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Autore: NotAdele_    03/11/2020    1 recensioni
I giornali riportavano tutti la stessa identica notizia quella mattina, e mentre era seduta sul tavolo del suo appartamento di New York, pensò che si era andata a cacciare in un bel pasticcio.
Abbandonò il tablet sul ripiano ed andò a farsi una doccia, mentre la giornalista della CNN informava il mondo che Harry Styles e Adele Roni erano stati avvistati insieme negli ultimi mesi, e che presumibilmente il brano “Golden”, traccia di apertura di “Fine Line” parlava proprio di lei.
Atterrò a Londra quella stessa sera, entrata in casa venne accolta da un tenero bacio sulle labbra.
-A quanto pare siamo ufficialmente in pista.- I due giovani amanti si guardarono, due paia di occhi verdi che si fissavano.
Entrambi sapevano che non sarebbe stato facile, ma avevano anche capito che la vita stando insieme sembrava migliore.
Mentre guardava il giovane apparecchiare la tavola si chiese cosa aveva fatto di tanto buono per meritare una persona così stupenda nella sua vita e sorrise.
Si sarebbe impegnata per farlo funzionare, aveva il supporto della sua famiglia e dei suoi amici, avrebbe trovato un modo, non voleva perdere la loro bolla dorata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Story of Us'
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Premessa iniziale

 

 

 

Questa storia tiene conto di molti degli eventi successi, ma ne distorce la maggior parte, e introduce nuovi personaggi.

 

 

 

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luglio 2019

 

 

 

Guardava fuori dalla finestra aspettando l’appuntamento delle 10:30, i suoi manager appuntavano note sui loro nuovi iPad scintillanti, e lei si chiedeva da quando un’artista dovesse fare anche da CEO.

 

 

 

Alzò gli occhi al cielo pensando che da quando suo padre sei era sposato per la quarta volta decidendo di abbandonare definitivamente la parte amministrativa del Rainbow Group, tutto il peso era ricaduto sulle sue giovani spalle.

 

 

 

Diciannove anni erano decisamente pochi per essere una cantante e attrice di successo, figuriamoci l’aggiunta del ruolo di amministratore delegato di una delle più importanti industrie d’arte del mondo.

 

 

 

Quando la sua bisnonna, agguerrita come una leonessa aveva dato vita al suo progetto di un gruppo artistico libero, privo di confini, di certo non immaginava che avrebbe avuto tutto questo successo, ed invece anni dopo, la sua bisnipote, sedeva su una sedia più costosa di quanto si potesse immaginare, se solo la bisnonna Anna e la nonna Rose fossero ancora vive e li per consigliarla.

 

 

 

Purtroppo la sua famiglia aveva quella che la stampa chiamava: “La maledizione Rainbow”.

 

Artisti di grande successo, una generazione dopo l’altra, dalla sua bisnonna in poi, tutti lei compresa, erano diventati EGOT giovanissimi, battendo ogni record preesistente.

 

Insieme al successo però, nel loro pool genetico c’era il diabete, una malattia che seppur curata, toglieva loro preziosi anni di vita, facendogli lasciare questo mondo troppo in fretta, e questo terrorizzava la diciannovenne più di ogni altra cosa.

 

 

 

Suo padre pensava che la fama e le mogli sempre più giovani gli avrebbero evitato il triste destino che aveva davanti a se, ma questa volta aveva davvero esagerato.

 

 

 

Aveva osato anche invitarla al matrimonio con Kendall Jenner, una supermodella nata nel 1995, solo cinque anni più adulta della sua stessa figlia! 

 

 

 

Come poteva un quasi cinquantenne mettersi con qualcuno con la metà dei suoi anni? Lo trovava ripugnante, e da quattro giorni i tabloid non facevano altro che parlare della sua assenza alla dolce unione dei due.

 

 

 

Come se qualcuno pensasse che questo matrimonio andrà avanti più di qualche mese.

 

Probabilmente lei doveva farsi un pò di pubblicità, e alla fine avrebbe ottenuto una buona uscita generosa.

 

 

 

Prima che potesse finire di sentire l’ennesima speculazione sul matrimonio di suo padre proveniente dalla radio, un leggero bussare la distrasse.

 

-Signorina Roni, il suo appuntamento è qui.-

 

 

 

Mentre faceva cenno con la testa alla sua segretaria di far entrare il ragazzo, il suo team si concentrò, pronto per registrare ogni informazione, se c’era una cosa che amava di quella squadra, era la loro devozione.

 

 

 

Tutto ciò che diceva loro era oro colato, e non solo seguivano la sua giovane leadership, ma la aiutavano senza ostacolarla.

