Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    06/11/2020    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mentre Sam camminava verso la scuola, venne investito da un altro ricordo.


“Io non devo affrontare un cazzo!! E NON CHIAMARMI NICK. IO E TE NON SIAMO AMICI, OK? NON LO SAREMO MAI!!”
Un dolore sordo attraversò Sam come una ventata d’aria gelida.
Subito Nicholas cominciò a buttare all’aria gli zaini, stracciare i quaderni e buttare all’aria le matite e le penne.
“Nicholas..”

Odio questo posto. Odio queste cose. ODIO TUTTO QUESTOOOOOOOO.”

 
Era sull’onda di questo ricordo, che Sam entrò dentro la scuola, che aveva le sembianze dell’edificio di Stanford.
Si avviò subito verso una stanzetta che recava la scritta “Aula di studio.” Era anche questa una sorta di biblioteca ma diversa. Più simile a una biblioteca di scuola.
 
Sopra al bancone trovò una pergamena che brillava. Era bianco latte.
In alto la parola SEPARAZIONE.
Quella sembrava la sua grafia, anche se non ricordava di aver mai scritto niente di simile.
Non riusciva a leggere, la grafia era indecifrabile, cercò di prendere la pergamena per leggere meglio e la stanza si sfocò fino  a svanire.
Si ritrovò all’improvviso in uno dei soliti motel. Gridava, gridava a suo padre che lui voleva studiare, lui voleva diventare avvocato. John gli diceva che se usciva da quella porta non sarebbe dovuto tornare. Sam si sbatte la porta alle spalle e il Sam di ora si coprì le orecchie con le mani.

Era assurdo e quantomeno incredibile, come la propria ira potesse sembrare insopportabile, ora vista da fuori. È incredibile come certi atti compiuti da noi stessi non ci arrivano alla stessa potenza di come ci arrivano se li ascoltiamo da fuori. Gli faceva male quella porta sbattuta adesso, molto di più di come aveva risuonato a quel tempo. Era il rumore, ma anche qualcos’altro, un rumore che faceva male non solo ai timpani, ma anche all’anima.

Un pensiero fugace lo colse. Quando non sei accecato dall’ira, i sensi tuoi sono più sviluppati, allo stesso modo di come, il dolore rendesse incolore e inudibile anche l’amore. Sì, il dolore rende inudibile l'amore, perché se potesse sempre essere udito, nessuno di noi lo rifiuterebbe.
La rabbia ti da coraggio ma ti impedisce anche di sentire…
E sullo sfondo di quel pensiero, la stanza si sfocò un’altra volta.

Sull'autostrada per Stanford



*
Si trovava in autobus adesso. Un ragazzino con uno zaino forse più grande di lui, che si accucciava sui sedili, cercando protezione quando aveva preteso indipendenza, che aveva urlato per sembrare grande e non farsi vedere fragile, avrebbe tanto voluto un abbraccio in quel momento.
Sam stava guardando dal finestrino adesso.
Tutto a un tratto il Sam del presente sobbalzò. Non si aspettava che il Sam di prima si mettesse a parlare. Non a voce così alta. Prima di rendersi conto che non parlava davvero, ma PENSAVA.
Questo dolore è così intenso. Come posso sopportarlo. Dean..come mi ha guardato..mi odierà..non lo rivedrò mai più…vorrei che fosse qui..come vorrei che fosse qui..come vorrei che fosse qui con me, che venisse con me. Vorrei TANTO che venisse con me..vorrei tanto che fosse qui. Mi manca. Mi manca. Mi manca. Sam guardò sbigottito la pergamena che teneva ancora in mano, rendendosi conto che tracciava i suoi stessi pensieri.
Sam lesse quel trafiletto grigio, annacquato come fosse il contenuto di una lacrima e ne parve sorpreso. Non ricordava di aver mai pensato certe cose. Quel giorno aveva solo poggiato i pugni sugli occhi e aveva pensato a Dean, sì soffriva l’improvviso distacco, sì temeva il distacco da suo fratello, gli mancava, ma non l’aveva espresso dentro di sé…
Tracciò le linee dei suoi stessi pensieri. La carta era calda, al tatto e pensò che i pensieri della propria anima erano CALDI. Era straordinario a scoprirsi. Seppur non li avesse formulati a mente, era quello che provava, la sua anima aveva comunque tradotto quei sentimenti, sì, ora RICORDAVA, anche se non voleva ammetterlo a sé stesso, si era immaginato Dean al college con lui. Una fantasia…nient’altro che una fantasia..
In quel momento, lo scenario cambiò di nuovo e Sam si trovò in un altro ricordo.

