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Autore: observer90    14/11/2020    0 recensioni
[Never Have I Ever]
Never Have I Ever Fanfiction.
Storia ispirata alla serie originale Netflix, racconta in sette capitoli gli avvenimenti accaduti dopo l'ultimo episodio.
Trama.
Dopo aver ascoltato il messaggio di Paxton, Devi è assalita dai dubbi: cogliere l'occasione di uscire con lui oppure ascoltare i sentimenti che prova per Ben?
Titolo di testa e titoli dei capitoli liberamente tratti dalla canzone About Love di Marina.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Swept up in your hurricane, wouldn’t give it up for nothing
 

Ben ha lasciato Shira la sera stessa del suo compleanno e principalmente per due semplici ragioni: la prima è che si è deliberatamente rotto le scatole di avere per fidanzata una tipa che, per quanto sexy, sta insieme a lui solo per i suoi soldi e che passa la maggior parte del tempo ad ignorarlo completamente; la seconda, e probabilmente la più importante, è che gli piace Devi.

Assurdo il solo fatto di aver formulato quel pensiero, ma le cose stanno veramente così.

A Ben Gross piace Devi Vishwakumar, la sua nemesi, la sua rivale accademica, la sua nemica dalla prima elementare. Gli ci è voluto un po’ per rendersene conto, o per meglio dire accettare la realtà dei fatti. Anche se il primo vero segnale che gli ha fatto capire l’entità dei suoi sentimenti per Devi risiede proprio in quel che è accaduto fra loro a casa sua nella sala cinema durante la festa per i suoi sedici anni: ha cercato di baciarla due volte, e in quel frangente si è sentito più stordito e imbarazzato che mai. Ha immediatamente attribuito la colpa del suo comportamento al fatto che fosse mezzo ubriaco, e Devi fortunatamente ha sembrato non attribuire molto peso alla cosa. Ovviamente lo stesso non si è potuto dire di Ben: una parte di lui si è ostinatamente spinta a voler credere a quella versione dei fatti, ma nel profondo c’è sempre stata una voce pronta a sostenere l’esatto contrario. Ben era lucidissimo in quel momento, forse un po’ brillo ma non al punto da spingersi a fare qualcosa che da sobrio non avrebbe mai fatto: no, in quel momento voleva davvero baciare Devi. Forse era stato un impulso dettato dal fatto che si era confidato con lei e quindi dal bisogno di un contatto umano, oppure semplicemente voleva farlo e basta.

È bastato quell’episodio, quell’impulso di baciarla che ha continuato a ronzargli nel cervello per tutto il resto della serata a spingerlo a porre fine alla sua relazione con Shira, subito dopo che Devi è andata via dalla sua festa fradicia per essere caduta nella piscina.

Non che sia stata una rottura drammatica: in un primo momento Shira è rimasta interdetta, per poi limitarsi a scrollare le spalle, agguantare il suo cellulare e mescolarsi in mezzo alla folla accalcatasi a bordo piscina. Il giorno seguente, Ben ha scoperto dal suo profilo Instagram di essersi messa con un tipo conosciuto proprio alla sua festa, un tizio che fra l’altro lui non ricordava minimamente di aver invitato. Poco male, si è detto.

Ma a parte la rottura liberatoria con Shira, Ben non ha avuto un momento di tregua dal pensiero di Devi e dell’episodio dentro la sala cinema. E il fatto che lei gli avesse chiesto di trasferirsi da lui non gli ha certo facilitato il proposito di togliersela dalla testa: ma in quel momento Devi aveva davvero bisogno di qualcuno che fosse disposto ad ospitarla, ad ascoltarla. E Ben non si è tirato indietro, perché lui sa benissimo cosa significa sentirsi soli, senza un appiglio o qualcuno disposto ad ascoltarti sul serio.

Come se non bastasse, in quell’unica settimana di convivenza con Devi, il loro rapporto è migliorato parecchio, e in quel frangente Ben ha accettato di venire a patti con i suoi veri sentimenti per lei.

E come dici a qualcuno che ti piace quando avete passato quasi tutta la vostra vita scolastica ad attaccarvi alla gola?

E dopo Malibu, dopo quel bacio… Cosa diamine succederà?

