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Autore: Alibanana97    07/11/2020    0 recensioni
Crossover scritto a quattro mani con claudd97.
Immaginate se i personaggi di Glee facessero parte del mondo magico: all'improvviso, si ritrovano a doversi trasferire per un intero anno ad Hogwarts, dove conoscono i personaggi di Harry Potter. Cosa succederà? Quali amori nasceranno?
Dal testo: "Gli studenti, a partire dal quinto anno, verranno divisi nei vari gruppi dei laboratori e saranno mandati in varie scuole da ogni parte del mondo. [...] Precisamente, voi verrete accompagnati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts"
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il fatto che San Valentino coincidesse con l’uscita ad Hogsmeade concesse alle coppie di passare la giornata lì. Tra di loro c’erano anche Draco e Harry che avevano deciso di trascorrere quella gita insieme come fosse un appuntamento. Draco in quel periodo si era sentito un po’ messo da parte da Harry, sempre circondato dai suoi amici, infatti era stato più che contento di accettare quando Harry gli aveva chiesto di uscire solo loro due per quella giornata. Mentre camminavano per arrivare alla cittadina, il Serpeverde osservò il moro di sottecchi. “Finalmente ti sei deciso a passare un po’ di tempo con me, Potter” disse dopo un po’ di silenzio. Harry si girò a guardarlo. “Perché? Non credevo di esserti mancato così tanto” esclamò il Grifondoro ridendo sotto i baffi. Draco, sentendosi rispondere con quel tono di sfida, arrossì. Harry, notandolo, lo guardò negli occhi. “Sei arrossito per caso?” gli domandò. Il biondino scosse la testa. “No, assolutamente, è colpa del freddo. I Malfoy non arrossiscono, io ho solo la pelle sensibile” borbottò. Harry sorrise. “Comunque volevo passare anch’io più tempo con te” mormorò il moro. Draco si sentì soddisfatto e sorrise compiaciuto. “È ovvio che tu voglia passare più tempo con me, chi non vorrebbe?” gli rispose poi a tono, facendolo ridere.


Poco più tardi, mentre passeggiavano, Harry si fermò davanti ai Tre manici di scopa. “Ti va di andare a bere qualcosa per scaldarci?” domandò quindi al Serpeverde. Draco annuì stringendosi nel cappotto, per poi entrare con il Grifondoro nel locale. Appena entrati, si diressero al bancone per ordinare, quando Harry notò in fila davanti a loro Trent e Hunter, che, come si erano ripromessi, erano venuti insieme a Hogsmeade per l’occasione festiva, così si avvicinò a loro con Draco per salutarli. “Ciao ragazzi!” esclamò il Grifondoro appena fu loro vicino. Trent, sentendolo, si girò e lo vide, così gli sorrise. “Ciao Harry, come stai? Anche tu qui? Vedo che vanno bene le cose tra voi due” gli disse il Tassorosso, guardando lui e Draco, che prese la parola dicendo “Sì, tra noi va tutto bene. Voi, invece, siete venuti insieme?” gli domandò con fare inquisitore, piuttosto incuriosito. Trent fece per rispondergli in modo affermativo, quando Hunter, evidentemente a disagio, si intromise negando. “…In realtà no, ci siamo appena incontrati anche noi; infatti ero da solo a fare un giro e stavo cercando qualcuno della nostra casata, quando ho visto Trent e mi sono solo fermato a salutarlo” mentì spudoratamente, senza riuscire a guardare in faccia il suo accompagnatore: non avrebbe voluto mentire, ma dopo aver visto Draco, le parole gli erano uscite spontaneamente, avendo paura della reazione del compagno. Trent, sentendolo dire quelle cose, si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo, sentendosi tradito dalle promesse che gli aveva fatto e sentendosi offeso, dato che l’altro aveva praticamente ammesso di vergognarsi di lui davanti agli altri. Dopo un paio di secondi di silenzio, Trent si girò verso gli altri due. “Già, me ne stavo giusto andando, c’è troppa folla qui e io non vorrei farmi vedere con la gente sbagliata” disse secco il Tassorosso, salutando la coppia e tornandosene verso Hogwarts. Harry confuso guardò Trent uscire, poi si rigirò verso Hunter. “Mi sono perso qualcosa?” gli chiese il Grifondoro. “Non ne ho idea… Comunque, ora scusatemi, ma ho visto David Ainshtain fuori e volevo chiedergli una cosa, ci vediamo” rispose Hunter, scappando fuori dal locale. “Ma chi è David Ainshtain?” domandò Draco guardando Harry, che alzò le spalle. “Non lo so, sarà uno che conosce lui” gli rispose il moro, per poi scuotere la testa e ordinare per lui e il biondo.


