Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: annika0775    29/09/2020    1 recensioni
Petra innamorata di Levi? Levi innamorato di Petra? Amore corrisposto oppure no? Crudele gioco di emozioni e sentimenti, dal punto di vista del Capitano Levi, che vive sul filo del rasoio, senza concedersi nulla. O quasi.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tè della buonanotte

 

 

 

Ti rigiri la tazza tra le mani, cercando, senza nemmeno troppa convinzione, qualcosa da dire oltre al "Grazie" che hai biascicato un momento fa.

Non la guardi nemmeno.

Codardo!

Hai paura di incrociare quegli occhi da cerbiatta: magari di trovarci dentro un abisso nel quale finiresti per essere inghiottito. Ci sono tante, troppe cose contro le quali non sai minimamente come combattere. Dopo tutto, l'unico lavoro che sai fare veramente è ammazzare giganti.

Non appena ti accorgi che il tè si è intiepidito, ti porti la tazza alle labbra e ne tracanni un lungo sorso. Se almeno fosse stato liquore, dannazione, avresti una scusa per perdere il controllo. Invece è maledettissimo tè e, nella stanza, quel maledettissimo silenzio rimbomba nella testa, fracassando i timpani, le ossa, i gangli e qualsiasi altra cosa trovi.

Finalmente fai scorrere lo sguardo su di lei, celandoti dietro il bordo della tazza e dietro la mano che saldamente l'afferra da sopra. Lei se lo sente eccome, quello sguardo, addosso: sorride e le sue guance s'imporporano all'istante, come se le avessi infilato il palmo sotto la camicia.

Perchè? Hai forse pensato a qualcosa di diverso?

È da quando ha bussato alla porta, da quando è entrata leggiadra a tuo brusco "Avanti!", che non hai pensato ad altro che a trascinarla sul tuo letto; sbottonare, strappare piuttosto, quella camicia mascolina, chiusa fino al colletto, per raggiungere il seno morbido che ti figuri sotto di essa. Mordere quelle labbra tumide, per scoprirne il sapore, per sciogliere il gelo della tua anima morta sul calore bruciante della pelle sua.

-Buonanotte, Petra.- la tazza sbatte sul vassoio di legno. Punto. È giunto il momento adatto per mettere un freno alla lussuria.

La ragazza sorride di nuovo, si passa una mano dietro la nuca, scostando i capelli ramati dal viso, con un movimento impacciato, che ti risulta ancora più sensuale:

-Allora... Capitano Levi...- tentenna -Tolgo il disturbo.- raccoglie il vassoio e allunga il braccio verso la porta.

Impiegheresti un attimo a saltare su, dall'angolo del letto su cui sei seduto, e bloccare la porta con una mano. Saresti a qualche centimetro da lei, allora. Non potresti più rifuggire i suoi occhi. Dovresti annegarci dentro. Le scivolerebbe quello stupido vassoio e la tazza s'infrangerebbe sulle assi del pavimento, con fragore. Il tuo respiro dentro il suo. Le vostre bocche unite. Le vostre lingue allacciate. I vostri corpi...

Ma tu, da figlio di puttana quale sei, preferisci pagare le emozioni a ore, piuttosto che gestire i sentimenti. Tuoi o altrui.

Perché sono terribilmente ingombranti, i sentimenti. Specie quando si adopera il dispositivo di manovra tridimensionale, i sentimenti rallentano le curve. E basta un niente, un istante di disattenzione, per essere già carne da macello.

E Petra è soltanto una ragazzina, cresciutella di certo, ma ancora legata al mondo delle favole. È forse per questo che ti ricorda Isabel? Adesso il groppo in gola è così stretto, che il tè lo postresti vomitare a getto. Di nuovo, se fosse stato liquore, tutto sarebbe stato più facile, tutto avrebbe avuto più senso. Almeno, avresti potuto dire di esserti ubriacato.

-Capitano...

-Che c'è?- dietro la domanda scocciata, hai ancora il terribile bisogno inconscio di non farle aprire quella porta, di tenerla legata a te.

-Volevo dirvi che vi sono immensamente grata. Oggi, se non ci foste stato voi...

Sbuffi, ti passi una mano tra i capelli, poi appoggi pesantemente i gomiti sulle ginocchia. Come fai a cacciarla via, quando ti sembra di avere nello stomaco un immenso magnete che vi attrae l'uno verso l'altra?

-Senti, Petra: lascia perdere da subito riconoscenza, graitudine e altre stronzate del genere. Sono tutti bei discorsi, ma quando sei là fuori, non contano niente.- lei ti ascolta con le labbra socchiuse e una rughetta tra le sopracciglia. Sforzati di essere il più duro e il più bastardo possibile: dopo tutto, sei il Capitano Levi! -La prima regola è portare a casa la pelle. Per quello devi essere lucida. Avere cento occhi. La seconda regola è ammazzare giganti. Se, quando ci riesci, togli dalle beghe un compagno, beh, tanto di guadagnato! Ma niente idee di merda. Quando cominci un'azione, devi sapere quello che fai, o rischi che siate tutti morti in un baleno.

Lei stringe le labbra, annuisce con la testa.

Finalmente ti alzi. In due passi le sei esattamente di fronte. La mano ben stretta sulla maniglia della porta. I tuoi occhi si perdono nei suoi. Non ti è ancora passata la fregola? Tutto il contrario! Pochi centimetri e la tua fronte sfiora la sua. Senti il suo respiro bollente sul viso e i battiti del suo cuore rimbombano in quella stanza vuota. Di certo è il suo, il cuore che rimbomba, perché tu un cuore non cel'hai più. Da tanto tempo.

-Buonanotte, Petra.

Apri la porta. Lei avvampa e deglutisce a vuoto. Si guarda i piedi e cerca di darsi un contegno. Si ricorda di essere un soldato. Tuo subordinato, per giunta!

-Permesso.- sussurra e tu ti senti un imbecille, perché hai aperto la porta, ma le stai bloccando l'uscita. Molli maldestro la presa sulla maniglia e lei schizza via di corsa. Quando raggiunge la fine del corridoio, giureresti di averla sentita singhiozzare.

Sei soddisfatto della tua figura di stronzo. Non puoi permetterti nient'altro. Il Corpo di Ricerca è un vicolo cieco. Un mondo senza futuro. Una notte buia in cui i sogni sono destinati a infrangersi. Non puoi arrogarti il diritto di essere causa di distazione per una ragazza come Petra. Non c'è spazio per le distrazioni e tu lo sai bene. Non ce n'è nemmeno il tempo. Tutto si riduce alla camminata da funambolo sullo spartiacque sottile tra vita e morte, sul quale non puoi portarti dietro nulla, non puoi avere zavorra.

Solo la tremenda sensazione di sporcizia, che pervade tutto. Per quanto tu possa pulire, per quanto tu possa lavarti, l'odore sinistro del sangue ti ha impregnato così in profondità, da non lasciare posto a nient'altro.

E aspetterai che arrivi di nuovo giorno. E di nuovo sera. Forse. E, di nuovo, Petra bussi alla tua porta, col "tè della buonanotte" a riscaldare quel briciolo di anima che ti è rimasta.

 

 

 

  
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