È stato lui a fare il primo passo telefonandole dopo l’accaduto. Il silenzio di Devi lo ha spaventato, proiettandogli nella testa svariati e terribili scenari in cui non avrebbero mai più parlato, nemmeno per stuzzicarsi a vicenda a scuola nel loro consueto modo di fare.

Perché più di qualunque altra cosa, Ben teme di perdere Devi come amica.

Lei è sempre stata la cosa più vicina ad un’amica in tutta la sua vita, probabilmente l’unica vera amica che abbia mai avuto. La loro rivalità accademica è solo una parte della storia che li rappresenta da dieci anni a questa parte: è il filo che li ha tenuti saldamente legati l’uno all’altra, che ha tenuto le loro vite legate insieme.

E Ben suo malgrado non ha mai potuto negare di essersi sempre preoccupato per lei, a modo suo.

Ben l’ha vista cadere, spaccandosi a metà, dopo la morte di suo padre. E una parte di lui in quei mesi aveva capito che, l’unica cosa in grado di mantenere Devi ancorata alla realtà (specialmente dopo aver perso l’utilizzo delle gambe) sarebbe stata la loro competizione scolastica. Il tentativo di batterlo ad ogni test o dibattito o qualunque altra cosa li facesse fronteggiare a scuola, l’aveva fatta sembrare quasi la stessa Devi di sempre; e persino lui aveva cercato di mantenere un atteggiamento che fosse il più normale possibile nei suoi confronti. Ovviamente non era stato cattivo o crudele con lei, ma non ha mai smesso di considerarla la sua rivale, la sua pari.

Ben ha sempre osservato Devi, ovviamente premurandosi che lei non se ne accorgesse o che tutt’al più fosse una sua strategia per colpirla nei suoi punti deboli.

Ma Ben non approfitterebbe mai di un momento di debolezza di Devi, neanche se farlo gli permettesse di vincere il Premio Nobel (okay, magari è un esempio un po’ azzardato perché in un caso del genere mai dire mai). Però ha sempre voluto battersi lealmente con lei, sin dalla prima elementare. La cosa bella ed entusiasmante della sua rivalità con Devi è che è come correre ad una maratona: il tuo compito è quello di restare sempre al passo con il tuo rivale, tenergli testa finché solo uno di voi due riuscirà a tagliare il traguardo per primo. Non gli è mai interessato utilizzare strategie o architettare piani per farla fallire. La rivalità con Devi è stimolante perché è un testa a testa, perché dimostra ad entrambi quanto l’altro sia capace e brillante allo stesso modo.

E proprio perché conosce Devi da così tanto tempo che osservarla è sempre stato un fattore del tutto naturale per lui. E osservandola Ben ha imparato a riconoscere nei suoi gesti e nei suoi sguardi tutte quelle parole e quei sentimenti inespressi che Devi fa di tutto per nascondere, principalmente a sé stessa prima ancora che agli altri. Nemmeno Ben a questo punto può biasimarla, visto che anche lui è piuttosto bravo a nascondere le sue emozioni in un angolo buio e angusto della sua mente.

Dopotutto non c’è una differenza così abissale fra di loro, ed è a quel punto che le cose si complicano, perché condividere troppe cose con quella che consideri la tua nemesi può portarti lentamente all’autodistruzione. Fino a renderti conto che magari potreste essere più che semplici rivali… Alleati, amici…

E forse qualcosa di più...

Ed ecco poi che Ben torna a chiudersi nell’ombra di quel comodo nascondiglio che è la loro rivalità. E che alla fine si è invece rivelata soltanto la punta dell’iceberg che è il loro rapporto, o per meglio dire la storia del loro rapporto.

Il trillo del campanello si propaga per la casa, risuonando alle orecchie di Ben con la stessa intensità con cui farebbe un allarme antisismico; e non è un paragone affatto scontato, se si tratta di Devi.

“Arrivo!” esclama, precipitandosi alla porta nonostante sia pronto a riceverla (o sarebbe meglio dire pronto al peggio?) da quasi un’ora e mezza ormai. Patty oggi ha la giornata libera, e i suoi genitori (come era prevedibile) sono fuori città per affari.