 
 
 
 

La matematica dei sentimenti



Aveva 17 anni e stava andando al college. Fuori dall'edificio, si fermò a guardare un ragazzo alto, magro, con il viso nascosto dal cappuccio, seduto sui gradini.
“Sam, stai ancora pensando a Nicholas lo strambo?? Lascialo perdere!!” disse uno di loro.
“Non chiamarlo così.” Disse Sam.

“Quello è uno strambo, te lo dico io. Dice di essere venuto qui solo per te, ma chi ci crede! Non state mai insieme, appena cerchi di avvicinarlo, ti scansa e ti tratta male davanti a tutti, ma che cazzo di amicizia è questa. Sembra di essere al liceo, amico. Ma dove cazzo vi siete conosciuti poi?”
“Non sono affari che ti riguardano. E ad ogni modo, lo conosco da tutta la vita.”

“Beh, è strano, ad ogni modo, visto che lui ti tratta come un estraneo.”
“Fa bene a trattarmi male, è colpa mia, se lui ora sta in un posto in cui non vuole stare.”
E si allontanò senza più degnare di uno sguardo l’altro individuo.
 

 
Un’altra metafora. Era la prima volta che si separava da suo fratello e da suo padre. Pensava che il desiderio avesse la forma della felicità e non aveva idea che invece aveva la forma del DOLORE. Quando desideri qualcosa, la ottieni solamente a costo di perdere qualcos’altro, a costo di soffrire tanto. Non si era reso conto di volere così tanto bene a suo fratello, come quando ha dovuto lasciarlo per scelta. Fino a quel momento l’aveva sempre accomunato a suo padre, facevano parte del suo nucleo famigliare, ma quando se ne andò, dentro di sé cominciò a formarsi un pensiero su Dean che andava scisso dal padre. Fu allora che l'affetto che provava per Dean non era lo stesso di quello che provava per suo padre, non sarebbe mai stato la stessa cosa.
 
“Volevo così tanto mio fratello vicino, che ci pensai..ci pensai davvero, prima di lasciarli, a come sarebbe stato, se Dean fosse venuto anche lui al college con me..a come sarebbe stato..nonostante sapessi che era impossibile per un milione di motivi..dentro di me però sapevo, che se ci fosse venuto veramente, non sarebbe stato felice. Nicholas rappresentava un Dean che mi seguiva, per amore, ma che non era felice, perché non era quello che desiderava e quindi finiva per odiarmi solo ancora di più, il suo odio era per me, per averlo costretto a fare una vita che non voleva. Non aveva importanza che non era mai successo, quello era il mondo delle intenzioni, venivano fuori tutte le mie fantasie anche quelle fatte non a livello cosciente. Avevo degli amici, a Stanford, una ragazza..ma ora mi rendo conto che il pensiero di Dean non è mai andato via, non del tutto, a volte me lo immaginavo al mio fianco, a studiare con me, pensavo fosse solo una fantasia fatta per non sentirne la mancanza, non avrei mai immaginato potesse restare qualcosa di VIVO di tutto quello.., ma a volte basta una scintilla..un pensiero..per creare tutto un mondo dietro, che resta però dentro di te, come uno scrigno chiuso a chiave.” Disse Sam.
 
La pergamena si infiammò di calde fiamme che non bruciavano però le sue dita ma si limitavano a riscaldargliele come una nuova energia calda sottopelle.
Quello che vide tracciato sopra lo fece sussultare.
2 / 1 = 2
Quella semplice equazione gli fece vibrare qualcosa dentro nelle corde del cuore.
Una penna si materializzò accanto a sé, era collegata alla pergamena, Sam la raccolse.
Vide nel prato loro due che si rotolavano e un sorriso nostalgico lo avvolse.
Cominciò a scrivere quello che il suo cuore gli suggeriva.
 
