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Autore: La Polly    28/10/2020    0 recensioni
[Lethal Weapon (FOX)]
(Martin Riggs/Maureen Cahill)
Maureen pensò che da quando aveva conosciuto Riggs, per qualche strano motivo, la sua vita era cambiata in meglio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Polly


Buonsalve a voi che avete deciso di leggere questa one-shot!

Era da tanto che volevo scriverne una su Lethal Weapon. Adoravo questa serie e soprattutto adoravo il rapporto tra due dei personaggi: Martin Riggs e Maureen Cahill. Inutile dire quanto io li abbia shippati, e anche se ahimè – non li hanno resi canon io ho continuato a fantasticare, quindi… ecco qui la mia prima fanfiction su di loro!

Buona lettura!






Soltanto un bacio





Maureen per poco non sobbalzò quando sentì il campanello suonare all’improvviso. Erano quasi le due di notte. Chi poteva essere?

Spense la TV, con il cuore in gola; i ricordi di quello che era successo con l’agente Montero riaffiorarono nella sua mente. Quell’esperienza terribile la tormentava ancora nonostante riuscisse a nasconderlo. Scosse la testa. Ormai era morto e non avrebbe più fatto del male a nessuno.

Il campanello suonò ancora, stavolta con più insistenza. Maureen non sapeva cosa fare. Forse sarebbe stato più saggio salire in camera da letto e fare finta di dormire, aspettando che chiunque fosse lì fuori se ne andasse. Forse però quel qualcuno aveva bisogno di aiuto, e Maureen Cahill non lo negava mai a nessuno, nemmeno a quelli che fingevano di non averne bisogno, come...

«Doc? Lo so che è in casa!»

La donna sgranò gli occhi, sentendo la voce di Martin Riggs chiamarla.


Che diavolo ci fa qui?


Dopo essersi alzata dal divano, si avviò verso la porta e guardò attraverso lo spioncino. Era proprio Riggs!

Incuriosita, e anche un po’ preoccupata, decise di aprire la porta. In quel momento si ricordò di avere addosso solo una corta camicia da notte, così cercò di nascondersi dietro di essa per evitare che lui la vedesse in quello stato.

«Buonasera, doc. Per un attimo ho creduto che mi avrebbe lasciato qui fuori!»

Maureen lo guardò stranita. «Riggs, cosa ci fa qui? Sono le due di notte...»

Lui, per tutta risposta, scoppiò a ridere. «Avevo voglia di farmi un giro, e… ta-dan: eccomi qui!»

Maureen, notando i suoi occhi lucidi e arrossati, si rese conto che doveva aver bevuto. Era andato da lei, in piena notte e per giunta ubriaco, forse senza nemmeno rendersene conto. Maureen non sapeva cosa pensare ma non poteva di certo fare finta di nulla. Non ricordava nemmeno di avergli detto dove abitava – visto che la sua vecchia casa era saltata in aria – però doveva averlo fatto, altrimenti non sarebbe riuscita a spiegarsi come faceva a saperlo. Ritrovarselo lì, però, le fece uno strano effetto, e non era per nulla spiacevole. 


No, Maureen, sei solo stanca. Si tratta di questo: la stanchezza incide sul tuo autocontrollo. Adesso lo mandi via e  fine della storia.


Sì, quella era la soluzione migliore, e lo avrebbe fatto se Riggs non avesse avuto un capogiro e per poco non fosse crollato sui gradini di pietra.

Maureen scattò subito verso di lui senza nemmeno pensarci e lo sostenne per impedirgli di cadere. «Si regga a me, forza, la porto dentro. Non posso lasciarla andare in giro in questo stato.» 

Riggs si schiarì la gola. «Okay, sì, forse ha ragione.»

Non era molto più alto di lei, ma era più massiccio, quindi Maureen pregò che non barcollasse di nuovo e gli finisse addosso. Il solo pensiero rischiò di farla arrossire per l’imbarazzo. Non era una ragazzina però lui era un suo paziente e lei era mezza nuda – anche se Riggs pareva non essersene accorto, o almeno lo sperava.