 

Le voci che giravano, dicevano che quando era subentrata al posto di suo padre, tutti avevano tirato un sospiro di sollievo, lui non era adatto a quel ruolo. Unico maschio di una famiglia di artiste donne, non aveva le stesse idee innovative che avevano portato avanti il buon nome della famiglia. Il talento non gli mancava, ma si faceva distrarre facilmente.

 

 

 

Questa volta ad essersi distratta era lei, quando realizzò di essere completamente nel suo mondo, ancora sorrise al suo ospite, uno di quei sorrisi da prima pagina, e lui non fu da meno, gli occhi azzurri illuminarono la stanza dai toni grigi e l’immancabile accento inglese del suo saluto le fece arricciare il naso nel tentativo di trattenere una risata genuina.

 

 

 

-Signor Tomlinson, è un piacere averla qui oggi, spero abbia riflettuto su quanto discusso al telefono tra il suo agente ed il mio.-

 

 

 

Da vicino era effettivamente più magro di quanto sembrasse nelle foto che aveva visto sui giornali, ma visto lo storico familiare che aveva alle spalle, si domandava come il ragazzo riuscisse a mantenere quello sguardo furbetto ed impertinente, doveva essere un vero portento ad affrontare le disgrazie.

 

 

 

-Oh ti prego, chiamami Louis, mi fai sentire vecchio! Posso chiamarti Adele vero? Ti chiederei il tuo nome per educazione, ma è impossibile non saperlo.-

 

 

 

Adele sorrise pensando che le piaceva quella franchezza, se c’era una cosa che la sua etichetta promuoveva, quella era la trasparenza.

 

 

 

-Certo Louis, diamoci del tu, se tutto andrà a buon fine ed entrerai a far parte del Rainbow Group è giusto che ci sia confidenza tra noi.-

 

 

 

-Sai Adele, la tua chiamata mi ha sorpreso, so che cercate sempre nuovi artisti, ma come dire… Pensavo cercaste personaggi un pò più popolari.-

 

 

 

La ragazza stava bevendo un bicchiere d’acqua e quasi rischiò di strozzarsi, dopo aver tossito un paio di volte si schiarì la gola e gli sorrise incerta.

 

 

 

-Quello che voglio dire è: perché me, e ad esempio non Niall o Liam?-

 

 

 

-Beh vedi Louis, non è mia abitudine rubare gli artisti alle altre etichette, però quando vedo del potenziale inespresso mi sento in dovere di intervenire, la SYCO ti tiene in un angolino e ti usa come personaggio tappa-buchi, penso che tu valga più di così, potresti essere in cima alla piramide se ti associassi a noi.-

 

 

 

Il ragazzo la scrutò attentamente e inclinò la testa di lato.

 

 

 

-Scommetto che la punta della piramide sei tu.-

 

 

 

Adele lo osservò divertita e incrociò le mani sul tavolo.

 

 

 

-Mi piace pensarlo, ma sto sempre molto attenta a non crogiolarmi troppo, non vorrei che mi rubassero il posto.-

 

 

 

Gli fece l’occhiolino mettendogli davanti il contratto discografico che aveva accanto al pc.

 

 

 

-Questo sarà il tuo futuro se vorrai, se firmi quel foglio sarai parte della nostra etichetta, dove il talento e l’arte vengono prima dei profitti, noi guadagnano perché i nostri prodotti sono unici e fatti con il cuore, non perché inventiamo storie per i tabloid, hanno già troppa fantasia.-

 

 

 

Colta la citazione alla Modest, Louis diede un’occhiata al suo agente rimasto in disparte che annuì, certo avrà letto il contratto almeno un miliardo di volte in cerca di una fregatura che non c’era.

 

Adele era stata cresciuta ad arte ed onestà intellettuale, nonostante non fosse di particolare guadagno per la sua etichetta, aveva fatto quel passo verso il cantante per salvarlo dal dimenticatoio dove Simon Cowell lo stava trascinando.

 

 

 

A firme fatte, passò il foglio agli avvocati dietro di loro e si alzò per stringere la mano a Louis sorridendo.

 

 

 

-Benvenuto a Rainbowland, unica regola crea arte e fai sempre ciò che pensi sia giusto, il resto verrà da se.-

 

 

 

Louis strinse la mano della giovane visibilmente emozionato per la nuova avventura che stava per iniziare con il suo nuovo album in uscita.

 

 

 

-Sai per i dieci anni degli one direction con i ragazzi pensavamo di are qualcosa, ma non abbiamo ricevuto gli stimoli giusti, pensi che qui ci sarebbe spazio per una boyband?-

 

 

 

-Sai? Speravo me lo chiedessi, in primis perché da fan speravo nella reunion, e poi, chi si farebbe sfuggire un’occasione del genere?- 

 

 

 

Ridendo Louis si sedette nuovamente, questa volta più rilassato e visibilmente soddisfatto.