Ho imparato che la divisione non è sempre separazione e che ciò che un tempo appare divisione, si rivelerà unione rivelandoti ciò che finora ti è stato precluso e che non eri ancora pronto a conoscere.
Eravamo noi tre, il nostro nucleo familiare. Io, mio fratello, mio padre, eravamo uniti, ma solamente quando ci siamo infine separati, io e Dean ci siamo UNITI davvero…perché la vera unione non è quella che avverti quando sei vicino fisicamente a qualcuno. La vera unione è quella delle anime, quella delle menti. Mi sono sentito…appartenere a Dean solamente quando mi sono separato da lui. È stato solo allora che ho sentito che gli apparterrò per SEMPRE.
Le parole brillarono come circonfuse di cristalli liquidi in un mare ghiacciato, allo stesso tempo Sam sentì un pizzicore agli occhi e si fermò per asciugarsi gli occhi con una mano.
Ho imparato quindi che unione e divisione saranno sempre strettamente legate l'una con all'altra. Scrisse Sam, accarezzando il 2 e l’1 con le dita. Ho imparato che non bisogna temere la separazione come di un nemico, di un cancro dell’anima.Ho imparato che abbandonare qualcosa non è morire..disse accarezzando il lato della divisione. E che ti regalerà qualcos’altro e che ho imparato che il più delle volte è la porta che ti permette di avere quella cosa. è la VERA porta dell’infinito!
 
La penna si illuminò, fino a illuminare un alone che uscì addirittura dalla pagina e illuminò anche Sam.
Sam si volse verso quella che era di nuovo la biblioteca, una porta chiusa che non era la stessa da cui era entrato, era comparsa adesso o forse, c'era sempre stata, come tutte quelle cose che non siamo ancora pronti a vedere. Era illuminata da un alone d’oro.
La aprì e vide un’altra porta.
“Se esci da quella porta, NON TORNARE. “
John.
“SE ESCI DA QUELLA PORTA NON TORNARE.”
Dean poco prima che scegliesse di fidarsi di Ruby.
 
Lo scenario cambiò di nuovo e si ritrovò in un altro flashback.
 
Era la festa della laurea. Di nuovo Sam stava rivivendo tutto come una seconda volta e non da spettatore, si stavano ubriacando tutti in un locale, Nicholas beveva, un po' troppo, per i suoi gusti.
Sam andò da lui e gli tolse la bottiglia di torno, che cadde da lui e si infranse.
“Ma che diav..Sam, tu sei tutto scemo!!”

Poi si accorse che Sam aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Dean mi ha fatto una chiamata..era ubriaco..,non mi ha neanche risposto!! Perché le persone a cui voglio bene non possono fare a meno di essere lucide e stare a sentire che HO BISOGNO DI LORO??”
“Sam..”

Tu, Dean..siete degli idioti, insensibili. Ora si apre un capitolo nuovo sulla mia vita, io sono terrorizzato e voi siete..UBRIACHI..”
“Sam, adesso, basta, vieni qui.”
“NO. NOOOOO.” Cercò di mandarlo via, ma Nicholas lo abbracciò forzatamente e Sam continuò a piangere tra le sue braccia.
 

 
“Davvero mi chiamasti quella sera, era una serata che doveva essere bella per me, con quella telefonata l’hai rovinata..ero felice, ma tu eri ubriaco..non riuscivi neanche a parlare..quel giorno ti odiai, ma ancora di più, odiai me stesso. Quando ti chiusi il telefono in faccia, immaginai assurdamente che fosti lì, non a un telefono. Lì. Con me. L’avevo persino scordato.”
disse sorridendo.
“Ma perfino immaginandomi lì con te, ti ho immaginato ubriaco...Il dolore era troppo forte, copriva anche il desiderio di volerti lì con me. Ti odiavo e ti amavo allo stesso tempo. “


Tu, Dean..siete degli idioti, insensibili. Ora si apre un capitolo nuovo sulla mia vita, io sono terrorizzato e voi siete..UBRIACHI..”
“Sam, adesso, basta, vieni qui.”
“NO. NOOOOO.” Cercò di mandarlo via, ma Nicholas lo abbracciò forzatamente e Sam continuò a piangere tra le sue braccia.



“Siete ubriachi. Sei ubriaco, volevo dirtelo, gridartelo. Volevo che mi abbracciassi anche. Che mi dicessi che ti mancavo. Se fossi stato lì, avresti potuto!!”
Girò un altro capitolo e l’inchiostro era rosa, che diventava viola, ogni volta che leggeva una parola. Viola come la spiritualità, pensava, Sam.
Riconobbe subito i suoi pensieri.

