Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Genziana_91    30/09/2020    3 recensioni
L'iscrizione sulla statua del famoso Guerriero di Capestrano (VI secolo a.C.) riporta: "Aninis mi fece fare, bella statua, per il re Nevio Pompuledio". Chi era Nevio Pompuledio? Come è diventato re? E di chi è la altrettanto enigmatica statua che lo accompagna, la Signora di Capestrano?
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Antichità
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3. I tumuli di Incerulae
 
Nevio era consapevole dei compagni attorno a lui. Poteva sentire la rabbiosa impazienza di Seku, l’eccitazione della caccia di Vetio, la pacata furia di Stetio e la cieca fiducia che tutti gli altri nutrivano per lui. Ne sentiva il peso addosso, come se portasse i suoi uomini sulle spalle, uno per uno. Attio, Decio, Nerio, Vibio, Minio: ragazzi più che uomini, giovani mastini alla loro prima caccia, assetati di sangue e ubriachi di storie. Avrebbero avuto sangue e Nevio sperava solo che non fosse il loro.
Avevano tenuto un passo sostenuto per gran parte della giornata precedente, quando le tracce di Anco e dei suoi erano ancora fresche. Le avevano seguite senza sosta anche quando erano uscite dal sentiero, quando la neve le aveva in parte coperte, persino quando l’acqua semi-congelata di qualche ruscello avrebbe potuto fuorviare un cacciatore meno abile di Vetio. Avevano attraversato valli e scalato colline, su erba e rocce e per un breve momento li avevano avvistati mentre scendevano, quasi correndo, un crinale.

A sera, quando ormai non era più possibile distinguere gli spiriti dai vivi e quando la neve aveva cominciato a coprire ogni cosa, Nevio aveva ordinato, a malincuore, ai suoi di fermarsi. Fecero campo nei pressi di un piccolo tumulo, riutilizzato di recente, non più di un mese prima a giudicare dalla terra smossa. Con una fitta di preoccupazione, si resero conto che si trovavano al limitare del territorio degli Incerulani, una tribù con cui troppo spesso Pompo era arrivato ai ferri corti. L’ultima volta era stata solo l’anno scorso, quando l’anziano capo di Incerulae era morto e suo figlio aveva indetto una spedizione.
La scusa era stata uno scambio di formaggio che si era guastato troppo presto, ma la verità era che il neo-capo non aspettava altro per suggellare la sua carica che un nemico contro cui scatenare gli animi irrequieti dei suoi guerrieri. E così, in un caldo mattino di metà estate, quando il bosco è secco e il legno brucia rapidamente, gli Incerulani avevano appiccato le fiamme ad una delle fattorie al margine della valle. Il fuoco aveva divampato rapidamente e aveva presto attecchito nel sottobosco, fino a divorare, per giorni, ogni cosa che si parasse sul suo cammino. Vi erano volute dieci notti e due piogge torrenziali per spegnere l’ultimo tizzone. La risposta di Pompo non aveva tardato ad arrivare. Per mesi si erano susseguite imboscate e scaramucce che avevano impedito al ricco commercio costiero di grano e oggetti di pregio di penetrare fino alle valli interne di Incerulae. Allo strenuo e ormai preoccupati  di non avere abbastanza provviste per affrontare l’inverno, questi ultimi avevano ceduto ad una pace svantaggiosa quanto precaria.

Ed ora, qualche mese dopo, Nevio era in procinto di addentrarsi tra quei boschi nemici che non aspettavano altro che un gruppetto sparuto di inesperti guerrieri per prendersi la loro vendetta. Così, davanti ad un fuoco troppo fumoso per scaldare, Nevio e i suoi si consultarono sul da farsi.
  “Per ogni momento che passiamo oltre questi tumuli, il rischio di un attacco aumenta a dismisura. Non possiamo permettercelo, non siamo equipaggiati contro gli Incerulani.” Stetio era un ragazzo alto e grosso come un giovane toro, con un tono di voce che difficilmente si alzava.
  “Stai suggerendo di rinunciare, Stetio?” Seku aveva parlato molto poco dalla notte precedente, covando in silenzio una furia omicida che gli illuminava lo sguardo.
  “No, non sta suggerendo questo. Sta solo illustrando i fatti. Ha ragione, una volta dentro i confini Anco per noi diventerà l’ultimo dei nostri pensieri, dobbiamo inventarci qualcosa.” Intervenne Nevio.
I giovani guerrieri rimasero a fissare le fiamme che sibilavano dal legno umido. Alla fine, Vetio si alzò, il viso illuminato di una nuova eccitazione:
  “Ce l’ho.”
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Genziana_91