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Autore: eli_mination    01/10/2020    2 recensioni
A Nuova Domino regna di nuovo la pace e i nostri eroi finalmente si concedono una pausa. Crow va a trovare i vecchi amici al Satellite, ma sulla via del ritorno incontra una ragazza che faceva parte del suo passato e che credeva di aver perso per sempre… Come, prego? La trama vi ricorda qualcosa? Significa che siete veterani di questa sezione!
(REMAKE DI “My love, My life”, FANFICTION SCRITTA DA ME E PUBBLICATA PER LA PRIMA VOLTA IL 28/06/2013)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Crow Hogan, Jack Atlas, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beline

“Lavaggi del cervello… Trasporto da Nuova Domino al Satellite illegale… Esperimenti… Dannazione, mi scoppia la testa…”

Era sdraiata sul letto della sua camera a contemplare il vuoto, con la mente piena di pensieri su tutto quello che era successo durante la settimana… Dagli interrogatori ai processi, ormai non pensava ad altro. Costretta a stare per tante ore seduta, che fosse in compagnia di qualcuno o da sola, per lei era rilassante ritrovarsi su quel letto. Un attimo di pace, di respiro.

Eppure, non sentiva di essere tanto felice. In cuor suo sapeva di esserlo, certo, ma…

“Ciao, Beline!”

Non si era neppure accorta che qualcuno aveva aperto la porta e che quel “qualcuno” fosse Akiza, per quanto era trafficata la sua testa.

“Ehi, scusami, non ti avevo proprio sentito!” disse, girandosi dall’altro lato e mettendosi seduta, rivolta verso la rossa.

“Immaginavo… Passavo di qua per sapere come stavi. Crow purtroppo non può essere sempre presente, perciò ho pensato che magari un po’ di compagnia potesse farti piacere!” le sorrise Akiza. “Posso sedermi?”

“Certo, fai pure!” le ricambiò il sorriso la viola, indicando con la mano il posto vuoto accanto a lei. “Comunque, ora sto bene…”

“Mh… Ne sei sicura?” le domandò Akiza, sedendosi, non tanto convinta delle parole di Beline. Lei sospirò.

“Ecco, non saprei nemmeno da cosa partire… Il lato positivo è che da una settimana a questa parte non ho più avuto alcun incubo o visione strana. Il problema è tutto il resto… Ho scoperto cosa mi è successo davvero, quali sono i miei reali genitori, cosa hanno fatto… Adesso, invece? Cosa succederà?” le spiegò, sistemandosi un ciuffo di capelli che usciva dalla treccia che si era fatta.

“Non temere. Astrid ora è in carcere, mentre Sayer…” Akiza esitò nel pronunciare quel nome.

“Mio padre ti ha causato tutto quel dolore… Questo è quello che mi fa più rabbia… Mio padre!” reagì Beline. “Se io non fossi stata una falla in quello stupido sistema… Se io avessi dimenticato tutto e non mi fossi mai ricordata che era successo…” si fermò per riprendere fiato, accorgendosi anche di un altro dettaglio. “Oh, mio dio… E se io invece avessi dimenticato chi erano le persone con cui sono cresciuta?”

“Ehi, stai tranquilla, Beline!” la confortò Akiza, mettendole una mano sulla spalla. “Non pensare a cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente. Quello che conta è che la faccenda si sia risolta. Sayer è in un altro carcere, molto lontano da qui. I suoi sicari sono stati arrestati. Gli psichici, anche se hanno ricevuto uno sconto della pena, sono anch’essi in cella… E poi c’è Yosa, il nuovo arrivato in casa!”

Yosa è il nome che hanno dato i ragazzini al nuovo arrivato, il bambino Neo-Psichico che era sotto il controllo di Astrid che Crow aveva deciso di portare con sè. Nonostante fosse clinicamente muto, i suoi coetanei lo avevano accolto senza problemi e avevano trovato il modo di giocare assieme. Nonostante le differenze.

“È tutto finito…” mormorò Beline. “Ne sono felice, non fraintendermi! Probabilmente voglio solo dimenticare tutto e passare avanti… Guardare avanti, però, è altrettanto strano… Cosa farò adesso?”

“Ah, non chiederlo a me!” ridacchiò Akiza. “Sono più indecisa di te su quello che farò in futuro…”

“Forse ho pensieri negativi per colpa di tutto quello che è successo in questi anni… In ogni caso, non ho alcun piano e sono incerta…”

“Ascoltami bene, perché non lo ripeterò! Hai davvero bisogno di pianificare il tuo futuro? Vivere in maniera certa, seguire uno schema, pensare solo ed esclusivamente a quello? Va bene, ma devi avere delle idee chiare e se non ce le hai… Pazienza! Non stai facendo una gara con nessuno, prenditi il tempo che ti serve per decidere. Se hai un’idea in testa, falla funzionare. Non funziona? Non fa nulla, riprovi o cambi rotta. Nessuno deve avere il diritto di dirti che stai sprecando il tuo tempo, nessuno si deve intromettere nella tua vita e dirti di fare ‘questo, quello e quell’altro’. Fidati, sentirai di meno la pressione addosso e sarai più felice! Poi… Per qualsiasi cosa ci siamo noi e, soprattutto, Crow!”