Appena fuori dalla locanda, Hunter corse in direzione del castello inseguendo Trent, quando lo raggiunse urlò. “Aspetta Trent!” Trent fece finta di non sentirlo e continuò a camminare. Hunter lo affiancò, cercando di bloccarlo. “Dai Trent, parliamone!” esclamò il Serpeverde, guardandolo supplicante. “Sei stato abbastanza chiaro, non c’è niente di cui dobbiamo parlare” borbottò in risposta il Tassorosso, spostandolo con una spalla e continuando a camminare. “Sai che non volevo, ma non sono abituato a uscire con qualcuno…” “Qualcuno come me?” domandò Trent sprezzante, guardandolo negli occhi. “Dai hai capito cosa intendevo dire…” cercò di giustificarsi Hunter. “Sì, ho capito benissimo” gli sibilò contro il Tassorosso. “No non hai capito niente, il problema non sei tu” mormorò l’altro. “Invece sì, il problema sono sempre stato io, se no non ti vergogneresti di farti vedere con me!” replicò Trent, alzando il tono di voce, poi lo guardò saccente. “Con le ragazze con cui sei uscito, non mi sembrava che tu avessi problemi” “Era una situazione diversa e lo sai” “Hai ragione, sono stato stupido a pensare che potesse andare diversamente con te” Hunter sospirò. “Ho solo bisogno di altro tempo, dammi l’ultima occasione” sussurrò guardandolo negli occhi. Trent lo fissò, poi scosse la testa. “Era oggi la tua ultima occasione. Non ho più voglia di soffrire per qualcuno che si vergogna di me” “Trent…” mormorò Hunter cercando di fermarlo. “Basta Hunter, non mi farai cambiare idea, sono arrivato al limite. Chiudiamola qui” concluse Trent, guardandolo un’ultima volta negli occhi, per poi superarlo e andarsene. Hunter rimase lì in silenzio, guardando Trent allontanarsi da lui, esterrefatto, capendo che stavolta l’altro non sarebbe più tornato da solo da lui.


Nel frattempo, anche Nick, Jeff e Thad avevano fatto il loro giro per i vari negozi di Hogsmeade e Thad, per un momento, si era distratto dalla tristezza che aveva in quei giorni; ad un certo punto, dopo aver controllato l’ora, il Tassorosso si girò verso i suoi amici. “Ok ragazzi, grazie per la giornata, ma penso che per me sia arrivato il momento di andarmene e lasciarvi fare le vostre cose da fidanzati” Jeff stette per rispondere, ma Thad lo interruppe. “Tranquillo sto meglio, davvero. Non vi preoccupate per me e godetevi queste ultime ore insieme, io tornerò al castello” concluse sorridendo, per poi allontanarsi da loro e dirigersi verso Hogwarts. Lungo il tragitto, lo sguardo di Thad fu catturato da una coppia che veniva nella sua direzione. Non appena gli furono vicini, uno dei due prese la parola. “Ciao Thaddy, cosa ci fai qui tutto solo?” domandò Sebastian con un ghigno. “Niente, lasciami in pace Sebastian” rispose scocciato Thad, cercando di ignorare le sue frecciatine. “Cosa c’è Thaddy, ho detto qualcosa di male?” gli chiese il Serpeverde, guardandolo innocentemente. “Lo sai benissimo cosa c’è Sebastian. Non mi dare fastidio e torna dal tuo giocattolino” rispose schietto Thad, dando un’occhiata al ragazzino che era di fianco a Sebastian. Il Serpeverde ghignò di nuovo e fece un passo verso di lui. “Ma lo sai che sei tu il mio giocattolino preferito, Thaddy” gli sussurrò. In quel momento, il ragazzo con cui era stato accompagnato, li guardò confusamente. “Sebastian, chi è questo qui?” domandò scrutando Thad. “Oh, nessuno, è soltanto uno sfigato, tesoro” mormorò il Serpeverde al ragazzo maliziosamente. “Se davvero fossi soltanto quello per te, non saresti qui a parlare con me” borbottò Thad, che stava iniziando ad infuriarsi. “Tu non sei niente per me, mi diverte solo vedere che, nonostante tutto ciò che ti dica o ti faccia, tu sia sempre lì pronto ad aspettare che io ti dia un minimo di attenzione o che io ti accolga di nuovo tra le mie braccia, o meglio nel mio letto” rispose pronto Sebastian. “Non è assolutamente vero, sai bene che non mi piegherei mai ai tuoi capricci” “Non puoi negare l’evidenza, sai benissimo anche tu che, se solo io lo volessi, in qualsiasi momento, anche ora, tu saresti lì pronto a gambe aperte davanti a me, gridando il mio nome” gli sussurrò il Serpeverde ghignando. A quelle parole, Thad non ci vide più per la rabbia e mollò uno schiaffo in pieno viso a Sebastian, per poi andarsene senza voltarsi indietro. Sebastian rimase lì impietrito. “Dai Sebastian, andiamocene” intervenne il ragazzino guardandolo. “No, vai da solo, mi è passata la voglia” riuscì a borbottare il Serpeverde, girandosi poi e allontanandosi, lasciando lì da solo il ragazzino.


