolare.”
“... Credo che la prossima volta sarò io a prendere l’autobus.”
Lars ride.
“Cos’è che ti ha sorpreso così tanto?!” chiede poi il più giovane, rassegnandosi a non poter sfuggire a quell’intervista.
Lars guarda per un attimo la mano sinistra di Jin e quell'anello all'anulare.
“Mi sarei potuto aspettare qualsiasi cosa da te in dieci anni… ma di trovarti sposato?! Beh, lo ammetto, mi ha sorpreso molto.” ammette "Insomma, quel che voglio dire io è… avrei capito se fosse successo più avanti, dopo la scarcerazione, dopo magari aver cambiato vita completamente… ma ti sei sposato mentre eri ancora in prigione! E… quando ti ho conosciuto di certo non mi sembravi minimamente interessato a certi aspetti della vita, ecco.”
“Certo che no!” conferma Jin come se fosse scontato “Sai com'è, ero impegnato a dichiarare guerra all'umanità e nel mentre a pianificare la mia autodistruzione.”
Lars lo guarda in silenzio, chiedendosi se non abbia osato un po’ troppo.
“Ma sì, capisco che dal tuo punto di vista, per il momento in cui mi hai conosciuto, debba esserti sembrato strano.” continua Jin in tono un po’ più calmo.
“Beh, sì.” ammette Lars “E dopo aver conosciuto… lei, onestamente sono rimasto ancora più confuso. Non fraintendermi, Xiaoyu sembra una persona deliziosa, solo molto, molto… molto diversa da te.”
“Non credo che avrei mai potuto sopportare di vivere con una persona simile a me.” osserva l'altro amaramente “Comunque, nel caso te lo stessi chiedendo, non è una di quelle invasate che scrivono lettere d'amore ai criminali in carcere e poi finiscono per sposarli.”
“No! Non lo stavo pensando assolutamente.” risponde subito Lars “È chiaro che la cosa, qualsiasi cosa fosse, andasse avanti da prima.”
Jin annuisce.
“In realtà ci conosciamo da quasi vent’anni.” rivela “Heihachi l’aveva portata a casa con noi, dopo aver visto come era stata in grado di mettere al tappeto un’intera squadra della Tekken Force, a quindici anni.” 
Lars lo guarda dubbioso. 
“E parlo della Tekken Force dei tempi di Heihachi, non quella parodia di esercito che abbiamo visto i mesi scorsi!”
“Xiaoyu avrebbe messo al tappeto una squadra della Tekken Force a quindici anni?” ripete Lars scettico “Per quale ragione?”
“Voleva convincere Heihachi ad aprirle il suo parco dei divertimenti dei sogni.” risponde l'altro con naturalezza “Ti avevo accennato che è un chiodo fisso che si porta dietro da un bel po’, giusto?”
Lars lo guarda di sbieco e sospira.
“Jin, se non avevi voglia di parlarne bastava dirlo, senza bisogno di inventare queste assurdità.” commenta leggermente infastidito.
Jin si volta spaesato.
“Aspetta, cosa?! Credi che ti stia prendendo in giro?”
“Andiamo, ti aspetti veramente che possa credere ad una storia del genere?!” Lars ruota gli occhi.
“È successo davvero, brutto idiota! Non c’è nessuna assurdità!” asserisce Jin.
“Mettere al tappeto la Tekken Force a quindici anni?! Per un motivo del genere?” replica Lars “Non assomiglia minimamente alla ragazza dolce, gentile ed equilibrata che ho conosciuto io.”
“Oh certo, perché cinque minuti di conversazione su chi dovesse mangiare quell'ultima ciambella ti sono bastati per capire certe cose!” ribatte Jin “Dolce e gentile, d’accordo, il più delle volte lo è. Equilibrata… beh, qui dipende da che cosa intendi per equilibrata, Lars. Ricordati che ha pur sempre sposato me!”
Lars lo guarda dubbioso per un momento. Sembra serissimo.
“Stai dicendo che non è uno scherzo quindi?” chiede incredulo “Non mi stai prendendo in giro?”
“No!” risponde secco Jin, senza lasciar trasparire alcun intento ironico “È andata esattamente come ti ho detto.”