Volare



Mi stanno facendo a polpette, se solo ci fossi tu Dean, a consigliarmi, a guidarmi, hai sempre saputo qual era la cosa giusta da dire, hai sempre saputo quello di cui avevo bisogno, anche se non era quello che volevo sentire dire, ma che mi faceva sentire MEGLIO, come quando a volte mi trattavi male per spingermi a diventare più forte, sapevi di fare leva sul mio orgoglio, avevo bisogno di diventare forte, non affettuoso, non debole. Sapevi che per colpa della mia sensibilità sarei potuto incorrere in gravi pericoli, ma non sei stato sempre duro, come quando mi sbucciai il ginocchio cadendo, quando credevo di essere batman, ricordi?
Fosti affettuoso in quel momento, mi caricasti sulla schiena, mi portasti via in bicicletta, mi medicasti la ferita mentre piangevo e mi dicesti:
“Sai, Sam, è bello VOLARE, ma non è neanche lontanamente come nei film, gli esseri umani non sono fatti per volare. Il cielo è immenso, troppo vasto per un corpo come il nostro troppo limitato, e un cuore troppo piccolo, c’è il vento e daremo fastidio agli uccelli. Hai mai pensato agli uccelli e pensi che volare sia facile? Volare è pesante, volare è..impegnativo. Se non sbatti le ali continuamente cadi giù, come se stessi nuotando..e poi precipiti. Credimi, volare è sopravvalutato. Tu devi stare qui..con..con papà e..con me. Il terreno è solido,. Non si può cadere con il terreno, cadi solo se inciampi, ma non sempre..sai? E solo se io..non faccio attenzione.” Disse Dean, mentre Sam gli asciugò una lacrima.
“Non piangere, Dean. Ti prometto che non cercherò più di volare. Mai..mai più!”
Dean si asciugò la lacrima con la mano.
“Ci sono altri modi per volare..fratellino. C’è la fantasia, la lettura..la scrittura. La conoscenza! I videogames..o ci sono gli aquiloni, o le mongolfiere! Se vuoi volare, posso aiutarti io, Sam.”
 
Lei è un manipolatore della peggior specie, finirà in galera!”
Signor Winchester, vada fuori immediatamente. Come si permette di reagire così!”
“Mi scusa signor giudice, il mio amico è un po' emotivo, ha un grande senso della giustizia ma difficoltà a trattenersi, lo sa benissimo anche lui che questa è un’aula di giustizia e non è giusto urlare e ingiuriare gratuitamente. Mi voglia scusare.”

Nicholas lo accompagnò in corridoio e poi gli prese il volto tra le mani.

“Sei un ragazzo buono, con l’ossessione della bontà, ma ricordati che l’ossessione della bontà può diventare infelicità e l'infelicità fa diventare dei perdenti. Se vuoi sbattere in galera questi criminali, non puoi essere un perdente! I più grandi criminali della storia sono stati presi con astuzia e TESTA, i poliziotti non provano rabbia e dolore per le vittime, se le provassero, non riuscirebbero ad avere la mente LUCIDA per fare GIUSTIZIA, SE davvero VUOI FARE GIUSTIZIA, smetti di pensare al tuo cuore, devi staccarti dalla rabbia che provi e devi mantenere a freno le tue emozioni.”
Sam incatenò i suoi occhi a quelli dell'altro ragazzo.
“Non ci sono mai riuscito con te..”

“Sì, invece..lo fai da tutta una vita…non deludermi adesso."

 
 “Non so perché quel giorno in aula, pensai a quel discorso sul volo, ma mi venne in mente che se tu fossi stato lì con me, di sicuro avresti detto qualcosa che mi avrebbe fatto stare meglio, proprio come quel giorno. Non avrei mai creduto sarebbe capitato in quel mondo parallelo.” Disse Sam. “Ma ora capisco che era solo l'imitazione di un altro discorso. Era un discorso che mi facesti tu, una volta. “
“Hai un cuore troppo buono, Sammy. Non va bene. Se vuoi venire a caccia con noi, devi ricordarti che quelli sono i cattivi. Metti sotto un vetro il tuo cuore, non lo stai nascondendo, solo proteggendo. Fallo, Sammy, perché se qualcuno osa approfittarsi di questo, io..non so cosa potrei fare.”
 