Harry e Draco stavano camminando tranquillamente, dopo essere usciti dal locale, quando videro in lontananza tutta la scena. Harry, vedendo Thad in difficoltà, senza pensarci un attimo, decise di doverlo seguire, così si girò verso Draco. “Scusa Draco, devo andare a vedere come sta. Ci vediamo dopo!” esclamò, giustificandosi, per poi correre dietro a Thad. Draco, vedendo Harry andar via, si infuriò: come aveva potuto lasciarlo lì da solo, soprattutto dopo aver passato già le giornate precedenti ad ignorarlo? Non aveva intenzione di passare sopra alla questione come se niente fosse, questa volta non lo avrebbe perdonato, pensò andandosene via.


Mentre Draco rimaneva con i suoi pensieri, Harry raggiunse Thad sulla via di ritorno per Hogwarts. “Aspetta Thad!” gli urlò, facendo fermare il Tassorosso. “Ciao Harry, scusa ma non è un buon momento…” “Lo so, ho visto quello che è successo e volevo vedere come stavi…” mormorò il Grifondoro in risposta. “Ah, hai visto… Immagino non dev’essere stato un bello spettacolo” “Decisamente no, ma non è colpa tua, Sebastian è stato proprio meschino a giocare così con i tuoi sentimenti... Tu cos’hai intenzione di fare adesso con lui?” domandò Harry, guardando Thad. “Che cosa vuoi che faccia? Lui è stato fin troppo chiaro e io non ho più intenzione di soffrire per lui, sono già stato fin troppo male…” sussurrò il Tassorosso. “È comprensibile, anche io la penserei come te, ma sei sicuro che a lui non interessi più niente di te?” “A parte portarmi a letto? È stato piuttosto esplicito nelle sue intenzioni” “Io non ne sarei così sicuro…A me ricorda molto Draco prima che iniziassimo ad uscire: non faceva altro che cercare di attirare la mia attenzione nell’unico modo che conosceva, facendo battuttine e prendendomi in giro. Non gli importava che fosse il modo sbagliato, l’importante era che io mi concentrassi su di lui… E credo che Sebastian stia facendo la stessa cosa con te” spiegò Harry, cercando di rassicurarlo. “Non lo so Harry, la situazione mi sembra molto diversa e poi sinceramente non voglio più illudermi. Se anche fosse come dici tu, cosa che non credo, ormai è andato decisamente troppo oltre, mi merito di meglio” affermò Thad serio. “Sì, devi vedere tu. In ogni caso se hai bisogno io sono qua” disse Harry, non insistendo e facendogli un grosso sorriso. “Grazie del supporto, non voglio disturbarti oltre… Non dovevi uscire con Draco oggi?” rispose Thad guardandolo. “Sì, ero con lui, ma ho pensato che tu avessi bisogno… Ora che ci penso, sarà parecchio arrabbiato dato che l’ho lasciato lì da solo, forse è meglio se torno da lui. Ci vediamo Thad!” esclamò Harry, per poi tornare dove aveva lasciato Draco, non trovandolo però più lì.


