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Autore: SkyDream    11/10/2020    4 recensioni
[Post time-skip][BokuAka]
Bokuto, da qualche tempo, spinge Akaashi a tornare sul campo di pallavolo. Da quando si è dato all'editoria, infatti, il suo ragazzo ha totalmente abbandonato lo sport per cui era naturalmente portato, con grande disappunto dell'altro.
Riuscirà Bokuto a convincerlo, o si ritroverà ancora da solo a giocare?
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Dal testo: «Dai, lo sai che ho smesso con queste cose. La pallavolo non è più cosa per me, lascio a te l’onore di essere l’agile della coppia!» Akaashi si sarebbe aspettato qualche risposta priva di umiltà, una risposta esuberante come il suo ragazzo, invece lo raggiunse solo un grugnito mal nascosto.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ~ Giocherai con me? ~


"Freddo! Freddo!" Bokuto non riuscì a reprimere un brivido lungo la schiena, nelle ultime settimane le temperature si erano abbassate parecchio e lui, come al suo solito, aveva bellamente ignorato i consigli di Akaashi.
Portare con se almeno una sciarpa lo avrebbe senz'altro aiutato.
Aprì la porta di casa beandosi del tenero calore che gli investì il viso. Si sarebbe aspettato un buon profumino, come quello dei minestroni del suo ragazzo, ma non aleggiava alcun odore nell'aria.
«Ehi, sono tornato! Scusami se ho fatto più tardi del previsto, mi sono fermato a mangiare qualcosa con i ragazzi e non ho più visto l'orario.» Bokuto richiuse la porta dietro di sé e camminò lento fino alla cucina, non vi era alcun rumore.
«Akaashi - lo chiamò ancora - ti sei preoccupato perché non ho telefonato? Avevo il cellulare scar-».
Lo schiacciatore aprí la porta della camera da letto e si bloccò improvvisamente: Akaashi era seduto alla scrivania e aveva poggiato la testa sull'ultimo manga Shonen che stava revisionando.
Bokuto perse un battito e si avvicinò rapidamente al suo ragazzo, poggiando una mano sulla fronte la scoprì fresca come sempre.
Non aveva la febbre.
Akaashi, infastidito da quei rumori, si mosse appena ritornando poi a dormire. Doveva senz'altro essere stanco, nelle ultime settimane aveva lavorato parecchio per poter ottenere una promozione e spesso Bokuto lo trovava sveglio al mattino presto e andava a letto prima di lui la sera sul tardi.
Erano così tanti giorni che non vedeva Akaashi dormire, che non gli passò  nemmeno per la mente che il suo fidanzato fosse collassato sul tavolo per quello e non perché stesse male.
Gli sfilò gli occhiali da sopra il naso e, cercando di essere il più delicato possibile, lo prese in braccio e lo portò sul letto.
Akaashi emise qualche mugolio prima di stringersi al cuscino.
Sorrise.
Bokuto pensò che per il momento andasse più che bene così e, si disse, avrebbe approfittato di una doccia calda per riprendersi dalla fresca aria autunnale che lo aveva sorpreso poco prima.
 