 
 
La pergamena che si trovava al suo fianco cominciò a scrivere da sola con le penna, lettere dorate ma leggibili.
La fantasia è la prima forma d’amore. Noi la sottovalutiamo e non gli diamo il giusto valore, solo perché non possiamo toccarla, eppure essa permane, in un mondo a cui a noi è precluso e per questo pensiamo che non esista. È eterna e ogni tanto torna a noi per ricordarci che siamo anche noi eterni e immortali. Come immortale è l’amore.
La pergamena divenne bianca di nuovo e scrisse di nuovo:
Cercami e insegnami tu quello che mi manca.
Sam capì allora a quel punto che il suo compito era finito. Sentiva che mancava ancora qualche tassello, ma ora non si trattava più di lui, ma di Dean.
Suo fratello.
Quanto doveva essere confuso e spaventato in quel momento? Certo, poteva anche essere benissimo che fosse tutta una prova, un imbroglio, ma qualcosa gli diceva che dai suoi occhi era sincero. Nicholas non sapeva davvero di essere Dean, ora spettava a lui trovarlo e raccontargli la verità.
Ciònonostante Sam aveva paura. Se Nicholas era solo una parte di Dean, quella mai esistita, allora significava che sarebbe dovuto scomparire a breve? Qualcosa si spezzò dentro di lui. Non era disposto a dirgli addio, né a perdonarsi.
C’era ancora qualcosa che lo bloccava. Forse spettava a Nicholas dirgli chi era lui davvero, forse solo incontrandolo, potevano scoprire chi erano a vicenda.
Doveva trovarlo.
Ed era stato così che era arrivato a quel punto. Si trovava davanti a Morte adesso e aveva il terrore di conoscere le risposte, ma ancora di più di sentirsi rivolgere le domande.
“Se sei qua adesso, vuol dire che sei alla soluzione dell’enigma, sei molto sveglio.”
“Non ho alcuna intenzione di spiegare A TE, quello che ho vissuto, quello che ho ricordato o quello che ho ricordato ma NON ESISTE..sono cose PERSONALI!”
“E io non ho intenzione di chiedertelo. Capisco dai tuoi occhi che sai tutto adesso ed è l’unica cosa che conta, capisco che tu sia arrabbiato, Sam Winchester.”
“Arrabbiato è un eufemismo! Ho accettato di aiutare delle anime, non ho accettato di giocare a scacchi e di essere una pedina io stesso! non io, non le persone che amo!!”
Sam aveva gridato, ora era senza forze e stravolto.
“Credi di farmi paura, Sam? Non sei il primo che grida contro la MORTE, né di certo sarai l’ultimo. Le tue grida e il tuo disprezzo non mi intimoriscono, ma ne provo RISPETTO. Non hai paura, in pochi avrebbero il coraggio di sfidare la morte, perciò voglio farti un regalo: ti sollevo dall’ansia che ti attanaglia e smentisco il tuo dubbio: Nicholas non sparirà alla fine di tutto, se farai tutto bene, potrà tornare a casa con te e continuare a vivere, perché Nicholas non è solo una parte di Dean, è Dean stesso, tuo fratello in carne e ossa, che ha accettato di venire su questo piano astrale con te, accettando di perdere momentaneamente la sua identità e i suoi ricordi, pur di aiutarti.”
 
Sam era diventato di tutti i colori e aveva temporaneamente smesso di respirare.
“Cos….Nicholas..è..Dean..il MIO Dean? Mio fratello? Ma cosa..perché lui è qui?”
“A questo punto credo sia importante fare un passo indietro.” Disse il cavaliere.  “C’è una cosa che devi sapere.”
 
 
 
Dean aveva chiesto l’aiuto del dottore, sua vecchia conoscenza, per andare in premorte, la stessa cosa che fece Sam. Il dottore non voleva saperne di ritentare una seconda volta, visto che già nel caso di Sam, era stata una cosa rischiosa, ma Dean insistette e quindi alla fine lo accontentò.

“Dean..Dean..Dean..dovevo immaginarlo, perennemente a inseguire tuo fratello.” disse Morte.
“Oh..sei arrivato subito..credevo che avrei dovuto pregarti.”
“Prima di tutto, aspetta solo un secondo.”

Con le mani fece qualcosa e tutto apparve più ovattato.
“Che..l’aria è così..densa..cosa hai fatto?” chiese Dean stranito.
“Ho rallentato il tempo , altrimenti non credo ti basteranno pochi minuti per parlare con me stavolta, già con Sam ho fatto fatica.”
“Io..ti ringrazio..”