“E quindi… Heihachi l’ha portata a Tokyo con voi?” ripete Lars.
Jin annuisce e torna a guardare davanti a sé.
“Sì.” risponde tornando calmo.
“In casa con voi?”
“Sì. Frequentavamo la stessa scuola, ci allenavamo nella stessa palestra, studiavamo nella stessa biblioteca, passavamo molto tempo insieme e…”
“E…?”
Jin risponde con un’occhiata eloquente.
“Oh.” esclama Lars a quel punto recependo il messaggio “Quindi stavate insieme già allora?”
Non riesce a immaginare come possa essere stato Jin da adolescente.
“È un po’ più complicato di così.” risponde l’altro distogliendo lo sguardo “Eravamo ragazzini e io avevo già i miei problemi. Ma diciamo che durante quel periodo a casa di Heihachi… abbiamo condiviso qualcosa che l’ha convinta a non smettere mai di provare a salvarmi. Per quanto fosse un'impresa disperata.”
“Veramente?" fa Lars.
Jin si fa serio e annuisce.
“Ho cercato di tenerla lontana, al riparo da questa storia in tutti i modi possibili, sparendo per anni, arrivando ad essere crudele con le parole… ma lei semplicemente non si è mai arresa. Mi diceva che potevo ancora cambiare le cose, potevo ancora salvarmi.” fa una pausa “Mi conosceva abbastanza bene da capire che il mio strano comportamento doveva avere un fine ultimo e aveva intuito come intendevo concludere la mia missione.”
Lars ripensa con dispiacere alla ragazza gentile e sorridente che ha conosciuto in sala ristoro.
“Non immaginavo ci fosse dietro una storia così delicata.” ammette.
“Ormai dovresti saperlo, tutto quello che mi riguarda è una storia delicata.” risponde Jin un po' scocciato “Ed è una delle ragioni per cui non amo parlare di me.” finisce con un'occhiataccia.
“Cosa è successo poi?” osa chiedere Lars “Come vi siete ritrovati?”
“È venuta a vedermi in carcere appena le è stato permesso.” racconta Jin “E lì ci siamo parlati di nuovo senza maschere, per la prima volta dopo anni. Le ho chiesto scusa.” fa una pausa in cui nasconde il viso guardando altrove “Non ero esattamente in un bello stato in quel periodo. Continuavo a chiedermi se davvero avessi preso la decisione giusta.”
Lars lo guarda confuso.
“Cioè farti arrestare invece di seguire il piano di fuga di Lee?”
Jin aspetta qualche secondo prima di rispondere.
"Certo." risponde con un soffio, evitando lo sguardo di Lars.
L'altro lo guarda dubbioso. C'è qualcosa di molto strano nel modo in cui ha risposto. Sta per chiedere ulteriori spiegazioni, ma Jin riprende a parlare.
“Quindi dicevo… in questo modo abbiamo in un certo senso riallacciato i rapporti." racconta "Il primo periodo era un colloquio di persona ogni due mesi, telefonate da dieci minuti una volta alla settimana e flusso di lettere continuo. Mi raccontava la sua vita, le cose che faceva, del mondo là fuori che andava avanti, notizie delle persone che conosciamo.” fa una pausa “Mi faceva sentire un po' meno recluso. Ancora una volta, nonostante tutto, lei mi era vicina."
"Capisco."
"Poi qualche anno più tardi mi hanno rivisto la condanna, ho ottenuto qualche agevolazione e persino qualche permesso d'uscita di quarantotto ore.” un’altra pausa “E… qui non starò a raccontarti i dettagli, ma una cosa tira l'altra e più o meno a quel punto abbiamo cominciato a comportarci come una specie di coppia.”

Jin si volta da Lars.
“Lo trovi strano, vero?"
"Come?"
"Lei così pura, così innocente, io un criminale internazionale.” si spiega meglio Jin "Era questo che intendevi con molto diversa da me, no?"
"Beh, non per forza, ma..."
“No, hai ragione, Lars. Ammetto che questo dilemma etico mi ha consumato per un bel po’." dice piano Jin "Non sai quante volte le ho detto che meritava di meglio, che le avevo già causato abbastanza problemi, e che era pazza a voler avere ancora aver a che fare con me.”

Lars ascolta senza fiatare. 
