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Autore: Chocolat95    17/11/2020    1 recensioni
"Il giardino era silenzioso, come al solito, del resto nessun essere vivente poteva stare lì, se non le bellissime quanto pericolose rose che sbocciavano in ogni dove e impedivano col loro letale profumo a chiunque altro, umano, animale, vegetale di popolare lo stesso giardino. L’unica eccezione la costituiva il Cavaliere dei Pesci, del quale le rose erano l’arma principale, accompagnate dal loro veleno. Ma proprio in quel momento quella temibile arma si rivoltava al suo guerriero perché uno più forte era giunto."
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Ambientata parallelamente a "Newborn Spring Gold Saint"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pisces Albafica, Sisifo di Sagitter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giardino era silenzioso, come al solito, del resto nessun essere vivente  poteva stare lì, se non le bellissime quanto pericolose rose che sbocciavano in ogni dove e impedivano col loro letale profumo a chiunque altro, umano, animale, vegetale di popolare lo stesso giardino. L’unica eccezione la costituiva il Cavaliere dei Pesci, del quale le rose erano l’arma principale, accompagnate dal loro veleno. Ma proprio in quel momento quella temibile arma si rivoltava al suo guerriero perché uno più forte era giunto.
 
Albafica reggeva tra le braccia il corpo del maestro, le lacrime sgorgavano copiose e senza sosta e il ragazzino non riusciva  a fermarle, non ne aveva la forza. Continuava ad invocare il maestro o forse il padre, che per lui era stato, e i suoi singhiozzi e i suoi lamenti erano l’unica cosa che rompevano la quiete solita di quel giardino, che ora sembrava anche più immobile e di pietra.
Aveva pianto tanto, le energie gli erano uscite dalle membra insieme alle lacrime e probabilmente per la stanchezza si era addormentato   in quel giardino, tra quelle rose, che gli avevano portato via Lugonis. Erano vicini allievo e maestro, e sembravano entrambi solo addormentati in quella fatale distesa.
 
Al suo risveglio non riconobbe il posto e lo prese il panico, non tanto per il fatto di essere da un’altra parte quanto per non essere più accanto al maestro.
Scostò le coperte, e nel tirarsi su, la pezza che gli era stata posta sulla fronte scivolò via. Messosi ritto osservò la stanza, era luminosa, un po’ più grande di quella della sua casetta e le pareti erano in pietra, erano dure e fredde, così diverse da quelle tra cui era cresciuto.
Poggiando i piedi per terra si accorse che a anche il pavimento era di quel materiale.
Per un attimo, pensò di correre via da lì, ma poi dove sarebbe andato? Non aveva la più pallida idea di dove fosse. Tanti pensieri gli affollarono la mente e la testa cominciò  fargli male. Il flusso fu interrotto da un fruscio di tende e un giovane che entrava nella stanza.
“Ti sei svegliato? “ chiese questo, con un sorriso gentile.
Albafica lo osservò senza dir nulla, ma quando lo vide curvarsi verso di lui e la sua mano avvicinarsi ebbe un flash
“Fermo! Non mi toccare…!” gli gridò
Sorpreso l’altro lasciò la mano a mezz’aria, ma la ritirò, come avesse compreso qualcosa.
“Quindi, è questo che è accaduto…” mormorò. Il ragazzino lo aveva sentito benissimo e chiese un po’ agitato: “Cosa… sai tu…?! Chi sei…? E, e dove sono…?”
“Io, sono Sisifo… Cavaliere del Sagittario… dove ti trovi ora è la mia casa e resterai qui, fino all’investitura”  rispose pacatamente.
“I-investitura…? Ma cos… di che stai parlando…” balbettò il giovinetto ancora molto confuso.
Il ragazzo più grande si raddrizzò e si allontanò un po’ “Il tuo maestro, Lugonis, era il Cavaliere dei Pesci, ma ora che lui non c’è più, prenderai tu il suo posto…”
Albafica sapeva benissimo queste cose in realtà, ma non si sentiva pronto, certamente era tutta la vita che si preparava solo per quello ma non immaginava certo che il momento sarebbe giunto in tal modo. il distacco dal suo maestro era stato troppo veloce e brusco per lui che aveva sempre fantasticato di un modo di rose e fiori dove sarebbero stati sempre insieme.
Certamente desiderava essere Cavaliere! Si era sempre impegnato con tutto se stesso per raggiungere questo grande scopo.  Ma non così, non in quel modo.
Un’espressione cupa gli si era disegnata  in volto, gli occhi vuoti e la mente persa nuovamente nei meandri dei suoi mille pensieri.
“Mi sto recando dal Gran Sacerdote, te la sentiresti di venire anche tu…?” Sisifo interruppe nuovamente le sue fantasie.
 
Attraversarono tutte le case dello Zodiaco che separano quella del Sagittario dal Grande Tempio e alla dodicesima, il cavaliere arciere si soffermò un po’ di più. “Questa, era la sua casa… “ disse solo e riprese il cammino. Albafica aveva tenuto gli occhi sgranati per tutto il tragitto, non era di buon umore ma quelle costruzioni, così diverse da quella in cui aveva trascorso l’infanzia, catturarono la sua attenzione lasciandolo pieno di stupore e meraviglia. Quanto erano imponenti quei templi e che maestosità emanavano da ogni singola pietra e decorazione.
 
“Potete riportare… il mio maestro a casa…?” era stata l’unica richiesta che aveva osato fare dopo che anche il Gran Sacerdote gli aveva ricordato cosa lo aspettava da quel momento in poi. L’anziano saggio lo aveva guardato senza tradire alcuna emozione e aveva risposto semplicemente: “Domani ti consegneremo l’armatura, ora vai a riposare…” detto ciò aveva lasciato la sala, e Sisifo, pur rimanendo ad una certa distanza, gli aveva fatto cenno di tornare alla nona casa.
 
Le mani gli tremavano mentre si avvicinava a sfiorare la cloth box con dentro la sua armatura, e un’emozione fortissima pervadeva tutta la sua giovane persona. Se la mise in spalla pronto ad uscire per recarsi alla casa dei  Pesci, la sua nuova dimora, quando il sagittario lo chiamò:” Non aver fretta di caricarti anche i tuoi doveri. Perché non vai prima a mostrarla a Lugonis…?”
 
Il giardino era esattamente come se lo ricordava, come lo aveva sempre visto, come era sempre stato, immobile e silenzioso, di una bellezza minacciosa.
Arrivato in prossimità della casetta, si sfilò il fardello e lo posò accanto a sé, di fronte ad una pietra dalla forma irregolare
Lugonis cavaliere d’oro dei  Pesci recitava l’iscrizione. Il gran sacerdote aveva esaudito la sua richiesta.









Angolo dell'autrice:
Scritta secoli fa, ho controllato solo che fosse decente, non ho idea di soca sia venuto fuori.
Pubblicata ora perchè devo liberarmi di tutte 'ste storie in sospeso che stanno facendo la muffa nel mio pc.
  
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