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Autore: gabryweasley    10/10/2020    3 recensioni
Solo uno stupido avrebbe chiesto a sua moglie di abortire senza un valido motivo. Il suo non era un valido motivo.
Sei un demonio.

{Fa parte della serie: "Please" scritta con Deb || Spoiler!DeepClear}
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Please'
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Fanfiction 01: Pain di Deb
Fanfiction 02: Venomous di gabryweasley
Fanfiction 03: Lost di Deb
Fanfiction 04: Limbo di Deb





Demons




Akito correva.
Quasi tutte le notti, ormai. Macinava chilometri sotto le sue scarpe.
Non importava che ci fosse pioggia o troppo vento, andava benissimo anche così, era come una sorta di punizione che si autoinfliggeva per quel suo comportamento da idiota. Solo uno stupido avrebbe chiesto a sua moglie di abortire senza un valido motivo. Il suo non era un valido motivo. Sei un demonio.
Lui sapeva che quella sua paura era irrazionale. Eppure si sentiva schiacciato, soffocato dal panico al solo pensiero di quanto tutto avrebbe potuto andare male in quella circostanza.
Egoista.
Correva per provare a calmare i pensieri, per mettere un po' di distanza da quell'inquietudine che gli attanagliava il petto durante tutto il giorno, tanto da non riuscire a pensare lucidamente. Senza riuscirci.
Magari sarebbe andato tutto bene… o forse no, perché lui era ancora una persona malvagia e lei sicuramente sarebbe morta.
Allora dovresti starle vicino adesso.
La voce della sua coscienza, qualora ne avesse una e non fosse solo il delirio di un povero pazzo, aveva il tono di Tsuyoshi.
Sferrò un paio di colpi nell'aria davanti a sé, immaginando di colpirlo, e riprese a correre.
Sei pessimo.
Sana sarebbe morta, e sarebbe stata colpa sua. Quel desiderio irrefrenabile del suo corpo, dei suoi baci, quella smania di averla in ogni modo possibile e compiacersene, lo aveva portato a questo.
Un bambino, un rischio di parto prematuro, sarebbe morta.
Sei perverso.

Quella notte era successo ancora. Nemmeno si accorgeva di fermarsi sempre più spesso davanti a casa Kurata.
Avrebbe davvero, davvero, voluto suonare e portarla con sé. Avrebbe voluto essere ancora quel ragazzino che passava con la sua bicicletta in mezzo a un mare di giornalisti per prenderla e portarsela via.
Non c'erano giornalisti adesso e loro erano adulti.
Da bambini è tutto più facile.
«Ma che ci fai qui?»
Non si era accorto della porta di casa Kurata che si apriva, né aveva sentito il rumore del cancello. La voce di Sana, però, era arrivata al suo orecchio chiara. Quando si era ridestato da quel ricordo, si era trovato quegli occhi color cioccolato nei suoi.
Mi manchi.
«Mammina ti ha visto immobile fuori al cancello e stavolta mi ha svegliata. Mi ha detto che non è la prima volta…»
Accidenti a te, Misako.
Sana era uscita di casa, in piena notte, in pigiama e senza una giacca. Dannata Sana, stava gelando. Si stringeva le mani al petto per tenersi caldo.
Per tenerla al caldo.
Gli era venuto naturale prenderla fra le sue braccia e stringerla e aveva sentito il suo corpo esile contratto dal freddo rilassarsi sotto la sua stretta. Si era abbassato nell'incavo del suo collo per annusare quell'odore così confortante, quel vizio che aveva smesso da un giorno all'altro.
«Che ci fai qui?»
«Ti abbraccio. Era tardi per suonare.»
Ti riporto a casa.
Avrebbe dovuto, voluto, dirlo.
Che i suoi piedi lo portavano lì perché era attratto come una calamita dal magnete Sana. Che il suo mondo non era più un mondo accettabile se lei non era a casa quando lui tornava dal lavoro. Che quella metà di letto vuoto doveva rimanere tale solo se lei era addosso a lui. Che tutto quel silenzio nella sua testa non riusciva proprio a sopportarlo e preferiva uscire e correre.
Che avrebbe voluto litigare mille volte al giorno con lei come sempre e poi fare pace ogni volta. Che non riusciva più a vivere senza il caos che lei si portava dietro.
Che la amava, e doveva vivere o sarebbe morto anche lui.
Nulla, non disse niente.
Egoista.
«Vai a casa, stiamo bene. Sei sudato e prenderai freddo.» lei, la donna in pigiama e senza giacca, sapeva già tutto. Sana lo leggeva. «E puzzi.»
La amava. Era già a casa.
Sono a casa dove ci sei tu.
«Hai un rivolo di saliva proprio qui.» aveva indicato un punto sulla guancia di lei e aveva spinto la sua testa di lato, prima di baciarla delicatamente.
Mentre Sana rientrava, il gesto minaccioso di Misako dalla finestra non aveva tardato ad arrivare. Akito aveva abbassato la testa e ripreso a correre verso casa.
Aveva ragione, avevano tutti ragione.
Demonio.



Ciao a tutti! ^^ Demons è la quinta shot della serie “Please” scritta da me e Deb!
Nonostante sia la quinta, Demons è stata la mia prima shot per questa serie. Quando l’ho scritta, forse non avevamo nemmeno ancora deciso di creare una serie. Quindi da Pain, Lost e Demons si è poi sviluppato tutto il resto.
Vorrei farvi capire quanto è stato bello, naturale e liberatorio scrivere questa serie insieme a Deb, ma non saprei come spiegarvelo.
Posso solo augurarmi che anche per voi, leggere queste shot, sia altrettanto piacevole!
Fatecelo sapere! ♥
Mano sul cuore, Gabry


Fanfiction successiva: Waiting for di Deb



   
 
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