“Non farlo. Non lo faccio per te, ma è che ODIO avere il tempo a termine quando parlo. Veniamo a noi. Dal momento in cui ho visto arrivare Sam, sapevo che c’era qualcosa che non andava, visto che non gli avresti mai permesso una cosa simile, quindi quando ho sentito che mi chiamavi, ho deciso di non buttare via tempo prezioso. Sbrigati a dire quello che vuoi dire.”

“Va bene, la farò breve! Ho bisogno di sapere cosa ti ha chiesto Sam, se è un patto, scindilo e prendi me al suo posto.”
“Dean, Dean..mi hai preso per un demone qualunque?”
“Io..chiedo scusa.”

“Sam ha fatto sì un patto, ma non di quelli che pensi. Porterà il mio anello per una giornata e raccoglierà le anime che devono passare oltre e se riuscirà a non toglierlo fino ad allora, riporterò Adam alla vita, senza ulteriori trappole. Nessun altro deve morire!" Fece una pausa. " Tranne le anime che deve prendere, ovviamente.”
Dean per qualche istante fu molto felice ma poi si rabbuiò.
“Per favore, prendi me al suo posto, lo farò io.”
“Oh, Dean..questi sciocchi capricci tipici di voi, mi hanno stancato..sono vecchio..”
“PRENDI ME! SAM È APPENA USCITO DALLA GABBIA, POTREBBE SUBIRE UN TRACOLLO EMOTIVO!!”

“Questo non è un mio problema.”
“Ti prego..” disse Dean, buttandosi in ginocchio davanti a lui e toccandogli la veste lunga. “Sammy è il mio fratellino..io devo proteggerlo..ma ne ho un altro di fratello..e nonostante non siamo cresciuti insieme, gli voglio bene..se Sam fallisse la prova non se lo perdonerebbe mai..so che è assurdo chiedere pietà alla Morte, ma noi..siamo i fottuti Winchester, abbiamo salvato il mondo..e ci hanno sparato un colpo di pistola nello stomaco per questo..lo ricorderai..”

“Non dimentico mai le morti, io, Dean..ma puoi vantarti di aver intenerito anche la morte.” Disse, prendendogli le mani delicatamente e facendolo alzare. Quando fu alla sua altezza, parlò di nuovo. “Ascolta cosa faremo..Sam farà sempre la prova, su questo non discuto, ma se dovesse fallirla, allora, e solo allora, puoi entrare in campo te.”
“Io? Bene, ci sto. Non mi spaventa raccogliere anime!”

“Non sarà quello il tuo compito!”
Dean lo guardò sospettoso.
“Non te lo posso dire. Ma niente di male farai a tuo fratello, nessun trabocchetto di sorta, nessuno dei due deve morire..l’unica cosa è che potrebbe essere..beh, difficile.”
“Difficile?” chiese di nuovo Dean.
Morte lo guardò solenne.

“Potresti perdere te stesso durante la prova...perdere il senno...”
Dean si sentì congelato.

“Questo aiuterebbe Sam a completare la prova?”
“Se farai bene il tuo compito, sì.”Accetti? Accetti di fidarti della Morte, Dean? È l’unico modo.”
“Per lui..farei di tutto.”

Ma prima che si strinsero la mano, Dean la ritrasse.
“Però io..non so che cosa devo fare.”
Morte sorrise.
“Lo saprai quando sarai li.”
Dean all'improvviso cominciò a sudare, Morte ridacchiò.
“Ma come, Dean, ti fidi della Morte e non di te stesso?

“è stato sempre così per me..”
“è così per tutti voi.”
Dean annuì e allungò la mano.
“Bene.” disse Morte e si strinsero la mano.
 
 
Sam era allibito. Dean era arrivato dopo di lui e aveva stretto un patto con Morte? Era risalito allo stesso dottore ed era andato in premorte anche lui, solo per proteggerlo? Non aveva mai pensato di scatenare tutto quello, con un biglietto, anzi, pensava di confortare e rassicurare tutti e invece aveva solo scatenato un casino ancora maggiore.
Una fortissima ondata d’amore e commozione scese su Sam come un velo che si scioglieva dal cuore e fluiva dentro lo stomaco, come un secondo sangue.

