CAPITOLO 1:
“La scelta dell’armatura”
- parte 1 -
Presente, 10 anni dopo…
Una spazzolata ai
capelli, una passata di mascara et voilà: il peggio era passato. Legai i
miei lunghi capelli argentei nei due soliti codini alti che portavo
giornalmente e mi affrettai ad uscire dalla quarta casa.
Quel giorno ci
sarebbero stati i combattimenti per le nuove investiture delle vestigia dorate
e, nonostante molte di loro fossero già state prese dai rispettivi figli dei
“vecchi” cavalieri d’oro, altre erano ancora in gioco, alla ricerca di un
papabile e molto probabile nuovo proprietario. La sacra armatura del cancro ne
era un esempio.
Death Mask, il mio
maestro nonché tutore, non si era scomposto minimamente quando la Dea Athena
gli aveva chiesto di cedere l’armatura ad uno dei tanti ragazzi, poco più che
ventenni, che popolavano il Grande Tempio. Anzi, mi era parso di cogliere uno
strano scintillio quando aveva capito che non avrebbe più dovuto prendere
ordini dalla Dea stessa. E conoscendolo, direi che era proprio questo il motivo
per cui aveva deciso di abbandonare l’armatura senza troppe cerimonie, a
differenza di altri cavalieri suoi pari.
Athena voleva una
nuova generazione di cavalieri al suo fianco. Si dice che avesse avuto una
temibile predizione nella quale tutti i cavalieri della vecchia guardia fossero
deceduti per mano di una devastante forza aliena, senza neanche potersi
opporre; per questo le era balenata in testa l’idea di poter cambiare il suo
schieramento nel più breve tempo possibile. Pensava che, cambiando i possessori
delle armature, quelli “vecchi” potessero essere risparmiati e visto che non
aveva avuto altre tragiche visioni a riguardo si era convinta che fosse la cosa
giusta da fare. Poi, vabbé, di Seiya che si opponeva per mantenere il suo
status di cavaliere del sagittario, piuttosto che cederlo al secondogenito di
Milo dello scorpione, poco importava.
La priorità era
sempre e solo la salvezza del mondo, e basta.
Per questo tutto
il Grande Tempio era in fibrillazione. A tutti era stata estesa la possibilità
di poter indossare il più alto rango di cavaliere al servizio della Dea. A
tutti a condizione che l’armatura li riconoscesse come suo proprietario; ed i
casi in cui era successo il contrario erano più del dovuto.
Per questo non era
così scontato diventare cavaliere d’oro, nonostante si fosse vinto anche il
duello.
La cosa era più
ardua di quel che si potesse pensare.
“Buongiorno Ker!”
La voce squillante
del mio migliore amico mi distraé dai miei pensieri. Mi voltai verso di lui e
gli risposi con un energico: “Buongiorno Leo!”
Lui rise, anche se
non riuscii a vederlo, ma d’altronde Leo era pur sempre quello che la gente
comune chiamava “fuoco fatuo”, quindi più di tanto non ci si poteva aspettare
da lui.
Avevo la
possibilità di vederli, di poter parlare con le anime dei defunti come se
stessi parlando con un essere vivente in carne ed ossa, quindi non me ne
preoccupavo più di tanto. Cosa che, invece, la gente del Grande Tempio non
vedeva di buon occhio.
Molti pensavano
che fossi strana, che non avessi tutte le rotelle a posto – anche se non lo
dicevano apertamente, sapevo benissimo cosa gli passava per la testa ogni volta
che incrociavano il mio sguardo scarlatto – e che fossi un soggetto
assolutamente da evitare. Alcuni credevano che la visione della Dea fosse
persino opera mia. Roba da pazzi, ma quando la gente è ignorante non si può far
altro che assecondarla. Dopo anni avevo perso la voglia di scontrarmi con loro
per tentare di farli ragionare. Quando uno è ottuso e proprio non ci arriva con
il cervello c’è davvero ben poco da far capire.
“Sei emozionata per il grande giorno?”
“Grande giorno… non lo definirei proprio così” risposi, continuando a camminare in
direzione dell’arena, facendo finta di non vedere gli sguardi di disappunto che
la gente mi riservava quando pensavano che stessi parlando da sola. Quindi
praticamente sempre. Probabilmente pensavano che fossi una causa persa o roba
del genere.
“Come no? Non vuoi provare a partecipare per l’armatura di tuo padre?”
Trattenni a stento
una risata quando associai la parola padre a Death Mask. Se fosse stato
presente sicuramente gli si sarebbe accapponata la pelle. Per questo risposi:
“Death Mask è il mio tutore e maestro, non lo definirei padre”
“Beh, ma ti ha cresciuta come se fossi sua figlia? Ti vuole bene, in fondo,
lo sai”
“Sì, forse, però mooooolto in fondo”
“Vabbè, piccolo preambolo a parte, direi di rifocalizzarci su ciò di cui
stavamo discutendo prima, ovvero: l’armatura. Allora hai ancora intenzione di
provarci, vero?”
