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Autore: SOwl    18/10/2020    2 recensioni
[possibili spoiler 15x15; Destiel]
Non sono neanche passate due ore da quando lui e Jack sono tornati, che Castiel si appresta ad uscire di nuovo.
Non sa se tornerà indietro, ma non se ne cura.
Dean pare pensarla diversamente.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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[Questa one-shot parte dal cliffhanger illegale alla fine del 15x15.

Il titolo è preso da una citazione di Ralph Waldo Emerson]
 

È solo una coincidenza, e niente più, se Dean si trova in cucina nel momento in cui Castiel sta per andarsene.

Dean lo vede passare veloce in corridoio, ma solo per caso, e lo chiama.

È sorpreso di vederlo. Non lo ha visto tornare, e a momenti non lo vedeva neppure andare via. Anche Castiel pare sorpreso, forse contava di uscire senza farsi vedere da nessuno. Si gira verso Dean, ma non del tutto, e risponde alle sue domande riguardanti il caso dal quale lui e Jack sono tornati da neanche due ore, ma c'è una punta di impazienza e irrequietudine nella sua voce e nelle sue parole e nelle sue risposte secche e brevi, e Dean se ne accorge.

Gli chiede dove sta andando. Dov'è che pensa di andare a quest'ora. È notte fonda.
 

A cercare un altro modo.

E poi, Se non dovessi tornare, c'è qualcosa che tu e Sam dovete sapere
 

Dean non lo lascia finire.

Non si domanda cos'è, che lui e Sam devono sapere. Né lo domanda a Cas. Non ora, perlomeno. Non in quel momento. C'è qualcosa, qualcos'altro, di più importante.

È così stanco di vedere le persone andare via.

Con pochi passi, Dean ha colmato la distanza tra di loro. Non si è accorto nemmeno di averlo fatto. Cas si trova adesso di fronte a lui, ma i suoi occhi rimangono insistentemente puntati a terra.

Dean gli afferra il polso. Non è affatto una presa forte, e ciò non è affatto da lui.

Non lo sta costringendo a restare, e Castiel potrebbe liberarsi con un semplice strattone e andarsene, ma non lo fa. Non subito.
 

Cos'hai intenzione di fare? pensa Dean e glielo sta per chiedere, tono accusatorio e tutto il resto, ma Cas, che non ha più detto nulla, alza gli occhi e li fissa nei suoi, ed è sufficiente. Dean ha capito abbastanza. Conosce quello sguardo. Non è la prima volta che lo vede. C'è una cieca determinazione, lì.

Disperazione e rassegnazione al tempo stesso.
 

"Perché?" la sua mente grida, e lui stesso vuole gridare, vuole gridargli contro, ma allo stesso tempo sa, è sicuro che quella non è la cosa giusta da fare in quel momento. Forse non lo è mai, in nessun momento. Non lo è mai stata.

Vorrebbe fargli tante domande, buttargliele tutte addosso, vorrebbe vederlo varcare quella porta e non tornare mai più e allo stesso tempo vorrebbe soltanto... vorrebbe che restasse.

I suoi pensieri si rincorrono e si susseguono, come nubi nere durante un temporale, e lui non riesce a dare voce neppure ad uno di questi.
 

Perché pensi che perderti farebbe meno male? Che sarebbe sopportabile?

Ma non hai capito che per me sei–
 

importante?
 

Non hai capito che io–
 

voglio che resti? Qui, con noi, con me?
 

Non hai capito che io–
 

No. Forse non lo ha capito.

E, in fin dei conti, Dean non glielo ha neanche mai detto.
 

Castiel si è accorto che la mano con la quale Dean gli cinge il polso ha iniziato a tremare, anche se impercettibilmente. Si è accorto anche che Dean non sta più guardando da nessuna parte in particolare: è perso nei suoi pensieri.

"Dean" dice allora, tanto per richiamarlo alla realtà, e proprio quando sta per liberarsi dalla sua presa, quando sta per allontanarsi, Dean scuote la testa e
 

"Resta qui,"
 

gli dice.
 