Almeno ha il buon senso di non dire nulla.


Chiuse la porta alle loro spalle e quando sentì l’uomo scostarsi da lei, si voltò a osservarlo apprensiva mentre si incamminava un po’ malfermo verso il salotto. Lo seguì, pronta a intervenire, fin quando non si sedette sul divano di pelle grigio. Riggs la guardò negli occhi e le sorrise. «È sempre così gentile, doc… non credo di meritarmelo.»

Maureen scosse la testa. «Lei lo merita eccome, Riggs, forse più di molte altre persone.»

L’uomo si fece serio all’improvviso. «Diciamoci la verità: non faccio altro che combinare casini...»

Si stava confidando con lei, senza fare troppe storie come solito; doveva essere davvero ubriaco.

Maureen gli si sedette accanto senza proferire parola.

«Non so nemmeno perché ho bevuto così tanto, stasera...» ammise l’uomo, amareggiato. Lei, quasi d’impulso, gli strinse la mano fra la sua e Riggs la guardò di nuovo, stavolta sorpreso.

«Non deve incolparsi. Capita a tutti, è capitato anche a me, dopo… l’incidente con Montero. Una sera ho preso la prima bottiglia di vino che mi è capitata fra le mani e me la sono scolata quasi tutta. Non mi ubriacavo da quando avevo scoperto che Brad mi tradiva.»

Ecco, l’aveva detto. Era la prima volta che lo confessava a qualcuno – e non se ne pentiva affatto. «Come vede, Riggs, può succedere a chiunque di crollare» aggiunse, sorridendogli.

L’uomo sgranò gli occhi e poi scoppiò a ridere. «E chi lo avrebbe mai detto, eh? La dottoressa Cahill che si sbronza. Incredibile!»

Maureen rise a sua volta, come non faceva da tanto, troppo tempo. In realtà non ricordava di aver mai riso così prima d’ora.

Riggs, tutto d’un tratto, si schiarì la gola e la guardò negli occhi con intensità –  le loro mani erano ancora unite, strette l’una all’altra. «Forse non so perché stasera mi sono ubriacato, dottoressa…» disse, in un sussurro, avvicinandosi sempre di più, «ma so che adesso ho voglia di baciarla.»

Quasi non riuscì a realizzare quello che le aveva appena detto perché le labbra dell’uomo furono subito sulle sue. Maureen sentì il respiro mozzarsi; tutto si sarebbe aspettata, tranne quello. Il suo buon senso le urlò di staccarsi subito – non poteva lasciarsi baciare da un paziente e meno ancora doveva ricambiarlo – eppure più Martin la baciava e le accarezzava i capelli, più lei sentiva tutto il suo autocontrollo abbandonarla. Approfondì quel bacio con foga e nel giro di pochi attimi si ritrovò a cavalcioni sopra di lui. Era strano, forse sbagliato, eppure così piacevole. Sentiva che era la cosa giusta da fare, almeno in quel momento. Quando le mani dell’uomo le accarezzarono le cosce nude, però, Maureen si riscosse all’improvviso, rendendosi conto di ciò che sarebbe successo se non si fossero fermati. Si allontanò da lui così bruscamente che per poco non cadde sul pavimento. Aveva le gambe molli, il respiro affannato, la testa le girava e il cuore le batteva forte a causa dell’eccitazione che non voleva saperne di abbandonarla. Maledì se stessa. Come aveva potuto fare una cosa simile? Non aveva mai permesso né ai sentimenti né tanto meno a certi impulsi di mettere a rischio la sua professionalità.

Riggs era ancora lì seduto, anche lui con i capelli arruffati e il fiato corto, e la stava fissando. «Doc...»

Maureen scosse la testa, impedendogli di aggiungere altro. «Io… ho… io…» Strinse gli occhi, cercando di calmarsi. «Ho bisogno di una boccata d’aria.»

Non gli diede il tempo di ribattere, raggiunse la terrazza quasi di corsa e quando si fermò, coprì il viso con entrambe le mani, stringendo i denti per non urlare.


