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Autore: BlueFreki    24/11/2020    1 recensioni
L’universo è un posto caotico, disordinato, propenso alla morte e alla desolazione. Noi stessi non siamo altro che residui di una stella collassata milioni di miliardi di anni fa. Nel nostro sangue scorre lo stesso ferro che prima caratterizzava quella stella decaduta. Una caducità ciclica che dalla triste e disperata agonia della morte si è riscoperta la vita.
Thomas Mann, un matematico che ha sviluppato la formulazione del libero arbitrio assistito, è riuscito finalmente a realizzare la sua teoria creando ADA.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il rumore bianco della città era perfetto: vuoto, costantemente monotono e abbastanza tenue, grazie all’isolamento del suo impianto uditivo. Thomas amava isolare, quando poteva, il rumore della pioggia: un picchiettare continuo e invariato, un suono perfetto per provare un momento di pace intenso. Era uno di quegli istanti che sognava e che raramente era in grado di ottenere. Solo con sé stesso.

La gente gli passava attorno inalterata, come fosse invisibile agli occhi delle persone. Un signor nessuno, un anonimo uomo di mezza età, immateriale. Un uomo il cui viso si sarebbe dimenticato pochi istanti a venire. Un senso di solitudine seppur sommerso dalla fiumana di gente che viveva in quella stessa città. Milioni di persone. Tuttavia era una sensazione a cui si era abituato sin da ragazzo: non ne soffriva, anzi. Era entrato in simbiosi con quest’esperienza. Lo confortava, gli conferiva un senso di sicurezza.

Pavel Dechinov era un suo caro amico. L’aveva conosciuto solamente qualche anno prima ma, ciò nonostante, rimaneva l’unica persona con cui poteva parlare liberamente. Da quando aveva terminato gli studi, Pavel viveva nei sotterranei di una vecchia biblioteca destituita da Svatoy una volta salito al potere nella colonia della confederazione slava.

 

La luce filtrava timidamente tra le fessure delle imposte. Illuminava con dei dolci e tenui raggi i vecchi scaffali polverosi, qualcuno ancora contenente degli antichi tomi consunti dalle tarme e dal tempo. La polvere vagava per la stanza con una cadenza simile a quella di un valzer. L’odore dei vecchi libri ingialliti impregnava la stanza, un dolce profumo che gli ricordava la spensieratezza delle estati passate a leggere sotto l’albero dai frutti più dolci, ammirando le colossali catene montuose all’orizzonte, ancora tinte di bianco dai ghiacci perenni delle loro vette. Un’istante che amava fotografare e conservare con cura in un piccolo angolo della sua mente.

“Thomas” la sua voce riecheggiò brevemente nell’aria per poi assopirsi come se volesse rispettare il silenzio di quel luogo. “Sei in perfetto orario, come al solito”.

“Pavel, che piacere vederti. Sono stati giorni difficili”. La stretta di mano risultò energica agli occhi del dottore. D'altronde il ragazzo sembrava avere sui venticinque, ventisei anni. Thomas rimase qualche istante davanti al giovane, squadrandolo con soddisfazione. Pavel, seppur fosse un ingegnere elettronico, non sembrava possederne i tratti contraddistinguibili accreditati al tipico topo di biblioteca, anzi. Anche lui possedeva una statura elevata, e, seppur avesse i capelli lunghi ed un pizzetto spagnoleggiante, risultava atletico ed in forma. Thomas era fiero del lavoro svolto con questo ragazzo, gli sembrava di trasmettere, in qualche modo, le sue conoscenze. Un modo per tramandare il suo retaggio.

“Purtroppo lo so, ho appena sentito di ieri notte: la Società del Cuore Pulsante ha arrestato altre vittime. Questa volta nel loro mirino sono finiti i fratelli Muller, quei due biologi agrari. Nella conferenza stampa hanno spiegato che la loro etica lavorativa era stata compromessa. Volevano innestare nelle piante portate dalla terra i geni dei frutti autoctoni, andando a sporcare il gene del nostro retaggio con la contaminazione aliena.

Niente di più falso a mio parere. Certo, l’idea era quella di mutare geneticamente alcuni dei nostri alberi, ma non per questo perderemmo il nostro passato. L’innovazione scientifica deve progredire parallelamente a quella culturale. La procedura dei Muller risulterà anche poco ortodossa per il nostro partito conservatore di Svatoy, ma suppongo sia essenziale per non ripetere gli errori del passato”.

“Non posso che essere d’accordo, Pavel”, fece un lungo sospiro per poi sprofondare in una piccola poltroncina accanto ad una vecchia lampada da una luce tenue ma piacevolmente calda. “Tuttavia ho i miei dubbi sull’integrità del processo. Posso solo supporre che la maggior parte degli arresti sia solo di matrice politica. Muller, Yankovjich e molti altri, stanno conducendo apertamente campagne in favore del movimento di Yuri Markov. Almeno, nei reportage aperti al pubblico i loro nomi compaiono in modo chiaro e definito. Non avere a disposizione un’equipe tecnica, ai giorni nostri, può essere fatale nella politica della confederazione”.