La prospettiva di ricevere Devi a casa da solo è terrificante, ma allo stesso tempo gratificante: qualunque cosa succeda, sarà meglio che succeda alla svelta e che se la sbrighino da soli.

Il cuore gli sbatte furiosamente contro le costole mentre apre la porta, ritrovandosi faccia a faccia con Devi.

“Ciao” la saluta lui, provando a dissimulare il fatto che sia a corto di fiato alla sola vista di lei.

“Ehi” la voce di Devi sembra tesa, ma è evidente che sta facendo uno sforzo per sembrare disinvolta. Sorride appena, ma negli occhi è presente un disagio che Ben non può fare a meno di notare. E questo lo fa sentire tremendamente in colpa.

“Prego, accomodati” le dice, scostandosi per farla entrare.

“Grazie” lei attraversa l’ingresso a piccoli passi, lo sguardo rivolto verso il basso.

Ben nota il borsone stretto tra le sue mani: “Riuscirai a farci entrare dentro tutto?”

Devi scrolla le spalle: “Me lo auguro, mia madre la utilizza sempre. Dice che è più capiente di quello che sembra”

“Come la borsetta di Hermione ne I Doni della Morte?”

“Ho pensato la stessa cosa”

Ridono entrambi, ma la tensione nell’aria è così spessa da potersi tagliare con un coltello.

Ben si passa una mano dietro il collo, pregando di non stare sudando troppo (nonostante quella mattina sia rimasto sotto la doccia per più di mezz’ora): “Ehm… posso darti una mano a radunare le tue cose, se ti va…”

Devi esita, e il cuore di Ben perde un battito. È probabile che voglia stargli lontano, che nonostante sia passato quasi un giorno da Malibu, lei abbia ancora bisogno di tempo per riflettere sull’accaduto. Non può biasimarla, ma l’idea che lei non lo voglia intorno gli provoca una strana e sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco.

“Okay” annuisce lei alla fine, “Un aiuto non mi dispiacerebbe, in effetti”

“Fantastico”

Wow, Ben Gross, sei proprio un grande oratore. Vincitore di numerosi premi scolastici, fra cui anche quelli di dibattito (nonostante Devi ti abbia battuto un considerevole numero di volte in quell’ambito)… e ti fai mettere nel sacco così. Complimenti.

Trascorrono l’ultima mezz’ora in silenzio, occupati come sono a radunare gli effetti personali di Devi dalla stanza degli ospiti. Ben non può fare a meno di avvertire una fitta allo stomaco al pensiero di non averla più in casa con lui, e ancora non hanno tirato fuori “l’argomento Malibu”.

Sta impazzendo dalla voglia di dirle che quel bacio ha significato tanto per lui, che non ha smesso neanche per un secondo di pensare a lei e al modo in cui si è sporta verso di lui, né alla morbidezza delle sue labbra o al fatto che ha continuato ad immaginare di immergere le dita fra le onde morbide e setose dei suoi capelli.

Vorrebbe dirle che, anche se hanno passato dieci anni a mettersi i bastoni fra le ruote a vicenda, ha capito di non poter più nascondere i suoi sentimenti per lei.

Ben prova per Devi qualcosa che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato di provare. Non era come con Shira, di cui bene o male lo attraeva l’aspetto fisico. No, è un sentimento totalmente diverso: avvolgente, totalizzante… tanto da farlo andare nel panico.

“Ecco, mi sa che abbiamo finito”

La voce di Devi lo riporta alla realtà, e Ben getta un’occhiata in giro: la camera degli ospiti ormai è completamente vuota, non c’è più traccia delle cose di Devi.

Posso tenerti con me? Vorrebbe dirle, magari in un’altra versione della realtà, una in cui lui riesce a mettere da parte la razionalità per affidarsi esclusivamente all’istinto. Proprio come a Malibu, quando ha ricambiato il bacio di Devi…

“Sì, infatti” Ben si strofina una mano sulla felpa, “Senti, prima che tu te ne vada…”

“Sì?” chiede Devi, e Ben vorrebbe ignorare la punta di panico nel suo tono, ma non ci riesce. Il pensiero di metterla a disagio mette a disagio lui stesso.

“...ecco, stavo pensando che… potremmo rivedere quel saggio su Dickens per letteratura inglese”

Per un pelo.