Mi morsi il labbro
e tentennai un po’ prima di rispondergli con il “Sì” meno convincente di tutta
la storia. Leo se ne rese conto immediatamente, per questo continuò:
“Che cosa ti prende Ker? Fino a ieri era stra-covinta della tua scelta. Che
cosa è successo?”
Già, che cosa era
successo? Forse mi aspettavo che Death Mask fosse… non so… più entusiasta di
come si era mostrato la sera prima, quando gli avevo comunicato della mia
decisione di partecipare per l’investitura a cavaliere d’oro. Speravo, non lo
so, di avere il suo appoggio, ecco. E quando ciò non era avvenuto mi ero
sentita come rifiutata anche da lui, dalla figura maschile che più si
avvicinava ad un genitore per me. Insomma, tutti i maestri del Grande Tempio
spingevano i propri allievi a tentare la sorte, anche solo per avere il lustro
di poter dire “Era mio allievo un tempo…” ed invece solo il mio non vedeva di
buon occhio la mia investitura a cavaliere.
Ancora non
riuscivo a credere alle parole che aveva pronunciato, solo la sera prima…
“Forse, dovresti prendere in considerazione l’idea di
rinunciare all’armatura del cancro. E’ un compito oneroso, faticoso e ti lascia
decisamente poca libertà di scelta. Fossi in te, ci penserei bene. Non sembra
all’inizio, ma al lungo andare diventa una vera e propria schiavitù... Dormici
sù, e valuta domani mattina, a mente serena”
A mente serena…
certo, infatti ero tutto fuorché serena, maledizione!
Se fino a 12 ore
prima ero certa della mia scelta, ora mi sembrava che stessi facendo la più
grossa cazzata di tutti i tempi. Forse Death Mask non aveva così torto. Forse
avrei fatto meglio a dargli retta e a rinunciare alla mia voglia di voler
diventare cavaliere d’oro ad ogni costo. Forse io…
“Non ci pensare”
“Eh?” le parole di Leo mi riportarono nuovamente alla realtà. Ah già,
dimenticavo che quando mi lasciavo andare i miei pensieri potevano essere
percepiti anche da Leo. Probabilmente era una sorta di condizione necessaria
per vedere gli spiriti… mi sarebbe piaciuto chiederlo a qualcuno, essere
istruita meglio sulla mia abilità, ma ero l’unica in tutto il Grande Tempio ad
avere quella specie di dono, quindi un addestramento su come utilizzarlo meglio
me lo potevo scordare.
“Io direi di provare lo stesso” continuò Leo, imperterrito. Sospirai
affranta e lui continuò: “Pensaci bene, alla fine non è detto che anche se tu
vincessi il duello potresti essere il nuovo cavaliere del cancro. Hai visto
quanti sono stati rifiutati dall’armatura perché reputati indegni? Ecco, magari
potrebbe essere il tuo caso”
“O magari potrebbe dirmi bene e finirei per diventare cavaliere”
“Beh, se mai ci provi mai lo saprai e tutto rimarrà un grande magari
e basta”
Mi bloccai quando
mi resi conto di essere arrivata all’arena.
Tutto il Grande
Tempio aveva presenziato per il grande evento. Maestri ed allievi da tutto il
mondo erano giunti solo per poter provare a partecipare. Quel giorno non ci
saremmo battuti solo per l’armatura del cancro, ma anche per quella
dell’ariete, della bilancia, della vergine e di altre svariate armature
d’argento. Come già detto, la dea voleva adottare un restyling totale e su
tutta la linea.
Banchetti di ogni
genere erano sorti ai lati dell’arena, genti di tutto il mondo si scambiavano
prodotti o anche solo opinioni sulle future battaglie che si sarebbero svolte
da lì a poco.
In un attimo tutta
la mia incertezza sparì. Tutta quell’atmosfera, tutta quella voglia di
incominciare e di diventare il futuro cavaliere d’oro mi gasarono a mille,
spronandomi a provarci.
E così, alla fine,
feci, senza troppe cerimonie.
“Sai che ti dico Leo?”
“Cosa?”
“Si va alla conquista dell’armatura d’oro!”
Nella Sala del Grande Sacerdote…
“I preparativi sono pronti, Grande Sion, possiamo iniziare quando vuole”
“Eccellente. Dite agli allievi di prepararsi, inizieremo con le armature
d’oro”
“Sì” risposero in coro due soldati semplici prima di levare le tende ed
affrettarsi ad eseguire gli ordini.
I “vecchi”
cavalieri d’oro erano tutti lì presenti, in attesa di potersi congratulare con
i nuovi futuri cavalieri d’oro che avrebbero preso i loro posti, anche se molti
erano già stati presi nei giorni precedenti dai loro stessi figli.
Tutta l’atmosfera
era gioviale e cordiale, mai tutti i cavalieri d’oro avevano avuto modo di
riunirsi in un contesto del genere. La Dea però era stata chiara, essendo dei
“giochi” per le armature, voleva che anche tutto il contesto rispecchiasse
questo suo desiderio, per questo si erano riuniti a parlare del più e del meno
fra loro, come mai fatto in tanti anni.
