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Autore: observer90    28/11/2020    0 recensioni
[Never Have I Ever]
Never Have I Ever Fanfiction.
Storia ispirata alla serie originale Netflix, racconta in sette capitoli gli avvenimenti accaduti dopo l'ultimo episodio.
Trama.
Dopo aver ascoltato il messaggio di Paxton, Devi è assalita dai dubbi: cogliere l'occasione di uscire con lui oppure ascoltare i sentimenti che prova per Ben?
Titolo di testa e titoli dei capitoli liberamente tratti dalla canzone About Love di Marina.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

I don’t really know a lot about love

 

 

Perché quando Paxton l’ha baciata, non ha sentito niente?

Perché, da quando è successo, sente la mancanza invadente delle sensazioni provate in macchina con Ben?

Perché si sente come se le mancasse qualcosa, una cosa che non si è accorta di aver perso ma che adesso rivuole disperatamente indietro?

E nel momento in cui viene a patti con questo pensiero, si rende conto che per tutto questo tempo, da quel pomeriggio a Malibu, ha cercato di sopprimere ancora una volta un sentimento dentro di lei, vibrante quasi fosse una creatura viva. Una creatura che ruggisce a tutto spiano il nome di Ben.

Un momento. Calmati, fermati un momento a ragionare. Stai di nuovo pensando a Ben, Devi.

Stai di nuovo pensando a Ben.

Concentrati su Paxton, devi concentrarti solo su di lui.

Sul fatto che ti ha baciata, e tu non hai provato niente.

Non hai sentito niente.

Paxton Hall-Yoshida, il ragazzo dei suoi sogni, il suo chiodo fisso per tutti quei mesi, il tipo con cui più di ogni altra cosa sarebbe voluta andare a letto l’ha baciata, e lei non ha sentito niente.

A parte la bruciante consapevolezza e l’impellente desiderio di volersi fare baciare da qualcun altro, un ragazzo che possiede un paio di occhi blu come l’oceano, e che per dieci anni Devi ha considerato sempre e solo come la sua nemesi accademica.

Con un grido soffocato a denti stretti, afferra un cuscino e lo lancia contro la parete, colpendo di striscio la specchiera e facendo cadere un po’ di roba sul pavimento.

Due colpi leggeri alla porta la fanno sobbalzare: “Sì?” balbetta in preda all’agitazione.

La porta si apre appena, rivelando il viso preoccupato di Kamala che sbuca direttamente dall’uscio: “Ho sentito un rumore, va tutto bene?”

“Sì… Ho solo tirato un cuscino contro la parete” spiega Devi, imbarazzata come mai prima.

“Perché lo hai fatto?” domanda la cugina aggrottando le sopracciglia.

“Nessun motivo in particolare” Devi fa spallucce, appoggiando la schiena sui cuscini sparpagliati vicino alla testiera del letto. È talmente furiosa con sé stessa e con la confusione interiore che l’attanaglia da aver perso ogni interesse a mentire o a sminuire la situazione.

Kamala è già con un piede dentro la sua stanza, e continua a scrutarla con quel suo solito cipiglio turbato che ha fatto imbestialire così tanto Devi negli ultimi mesi: “Devi, so che non mi vuoi intorno, ma se hai bisogno di parlare…”

“Posso farti una domanda?” domanda Devi a bruciapelo.

Kamala appare visibilmente sorpresa: “Sì, certo” avanza fino al letto e siede cautamente sul materasso (magari si aspetta che Devi le dica di togliersi, ma questo non succede, con suo enorme stupore).

Devi inghiotte a vuoto, la bocca improvvisamente secca e lo stomaco serrato da una morsa. Sa che non dovrebbe farlo, che si sta mettendo in una situazione alquanto pericolosa, ma ha un estremo bisogno di parlare con qualcuno che l’aiuti a fare chiarezza e al più presto, prima di perdere anche quell’ultimo briciolo di sanità mentale rimastole. E per quanto la prospettiva di confidarsi con Kamala non sia allettante, è comunque un’alternativa accettabile, e al momento l’unica possibile.

Si schiarisce un paio di volte la voce prima di iniziare a parlare, mentre cerca di farsi forza stringendo maggiormente un altro cuscino fra le braccia: “Ecco… ehm, si tratta di quello che è successo a Malibu…”

Kamala alza una mano per interromperla: “Devi, non è necessario che tu dica niente. Non mi devi nessuna spiegazione. Poi, insomma… era anche abbastanza ovvio che accadesse” aggiunge con un piccolo sorriso.

“Cosa… c-che vuoi dire con questo?” il cuore di Devi le martella furiosamente nel petto, avverte i palmi sudarle in modo vergognoso contro la stoffa del cuscino.

Kamala le sorride parlandole con pazienza: “Tu e Ben, kanna. Era ovvio che prima o poi sarebbe successo”

“Perché?” domanda Devi assolutamente sconvolta.

“Per via di quello che c’è stato fra voi nel corso di tutti questi anni” spiega Kamala con pacatezza, “Avete un rapporto molto complesso, ma con qualcosa che è possibile vedere solo se si riesce a leggere fra le righe”

“Non riesco a seguirti” fa Devi aprendo e chiudendo le palpebre e faticando a trattenere un gemito di frustrazione.

