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Autore: Oh_my_Darvill    31/10/2020    2 recensioni
[Deception]
Sono Cameron Black, ho un gemello Jonathan e siamo due illusionisti; mio fratello è stato colpevolizzato dalla donna misteriosa per un omicidio da lui non commesso e da allora collaboro con FBI per scagionarlo e provare la sua innocenza.
L'unico problema? Lui in questo momento è libero con la vera colpevole e io sono in prigione al posto suo, quindi devo assolutamente trovare modo di far capire la mia vera identità e fermare i piani dell' astuta donna misteriosa.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KAY'S POV 
Qualche ora dopo che la Donna misteriosa venne rilasciata e Jonathan riportato in carcere andai nell'appartamento di Cameron per andarlo a trovare, per vedere come stesse, lo trovai intento a fare le valigie.
"Te ne stai andando?"
"Già! la Donna Misteriosa è stata rilasciata. Non ricordi?" mi rispose con amarezza.
"Ascolta, ha l'immunità e la stanno portando via ora, lontano da qui, finalmente ci lascerà in pace."
"Oh! andiamo, secondo te lei non sarà in grado a sfuggire ad un gruppo di agenti del FBI?" mise in spalla le poche cose che aveva raccattato e iniziò ad avviarsi verso la porta superandomi come se niente fosse; come se fossi quasi un'estranea.
"Cameron, non mi sono arresa, ti aiuterò a trovare un altro modo per far uscire il tuo gemello. Insieme possiamo farlo..."
"No basta, Kay! non riesco più a crederti."
Tutto ciò iniziava a farmi davvero male.
"Hai già parlato con Jonathan?" chiesi, mandando giù il groppo alla gola.
"Si...e non è andata come speravo! Quindi ora devo andarmene!" aprì la porta, ma lo fermai, lo bloccai, non poteva andarsene così, non poteva lasciarmi in questo modo e tanto meno poteva lasciare così Jonathan.
"Cameron, ehi... Cameron... guardami: se devi andare... io capisco... se devi andare per aiutare tuo gemello in un modo che io non posso sapere lo capisco ugualmente...se io potessi tornare indietro ed aiutare mia sorella in un qualsiasi modo lo farei pure io... quindi non sarò certo io a fermarti, non sono quel tipo di persona. Ma almeno volevo farti sapere che per te non voglio essere solo un agente del FBI, una tua collega: devi... sapere che.... scusa... almeno promettimi che ci rivedremo..."
"Smettila di promettere, durante tutto quest'anno mi hai promesso e ripromesso... e ora a che punto siamo? Punto a capo o forse pure peggio dato che non siamo riusciti a fare nulla. È tutto quanto finito, tutto quanto!" Mi voltò le spalle e se né andò, lasciandomi con un palmo di naso ed una grandissima voglia di piangere.
A quel punto affranta tornai nel mio ufficio, di certo non avevo un bel aspetto, la litigata con Cameron mi aveva tolto ogni energia: non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da parte sua; si sapevo quanto lui tenesse a Jonathan ma non potevo farci nulla se la Donna Misteriosa al posto di fornirci prove sulla innocenza del ragazzo aveva fornito dettagli per arrestare un sacco di malviventi e riuscire così ad entrare nel programma protezione testimoni.
Mi misi le mani nei capelli senza smettere di osservare la foto di Jonathan che avevo sopra la scrivania.
"Kay? Ancora qui? Non credi che abbiamo lavorato abbastanza per oggi?" La mia capa fece irruzione nel mio ufficio.
"Ho le ultime pratiche da compilare, non ci vorrà molto!"
"Oggi abbamo avuto proprio un colpo basso e so quanto tieni a Cameron e che ti dispiaccia per suo fratello, quindi se vuoi parlarne puoi farlo tranquillamente con me."
"Sto benissimo Deackins, per davvero..."
"Va bene allora ti lascio. Io vado."
"Ci vediamo!"
A quel punto tornai a fissare gli occhi più azzurri mai visti prima, e mi venne una fitta allo stomaco per pensare al doloroso modo in cui ci siamo lasciati e dire che non mi sentivo così, come mi sentivo quando ero con Cameron già da diverso tempo e per mia sfortuna ora era tutto finito. Mi risvegliai dal mio stato di trance solo grazie alla chiamata in arrivo da parte del penitenziario; strano chi poteva essere?
"Kay?" 
Riconobbi immediatamente la sua voce ed il mio cuore fece un triplo salto mortale nel torace, ma mi ripresi subito: chi avevo dall'altro capo del telefono era il suo gemello non il mio ex collega.