“Sì, certo. Ottima idea” annuisce Devi energicamente, visibilmente sollevata.

“Okay… ehm, ho gli appunti in camera mia”

“Nessun problema”

Diamine, che disagio. Eh, già.


 

“Senti, Devi…”

“Mmmh…”

“So che magari non ti va di parlarne, e lo capisco…”

“Del fatto che avremmo potuto inserire più citazioni da Grandi Speranze?”

“Devi, sai a cosa mi riferisco…”

“Non penso sia un problema, non dobbiamo ricopiare un intero paragrafo di un romanzo...”

“Sto parlando di quello che è successo a Malibu”

Si potrebbe sentire volare una mosca in questo momento, ma l’unico suono che Ben riesce a percepire in mezzo al frastornante silenzio è il battito del suo cuore fin da dentro le orecchie.

Quello e il sussulto di Devi, che solleva lo sguardo dal saggio di inglese per rivolgerlo in un punto fisso davanti a lei. Ancora non riesce a guardarlo.

Le viscere di Ben somigliano fastidiosamente a dei serpenti vivi in questo istante.

Gli piange il cuore vedere Devi così, e ancora di più accorgendosi di quanto lei stia facendo di tutto per non affrontare la cosa. Per non affrontare lui.

Ma devono parlarne. Devono sapere cosa succederà, perché Malibu ha lasciato un segno indelebile, e impossibile da ignorare. Non possono continuare a vedersi a scuola e tornare alla loro rivalità accademica fingendo che non sia successo niente.

Perché è successo troppo, in un solo pomeriggio sono cambiate troppe cose.

O per meglio dire, è venuto a galla qualcosa che forse hanno tentato di sopprimere in un modo o nell’altro, o che semplicemente hanno finta di non vedere per tanto tempo. Troppo tempo.

“Devi?”

“Ben…”

“Io… mi dispiace” fa per avvicinarsi a lei, ma si costringe a restare fermo dov’è, le mani chiuse a pugno per soffocare l’impulso di poggiarle sulla sua spalla, “Non voglio che tu ti senta disagio… io vorrei solo capire…” si interrompe, di colpo incapace di formulare anche la più semplice frase.

“Da dove è venuto fuori quel bacio?” aggiunge Devi a voce talmente bassa che Ben teme di non averla sentita, di essersi solo immaginato di aver udito quelle parole uscire dalle sue labbra.

“Francamente non lo so” Devi scuote piano il capo, mentre le dita giocherellano con i bordi dei fogli, “E’ successo e basta”

“E basta?” la voce di Ben trema, ogni singolo nervo del corpo teso come una corda di violino.

Devi inspira rumorosamente, serra forte le palpebre per poi riaprirle e finalmente rivolgere lo sguardo in direzione di Ben. Inizia a parlare a raffica, a voce acuta e tremula.

“Senti, Ben… Non so cosa dirti. Onestamente non so perché ti ho baciato. Magari non c’è una spiegazione logica, magari mi andava di baciarti e basta. Dopo tutto quello che hai fatto per me, ospitarmi a casa tua, farmi arrivare in tempo a Malibu…”

“Quindi… dovrei considerarlo come una specie di ringraziamento?” le domanda, già sapendo che riducendo il bacio a quella motivazione non sarà mai più capace di guardarla in faccia. O di guardare sé stesso allo specchio.

“No… non proprio” risponde Devi, scostandosi i capelli dal viso, un piccolo fremito le attraversa il polso, “Volevo baciarti. Volevo davvero baciarti. E così l’ho fatto. Ed è stato bello”

Molto bello, vorrebbe aggiungere Ben.

Il momento migliore della mia vita.

Invece si limita solo a dire, a voce bassa: “Anche io volevo baciarti”

Devi sgrana gli occhi: “Davvero?”

Ben annuisce: “In realtà, era da un po’ che volevo baciarti…”

Perché tu mi piaci.