Dopo il discorso di Akiza, Beline si rese conto che le parole della sua amica erano vere. Chissà come, poi, aveva colto nel centro senza neppure finire quello che aveva da dire. “Pressione”… Si, era quella che sentiva addosso. Nessuno la assillava su questo argomento, eppure vedeva i suoi amici che iniziavano a pensare al proprio futuro e si sentiva un po’ in disparte. Se avesse continuato a vivere secondo l’ottica del “devo per forza schematizzare la mia vita” non avrebbe potuto trovare la felicità, anche se circondata da persone che le volevano bene. E la scelta su che cosa fare sarebbe stata più tranquilla.

“Di’ un po’, Akiza…” iniziò la viola con un sorrisetto sul volto. “Questa cosa te l’ha detta Yusei?”

La rossa si mise a ridere e con lei anche Beline. Quel momento ilare le aveva permesso di distrarsi e sentirsi meglio, anche perché si trattava di una conversazione che per una volta non riguardava il suo passato.

“Comunque, ero venuta anche per chiederti se volessi andare da Anthony… Sai, è tuo fratello, magari potreste passare un po’ di tempo assieme!” le propose Akiza, dopo un attimo di respiro. “Oppure Crow è geloso del tuo parente strettissimo?”

“Hahaha, no! Anche lui sta recuperando gli anni passati senza sua sorella, quindi capisce perfettamente!” rispose Beline, alzandosi dal letto per infilarsi le scarpe. “Forza, andiamo!”

 

Crow

“… E questa è la storia di come mi sono dovuto umiliare davanti ad un sacco di persone vestito da uomo degli spaghetti istantanei!” terminò di raccontare Crow, tra le risate di sua sorella. Erano seduti su una panchina del parco, con la sera che era scesa da poco, e stringevano ognuno una bottiglia di birra.

“Non ci posso credere, avrei voluto esserci… HAHAHAHA!”

Sheila aveva le lacrime agli occhi per le risate, complice anche la quantità di alcol assunta. Quella che aveva in mano era la terza… la quarta… Chissà! Per sentirsi brillo con della birra di sottomarca, potrebbe essere stata pure la sesta che si facevano in una sera…

“Fa nulla, costava poco…” pensò lui, con la testa che gli girava un po’ e ridacchiando facendosi contagiare da sua sorella. “Ci voleva, dopo tutto quello che è successo… Menomale che siamo venuti a piedi!”

“Porca troia, mi fa male lo stomaco, eheheh…” disse Sheila, sputando le ultime risate dalla sua gola. “Stasera mi addormenterò vicino al cesso, lo so già!”

“E sono solo le otto di sera!” rincarò la dose Crow. “Comunque, sogno ancora quel cazzo di omino… Jack, brutto figlio di puttana…”

“Per una volta ha fatto una cosa giusta!” ribattè Sheila, tornando a ridere.

“Stronza…” commentò suo fratello con il sorriso, bevendo un altro sorso. “Passando a te, con Liyan tutto bene?”

Il sorriso sparì dalla bocca di Sheila e la sua espressione confusa e imbarazzata prese piede.

“M-ma di che parli?!” chiese piano, distogliendo lo sguardo e portando la bottiglia alle labbra.

“Sheila…” la esortò lui.

“Ti sto dicendo che non so cosa tu voglia dire!” protestò lei, sbattendo accidentalmente la bottiglia sullo schienale della panchina e rischiando di frantumarla.

“Il mio gay radar si è aggiornato da quando mi hai detto di essere lesbica, per cui… Ora capisco se una persona è dell’altra sponda o meno. Non puoi dirmi che Liyan è etero, suvvia!”

“Da quando avresti un gay radar?!” rise Sheila. “E comunque, anche se fosse come dici tu…Pensi che ricambi? Cosa ti fa credere che io sia interessata a lei? ”

“Brava, ti sei scavata la fossa da sola!”

“Eh?!”

“Dicendomi ‘Pensi che ricambi?’ hai praticamente ammesso che ti piace Liy-”

“D’accordo, hai vinto tu! Ora però zitto, stai urlando troppo!” lo silenziò Sheila seduta stante. Suo fratello si mise a ridere. Rimasero in silenzio, con la ragazza che finì di bere la sua bottiglia e si alzò per buttarla in un cestino vicino.

“È che… Non so come comportarmi… E se non le piacessero le ragazze?” disse, tornando a sedersi su quella panchina.

“Fidati di me!” le fece l’occhiolino Crow, finendo di bere anche la sua birra. Sheila esitò per un attimo, fissando il vuoto con espressione rilassata.

“Come posso approcciare?”

“Per te è più semplice, vi conoscete già, quindi non c’è l’imbarazzo della prima conversazione. Mostrati interessante e interessata a lei, anche non esplicitamente se vuoi. Magari invitala a prendere qualcosa, se non ti senti a tuo agio a stare da sola puoi sempre invitare anche noi oppure Tabitha e Hugo… Poi più avanti starete da sole.”

Sheila ascoltò attentamente, annuendo convinta.

“Va bene… Ci proverò… Ma se non dovesse funzionare, dovrai andare in giro con quel vestito da spaghetti istantanei!” rispose con tono derisorio.

“Nooooo!” si lamentò Crow, con le mani che gli coprivano la faccia. Sua sorella si lasciò sfuggire una risata, dando delle pacche affettuose sulla spalla del fratello.

“Adesso posso davvero dire che sia tornato tutto alla normalità…” pensò Crow, risollevando lo sguardo.

 

  
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