 

 

 

-Da quello che so l’anniversario è tra un anno, quindi se riusciamo a contattare gli altri membri, possiamo provare ad organizzare qualcosa.-

 

 

 

Il resto verrà con il tempo.

 

Adele in un solo giorno aveva ottenuto un contratto discografico con un grande artista e la possibilità di rappresentare la boyband più chiacchierata del secolo, una botta di fortuna non irrilevante.

 

 

 

-Bene Louis, se per te può essere interessante ti faccio fare un piccolo tour, così non sarai troppo spaesato, poi ti dovrò lasciare perché tra due ore sono da Ellen, ma sono certa che tutti ti faranno sentire a tuo agio.-

 

 

 

Con il ragazzo al seguito fece un veloce tour dei luoghi fondamentali, studi di registrazione, stanze per i photoshoot, make-up, stylist, e infine il pezzo forte, la stanza degli award.

 

 

 

Tra i tantissimi premi vinti da lei e la sua famiglia spiccavano più imponenti le quattro mensole degli EGOT.

 

Louis avvicinandosi alla sua chiese alla ragazza il permesso di prendere in mano il suo oscar fresco di annata, lo aveva vinto quell’anno, la sera stessa in cui dopo aver abbracciato sua madre ed aver ringraziato tutto il mondo, suo padre in live da Londra aveva annunciato il suo imminente matrimonio con una ventiquattrenne.

 

 

 

Quell’uomo sapeva come rovinare un bel momento, bisognava riconoscerlo.

 

 

 

-Sei stata fenomenale in questo film, mia sorella Lottie giurava che se non avessi vinto tu, sarebbe andata a piedi dai giudici per fargli cambiare idea.-

 

 

 

Ad Adele scappò una risata, aveva sempre amato i suoi fan, ma non pensava di averne di così accaniti anche tra personaggi famosi.

 

 

 

-Diciamo che se avrò bisogno di un soldato fedele mi ricorderò di lei, adesso devo andare, ma resta quanto vuoi e sentiti a casa, fammi poi sapere per quanto riguarda i tuoi colleghi!-

 

Sorrise a Louis e si allontanò velocemente, prima ancora di sentire la risposta, Ellen l’attendeva, agli one direction avrebbe pensato dopo.

 

 

 

La sua vita era bella ma troppo ricca di impegni per concedersi il lusso di passare del tempo a sbavare sul suo idolo di infanzia.

 

 

 

 

 

 

 

Ottobre 2019

 

 

 

Aveva un appuntamento con quattro su cinque membri degli one direction, il suo staff aveva provato in tutti i modi a convincere Zayn Malik a tornare, ma per qualche motivo, che lui aveva nascosto con l’esigenza di lavorare sulla sua relazione con Gigi Hadid, non si era reso disponibile.

 

 

 

Poco male pensò, avrebbe lavorato con quello che offriva la situazione.

 

 

 

Ricapitolando, aveva un’appuntamento tra quarantacinque minuti, ed era ancora in mutande a fissare l’armadio, il problema di avere troppi vestiti? Non sapere neanche quello che possiedi.

 

 

 

Decise che erano ragazzi, e non si sarebbero scandalizzati per degli indumenti più giovanili, quindi infilò velocemente una felpa con le scarpe coordinate ed un paio di skinny jeans neri. 

 

 

 

Nel complesso andava bene e non aveva tempo.

 

 

 

L’autista la stava già aspettando, odiava guidare e avere qualcuno che lo faceva al posto suo era uno dei lussi che si concedeva volentieri.

 

 

 

Arrivata al Rainbow group, I paparazzi la assaltarono, quei dannati avvoltoi sapevano le cose prima che le sapesse lei stessa.

 

 

 

Diventava davvero frustrante certe volte.

 

 

 

Entrò nel suo ufficio praticamente correndo, aveva un quarto d’ora di ritardo, di solito le persone famose se la prendevano comoda, quindi non era preoccupata, ma sulla soglia venne fermata da un’assistente, che le diceva che li aveva già fatti accomodare dentro, perchè facevano troppa confusione per farli aspettare in corridoio.

 

Anna, la giovane coordinatrice, le sorrise gentilmente mentre la cantante scuoteva la testa rassegnata, era il giorno sbagliato per essere in ritardo evidentemente.

 

 

 

-Buongiorno ragazzi! Scusate per il ritardo!- Si diresse dietro la scrivania, appoggiando lo zaino sul pavimento e osservandoli tutti un’attimo.

 

 

 

Era stata una loro fan quando era più giovane, ma li ricordava diversi, ovviamente aveva già visto Louis, e in quei giorni aveva fatto una full immersion delle loro carriere da solisti, ma era strano averli tutti e quattro davanti.