Stupida, stupida, stupida! Si può sapere che ti dice il cervello? 


Non riusciva a crederci. Gli aveva permesso di baciarla, di stringerla e toccarla in quel modo…

Riggs era un suo paziente e per giunta era ubriaco!


Okay, respira. Disperarsi non servirà a nulla.


Doveva mettere a posto quel casino, scusarsi con lui, spiegargli che era stato solo un momento di debolezza e poi… poi avrebbe dovuto indirizzarlo verso un altro psicologo, perché lei non poteva più aiutarlo, non dopo quello che avevano appena fatto. Ormai era compromessa.

Sapeva che Riggs avrebbe trovato il modo di scamparla, l’ultima volta aveva minacciato di buttarsi dal balcone del suo studio – per scherzo, sì, ma a lei era quasi venuto un infarto quando lo aveva visto camminare in bilico sul muretto – o forse stavolta avrebbe capito che sarebbe stato strano e imbarazzante continuare le sedute di terapia con lei.


Basta. Adesso vai da lui e sistemi le cose.


Prendendo un bel respiro, Maureen rientrò in casa, intenzionata a chiarire, ma prima che potesse raggiungerlo, sentì l’uomo russare. Riggs stava dormendo, seduto sul suo divano – le braccia incrociate al petto e le gambe divaricate. Maureen sorrise intenerita. Non voleva svegliarlo, così decise di rimandare la discussione a quando si sarebbero svegliati.





Maureen si svegliò controvoglia. Non era quasi riuscita a chiudere occhio. Più di una volta era stata tentata di scendere al piano inferiore per controllare Riggs ma alla fine aveva desistito e aveva passato quelle ore a rigirarsi nel letto. Guardandosi allo specchio constatò di avere un aspetto orribile. Si  sciacquò il viso, indossò una tuta comoda e legò i lunghi capelli neri in una coda, poi prese un bel respiro. Quando aprì la porta del bagno e trovò l’uomo davanti a lei, sussultò, colta alla sprovvista.

Il sorriso teso che gli increspava le labbra le fece capire subito che era imbarazzato. Rimasero lì fermi a fissarsi fin quando lui decise di mettere fine a quel silenzio soffocante. «Doc, io… mi dispiace.»

Maureen rimase senza parole; Martin Riggs che si scusava era un evento più unico che raro, soprattutto perché lo aveva fatto senza troppi giri di parole.

«Riggs…»

L’uomo scosse la testa, interrompendola. «No, mi faccia finire. Sono stato un idiota, non so perché sono venuto qui a casa sua in piena notte e per giunta pure sbronzo. Non oso immaginare quante stronzate avrò detto o fatto… non me lo ricordo, ma questo non significa che mi senta meno in colpa.»


Non si ricordava niente. Bene, meglio così, ma lei come si sarebbe comportata d’ora in poi?

Avrebbe voluto cancellare tutto, sarebbe stato più semplice. Quel pensiero, però, la intristì; per quanto strano e sbagliato, era stato anche molto bello e piacevole, ma in fondo si era trattato soltanto di un bacio, no?


«Doc, ha sentito quello che ho detto?»

La voce di Riggs la riportò alla realtà e lei, colta alla sprovvista, pregò con tutta se stessa di non arrossire. «Sì, sì, ho sentito. Comunque non deve scusarsi, Riggs, l’importante è che non diventi un’abitudine.»

«Prometto che non le piomberò più in casa, doc, croce sul cuore!»

Maureen scosse la testa, ridacchiando. «Le preparo un caffè, che ne dice?»

Riggs annuì. «Ne ho proprio bisogno, doc, grazie» rispose, sorridendo. Guardandola dritta negli occhi, aggiunse: «Lei è un vero angelo, lo sa?»

Maureen sentì il cuore battere un po’ più forte ma scacciò subito quella sensazione prima che fosse troppo tardi. Sorridendogli di rimando, gli fece segno di seguirla. Mentre scendevano le scale, Maureen pensò che da quando aveva conosciuto Riggs, per qualche strano motivo, la sua vita era cambiata in meglio.

   
 
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