"Jonathan! Che sorpresa... ehm... non ... non mi aspettavo di certo una tua chiamata... dopo, dopo tutto ciò che è successo oggi. Pensare che pure Cameron mi ha voltato le spalle!" Risposi.
"Si giusto di lui vorrei parlarti e in più chiederti l'immenso favore di poter passare un attimo qui!"
"Ehm ok... si certo, aspetta qualche minuto, non muoverti che arrivo!"
"Kay non credo di aver altra alternativa, di certo di qui non riesco ad andare da nessuna parte."
"Si giusto scusami."
"Scuse accettate!"
Oddio quanto mi risultava strano ricevere le scuse da parte del gemello stronzo.

Cinque minuti dopo arrivai a destinazione e quasi mi precipitai nella sua cella e cosa ancor più difficile da credere nemmeno lui stava più nella pelle e mi abbracciò calorosamente; ero di stucco e non riuscì a ricambiarlo, non sapevo se sentirmi felice di tutto ciò oppure pietrificata.
" Jonathan!" Esclamai esterrefatta.
"Ehi tu, staccati immediatamente. Hai sentito l'agente? Non desidera tutto ciò, quindi che ti sia ben chiaro, mani apposto se non vuoi che ti rispedisca in cella e non ti faccia più vedere anima viva." Ci interruppe una guardia severamente.
"È tutto apposto collega!" Spiegai.
"Tutto chiaro signore. Comunque se è in carenza d'affetto sa che può contare su me, do abbracci gratis a tutti!" 
Jonathan ricevette un'occhiataccia tanto che non mi sarei stupita se da lì a breve il detenuto avesse preso fuoco, a quel punto mi sedetti e aspettai che la guardia tornasse a sorvegliare il corridoio.
"Ehm tutto apposto?" Spezzai il silenzio.
"Non direi, IO non dovrei essere qui."
"John, questo lo so e mi dispiace. Ma sai che abbiamo fatto il possibile. Tu non hai la minima idea di come tuo fratello sia mortificato."
"Già pensare che era venuto pure qui con l'intento di farmi evadere." Mi confessò.
"E io lo avrei appoggiato!"
"Non ne avevo dubbi. Peccato che Jonathan non era della mia stessa idea."
"Mi stai confondendo. Non capisco!" 
In lui c'era qualcosa che non andava, che non mi tornava, lo osservai bene e mi parve strano che non portasse i capelli all'indietro tutti ingellati come al solito, ma bensì tutti spettinati da ribelle che gli dava quel fascino irresistibile e stranamente aveva le mani sopra il tavolo stranamente ferme di solito non riusciva a mai a tenerle ferme.
"Guardami bene ti sembro più Jonathan o Cameron?"
"Mi stai mettendo in difficoltà, ma è ovvio che tu sei Jonathan."
"Io mi chiedo come mai io e lui non abbiamo un piccolo dettaglio in grado di contraddistinguerci come tutti gli altri gruppi di gemelli esistenti al mondo. Almeno così a quest ora sarei stato in grado di provare la mia vera identità... Non trovi collega?"
Ero sempre più confusa, poi come mai mi chiamava così?
"Ok non ti tengo più sulle spine: sono Cameron, il vero Cameron Black. Tadà, contenta della sorpresa?"
" Jonathan capisco che sei sconvolto e non accetti il fatto che devi ancora rimanere qui. Ma per piacere non cercare di farmi credere che tu sia Cameron quando invece non lo sei, non ti faranno uscire in questo modo."
"Ma io sono Cameron. John ha preso il mio posto ed ora è libero e so' alla perfezione quale sarà il suo piano e la sua prossima mossa."
"E cosa dici che farà?" Chiesi con un velo di curiosità.
"Andrà a cercare la nostra eredità con la sua nuova amichetta, aspetta forse la conosci è una che va in giro con occhi di un colore differente dall'altro." Il sarcasmo non mancava a nessuno dei due quindi non sapevo se credergli oppure no.
"E come posso capire che tu non mi stai mentendo sulla tua identità?"
"Uhm allora fammi pensare: ti ricordi ciò che ti ho detto l'altra sera quando eri insieme al tuo ex? Si ok in quel momento stavo bleffando per salvarvi la vita ma in realtà pensavo seriamente a quelle parole, non mentivo: io ci tengo a te; e di certo non solo come collega... ma ti trovo affascinante e... e... provo... realmente provo..." 
Mentre diceva tutto ciò si fece sempre più vicino, sempre più e mi baciò, non ritenne opportuno finire la frase, quel gesto diceva tutto da solo.
Il bacio durò solo qualche secondo perché mi scostai e lasciai la stanza interdetta.
"Kayy... scusami per piacere rimani!" Mi supplicò l'altro.
   
 
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