 

 

 

-Allora come forse sapete io mi chiamo Adele, e con il vostro compagno di band.- Indicò il più grande di loro. -Abbiamo pensato di organizzare qualcosa per il decimo anniversario, intanto grazie per aver accettato l’invito, come sapete siamo un gruppo molto aperto e mi piacerebbe sentire le vostre idee piuttosto che offrirvi una pappardella già scritta.-

 

 

 

Ricevette una serie di sorrisi e pensò che le era andata bene, e che almeno non si erano arrabbiati per il ritardo, alcuni vip erano davvero pretenziosi, loro sembravano molto gentili, ma dopo quasi vent’anni nello showbuisness aveva imparato a non fidarsi delle apparenze.

 

 

 

-Abbiamo tante canzoni scritte e mai approvate dalla Syco, possiamo farci qualcosa?.- Liam le aveva lanciato l’idea, e si trovò a riflettere che testi già pronti andavano ben oltre le sue aspettative.

 

 

 

-Sarebbe davvero perfetto ragazzi, ma ditemi, voi avreste tempo per un eventuale campagna pubblicitaria? Non possiamo lanciare una bomba del genere e non farne nulla.- Gli one direction che rilasciano un sesto album? Letteralmente mitico, ma se mal sfruttata quella che poteva essere un’occasione unica poteva trasformarsi in un epico fallimento, non poteva permetterselo, da quando aveva assunto il ruolo di CEO aveva la stampa addosso, non poteva permettersi di sbagliare.

 

 

 

Ricevette assensi da tutti, scambiò qualche battuta con Niall che individuò come il più simpatico del gruppo e organizzarono un pranzo il lunedì successivo per poter commentare quello che il team gli avrebbe esposto di li a poco.

 

 

 

Lei non poteva restare, aveva alcune scene da girare nuovamente, la nuova serie per la Disney era la sua più grande soddisfazione dell’anno e voleva che fosse impeccabile, non le dispiaceva rifare qualche sequenza.

 

 

 

Quando i ragazzi si congedarono, alla fine dell’ora che gli aveva dedicato decise di richiamare Harry, doveva chiederlo, anche se sarebbe risultata un’impicciona.

 

 

 

-Ehm scusa se ti trattengo un secondo, ma ho una domanda, non amo girare attorno alle cose, quindi perdonami se sono così schietta, ma tu hai avuto una relazione con Kendall Jenner giusto?-

 

 

 

Il ragazzo annuì sorridendo con uno sguardo furbo, probabilmente aveva già capito dove voleva andare a parare, ed era risaputo che lui non parlasse granché della sua vita privata.

 

 

 

-Come penso tutto il mondo sappia, lei e mio padre si sono sposati qualche settimana fa, tu la conosci al di là delle telecamere, com’è? Intendo c’è qualche possibilità che la cosa possa durare?- Cercò di non risultare amareggiata, ma era difficile non esserlo.

 

 

 

Non era stata avvisata, lo aveva scoperto con il resto del mondo, e l’aveva ferita.

 

Si era rifugiata a casa di Taylor a Nashville a mangiare gallette di riso e bere vino bianco, si era consolata, ma non era felice delle cose venute fuori durante la conversazione.

 

 

 

Taylor era stata amica di Kendall, e quando aveva bisogno di aiuto si era ritrovata una porta sbattuta in faccia, perchè aveva scelto di difendere la sorella, Kim.

 

 

 

Rabbrividì pensando che adesso era indirettamente parte del clan dei Kardashian.

 

 

 

-Kendall non è una cattiva persona, è profondamente attaccata alla sua famiglia, e farebbe qualsiasi cosa per loro, ma ora tu ne fai parte quindi penso non avrai problemi. Dovresti darle una chance sai?-

 

 

 

Si pizzicò il labbro con i denti, il riccio aveva ragione, ma lei non poteva evitare di pensare alle parole di Tay, una persona meravigliosa che si era fatta fregare, avrebbe dovuto agire con prudenza.

 

 

 

-Tratta le persone con gentilezza, giusto?- Gli fece un sorriso ricordando l’iconica frase che aveva letto un pò ovunque nel suo percorso da solista.

 

 

 

-Esattamente Adele.- Le fece l’occhiolino congedandosi, sarebbe stata una lunga avventura quella.

 

 

 

Raccolse le sue cose dirigendosi fuori dalla stanza e mentre usciva passò davanti agli schermi delle telecamere di sorveglianza.

 

 

 

I quattro ragazzi stavano facendo il tour, capitanato da Louis, che li aveva appena portati nella stanza dei trofei, Niall aveva appena preso in mano il suo oscar, e prima che potesse realizzare cosa stava succedendo, lo vide a terra, avevano fatto cadere la statuetta più importante della sua carriera.

 

 

 

Decise che non voleva sapere se si era rotto e andò via, sarebbero stati una spina nel fianco, ma non aveva mai sperato il contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le riprese andarono per il meglio, questa volta era tutto perfetto, amava il mondo degli Avengers, e il fatto che le avessero chiesto di prendere parte alla serie tv “Loki” le aveva migliorato l’annata.