Non è un'affermazione, ma non è neanche una domanda. Di certo non è un ordine. Non è una supplica, è più... una preghiera. Dean Winchester non è mai stato un uomo di fede,
 

"Cas, non andare,"
 

nemmeno per un giorno della sua intera vita. E ciononostante,
 

"Ti prego".
 

Glielo dice. Continua a pregarlo di restare. Glielo dice, e nel mentre che lo fa lo guarda negli occhi. Cerca di controllare la propria voce. Gli prende le mani. 
Glielo dice per tutte le volte in cui non glielo ha mai detto.

Tutte le volte in cui non ha fatto in tempo, tutte le volte in cui ha guardato da un'altra parte e, per qualche motivo, per chissà quale assurdo e irragionevole motivo, ha fatto finta di non vedere.
 

Una parte di lui si chiede perché si sta comportando così. Si dice che, se non fosse notte fonda e se Dio in persona non stesse cercando di ucciderli tutti e se Cas non avesse appena manifestato l'intenzione di andarsene e di mettere – un'altra volta – a rischio la propria vita, non riuscirebbe nemmeno a dire quello che sta dicendo. Un'altra parte di lui, però, si chiede come mai, come mai, non l'ha fatto prima. Come ha potuto lasciare che anche un solo secondo passasse senza che Cas lo sapesse. Senza che sapesse quanto la sua presenza lì fosse necessaria.
 

"Troveremo un altro modo," sente se stesso dire, anche se a dire il vero non sa neanche il perché Cas voglia trovare un altro modo, "ma lo faremo insieme. Tu, io, Sam e Jack. Nessuna missione suicida, intesi? Non ce n'è bisogno” non ho bisogno di perderti un'altra volta “Credi in noi, Cas," fidati di me.

Ci sono tante altre cose che vorrebbe dirgli, cose che, la maggior parte delle volte, non riesce ad ammettere neppure a se stesso.
 

Non ora, si dice, e lo sa che il suo è solo un ennesimo tentativo di prender tempo, tempo che non è neanche più sicuro di avere; ma adesso, la cosa più importante, è che Cas non se ne vada.

Castiel lo guarda per un lungo momento, l'aria impassibile e stanca, e Dean non saprebbe prevedere la sua prossima mossa, ma di sicuro non si aspetta che Castiel muova un passo, un passo verso di lui, e lo abbracci. Con molta più forza del necessario.

L'aria che stava trattenendo nei polmoni gli esce tutta in una volta sola in un sonoro sospiro di sollievo che sembra quasi un rantolo, ma Dean non se ne preoccupa più di tanto mentre ricambia l'abbraccio e lo stringe a sua volta, sbattendo più volte le palpebre.

Okay. Okay.

Chiude gli occhi. Concentrandosi sul proprio respiro, e sul cuore che sente battere allo stesso ritmo del suo. È ancora qui. È reale.
 

Il fantasma di una conversazione passata gli ritorna alla memoria
 

("Nulla di tutto questo è reale"

"Noi lo siamo").
 

Anche se ormai Dean pensa di potersi concedere di sperare che Cas abbia rinunciato alla sua missione potenzialmente suicida, glielo dice un'altra volta. Chiede. Prega.
 

"Resta."
 

Glielo dice ancora e ancora, e poi glielo ripete di nuovo. Lo fa per assicurarsi che Cas abbia capito quello che dice. Perché non si senta mai più in dovere di andarsene, o di sacrificare la propria vita come se non fosse nulla di speciale. Perché possa pensare a questo luogo come a casa sua, anche casa sua, sempre, non importa quel che accada, senza ombra di dubbio.

Glielo dice per tutte le volte in cui non glielo ha detto, e avrebbe dovuto.

Glielo dice finché quella parola non assume sempre più la forma di una preghiera, finché non sente Cas annuire, un lieve movimento sulla sua spalla.
 

E se è vero che è stato solo frutto del caso, se Dean si trovava in cucina nel momento in cui Castiel se ne stava per andare...

È altrettanto vero che, quando Dean gira di poco la testa e gli deposita un bacio tra i capelli... Bé, quello è del tutto intenzionale.

 

“Si tratta di Jack.”

   
 
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