Akaashi si strofinò gli occhi lentamente, la luce del bagno si rifletteva sul parquet polveroso e il rumore continuo del phon si insinuava nelle sue orecchie sempre più insistente. Diede una rapida occhiata all’orologio, era quasi mezzanotte.
Quanto aveva dormito? Almeno quattro ore, ne era certo.
“Diamine, dovevo finire di correggere quel manga!” pensò mentre si sedeva sul materasso, non ricordava nemmeno come c’era finito, era sicuro di essersi appoggiato un momento sulla scrivania.
«Ehi, ti ho svegliato?» La voce profonda di Bokuto lo ridestò dai suoi pensieri, il suo ragazzo aveva i capelli spettinati che gli ricadevano malamente sulla fronte, gli sorrideva mentre si infilava sotto le coperte al suo fianco.
«Non ricordo nemmeno quando mi sono addormentato.» Rispose l’altro continuando a fissare il muro di fronte a se. Doveva assolutamente alzarsi e finire il lavoro o non sarebbe riuscito a dormire nemmeno un altro minuto.
«So che ti stai impegnando tanto per la promozione, ma dovresti muoverti un po’ di più anziché rimanere tutto il giorno sulla sedia».
«Mi stai dicendo che sono ingrassato?» Akaashi si voltò fulminandolo con lo sguardo, gli occhi assottigliati formavano due linee rette pronte a perforargli il cuore.
Bokuto sorrise, senza reprimere un brivido di paura.
«Ti ho invitato tante volte a venire in palestra per allenarci un po’ insieme come ai vecchi tempi, hai un talento eccezionale e, anche se hai scelto l’editoria, dovresti continuare a coltivarlo. Soprattutto con me! Dai, è da tanto che non giochiamo insieme!» Bokuto spalancò gli occhi grandi e lucidi che, tante volte, avevano rapito Akaashi.
Il diretto interessato non riuscì a reprimere un sorrisetto.
«Dai, lo sai che ho smesso con queste cose. La pallavolo non è più cosa per me, lascio a te l’onore di essere l’agile della coppia!» Akaashi si sarebbe aspettato qualche risposta priva di umiltà, una risposta esuberante come il suo ragazzo, invece lo raggiunse solo un grugnito mal nascosto.
«Taro, tutto bene?» Akaashi si voltò verso l’altro, trovandolo girato e con le braccia conserte.
Gli stava dando le spalle. Kotaro Bokuto gli stava dando le spalle e ne era consapevole.
Mossa azzardatissima.
Non accadeva mai se non quando saliva le scale per primo per poter aprire la porta o quando lavava i piatti mentre l’altro correggeva gli articoli.
Oppure quando sotto le lenzuola …
“Ma tu guarda cosa mi torna in mente in un momento come questo!” Si disse Bokuto sperando che il rossore sulle guance non si notasse. Era offeso e doveva mantenere il cipiglio offeso!
«Taro, mi stai dando le spalle».
«Lo so».
«Se non ti volti entro cinque secondi, giuro che ti butto fuori dal letto!».
«Sei troppo magrolino per riuscirci.» La voce di Bokuto tradì leggermente il suo divertimento per la frase con cui se n’era uscito il suo ragazzo. Sembravano tornati due adolescenti.
Akaashi, per tutta risposta, portò i piedi sulla schiena dell’altro cominciando a scalciare e spingerlo fuori dal materasso.
Quando ci riuscì, finalmente, si affacciò dal letto con un sorriso vittorioso: Bokuto era steso a terra avvolto dalle lenzuola come un salame. Rideva a crepapelle e continuava a trascinare Akaashi.
Gli ci vollero un paio di secondi per riprendersi. Bokuto tornò al suo fianco e lo guardò attentamente, sapeva che attendeva delle spiegazioni.
«Hai detto che hai smesso con queste cose, Keiji, ma non dovresti. Lo so che il tuo rapporto con la pallavolo ha cominciato ad incrinarsi l’ultimo anno e che hai voluto distaccartene, ma a me piaceva giocare con te.» Disse portando le ginocchia al petto e cercando di evitare lo sguardo confuso dell’altro.
«Mi stai chiedendo, per favore, di giocare ancora con te?» Lo sguardo di Akaashi si addolcì e, per un momento solo, provò l’immensa voglia di abbracciare il suo ragazzo e scoccargli un bacio sulla guancia.
Ma non si mosse.
«Ti sto chiedendo di tornare a giocare. La prima volta che ti ho visto fare un’alzata eri tutto sudato con i capelli appiccicati alla fronte e ti si è sollevata la maglietta mentre saltavi, quando sei tornato giù non hai fatto nemmeno rumore, come se fino a quel momento avessi volato. Eri bellissimo.» Bokuto aveva gli occhi colmi di entusiasmo al solo ricordo del loro primo incontro, aveva subito pensato che Akaashi fosse leggero.
A pensarci bene, anche Keiji si era innamorato quasi istantaneamente - seppur avesse poi impiegato più di due anni per dichiararsi - ed era capitato proprio durante una partita, era rimasto incantato davanti gli occhi decisi dello schiacciatore e dalla sua reazione così travolgente da contagiare tutti i presenti.
Sembrava un bambino felice e aveva pensato che fosse pura energia.
Bokuto un po’ invidiava e ammirava la leggerezza e la freschezza di Akaashi, così come l’altro rimaneva sempre ammaliato dall’esuberanza e dal carisma del suo ragazzo.
In un certo modo si erano sempre completati.
«Vieni qui.» Akaashi lasciò perdere il manga da correggere e si infilò nuovamente sotto le lenzuola, stese un braccio in direzione del suo ragazzo invitandolo ad avvicinarsi e a stringersi a lui. Gli scompigliò i capelli e sospirò.
Inutile tentare di resistere, con quel faccino carico di entusiasmo, Bokuto lo aveva messo nel sacco per l’ennesima volta.
«Giocherai con me?».
«Mi iscriverò di nuovo a pallavolo, ma niente di serio».
«Giocherai con me?».
«Assolutamente niente partite importanti né ansie, mi basta il lavoro».
«Ma poi giocherai con me?».
«Sì, Taro, giocherò con te».
«Perfetto, ho fatto bene a confermare la tua presenza per il tre contro tre di domani!».
Akaashi per poco non si soffocò. Sentì l’altro sorridere e stringerlo contro il suo petto decisamente ben scolpito.
Era tutto un piano malefico?!
«Bokuto, tu giochi per una squadra a livello internazionale! Non posso venire per un tre contro tre così!» La voce di Akaashi lo raggiunse in modo ovattato, lo teneva così stretto che quasi lo soffocava.
«Pensi di essere l’unico a non sapermi dire di no?».
Akaashi lo riempì di pizzicotti mentre lo subissava di frasi intimidatorie per lui e per eventuale gente incapace di dirgli di no.
E Bokuto rise, felice.
 
Akaashi Keiji stava tornando!

Note dell'autrice:
Eh sì, oltre ad Hinata e Kageyama (best ship <3) mi sono appassionata anche alla BokuAka, chissà come mai, visto che ricevo solo una decina di fanart al giorno da parte di WiseGirl e della mia migliore amica.
Se i risultati sono questi, non posso che sperare in altre centinaia di belle immagini cariche di fluff!
Questi due torneranno, e torneranno presto, ve lo garantisco!

 
   
 
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