“Allora Death Mask, ho sentito che la tua pupilla parteciperà al torneo?”
esordì Aphrodite dei pesci, indirizzato al vecchio cavaliere del cancro. Questo
mugugnò in segno di assenso, ma non proferì ulteriore parola sperando che,
invece, Ker avesse cambiato idea sul da farsi e se ne stesse al sicuro, nella
quarta casa del cancro che era la loro abitazione.
Shura del
capricorno captò i suoi pensieri e gli domandò:
“Non sei felice della sua scelta?”
“Diciamo che per lei avrei preferito altro”
“Diventare cavaliere d’oro è la più alta carica a cui si possa ambire, dopo
il Grande Sacerdote s’intende, che cosa avresti preferito per lei?”
Già che cosa
avrebbe preferito per il suo bene? Non lo sapeva neanche lui, ma era come se
sentisse che Ker avrebbe fatto meglio a non partecipare al torneo. E non perché
indegna dell’armatura, no, di quello non si preoccupava minimamente, c’era
dell’altro. Altro a cui, però, non riusciva a dare un nome concreto.
Era perplesso, ma
non sapeva spiegarselo. Figuriamoci spiegarlo ad altri.
“Non lo so, ma non vorrei che si ritrovasse incastrata in una scelta presa
troppo alla leggera”
Shura ed Aphrodite
si scambiarono uno sguardo perplesso. Ioria del leone fece il suo ingresso in
scena ed affermò: “Allora è vero quel che si dice in giro?” con fare scherzoso.
Death Mask
aggrottò la fronte.
“E cioè?”
“Che con la vecchiaia ti sei ammorbidito, vecchio mio”
“Bada a come parli, sono più anziano di te, ma non sono un vecchio. E non ho
il cuore tenero” aggiunse, giusto per sottolineare il fatto che fosse un duro
dal cuore di pietra.
Tutti e tre i
cavalieri iniziarono a ridere e Death Mask incrociò le braccia al petto in
segno di sdegno.
“Allora? Avete finito?”
“Sì certo, scusaci” rispose Ioria fra una presa d’aria e l’altra “In ogni
caso, anche mio figlio combatterà per l’armatura del cancro. Per questo è
probabile che si scontreranno” poi gli avvicinò la mano per stringerla.
“Che vinca il migliore”
Che vinca il
migliore? Ma che era? Una presa in giro? La primogenita di Ioria era già stata
investita con la sacra aratura del leone ed ora anche il suo secondogenito
aveva deciso di gareggiare? Questo era un problema a cui non aveva pensato. Era
risaputo quanto i figli di Ioria fossero… dotati, anche troppo per i
suoi gusti, e se davvero Ker avesse dovuto combattere con una versione
assatanata di Ioria, in miniatura, dubitava che ne sarebbe uscita vincitrice.
Aveva addestrato
Ker sulla base delle sue capacità, per potersi difendere e reagire quando il
caso lo necessitava, non di certo per fronteggiare un animale quale era il
figlio di Ioria. A quel punto sperava davvero che Ker non partecipasse. Non
voleva che si facesse male. E forse il suo cuore si stava davvero ammorbidendo
troppo negli anni, a forza di stare con la sua piccola peste personale.
Distolse lo
sguardo prima di pronunciare:
“Non è manco detto che partecipi, quindi io-”
Ma non ebbe modo
di terminare la frase quando scorse la sua figura nell’arena, in mezzo a tutti
gli altri ventenni pronti a farsi ammazzare, se necessario, per una diavolo di
armatura.
Dannazione!
“Cosa stavi dicendo, amico mio?”
“Niente, niente” si affrettò a dire lui, prima di afferrare con slancio la
mano di Ioria.
“Che vinca il migliore!”
E che Ker non si faccia ammazzare.
Angolo
Autrice:
Benritrovati 😊 eccomi, di nuovo,
con il primo capitolo della storia. Ho deciso di postarvelo subito per farvi
avere almeno un’idea di quello che sta succedendo (visto che il prologo diceva
tutto e niente). Il prossimo lo pubblicherò verso lunedì/mercoledì, dato che ho
deciso che per ora pubblicherò un capitolo a settimana.
Come vedete, Ker
ha l’abilità di poter non solo vedere i fuochi fatui, ma anche di poter parlare
con essi. Mi sono ispirata ad un certo cavaliere, qualcuno ha capito chi è? 😉
Eh niente… spero
di avervi almeno un pochino incuriosito e che la storia, andando più avanti,
possa appassionarvi. Ripeto di essere sempre aperta a critiche, purché
costruttive, quindi non esitate a scrivere, anche solo nel caso ci fossero
errori di battitura o incomprensione del testo. Provvederò subito a modificare
o a spiegare, senza problema 😉
Alla prossima,
baci baci,
Freya