Uno scorcio del passato di Reghina
La piccola
Reghina
allargò le braccia e camminò lungo il filo. La
gonnellina nera che indossava,
dalle bardature dorate, si alzava ad ogni movimento. Indossava una
maschera
candida sul viso e i suoi vestiti erano decorati da delle farfalline
viola di
stoffa trasparente.
Muoveva la
grande e
morbida coda di peluria blu dietro di sé, mentre i capelli
mori le ondeggiavano
dietro il capo.
<
Mamma sarebbe
felice. Questa è la prima volta che mi metto una gonna.
Chissà se le sembrerei
una vera signorina > pensò. Fece una serie di
capriole, senza precipitare.
Sotto il
filo c’erano
diversi metri di vuoto.
Diverse
animelle indistinte
ondeggiavano sedute sugli spalti, dando vita ad indistinti gridolini
d’interesse.
< Non
lo saprò mai.
Gli Tsufuru non ci sono agl’inferi. Il loro potenziale di
combattimento era
troppo debole.
Sono rimasta
solo io,
gli altri sono già stati depurati e sono rinati a nuova vita.
Che noia
dover
ricominciare tutto da capo. Preferisco crescere qui, grazie alle
pozioni di
quella vecchia strega saiyan > pensò la bambina.
“Scendi!”
la chiamò un
alieno dalla pelle verde. Indossava un vestito da diretto del circo con
un
grande cappello e dei bottoni rossi.
“Subito!”
gridò
Reghina.
Reghina si rigirava nel letto,
scalciando. Alcune lenzuola
caddero oltre il bordo, dove si trovava già il suo cuscino.
Fuori dalla finestra volteggiava il
pesce oracolo nella sua
boccia, illuminato dalle diverse lune.
“No!
Noooo! NOOO!”. La
voce spezzata di Reghina risuonava tutt’intorno.
La giovane
donna aveva
le lacrime che le rigavano il volto. La maschera bianca che indossava
sul volto
si era spezzata e la farfalline che decoravano il suo costume di scena
erano
sporche di sangue.
Il cadavere
di un
alieno dalla pelle verde era abbandonato a faccia in giù.
Aveva gli occhi
bianchi e sgranati, la bocca socchiusa in un’espressione di
orrore. La sua
blusa rossa, decorata da bottoni dorati, aveva uno squarcio
lì dove un attacco
energetico lo aveva trapassato.
Reghina si svegliò di
scatto, sgranando gli occhi. Una sfera
di energia nella mano e il battito cardiaco accelerato. Si
guardò intorno,
Kamhara dormiva stesa su un fianco in un letto.
In un altro letto si trovava Elly,
appisolata in una
posizione scomposta.
< Per quanti anni siano
passati. Non riesco a dimenticare
quello che è successo > pensò, soffocando
la sfera di energia. Si alzò in
piedi e camminò fino alla finestra, lasciando che il vento
gelido della notte
le investisse il viso. < Erano già tutti morti. Dei
‘loro spiriti’ non è
rimasto niente. Erano miei amici ed io non li ho salvati >.
Serrò gli occhi ed
espirò pesantemente.
< Se solo fossi stata
più forte sarebbe andata
diversamente! Devo resistere alle assurde pretese di Whis. Si capisce
subito
che è lui quello che gestisce la baracca, anche se fa tutti
quei salamelecchi a
Bills.
Devo ingoiare il rospo e
l’orgoglio. Seguirò le loro
direttive e cucinerò per loro.
Però se pensano che
farò che Kamy ed Elly se lo scordano.
Non metterò stupidi grembiulini e non gli pulirò
la casa.
Così gestirò il
supersaiyan blue e diverrò imbattibile >
si disse. Scrollò le spalle e tornò a letto.
< Whis ci ha promesso che ogni
tanto ci permetterà di
andare sulla Terra per rilassarci. La prima libera uscita dovrebbe
essere la
settimana prossima.
Penso che mi farà bene per
smettere di pensare al passato,
ma spero non ci distragga troppo a lungo dagli allenamenti > si
disse,
sdraiandosi nuovamente.