 

 

 

Amava lavorare con Tom Hiddleston ed era felice di prendere parte ad un progetto che la entusiasmava.

 

 

 

Mentre usciva dagli studi di registrazione quel pomeriggio ricevette una chiamata da un numero sconosciuto. Di solito non rispondeva, ma quello era il suo cellulare privato, che avevano solo gli amici e i parenti, poteva essere qualcosa di serio.

 

 

 

-Ciao Adele, sono Kendall.- Jenner? Quella che era la sua pseudo matrigna? Aiuto. Ne aveva parlato proprio quella mattina, ed erano spuntate le corna, che coincidenza.

 

 

 

-Ehm ciao.- Non sapeva davvero cosa dire, e non era neanche sicura ce fosse felice di quella telefonata.

 

 

 

-So che sei a Los Angeles, e mi chiedevo se ti andrebbe di prendere qualcosa insieme, magari un caffè.- La stava invitando ad uscire? Evviva. Adesso i paparazzi avrebbero avuto qualcosa di cui sparlare per i prossimi trenta giorni.

 

Pensò che Harry le aveva suggerito di fare un tentativo, e seppur dare retta ad un cantante inglese mai visto non avesse alcun senso, pensò che una mezz’ora non le avrebbe cambiato la vita.

 

 

 

-Oh, certo, va bene, solo magari facciamo a casa di una delle due? Perché vorrei evitare lo sciame mediatico.-

 

 

 

Kendall fece una risatina, era probabilmente sciocco voler evitare i paparazzi per una che di pubblicità ci viveva, ma Adele faceva quel lavoro perchè amava l’arte, e la notorietà era un dannoso effetto collaterale.

 

 

 

-Sicuro, va bene a casa di tuo padre stasera alle nove?- Non aveva nulla da fare, era la sua serata relax, ma vi rinunciò accettando quella che poteva essere la sua condanna a morte per quanto ne sapeva.

 

 

 

Chiuse la chiamata pensierosa, sarebbe stata una lunga giornata, mandò un messaggio vocale a Taylor informandola, ma era a Londra, quindi probabilmente lo avrebbe letto diverse ore dopo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sera arrivò presto, e il viaggiò in macchina passò velocemente, tutti i quattro ragazzi che aveva incontrato quella mattina l’avevano taggata ciascuno in un post che indicava un countdown per l’anniversario della band, e sorrise.

 

 

 

Aveva fatto qualcosa di buono, che avrebbe reso felice diverse persone, questo era il vero scopo dell’arte.

 

 

 

Arrivata alla tenuta di suo padre, dove lei stessa aveva trascorso lunghe giornate, venne accolta da Kendall e sorprendentemente dall’uomo alto dagli occhi verdi, come i suoi.

 

 

 

Gli lanciò uno sguardo ferito, era arrabbiata con lui, l’aveva esclusa e gettata in pasto ai leoni, non si meritava questo.

 

Sua madre, aveva rinunciato alla sua vita per seguirlo nel suo folle mondo fatto di premi e paparazzi, e lui si era stancato di lei, l’aveva accantonata e non si era mai guardato alle spalle.

 

 

 

E poi una venticinquenne? Veramente? Era un insulto al buongusto. La sua assenza al matrimonio era una presa di posizione, nessuno membro della famiglia era andato, il Rainbow group aveva preso le distanze.  

 

Stava rimurginando, la terapista diceva che non doveva farlo, ma per qualche strana ragione, finiva sempre con l’iperanalizzare le situazioni. Il suo flusso di coscienza però questa volta venne interrotto.

 

 

 

-Adele, è un piacere conoscerti finalmente di persona, ho sentito molto su di te!- La modella sembrava gentile, forse Harry aveva ragione, forse era solo capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma perchè suo padre? Perchè non qualcuno della sua età?

 

 

 

-Piacere, anche io ho sentito parlare di te, poi ti ho vista in tv.- Le sorrise, era brava a farlo e risultava sempre convincente, infondo non aveva mentito.

 

 

 

Non aveva detto che aveva sentito belle o brutte cose, ne aveva solo sentite alcune.

 

Una verità per omissione era pur sempre una verità, odiava le bugie, ma in un mondo come il suo, imparare a girare la verità seguendo una propria linea era di fondamentale importanza.

 

 

 

Si accomodarono sul sofà e venne servito il the.

 

Suo padre si ostinava con la sceneggiata inglese. Era nato a Londra, ma avevano origini italiane e vivevano in America, l’unica cosa di British li dentro erano le bustine di the.

 

 

 

Sospirò alzando gli occhi al cielo, stupide cose da persona ricca.