“Non è solo Svatoy che mi preoccupa. Ciò che intimorisce è lo sguardo di Kozlov, il leader della Società del Cuore Pulsante. L’hai visto nelle interviste? Nasconde un non so che di inquietante. Ha in sé il seme del fervore che ha rovinato la nostra vecchia terra. Quell’accanimento che spazia al di fuori di ogni logica e di ogni parvenza del razionale in nome di un’ideologia da difendere ad ogni costo”.

“Capisco. Sinceramente non ci ho dato troppo peso, ma il tuo pensiero concorda perfettamente con le sue azioni. La distruzione dei laboratori, il processo pubblico al quale ha sottoposto i nostri colleghi”

“Processo senza difesa, aggiungerei”

“Certamente: un processo davanti ai media, in cui ricopriva il ruolo di accusa e di giudice…

Non è facile, ne sono certo. Dobbiamo solo cercare di non entrare nella sua area di interesse, almeno fino a che non abbiamo ultimato il nostro progetto”.

“Ottimo”, Pavel si alzò dalla comoda poltrona su cui si stava rilassando. “Direi, quindi di metterci immediatamente all’opera, seguimi”.

Una scalinata separava quell’ambiente consono ad una tranquilla e oziosa domenica pomeriggio dedita alla spensieratezza della lettura ad un laboratorio high tech, in grado di produrre pure la più complessa delle schede elettroniche presenti sul mercato.

Il dottor Mann salutò tutti i presenti, i suoi colleghi e amici stretti. Erano tutti là sotto, aspettavano solo che la loro guida indicasse loro la via.

“Vedi, insieme a Tyrell, al dottor Roech e alla dottoressa Merienne sono giunto allo stato finale. È stato un lavoro colossale, specialmente per l’obbligatorietà alla segretezza. Tuttavia spero possa rendere quanto lo è stato per me. Vieni, te lo mostro”.

Davanti ai loro occhi, adagiato su di un freddo e asettico tavolo da laboratorio, vi era il corpo di una donna. Una ragazza dai lineamenti dolci e simmetrici, un viso rilassato, infonditore di sicurezza. Zigomi alti e poco sporgenti. Un piccolo naso fine e leggermente tendente all’insù, alla francese. Labbra carnose, ma quanto basta per non risultare eccessive. Gli occhi erano chiusi, coperti da delle ciglia lunghe e curate. Sembrava stesse riposando, adornata di una folta chioma castana dai tratti tendenti al biodo e al rosso.

“Lei è il corpo di Ada. Finalmente. Tyrell ci ha messo una vita a configurare perfettamente il tessuto biologico con quello sintetico da me creato. Ma ce l’abbiamo fatta. Ha una fattura superiore rispetto ai modelli della General Bionics tutt’ora in commercio. Credo sia difficile pure per un esperto capire che il corpo sia sintetizzato e non naturale”.

“Ottimo lavoro Pavel. Sul serio, non mi sarei mai aspettato così tanto”.

“Nessun problema Thomas. Questo è il progetto più grande in cui sia mai stato coinvolto. Una scoperta del genere può cambiare radicalmente la nostra concezione con l’intelligenza artificiale. Può dargli forma fisica, non solo tangibile. Può dare un senso al caos”.

“Sai, ci sono diverse leggi deterministiche che impongono il comportamento di particelle che hanno un’elevata natura aleatoria. Leggi misurabili, leggi categoriche ed applicabili indipendentemente dal nostro volere. Ecco cosa abbiamo costruito, la prova della teoria più generale. Il libero arbitrio assistito. Un ostacolo insormontabile nel nostro pensiero. Una realtà che poteva solo essere immaginata o solamente pensata frivolamente.

Abbiamo sintetizzato l’idea della scelta. Abbiamo trovato la soluzione al problema della decisione, del pensiero… pure della nostra stessa cognizione. Ogni singolo pensiero della nostra mente viene filtrato attraverso il nostro libero arbitrio, viene classificato e imputato ad una nostra scelta: riuscire a definire una legge che ne codifichi con precisione totale il comportamento significa aver raggiunto un livello di completezza mai sognato fino ad ora. Padronanza del nostro corpo e della nostra mente. Migliore assistenza nella malattia, nel dolore, nella nostra stessa sanità, fisica e mentale. È sinonimo di trascendenza, di innovazione. È il prossimo passo della nostra evoluzione artificiale”.

“Non ci resta che svegliare Ada, Thomas. Ci siamo, finalmente”

“Dottoressa Merienne”, Thomas le porse la memoria sintetica che cautamente aveva portato con tutte le premure del caso, “Credo sia l’ora di svegliare Ada dal suo sonno”.

“Certamente”. Girò il corpo di Ada sul fianco per vedere meglio la schiena. In corrispondenza di una vertebra della colonna inserì delicatamente un cacciavite in un’apposita fessura. Ne scattò un meccanismo che mostrava i componenti interni della ragazza. L’inserimento della scheda non era un procedimento complesso, tuttavia la tensione risultava tangibile, un momento di quella portata doveva essere immortalato nella mente di tutti i presenti. Riposto il tutto adagiarono con delicatezza la ragazza sul tavolo.

“Buongiorno Ada, ben svegliata”.

Due stupendi occhi dal colore vivo delle praterie si illuminarono mostrandosi lentamente e con finezza dalle palpebre ancora assopite.

“Salve, dottor Mann”.

 

   
 
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