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Autore: Joy    29/10/2020    3 recensioni
Cosa ha sentito?
Sam non lo sa, ha smesso da tempo di chiedere cosa è reale e cosa non lo è.
Trema.

[Scritta per la Trick or Treatment Challenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia, evento di Halloween]
Genere: Horror, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Garth Fitzgerald IV, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Scritta per la Trick or Treatment Challenge, gruppo Hurt/Comfort Italia

 

Ambientata tra la 7x16 e la 7x17

 

Creepypasta da cui prendere ispirazione: Ted the Caver

Sostanzialmente una caverna inesplorata con un buco nella parete da cui provengono rumori e lamenti, e dove si verificano stranezze varie fino alla sparizione dello stesso speleologo che la stava esplorando.

Io me la sono fatta addosso a leggere il blog, ve lo dico.

 

 

Warning: elementi Horror, robe claustrofobiche, allucinazioni varie.

 

 

 

Into the earth

 

 

 

Hai paura , Sammy?

Dovresti.

Non ti bastava avere il diavolo nella testa?

Sentivi anche il bisogno d'infilarti in questa grotta dannata, in questo buco di culo del mondo?

E solo perché uno speleologo con manie di protagonismo si è dato tanto da fare per scoprire la verità, per documentarne le fasi, prima che mettessi fine alla sua inutile esistenza.

Ne vale la pena, Sam, di portarmi alla luce?

Persino Lucifero ha paura di me.

Lo senti, il silenzio nella tua testa? È ammutolito persino lui.

Dalle viscere dell'inferno dove mi aveva rinchiuso, sono risalito fino a qui.

Questa è la mia grotta, questo è il mio buco.

Io sono uno Shedim, Sammy, e la tua fine sarà orribile.”

 

 

Cosa ha sentito?

Sam non lo sa, ha smesso da tempo di chiedere cosa è reale e cosa non lo è.

Trema.

È un buio fradicio quello che lo circonda, non riesce neanche a respirare.

Non riesce a camminare.

Deve abbassare la testa, piegare le ginocchia, è troppo alto per quei cunicoli.

La spalla destra struscia contro la parete, è bagnata; la sinistra già faceva la stessa cosa sull'altro lato.

Si mette di lato per passare.

È tutto troppo stretto.

Un grido taglia l'oscurità, o forse è il lamento di una bestia.

Sussulta e sbatte la testa contro una roccia sporgente, il ginocchio su di un masso franato.

C'è del sangue.

Qualcuno ha tentato di scavare, in quella grotta.

 

 

Oh sì, Sammy. Non sei certo il primo.

Però sei il più interessante.

Così buono e così perso...

Vieni Sam, vieni a guardare nel buco.”

 

 

Deve farlo, se si ferma la paura lo schiaccerà.

Lo fanno anche quelle rocce, tra le quali non riesce a passare.

Vorrebbe essere più piccolo.

Vorrebbe ritornare bambino, quando suo fratello era lo scudo contro il quale s'infrangevano tutte le sue paure.

Prima della gabbia.

Prima di Lucifero nella sua testa.

 

 

Vieni Sam, entra nel buco.”

 

 

Ma non ci riesce, non può proseguire, non c'è abbastanza spazio.

Non salverà nessuno oggi, nemmeno se stesso.

Si accascia a terra; la parete contro la sua schiena pulsa come se volesse inghiottirlo.

 

 

Vieni da me, Sammy.

Sai che posso far fuggire anche Lucifero?

Posso liberare la tua testolina.”

 

 

“Non sei reale!” riesce a gridargli in risposta Sam. “Non lo è Lucifero e non lo sei nemmeno tu!”

Ma il braccio che compare dal buio lo è.

 

 

Sì che lo sono.”

 

 

Grida.

È un'ombra nella luce fioca della sua torcia e lo afferra con forza.

Ha lunghi artigli che gli feriscono il braccio.

Sam si ritrae con un balzo, una roccia acuminata si ficca nella sua schiena.

Il dolore lo infiamma.

E lo vede.

Ha occhi velati, articolazioni sbagliate. Si muove veloce.

 

 

Ciao, Sam.

Ti piaccio?”

 

 

Il suo battito cardiaco singhiozza, non funziona più bene.

In lui niente funziona più.

Anche Lucifero nella sua testa tace, forse ha paura sul serio.

Ho forse è solo appagato, del resto ora morirà, ed è quello che voleva, no?

Spingerlo in una missione suicida.

O forse è lui che si sta sabotando?

Che importa.

Il mostro è su di lui e non ha un volto.