 

 

 

-Vorrei iniziare con il chiederti scusa per il nostro comportamento, immagino che tu ci sia rimasta male, anche io sarei furiosa se fosse successa una cosa del genere nella mia famiglia, ma ti assicuro che il basso profilo è stato deciso per evitare le inutili attenzioni, visto che come avrai notato i paparazzi hanno messo le tende, volevo godermi un pò i preparativi senza quegli avvoltoi alle calcagna.- Sembrava sincera? Abbastanza. Ma non era facile dimenticare che era una top model internazionale che faceva parte di uno dei reality più seguiti di sempre, voleva un pò di tranquillità? Aveva sbagliato mestiere e famiglia.

 

 

 

Suo padre stava zitto e la osservava, era un tipo al quale non piaceva avere torto, peccato che questa caratteristica lei la avesse ereditata, erano testardi e molto bravi ad usare le parole, un miscuglio esplosivo.

 

 

 

Notò il cellulare di Kendall vibrare sul tavolino da caffè, non era solita farsi i fatti altrui, ma le cadde l’occhio sullo schermo, e colse la palla al balzo.

 

 

 

Il messaggio era di Harry Styles, lo stesso con il quale lei aveva parlato quella mattina, non ne aveva letto il testo, ma credeva poco alle coincidenze, e quella non lo era affatto, ne era certa.

 

 

 

-Ascolta Kendall, io sono certa che tu sia una buona persona, e immagino anche tu abbia parlato con Harry e sappia cosa gli ho chiesto.- Indicò il cellulare e la mora sgranò gli occhi annuendo con sguardo leggermente colpevole. 

 

-Non ho alcuna intenzione di farti una guerra mediatica, in primo luogo perchè lo ritengo di cattivo gusto, successivamente perché volente o nolente sei parte della mia famiglia e andrebbe contro i miei principi, ed infine perchè so già che vincerei, quindi è uno spreco di tempo.- 

 

 

 

Lanciò una lunga occhiata ad entrambi, i due personaggi di fronte a lei erano popolari e ricchi certo, ma la sua fanbase era cinque volte maggiore, li avrebbe stesi con un tweet, lo sapevano tutti in quella stanza.

 

 

 

-Però sono stata ferita, più che da te, che oggettivamente non hai fatto poi chissà che di male, anche se mi permetterai, ma sono un pò scettica sul fatto che tu voglia passare tutta la vita al suo fianco.- Indicò l’uomo di diversi anni più grande rispetto a loro -Sono stata presa in giro da mio padre, e questo cosa non si dimentica. Posso però impegnarmi ed andare avanti, non ho bisogno di ulteriori drammi.-

 

 

 

Kendall le sorrise soddisfatta, e anche lei lo era, aveva detto le cose giuste, si era comportata da persona matura.

 

 

 

Suo padre che era stato un ascoltatore silenzioso per la maggior parte del tempo le lanciò un’occhiata e si scusò con la figlia.

 

 

 

Presero il the, e Adele dovette ammettere, anche se solo a se stessa, che quella ragazza non era poi male, infondo non doveva viverci insieme, ma solo tollerarla. Poteva anche farcela.

 

 

 

Decise di congedarsi, visto che aveva un aereo da prendere e salutò la sua pseudo matrigna con una stretta di mano e un sorriso, suo padre le lasciò un bacio sulla guancia e lei guardandolo negli occhi così simili a quelli che ogni giorno vedeva nello specchio gli parlò in italiano, lo fece appositamente, per farsi capire solo da lui.

 

 

 

-Non trattarla come hai fatto con mamma.- 

 

 

 

Pensò di fargli un piccolo remainder, perchè più la guardava e più le sembrava di vedere una versione giovane della madre, e decise che non meritava di essere abbandonata, non era giusto che succedesse a nessuna ragazza.

 

 

 

Mentre la porta si chiudeva alle sue spalle sentì Kendall chiedere una traduzione e sorrise beffardamente alle macchine fotografiche, buona fortuna papà.

 

 

 

 

 

Arrivò velocemente in aeroporto e si diresse in automatico verso il suo jet, per anni aveva provato a usare gli aerei di linea, ma aveva dovuto arrendersi e capire che una persona che viaggiava così tanto aveva bisogno di un mezzo proprio.

 

 

 

Una volta a bordo, il pilota la informò che avrebbero fatto scalo a Londra per un rifornimento per poi atterrare a Bologna dopo un paio di ore.

 

 

 

Non vedeva sua madre di persona da settimane, e aveva deciso che visti i quattro giorni privi di impegni lavorativi avrebbe fatto un salto a casa. Anche lei meritava un pò di riposo ogni tanto.

 

 

 

Aveva già acceso il suo laptop quando una delle hostess, Jane, attirò la sua attenzione.

