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Autore: Sonrisa_    01/10/2020    2 recensioni
[Writober 2020 – prompt 1: riflesso – pumpNight list di fanwriter.it]
[Bernard Girikanan]
Non riesce a cogliere il problema, ma sa che deve esserci: la risposta è lì, da qualche parte, nel riflesso che gli rimanda l’immagine di un bimbo tormentato.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piccola precisazione: quello che vi apprestate a leggere è un ipotetico missing moment dell’infanzia di Bernard. Ho cercato di essere il più delicata possibile, limitandomi ad accennare alcuni comportamenti di Irina (che comunque viene solo nominata qui), ma non potendo conoscere la sensibilità di ognuno mi sembrava doveroso chiarire questo aspetto.

 
 
Il bimbo osserva il proprio riflesso con attenzione, studiandosi quasi come se si stesse vedendo per la prima volta. Bernard inclina il volto e i ciuffi candidi – liberi e ribelli come, forse, lui non sarà mai – accompagnano quel movimento, sfiorando il tessuto che copre le spalle esili. I denti si accaniscono sulle labbra sottili e gli occhi, chiari ma non più limpidi, si stringono nel tentativo di cogliere ciò che lui sta cercando.

Cosa dà fastidio alla mamma?

La maglia del pigiama viene sfilata con lentezza – complice il polso destro ancora arrossato che duole ad ogni singolo movimento – e il corpo, privato dalla copertura del tessuto, ha un evidente fremito. Bernard non si cura del freddo e compie un passo in avanti verso il proprio riflesso, tendendo una mano verso il sé dentro lo specchio per lasciargli una carezza sul volto.

Cosa c’è di sbagliato in me?

Il pantalone del pigiama viene abbassato fino alle caviglie e Bernard, ancora una volta, ignora il freddo mentre, ostinato, fa scivolare lo sguardo su ogni lembo di pelle. È frustrante non capire cosa ci sia di sbagliato in lui, cosa porti Irina a guardarlo con un disprezzo sempre crescente, come se ogni suo atto fosse un errore, come se fosse lui l’errore. Le parole scagliate con violenza su di lui riecheggiano con forza nella mente del bimbo, portandolo a scuotere la testa e serrare gli occhi, forse credendo davvero di potersele scrollare di dosso con un simile gesto.

Cosa dà fastidio alla mamma?

Non riesce a cogliere il problema, ma sa che deve esserci: la risposta è lì, da qualche parte, nel riflesso che gli rimanda l’immagine di un bimbo tormentato.
Un singhiozzo viene prontamente soffocato dalle dita che premono sulla bocca: è notte fonda e la casa è avvolta dal silenzio, non può farsi sentire. Gli occhi si stringono, fermando le lacrime che vorrebbero uscire; iniziare a piangere lo porterebbe a non fermarsi più e lui non vuole che la mamma si arrabbi nuovamente, perché gli rivolgerebbe parole capaci di annullarlo e ferirlo nel profondo. Il ricordo dello schiaffo del giorno precedente è ancora vivido nella memoria e la guancia pare bruciare anche in quel momento.

Cosa c’è di sbagliato in me?

Bernard compie un passo in avanti verso il proprio riflesso e poggia la fronte sulla superficie dello specchio. Gli occhi si schiudono lentamente e una lacrima, unica e sola come lui, fugge via e riga la guancia chiara prima di scivolare sul petto nudo. Il bimbo la fissa e per qualche istante si sente totalmente incapace di fare alcunché: respirare pare troppo difficile e rivestirsi un’impresa quasi impossibile.

Cosa dà fastidio alla mamma?

La porzione di specchio vicino alla propria bocca si appanna leggermente e un dito tremante disegna un piccolo punto interrogativo che sparisce presto. Gli occhi si velano di nuovo per la frustrazione di non cogliere il problema: deve per forza esserci qualcosa di sbagliato in lui – quella è l’unica spiegazione che il bimbo ha trovato per giustificare l’astio della madre – ma allora perché non lo trova?

«Cosa c’è di sbagliato in me?»

Il riflesso articola in silenzio quella domanda sussurrata e Bernard vorrebbe gridare: se non coglie il problema il suo rapporto con la mamma non migliorerà mai. Davanti quella prospettiva tremenda le spalle tremano e lui si sente venir meno, sopraffatto dalla stanchezza di una notte senza pace. Con un sospiro si allontana dallo specchio e guarda il proprio riflesso rimandargli l’immagine di un bimbo sconfitto. Bernard avverte un senso di nausea crescente e si riscopre ad odiare il riflesso – se stesso – che vede perché incapace di fornirgli le risposte cercate.

Bernard scuote la testa con veemenza, raccoglie in fretta il pigiama e corre via.

L’alba è ancora lontana.
 
 
 
 
Ciò che mi turba è sicuramente il dubbio di non essere riuscita a mettere bene a fuoco la mia idea: nella mia testa era tutto molto chiaro e – posso dirlo? – anche abbastanza interessante, ma ora sono molto insicura. Scrivere questa piccola shot è stato più difficile di quanto pensassi, soprattutto dopo mesi di inattività in cui anche solo scrivere una drabble mi sembrava un’impresa titanica.
Ogni commento, osservazione, consiglio è ovviamente ben accetto ^^
Grazie di essere arrivati fin qui! ♥
Marty
  
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