Dean aveva fatto tutto questo per lui…Dean era Nicholas…aveva percepito la grandissima malinconia di Nicholas, non l’aveva però attribuita a suo fratello. Dentro il suo cuore però era come se lo sapesse, come se l’avesse riconosciuto che il ragazzo che aveva davanti..era qualcosa di già conosciuto, qualcosa che appartenesse a lui, da sempre.
Dean..Dean che l’aveva sempre protetto e che l’aveva fatto anche questa volta, nonostante l’avesse trattato così male.
 

“Do..dov’è adesso? Voglio vederlo! E non accetto altre proroghe! Voglio vederlo, subito!!”
Morte sorrise. “Non mi chiedi se hai superato la prova?”
“Non voglio sapere della prova! Voglio vederlo! ORA!!”
Morte lo fissò solenne.
“Lo ami fino al punto che niente è importante per te più di lui, allora? Ho amato anche io così una volta..tanto tempo fa..”

Sam lo fissò accigliato, ma era troppo devastato adesso per preoccuparsi di questo.
“Vai allora, vai da lui. Vai nell’ultima tappa di questo percorso e lo troverai.” Disse Morte e indicò una porticina azzurra che si aprì rivelando lo spazio infinito con dei satelliti e piccoli pianeti girare in tondo nella notte infinita.
Sam lo guardò affascinato ma anche turbato.
“Ma questa porta si affaccia sul vuoto!

“Ogni passo che facciamo in avanti quando varchiamo una nuova porta, è un salto nel vuoto, ma una volta dall’altra parte, ci accorgiamo di quanto è più terribile rimanere fermi.” Disse Morte solenne.
Sam annuì.
“Grazie.” Disse Sam voltandosi verso di lui con una sorta di languida dolcezza, Morte annuì solo senza rispondere, dopodichè Sam si girò e saltò nel vuoto.
 
 
Il salto sembrò durare pochissimi attimi, ma che sembrarono a Sam eterni. La sensazione che ebbe in quel momento fu come se fosse più di un salto normale. Un salto della coscienza..un salto quantico. Il salto quantico di cui tutti i nerd come lui rimangono affascinati  e di cui tutti parlano.
Quando atterrò, vide che si trovava davanti un sentiero battuto di pietre, in fondo intravedeva la sagoma del grande castello che aveva intravisto all’inizio del percorso.

Tutte le altre cose erano svanite.
Cominciò a correre.
 
Corse e iniziò a ripensare a Dean, a tutto quello che avevano passato, da quando era ritornato dalla gabbia, a Lisa, a lui e Lisa insieme, a quanto si struggesse all’idea di vederli insieme.

Pensò a come il ritorno di Gabriel e la sua amicizia gli erano serviti, per risollevarsi, l’abbraccio di Gabriel, prima in quella camera e poi quando era disperato nel motel con Dean, lo avevano accarezzato come forse solo un angelo sarebbe in grado di fare o forse solo un’anima affine a lui. Non era mai stato niente di sessuale tra loro, due anime affini che si erano ritrovate e avevano scoperto di provare il medesimo dolore. Essere innamorati del proprio fratello.

Ripensò a come si era guardato dentro, ogni notte, prima di addormentarsi nella pasticceria di Gabriel e richiamasse a sé la memoria, in cui si chiedeva quando aveva cominciato a provare attrazione per suo fratello. Un ricordo fra tutti, gli era arrivato alla mente. Quando aveva visto Dean con due gemelle fare l’amore e era uscito subito dalla stanza.

Era arrossito quel giorno. Adesso poteva ammetterlo.
Ripensò a come si era sentito quando erano stati solo due ragazzi qualunque, liberi di poter fingere di essere una coppia, come era stato liberatorio e anche lusinghiero scoprire che, degli sconosciuti pensassero che loro fossero innamorati. Si vedeva quindi anche solo dai loro occhi?
Ripensò a come era stato romantico cucinare delle torte per suo fratello. Non lo prendeva solo per la gola, ma voleva dire di più. Gabriel aveva cercato di dirglielo. Ora capiva che quando lo faceva, voleva, cercava di dirgli TI AMO, con quelle torte.