La risata sottile e sommessa di Devi è più simile ad uno sbuffo: “Be’ direi che è vero, visto che hai cercato di baciarmi due volte alla tua festa di compleanno”

“Te l’ho detto, Devi. Ero ubriaco…”

“No, non è vero”

E Ben sa perfettamente che Devi ha ragione. Ma dare la colpa all’alcol gli è sembrato un modo efficace per eludere l’evidenza: voleva baciarla sul serio quella sera, nella sala cinema. E probabilmente avrebbe agito d’impulso, esattamente come lei ha fatto nella sua auto a Malibu. Non erano poi così diversi l’uno dall’altra, in fondo.

Ma come diamine ha fatto lei a capire che le ha mentito?

“Mi dispiace molto che ti abbia dato fastidio”

“Non mi ha dato fastidio. È stato solo… strano, tutto qui”

“Strano come a Malibu? O in un altro senso?”

“In un altro senso” risponde Devi a bruciapelo, “Malibu è stato decisamente meglio”

Basta quell’unica frase a far germogliare la speranza nel cuore di Ben, a fargli considerare anche la possibilità (per quanto remota, in pratica) che Devi provi qualcosa per lui.

E Ben non vuole più nascondere i suoi sentimenti. Non vuole più fingere di non desiderare che vorrebbe stare sempre con lei, portarla fuori, tenerle la mano e non più solo competere per il ruolo di primo della classe.

Vuole tutte queste cose, e anche molto altro, ma soprattutto vuole Devi, soltanto lei. Con un’intensità che lo spaventa a morte, ma di cui non intende più fare a meno.

Che male c’è a desiderare una cosa bella per sé stesso?

E la risposta a questo quesito arriva con la successiva dichiarazione di Devi.

“Sai, ieri pomeriggio ho ricevuto un messaggio da Paxton” esordisce, non senza assumere un’aria strana, come se avesse cavato fuori dalla sua bocca quella frase a forza, quasi volesse tenerla per sé.

Ben ha la sgradevole sensazione di riuscire a capire quello che prova Alice mentre sta precipitando nella tana del Bianconiglio… perché è così che si sente dopo aver sentito questa frase.

Sa già cosa sta per accadere, è consapevole dei rischi e delle conseguenze perché di certo quello che sta per sentire non gli piacerà affatto. E non servirebbe comunque a niente cercare di parare il colpo che gli arriverà di lì a poco piombandogli addosso come un asteroide sul suolo terrestre.

“Mi ha chiesto di uscire con lui”

Crash. È la sua immaginazione, oppure qualcosa dentro di lui si è rotto sbriciolandosi in mille pezzettini acuminati sparsi per tutto il suo stomaco? Perché sente dolore in tutto il corpo? Perché si sente come se avesse dei pezzi di piombo incastrati giù per la gola?

Ma ciò che più gli fa male è che sa già che Devi ha scelto Paxton.

E come potrebbe essere altrimenti?

“E… tu gli hai detto di sì?”

“In realtà non gli ho ancora risposto”

“Oh”

Non è giusto che questa frase gli faccia tirare un piccolo sospiro di sollievo. Perché questo non cambia la realtà dei fatti: a Devi piace Paxton, non lui. Non Ben. E d’altro canto Ben dovrebbe averci fatto l’abitudine, ormai, ad essere sempre la seconda scelta di tutti: i suoi genitori, Shira... Davvero ha creduto anche solo per un momento che con Devi sarebbe stato diverso?

“Senti, Ben. Ci siamo baciati. Ed è stato davvero bello. Ma tu sai che a me piace Paxton, giusto?”

Continua, David. Assicurati di calpestare per bene il mio cuore prima di gettarlo nell’immondizia. Ben sa di essere ingiusto con Devi se si arrabbia con lei. Non è colpa sua se le piace Paxton, anche se il pensiero di loro due insieme gli fa venire voglia di vomitare (e inoltre pensa seriamente che Devi meriti molto di più di uno come Paxton Hall-Yoshida, uno che riesca perlomeno ad arrivare al suo intelletto). Inghiotte a vuoto, sperando che la sua faccia risulti totalmente impassibile sotto lo sguardo vigile di Devi.

“Certo, ovvio” le dice, in tono asciutto. O almeno si augura di risultare impassibile, perché in questo momento si sente sfiancato, come se gli venissero risucchiate via tutte le energie.

Ovvio.

Sa che a Devi piace Paxton. Le è sempre piaciuto Paxton.