“L'ho esasperata così tanto al punto che un giorno, durante un mio permesso d'uscita, ha incrinato la superficie del tavolo di casa sua con un pugno, prima di ricordarmi che non la pensava assolutamente come me e che non intendeva ripetermelo mai più.” ricorda Jin.
“Ha incrinato la superficie del tavolo?” ripete Lars stupito, ricordando il sorriso gentile della ragazza che tanto stona con i racconti di Jin.
Jin annuisce.
“Il tavolo l'ha dovuto ricomprare, ma almeno non erano le mie costole.” ironizza.
“E tu che le hai detto?”
“Beh, io mi sono arrabbiato, ovviamente.” risponde “Le ho detto che se intendeva comportarsi in quel modo stupido poteva arrangiarsi, andare al diavolo e se voleva rovinarsi la vita del tutto a questo punto poteva anche sposarmi.”
Lars ascolta confuso.
“Cos…” riflette su quelle parole.
“E l’ha fatto davvero.” termina Jin.
“No, aspetta, le hai chiesto in quel modo di…”
Jin lo guarda un po' infastidito.
“Non ho intenzione di rispondere ad altre domande su questo argomento.” dice acido “Fatti bastare quello che ho detto.”
Lars sorride, divertito da quella reazione di acida timidezza.
“D'accordo, non scaldarti! Cercavo solo di capire. È una storia un po' strana dopotutto.”
“Beh, tutta la nostra situazione è un po' strana, lo ammetto.” riprende il più giovane “Ma anche tu in fatto di stranezze non scherzi, Lars. Non sei proprio nella posizione di poter parlare degli altri.” 
Lars sorride autoironico.
“Touchè.” dice, poi guarda il nipote “Comunque a proposito di stranezze, se anche tu hai qualcosa che vorresti sapere di me chiedi pure.” lo invita tranquillamente.
Jin lo guarda con un mezzo sorriso.
“No, non credo sia il caso.” 
“Dico sul serio, non mi dà fastidio.” insiste Lars “So che hai ancora molte perplessità sul mio rapporto con Alisa. Forse posso aiutarti a capire meglio il mio punto di vista.”
Segue una pausa.
“Sei sicuro?” chiede poi Jin non del tutto convinto “Non ti offenderai?”
“Vivo con lei da dodici anni. Sono piuttosto a mio agio con le mie scelte di vita. Non ho paura dei tuoi possibili giudizi.”
Jin ci riflette in silenzio per un po', poi annuisce.
“D'accordo. Beh, non ti chiederò come è cominciata perché, come ricorderai, l’ho visto in diretta streaming. Mio malgrado.” comincia “Quello che mi chiedo piuttosto è... fino a che punto Alisa è paragonabile ad una persona?”
Jin lo espone come un altro dilemma filosofico.
“Quindi è questo che vuoi sapere?” chiede Lars con un mezzo sorriso “Devi capire che Alisa è praticamente una persona, anche se di un materiale diverso.” inizia a spiegare “Non è un essere vivente, è vero, ma è in grado di elaborare pensieri ed emozioni paragonabili ai nostri. E alla fine cosa sono gli esseri umani se non delle macchine biologiche in grado di produrre pensieri ed emozioni complesse? Noi abbiamo reazioni biochimiche alla base del nostro funzionamento, lei ha meccanismi elettronici. Cambia la forma, ma la sostanza è la stessa.”
Jin riflette su quella risposta, scrutando l'altro.
“È un punto di vista interessante, ma Alisa al contrario delle persone è programmabile.” osserva non troppo convinto “E sappiamo che non esiterebbe a mettere da parte le sue emozioni e la sua etica se solo glielo chiedesse il programma.”
“Beh, ovviamente ci sono delle differenze strutturali.” replica Lars, poi lo guarda obliquo “E comunque Lee ha modificato il programma. Non è più soggetta al tuo comando, quindi non ci provare neanche.” finisce severo.
Jin sogghigna.
“Tranquillo, non avevo intenzione di aizzarla di nuovo contro di te.” 
Poi riflette su ciò che Lars gli ha detto.
“Quindi Alisa ha un’intelligenza sociale paragonabile a quella di una persona reale, dici.” 