 

 

 

-Signorina, mi scusi se la disturbo, ma ho una richiesta dell’ultimo minuto.-

 

 

 

A quanto pare c’era qualcuno che aveva prenotato un jet per rientrare a Londra con la famiglia, solo che il mezzo presentava dei problemi, e si trovava bloccato in aeroporto. 

 

 

 

Un riccone che le chiedeva un passaggio? Aveva posto e non era in vena di pubblicità cattiva, quindi semplicemente acconsentì.

 

 

 

Rimase sorpresa quando davanti ai suoi occhi dopo una decina di minuti apparvero Harry Styles e due donne che a giudicare dalla somiglianza saranno state la mamma e la sorella.

 

 

 

Si alzò per salutare e li fece accomodare nei tre posti vuoti vicino al suo, avevano tutti e tre lo stesso accento buffo, le piaceva, era un soft British, molto comprensibile.

 

 

 

-Sai cara sei stata gentilissima ad ospitarci lungo il tuo viaggio.- Anne le aveva rivolto un sorriso arricchito da due fossette, li facevano con lo stampino i membri della sua famiglia?

 

Ricambiò rassicurandola sul fatto che non c’era nessun problema e che gradiva essere in compagnia.

 

 

 

Aveva mentito, avrebbe preferito stare da sola e riposarsi anziché dover essere perfetta e intrattenerli, e l’occhiata di Harry le fece capire che non era tonto e che aveva partorito il suo stesso pensiero, ma apprezzò il silenzio di circostanza anziché una contraddizione.

 

 

 

-Avevi ragione su Kendall, sembra carina.- Gli parlò direttamente e gradì il fatto che non avesse deciso di far finta di nulla, sapeva esattamente di cosa stava parlando.

 

 

 

-Mi ha detto la stessa identica cosa, è un buon inizio.- Mentre loro due avevano lo scambio di battute, Gemma ed Anne borbottavano qualcosa, probabilmente cercando di capire il soggetto della conversazione.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo il decollo Adele iniziò a conversare con Gemma, che era molto piacevole.

 

Bisognava ammettere che erano tutti e tre di buona compagnia e molto alla mano, accettarono  un bicchiere di vino e continuò a rispondere alle domande della ragazza.

 

 

 

-Quindi stai andando a Londra? Hai una casa li?- Deglutì il sorso di vino prima di rispondere.

 

 

 

-In realtà li c’è solo il rifornimento di Dio solo sa cosa, sto tornando a casa mia, in Italia.- L’attenzione del riccio si spostò su di lei.

 

 

 

 

 

Appresa la news del suo bilinguismo passarono qualche ora a ripetere parole semplici in italiano  che lei diceva loro, Harry aveva preso delle lezioni e capiva abbastanza bene, anche se faceva fatica a parlare in modo comprensibile.

 

 

 

Adele non capiva quell’interesse per il suo paese, ma probabilmente c’era qualcosa di magico nella penisola che lei chiamava casa agli occhi degli stranieri.

 

 

 

Ci fu un momento di stallo verso metà viaggio, dopo pranzo erano tutti concentrati sui propri dispositivi, finì di rispondere all’ultima mail quando Gemma attirò la loro attenzione urlando.

 

 

 

Girò il suo laptop mostrando una pagina di YouTube aperta su un video.

 

 

 

“100 buoni motivi per shippare Adele Roni e Harry Styles”

 

 

 

Scoppiò a ridere, i suoi fan cercavano di accasarla da quando il suo ex aveva deciso che una relazione a distanza lo stressava troppo, era un suo vecchio compagno di classe, la sua prima cotta, aveva scritto interi album su di lui.

 

 

 

Ma era una vita troppo sacrificata, voleva normalità, e le aveva detto addio, era arrabbiata ma non poteva biasimarlo, ci aveva scritto il suo ultimo disco su quella rottura, e aveva vinto il Grammy per album dell’anno.

 

Ma i suoi fan ora volevano una nuova love story, anche i suoi agenti in realtà, ma lei non pensava di essere pronta.

 

 

 

A quanto pare, quello non era un video sporadico, ma c’erano intere playlist piene di contenuti simili, perlopiù spezzoni di video dove dicevano cose simili durante le interviste.

 

 

 

-Dobbiamo guardare questo, ha tipo cinquecentomila visualizzazioni.- Gemma fece partire la condivisione schermo con la tv dell’aereo e tutti rivolsero la loro attenzione alla ragazza che parlava dei due cantanti;

 

 

 

Il video era una lista di cento punti in comune tra i due giovani, rimase impressionata dallo scoprire alcune cose di Harry. Erano veramente più simili del previsto.

 

 

 

-Beh dobbiamo ammettere che si è impegnata molto.- Adele lo disse per sdrammatizzare e funzionò, tutti scoppiarono a ridere.