Ed è ovvio che Ben non ha nessuna speranza in confronto a Paxton.

Per la prima volta nella sua carriera scolastica, detesta essere consapevole di aver avuto ragione sin dall’inizio. Per Devi quel bacio a Malibu è stato un caso isolato, un colpo di testa dovuto alla miriade di emozioni accumulate quel giorno, e che le hanno fatto fare una cosa che normalmente non avrebbe mai fatto per tutto l’oro del mondo.

È impossibile che a Devi piaccia Ben.

“Allora, perché non gli hai ancora risposto?” le domanda, cogliendola alla sprovvista, non potendo trattenere un fremito alla vista di lei così sconcertata e confusa.

“Ecco, io... volevo prima accertarmi che fra noi...” Devi gesticola con la mano indicando entrambi, “Insomma, che fra noi fosse tutto okay. Che per te fosse okay”

Che per te fosse okay.

“Certo che è okay, David. Puoi uscire con chi ti pare. Non devi chiedermi il permesso…” Ben ridacchia, ma gli sembra di soffocare con il groppo che gli è appena salito alla gola. Vorrebbe mettersi ad urlare, vorrebbe gridarle che no, non è okay. Non vuole che esca con Paxton. Non vuole che esca con nessuno altro a parte lui. Ma non può farlo, non ha nessun diritto di farlo.

“Insomma, hai perfettamente ragione. Ci siamo baciati, ed è stato bello. Ma non è una gran cosa, la gente si bacia tutti i giorni…” dice, sperando di risultare convincente soprattutto a sé stesso.

“Giusto” asserisce Devi, sorridendogli ma non riuscendo comunque a nascondere un cipiglio disagiato, “E poi, tu hai già Shira”

Cavolo. Lei non sa ancora di Shira. E come potrebbe? Non che nell’ultima settimana in cui Devi è stata a casa sua abbiano avuto molto modo o voglia di parlare delle rispettive vite private.

“A dire la verità, io e Shira ci siamo lasciati la settimana scorsa”

Il viso di Devi si tramuta in una maschera di puro sbigottimento: “Oh… mi dispiace”

“Non era niente di che” Ben scrolla le spalle, “Stava con me solo per i miei soldi. Anzi, devo dire che mi sono sentito meglio dopo che è successo”

Non sa bene perché sta omettendo la parte che specifica che è stato lui a lasciarla, specialmente del motivo per cui l’ha lasciata, ma non aggiunge nulla. Tanto non farebbe nessuna differenza, a questo punto.

“Be’, allora se le cose stanno così sono contenta per te, Ben. Meriti qualcuno che ti apprezzi per quello che sei come persona”

Avrei voluto che fossi tu. Vorrei tanto che fossi tu, Devi.

“Wow, David. Non pensavo avessi qualcosa di positivo da dire sul mio conto. Dovrei sentirmi lusingato…” scherza, nel tentativo di sopprimere la voglia oscura e feroce di dirle in faccia la verità.

“Non farci l’abitudine” ribatte lei, roteando gli occhi, ma sempre con un mezzo sorriso. “Saranno poche le occasioni in cui sarò gentile con te, quindi goditi questi momenti perché non torneranno tanto presto”

“Oh, coglierò al volo ogni occasione in cui sarai gentile con me, David. Non preoccuparti” conclude, rivolgendole un sorriso. Un sorriso che spera sia sufficiente a mascherare la rabbia e la delusione cocenti che gli stanno facendo ribollire il sangue.

Ma quello che Devi si lascia dietro, una volta andata via da casa sua, alla fine è solo un grande senso di vuoto. E soprattutto tristezza, una tristezza infinita.

Ben non ha la minima idea di come farà ad uscire da questa situazione.

Dovrà fare di tutto per starle alla larga, per sparire dalla sua orbita.

Perché a causa di Malibu, non potranno mai riportare le cose a come erano prima.

E anche se sa che ci proverà, che farà un’enorme sforzo per fare finta di niente, per continuare a comportarsi normalmente, una parte di lui resterà sempre aggrappata al ricordo di quel bacio.

All’illusione che, per un momento, Devi lo abbia voluto quanto lui voglia lei.


 

   
 
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