Le pareti della grotta ce l'hanno: volti distorti in urla disumane.

Gronda sudore gelido, il suo cuore si blocca.

Sente le pareti fremere ancora, le rocce aguzze divorarlo.

Poi il boato lo spedisce nell'oblio.

 

 

***

 

 

Si risveglia gridando di dolore.

“Cristo, Garth!” grida la voce di suo fratello. “Puoi stare un po' più attento?”

“Scusami tanto, Dean” sente replicare. “Ma come vedi, non ho molto spazio di manovra.”

“Fai più piano, allora!”

“Parla quello che ha usato un esplosivo nel cunicolo più profondo della una grotta. Siamo vivi per miracolo.”

“Era dosato, Garth.”

“Certo, come no.”

Una mano scende a massaggiargli il fianco che ha strusciato sulla roccia fino a sanguinare.

“Resisti, Sammy” gli dice. “Siamo quasi fuori.”

Apre gli occhi, ma vede solo il buio.

“Ha detto di essere uno Shedim” mormora.

La sua voce esce ruvida e gracchiante, quasi non la riconosce.

“Anche Lucifero lo teme” aggiunge.

“Bè, peggio per lui” se ne esce Dean Winchester. “Qualunque cosa fosse, adesso è sepolta in quel buco maledetto.”

Il tono di suo fratello invece è sempre lo stesso.

Lo aggancia da sotto le spalle e lo trascina fuori dalla grotta.

 

 

 

Dorme per un tempo infinito.

Non lo faceva da giorni.

La sua mente sembra aver registrato che Lucifero ha paura di quella creatura e finché ne ha un ricordo vivido nella testa, pure lui se ne sta buono.

È l'unica cosa positiva.

Tutto il resto è un labirinto di incubi, dolore e paura da cui ogni tanto suo fratello lo risveglia.

“Sei in una stanza di motel” gli dice quando riemerge dall'ennesimo incubo, boccheggiando. “Con me. Garth è nella stanza accanto. Sei al sicuro.”

Si lascia cadere di nuovo sui cuscini e dorme di nuovo.

A volte si sveglia per qualche fitta acuta su delle zone già doloranti.

“Bravo Sammy” gli sta dicendo suo fratello “Resta fermo ancora un istante, ho quasi finito.”

Le sue mani sono delicate mentre gli cambiano le bende sulle ferite.

Lo sono anche quando gli portano il bicchiere d'acqua alle labbra.

Sam vorrebbe poter rimanere sveglio e parlare con lui, ora che non ha più ospiti indesiderati nella testa, ma non ci riesce.

È così stanco...

Dean fa scendere la mano sui suoi occhi.

“Dormi” gli dice. “Ti sveglierò se farai un incubo.”

Si sarebbe addormentato anche se non glielo avesse detto, tanto è sfinito, ma è contento che l'abbia fatto.

Forse gli vuole ancora bene, anche se è un disastro.

Gli afferra debolmente il bordo della camicia.

“Vieni anche tu.” lo prega.

Dean esita un istante, getta uno sguardo fugace alla porta sprangata e alla sua semiautomatica sul tavolino di fianco al letto e sospira.

“Va bene, Sam” gli risponde piano, mentre si sfila stivali e calzoni.

Quando s'infila sotto le coperte accanto a lui, quel tepore diventa casa.

La flanella sotto le sue dita, lo è.

L'odore di carburante e polvere da sparo che rimane sul tessuto, anche.

Non gli chiede di abbracciarlo, non è più un bambino, ma suo fratello lo fa lo stesso: infila il braccio sotto la sua schiena e se lo trascina addosso.

Usa entrambe le braccia per ancorarlo a sé.

Lo tiene stretto.

“Non ti puoi perdere, ora.” gli mormora.

Sam appoggia la guancia sulla sua spalla e posa la mano sul suo petto.

Batte regolare.

Forse va tutto bene.

 

 

 

Il mattino dopo la sveglia lo fa sobbalzare dal materasso.

Dean grugnisce qualcosa, accanto a lui e continua a dormire, come se non ci fosse un megafono in funzione nella stanza.

Sam solleva lo sguardo confuso e Lucifero lo ricambia con un sorriso dall'altro lato della stanza.

“Ti sono mancato, Sammy?”

 

 

 

 

Fine

 

Note: Gli Shedim, sono i mostri della 13x02, quelli che Asmodeus voleva far liberare a Jack.

Ho pensato che uno di loro potesse essere fuggito dagli antri dell'inferno, molto prima di quel momento, e fosse rimasto confinato in quella grotta, dietro la parete col buco.

  
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