 

 

 

-A questo punto speriamo che nessuno vi veda scendere da qui, o sarà la fine!- Pensò che se fossero stati intercettati dai paparazzi nessuno gli avrebbe dato pace, e guardando lo sguardo leggermente preoccupato di Harry, sapeva di aver ragione.

 

 

 

Gemma insistette per vedere altri video, e guardandoli doveva ammettere che c’erano diverse coincidenze che li accomunavano.

 

Capiva perchè i fan si accanivano così tanto, e pensò che visti i progetti imminenti, questo le avrebbe causato problemi.

 

 

 

Le due donne dormivano, e lei ed Harry conversarono del nuovo album degli one direction.

 

Quando mancava poco per l’atterraggio a Londra tutti e tre la ringraziarono diverse volte e lei semplicemente annuì, si scambiò il numero con Gemma, promettendole che la prossima volta che si trovava in Gran Bretagna avrebbe trovato il tempo per un’uscita e prima che la famiglia potesse sparire richiamò l’attenzione del cantante.

 

 

 

-Ehm Harry, immagino tu debba tornare a LA entro lunedì dato che abbiamo quel pranzo con gli altri ragazzi per definire i dettagli organizzativi.- Ricevette un cenno di assenso ed uno sguardo leggermente confuso.

 

 

 

-Mi chiedevo se poteva farti comodo un passaggio, io parto lunedì mattina da Bologna, posso fare scalo qui se ti serve, tanto abbiamo la stessa destinazione.-

 

 

 

Sembrava felice, cercare i voli last minute non era mai semplice, anche se probabilmente l’ingrato compito era affidato ad un’assistente.

 

 

 

-Va bene, grazie mille, ci sentiamo via messaggio per i dettagli.- Sparì velocemente e si rilassò tirando fuori il suo laptop, non potè fare a meno di guardare qualcuno dei video tanto apprezzati da Gemma, inoltrandone uno a Taylor.

 

 

 

 

 

 

 

Dicembre 2019

 

 

 

I giornali riportavano tutti la stessa identica notizia quella mattina, e mentre era seduta sul tavolo del suo appartamento di New York, pensò che si era andata a cacciare in un bel pasticcio.

 

 

 

Abbandonò il tablet sul ripiano ed andò a farsi una doccia, mentre la giornalista della CNN informava il mondo che Harry Styles e Adele Roni erano stati avvistati insieme negli ultimi mesi, e che presumibilmente il brano “Golden”, traccia di apertura di “Fine Line” parlava proprio di lei, da sempre conosciuta per il suo particolare colore di capelli.

 

 

 

Nessuno dei due aveva confermato nulla, ma la loro relazione era chiaramente di dominio pubblico ormai.

 

 

 

Mentre si rivestiva pensò che nonostante i problemi che tutto quel caos mediatico avrebbe portato, dopo anni era finalmente felice, si sentiva amata.

 

 

 

 

 

 

 

Atterrò a Londra quella stessa sera, entrata in casa venne accolta da un tenero bacio sulle labbra.

 

 

 

-A quanto pare siamo ufficialmente in pista.- I due giovani amanti si guardarono, due paia di occhi verdi che si fissavano.

 

 

 

Entrambi sapevano che non sarebbe stato facile, ma avevo anche capito che la vita stando insieme sembrava migliore.

 

 

 

Mentre guardava il giovane apparecchiare la tavola si chiese cosa aveva fatto di tanto buono per meritare una persona così stupenda nella sua vita e sorrise.

 

 

 

Si sarebbe impegnata per farlo funzionare, aveva il supporto della sua famiglia e dei suoi amici, avrebbe trovato un modo, non voleva perdere la loro bolla dorata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Autrice: Quella che era nata come una ff è diventata una one shot introduttiva ad una ff dalla diversa trama.

 

 

 

Troppe volte ho letto storie di come i due protagonisti si innamorano, ho deciso di parlare di come due persone famose tengono in piedi una relazione.

 

 

 

Ovviamente ci sono dei salti temporali, perché lo scopo era farvi capire come si sono incontrati, ma nella ff spiegherò tutto meglio.

 

 

 

Come vi dicevo, ci sono alcuni eventi alterati.

 

 

 

Ad esempio: Nella ff Louis cambia casa discografica, quindi Walls sarà rilasciato da quest’ultima. Oppure Harry scrive Golden poco prima di pubblicare l’album e la dedica alla protagonista, cosa ovviamente falsa.

 

 

 

Non ho la pretesa di creare personaggi identici alla realtà, perché non li conosco, ma spero che questa storia vi piaccia.

 

 

 

Perchè mi sono sempre chiesta come “i famosi” vivessero l’amore, e ho pensato di dare la mia versione dei fatti.

 

Per leggere il continuo, cercate la ff The Story of Us sul mio profilo!

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate!!!

 

 

 

Grazie per essere passati :)

  
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