“Esatto.” conferma Lars “Era una funzione fondamentale per quello che era il suo scopo originario. In caso di attività di spionaggio era importante che non desse per niente nell'occhio.”
“E da questo posso arrivare a capire che con Alisa sia possibile stringere un legame d'amicizia bilaterale, che ci si possa affezionare e che lei a sua volta possa affezionarsi a qualcuno. Ma…” fa una pausa “che mi dici del resto?”
Lars inarca le sopracciglia.
“Il resto?”
Jin evita lo sguardo, un po’ imbarazzato.
“... Hai detto tu che potevo chiedere quello che volevo e che non ti saresti offeso.”
“Cosa mi stai chiedendo esattamente?” 
“Beh, non mi risulta che sia solo un rapporto di amicizia quello tra te e lei.”
Lars resta immobile con gli occhi puntati sulla strada.
“Oh.” dice, capendo finalmente dove voglia arrivare.
“Sinceramente non ce lo vedo Bosconovitch a progettare un algoritmo che possa simulare la sessualità di un essere umano in un robot, sempre che sia possibile farlo.” riprende Jin “Quindi mi chiedo… come funzioni tra voi due, dato che… beh, anche quello è un aspetto piuttosto importante in una relazione. Di solito.”
“Bosconovitch effettivamente non l'aveva progettato.” risponde a bassa voce Lars, tenendo lo sguardo dritto sopra il volante.
Jin ci riflette per qualche secondo.
“Quindi non…”
“Ho detto che Bosconovitch non l'aveva progettato.” ripete Lars cambiando leggermente l’intonazione della frase.
Jin cambia leggermente espressione e guarda lo zio sorpreso.
“Lee?! Hai chiesto a Lee una patch anche per quello!” ragiona a voce alta “Certo! Bosconovitch non lo farebbe, ma Lee sì. Decisamente sì!”
“Non l’ho chiesto io!” ci tiene a precisare Lars a quel punto “È stata Alisa a volerlo! Alisa desidera immensamente poter essere il più simile possibile ad un essere umano. Desiderava sperimentare quello che sentiamo noi e… i programmatori di Lee sono riusciti a… dargliene un'idea!”
“Quindi… si può davvero fare?”
Lars alza le spalle.
“Ovviamente non sapremo mai fino a che punto si possa avvicinare alla sensazione reale, ma… sembra funzionare.” risponde Lars piano.
Jin riflette, visibilmente colpito.
“Incredibile.” commenta tra sé e sé “Certo, mi mette i brividi, ma devo ammettere che vista così è un po’ meno triste di quello che pensavo.”
Lars lo guarda storto, incerto su come prendere quella considerazione.
“È assurdo pensare a cosa si riesca a fare oggi con la tecnologia.” riprende poi Jin pensieroso “Imitare in modo così completo la struttura di un essere umano, intendo.” 
“Beh, non è normale tecnologia, comunque. Il lavoro del dottor Bosconovitch è praticamente unico nel suo genere e…”
“Sì, ma… ti immagini se ce ne fossero altre?” lo interrompe Jin con aria vagamente allarmata “Dotate di loro pensiero. Pensa, un esercito di macchine umanoidi potenzialmente letali che girano con autonomia di pensiero.”
Lars lo guarda confuso.
“Un giorno potrebbero decidere di organizzarsi, ribellarsi. Diventare un pericolo per l’umanità.”
Lars lo guarda con fare ironico.
“Ma tu guarda, ti mette ansia l’idea che possa esistere qualcosa di potenzialmente più forte di te, eh?” 
“Come?” Jin lo guarda storto.
“Un pericolo per l’umanità.” continua l’altro “Non ti sembra uno scenario un po’ familiare? Non è già successo qualcosa di simile per via di una famiglia di umani con qualche goccia di sangue demoniaco?”
Jin apre la bocca sconcertato.
“Hey, questo è davvero un colpo basso, Lars.” si lamenta offesissimo “Io dicevo sul serio, pezzo d’idiota! Hai mai visto Terminator?!”
L’altro ridacchia.
“Certo, hai ragione. Potrebbe succedere.” poi lo guarda di sbieco “Fossi in te comincerei col fare in modo di non inimicarmi troppo Alisa, per il momento.” 

 


 

  
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