Il Serpeverde, ancora adirato, aveva ormai raggiunto il castello, era sceso nei sotterranei ed era entrato nel suo dormitorio, borbottando tra sé e sé insulti al povero Harry. Appena arrivato in camera, iniziò ad andare in giro per la stanza, sistemando ossessivamente tutto quello che gli capitava sotto mano. I suoi compagni, vedendolo, provarono a chiedergli cosa ci fosse che non andava, ma lui fulminava ognuno di loro con lo sguardo anche solo se gli si avvicinavano. Poco più tardi, Blaise, di ritorno dal suo appuntamento con Pansy, rientrò in camera e notò il comportamento insolito del biondo. “Cosa è successo stavolta?” domandò avvicinandosi a lui, sbuffando già esasperato. Draco, sentendo la sua voce, si girò a guardarlo più arrabbiato che mai. “Cosa è successo?! È successo che lo sfregiato mi ha malamente abbandonato da solo durante il NOSTRO appuntamento per correre dietro al suo amichetto!” esclamò il biondo furibondo. “Dopo tutto quello che gli ho detto sul fatto che mi avesse già snobbato in questi giorni, ha osato abbandonarmi così! Non ho intenzione di correre dietro a qualcuno a cui non interessa niente di me!” “Non ti sembra di essere un po’ affrettato nel tuo giudizio Draco? In fondo voleva aiutare un amico…” si intromise Blaise, guardandolo saccente. “No, non voglio che mi ferisca più di quanto non abbia già fatto…” mormorò l’altro sospirando. Blaise rimase sorpreso da quelle parole, l’amico non lasciava quasi mai vedere questo suo lato più fragile. “Non credo che Harry abbia intenzione di ferirti, penso che sia stato il suo carattere da Grifondoro a portarlo ad aiutare tutti. Però posso capire se non te la senti di continuare con lui” gli confessò poi il più alto. “Sinceramente, mi piacerebbe avere qualcuno che mi metta al primo posto e da quello che ho visto non credo che Harry riuscirebbe a farlo, quindi preferisco lasciarlo ora prima di innamorarmi seriamente di lui e soffrire ancora di più” concluse Draco, per poi sedersi sul suo letto, lasciando andar via Blaise. Il biondo decise poi così di scrivere una lettera ad Harry perché gli veniva più facile scrivergli. “Potter, dopo quello che è successo oggi non voglio più essere preso in giro da te, perciò ho deciso di smettere con questa nostra messa in scena, possiamo smetterla di fingere entrambi che ci importi l’uno dell’altro. Non venire più a cercarmi. Draco Malfoy”. Una volta finita, la mise in una busta e la consegnò al suo gufo.


Quella sera Harry ricevette la lettera e non riuscì a capire come mai il Serpervede si fosse arrabbiato così tanto, sapeva di aver sbagliato lasciandolo a Hogsmeade da solo, ma non pensava che si sarebbe infuriato al punto da lasciarlo con una lettera per una questione del genere. Dopo aver finito di leggere, si alzò dal suo letto sul quale si era appena seduto, prese il Mantello dell’invisibilità e uscì dalla Sala comune, diretto verso il dormitorio dei Serpeverde. Una volta arrivato lì, aspettò che qualcuno entrasse, per approfittare della porta aperta e sgattaiolare dentro senza farsi notare, si diresse verso la stanza di Draco e, notando il biondo da solo, si tolse il Mantello. “Dobbiamo parlare” esordiì il Grifondoro guardandolo. Draco sussultò sentendo la sua voce e si girò verso di lui. “Cosa ci fai tu qui?! Non si usa più bussare?” domandò. Harry ignorò la sua domanda. “Cosa significa questa?!” chiese, brandendo la lettera in mano. “Significa esattamente quello che c’è scritto. Non sai più leggere, Potter?” disse sprezzante il Serpeverde. “Smettila di fare il finto tonto, sai benissimo quello che intendo. Cosa vuol dire “possiamo smetterla di fingere entrambi che ci importi l’uno dell’altro”?! Credo di averti dimostrato che ci tengo a te” continuò il moro, dopo aver letto parte della lettera. “Bel modo di dimostrarlo… In ogni caso, mi spiace per te, come ti ho già scritto non ho intenzione di continuare qualsiasi cosa ci fosse tra di noi” commentò Draco. “Quindi vuoi far finire tutto soltanto perché oggi ho deciso di aiutare un mio amico invece che rimanere con te?” domandò Harry, cercando di capire cosa ci fosse sotto l’atteggiamento improvviso del Serpeverde. “Sì, mi sono stufato di questa relazione” borbottò il biondo. Harry lo guardò e sospirò. “So che non mi stai dicendo tutto, ti conosco...” “Non c’è altro da dire, Potter” “Va bene, ho capito che non mi vuoi dire più nulla, ma capirò da solo qual è il problema, non voglio rinunciare a te” concluse il Grifondoro guardandolo. Draco, sentendolo, si girò verso la finestra e arrossì. “Fa quello che vuoi” mormorò. Harry gli diede un ultimo sguardo, per poi uscire e tornare nel suo dormitorio. “Stupido coraggio da Grifondoro” borbottò il Serpeverde guardandolo andar via.
  
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