Pensò infine a Nicholas. La sua idealizzazione di Dean, da ragazzo. Non si era reso conto di averla creata, nella sua mente, non si era reso conto di VOLERLA, o addirittura di custodirla nel suo cuore. Non si era reso conto che fosse immortale e che un giorno avrebbe potuto vederla, che un suo sogno da ragazzo un giorno sarebbe venuto da lui, sotto la forma di uno sconosciuto che era anche il suo migliore amico.
Nicholas non era mai esistito ma ora che l’aveva conosciuto, è come se fosse sempre esistito. Ed era vissuto con lui, forse da tutta la vita, ma senza nascere davvero e ora..Dean aveva provato tutto quello che la fantasia di Sam, consciamente e inconsciamente aveva pensato nella sua testa.
Ma Dean, cosa pensava di tutto questo? avrebbe mai potuto perdonarlo per averlo costretto senza volerlo, a impersonare questo personaggio? Come poteva sentirsi? Se fosse capitato a lui, si sarebbe sentito violato, immaginava che Dean si sentisse allo stesso modo. Morte glielo aveva detto. Dean quand’era Nicholas, non sapeva di essere Dean in realtà. Doveva essere tremendo per lui ora, venire a scoprirlo.
Ma da quando in realtà Dean sapeva? Se riguardava i suoi ricordi, aveva cominciato a fare discorsi strani da quando si erano risvegliati in quella casa.
 
“Non devi mentirmi, sai..so che non potrai mai amare ME, come ami LUI.”
“Di che cosa stai parlando??” chiese con orrore.
“Parli nel sonno, sai..continuavi a dire una parola..DEAN..”

“N-Nicholas..s-senti..io..non so cosa..tu..”

“No, no, no, non dire niente. Non sono mai servite parole tra noi. Ci siamo sempre letti a vicenda, anche se tu pensavi io fossi impenetrabile per te, ma tu non lo sei mai stato per me, sai? Sapevo quello di cui tu avevi bisogno..ma mi era precluso dartelo. Lui invece POTEVA. Non trovi che sia strano, Sam? è buffa la vita. IO non potevo ma avrei voluto, lui poteva..ma non voleva.”

“Credo di non riuscire a seguirti..”
Nicholas lo guardò con un sorriso triste.

“ Questo è il grande dilemma della vita. Siamo sempre odiati, la gente ci insegue sempre, ma raramente ci raggiunge. condannati a non poter correre da chi ci ama, finiamo sempre alla fine per essere odiati e sostituiti. Chi siamo?

 
Un sogno! Ma certo. Ora era così chiaro. Nicholas..Dean..aveva capito di essere un sogno.  Sono i sogni che sono sempre odiati dalle persone che li fanno, i sogni hanno la maledizione di non poter correre da noi, devono aspettare che noi facciamo il possibile per raggiungerli, o nella peggior delle ipotesi, finire per essere dimenticati.

Delle lacrime copiose scivolarono dalle guance di Sam.
Mentre pensava queste cose, si rese conto di essere arrivato.
Era arrivato al castello.






















Note dell'autrice:  Ciao ragazzi! Vi ho fatto aspettare una settimana per questo capitolo ma spero che ne sia valsa la pena xd Credetemi che solo adesso sono riuscita a finirlo, se avessi pubblicato prima sarebbe sembrato troppo incompleto e siccome ci tenevo tanto a questo capitolo volevo che fosse perfetto. Cerco di chiarire un po' alcuni punti che alcuni di voi magari staranno pensando ... ma allora Nicolas è vissuto tutto questo tempo in un limbo poverino? No, il fatto che Sam inconsciamente avesse questa fantasia non vuol dire che Nicolas per 20 anni ha vissuto in un limbo, Nicholas era questa fantasia che Sam ha creato dentro di sé, ma più come una fiammella, che in realtà ha cominciato a vivere solo nel momento in cui Sam ha effettuato la terza prova, ma Nicholas è Dean, che ha perso momentaneamente la memoria, quindi anche qualora tornasse a ricordarsi chi è, Nicholas non scompare perché in realtà è lui, e infatti come avete potuto scoprire adesso, Nicholas parla di sé stesso come di un sogno, ma va lo stesso incontro al suo destino, quello del patto, nel capitolo "ambulanza " perché sa che quello è il suo destino. Altre spiegazioni più chiare arriveranno nel prossimo capitolo!

quando Sam dice che lo ha visto fare sesso con due gemelle, non so se fossero gemelle ma si riferisce a un episodio della terza stagione in cui ha chiuso la porta frettolosamente perchè ha visto Dean fare sesso con due ragazze xd
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza