Solitudini Su Carta

Dal testo:
Di nuovo quella maledetta vicinanza non richiesta, quell'atto ingenuo che spingeva Chris tra le sue braccia, come se lui avesse davvero potuto concederle un briciolo di conforto. Strofinò le labbra sui suoi capelli, senza proferir parola. La consapevolezza più cruda si stava facendo strada in lui, facendolo sentire vuoto, incapace. Si era lasciato infettare dalla malinconia; da anni, ormai, la respirava dentro ogni libro che leggeva, la ritrovava negli specchi bui e privi di anima, lasciava che essa lo inseguisse sul palco, negli hotel, in ogni bettola in cui si rintanava la sera in cerca di pace. A lungo andare, tutto quel male gli aveva strappato la capacità di darsi, e di dare. «Voglio scrivere di te, di come non ti riconosci in niente, e del tuo modo di dimostrarti sempre diversa ogni volta che mi convinco di averti capita. Ma non avrai altro, è prendere o lasciare. Del resto, anche tu scrivi di me. Lo fai già. L’ho visto», sussurrò nel suo orecchio, sovrastando il rumore della pioggia battente.