“Voglio dire” continua Kamala, “che fra voi due c’è sempre stata una… scintilla, non so in che altro modo definirla. Una scintilla che di sicuro è scoccata grazie alla vostra rivalità, per poi arrivare a far scattare qualcos’altro”

Devi non riesce ad aggiungere niente, si sente come se tutto ad un tratto avesse perso la voce. Come se le parole stesse avessero perso consistenza di fronte a quella rivelazione inaspettata di Kamala. Qualcosa che nemmeno lei stessa, adesso è in grado di controbattere.

Magari perché nel profondo persino Devi sa che in parte è la verità.

Basta questo a terrorizzarla paralizzandola lì, sul suo letto, aggrappata al cuscino nel disperato tentativo di restare ancorata al presente.

“E ad essere sincera sono contenta che sia accaduto” confessa Kamala con una risatina sommessa, “Sono soprattutto sollevata che sia stata io a scoprirvi e non tua madre” si lascia sfuggire stavolta con una risata fragorosa, “Chissà cosa avrebbe potuto farvi se vi avesse visti lei!”

“Non oso immaginarlo” le fa eco Devi, mentre le sembra che la sua testa sia sul punto di esplodere con la violenza di una bomba ad orologeria.

“Lui come sta, a proposito?” domanda Kamala con tono completamente diverso.

“Chi?” biascica Devi, avendo la netta impressione che la lingua le sia rimasta attaccata al palato.

Kamala la osserva con tenerezza: “Sto parlando di Ben, Devi. Come sta Ben?”

Devi inghiotte a vuoto, e la tristezza associata agli ultimi eventi torna ad avvolgerla nelle sue spire come un serpente viscido: “Io… non lo so, Kamala. Noi… abbiamo smesso di parlarci”

“Oh” il sorriso di Kamala svanisce di colpo, “Mi dispiace molto”

“Non è necessario che ti dispiaci” aggiunge Devi, sforzandosi di tenere sotto controllo la rabbia e la tristezza che in questo momento le fanno venire una gran voglia di piangere e urlare nello stesso momento, “In fondo, non c’è nulla di cui stupirsi, trattandosi di me e lui”

Kamala annuisce, ma non proferisce parola.

Per un paio di minuti restano entrambe in silenzio, sedute sul letto ed evitando di incrociare i propri sguardi. Devi ha soprattutto paura di guardare Kamala negli occhi, rischiando così di far crollare la barriera protettiva eretta fra lei e le sue emozioni con la stessa facilità con cui si fa cadere un castello di carte.

Poi Kamala si schiarisce piano la voce, ed esordisce: “Come è andato il tuo appuntamento con Paxton?”

Devi ha un fremito: “Non tanto bene” risponde, ritenendo che non serve a niente minimizzare o fare finta che sia tutto okay. Perché non è così per niente, tanto vale essere sinceri fin da subito.

“Che è successo?” chiede subito Kamala in tono preoccupato.

“Lui non c’entra niente” risponde subito Devi per tranquillizzarla, “Credo che invece sia tutta colpa mia. Non è stato come mi aspettavo”

Kanna, tutto è diverso da come ce lo aspettiamo. È normale sentirsi delusi quando vediamo che le nostre aspettative non si realizzano nella realtà” dice Kamala sistemandosi sul materasso in modo da avvicinarsi un po’ di più a Devi.

“Sì, magari hai ragione tu” aggiunge Devi piano, guardando un punto imprecisato sulla parete per poi indugiare sul cuscino che ha lanciato alcuni attimi prima.

Il gesto di stizza scaturito dal pensiero di Malibu.

Dal pensiero di Ben.

La sensazione di vuoto sordo alla bocca dello stomaco inizia a farsi più forte, ed improvvisamente le sembra di rivivere con maggiore chiarezza il ricordo del loro bacio.

E più cerca di reprimerlo, più questo sembra voler tornare a farsi vedere da lei.

Devi fa un respiro profondo, e guarda Kamala con la coda dell’occhio. Quando prova a parlare, la sua voce è atona, metallica e lontana anni luce persino da sé stessa: “Ho baciato Paxton”

Devi non riesce nemmeno a guardare sua cugina in faccia, ma Kamala si limita semplicemente a chiederle pacatamente: “Non sei felice?”

“No”

“Perché?”

“Non… non so come spiegarlo”

“Provaci”

“Io… avrei… avrei voluto che fosse un’altra persona” risponde Devi velocemente, incapace di bloccare le parole che le sono sgorgate dalla bocca come un fiume in piena.

“Avresti voluto che fosse Ben?”

Devi si volta per guardare Kamala, il cuore che sembra di colpo accelerare nel petto mentre il suo cervello inizia a metabolizzare quelle ultime parole.

“Io…”

“Devi, hai imparato a non nascondere le tue vere emozioni in questi ultimi giorni. Sii sincera, non aver paura dei tuoi sentimenti” la esorta la cugina guardandola con occhi penetranti.

Devi sente la morsa allo stomaco stringerla maggiormente, ma annuisce piano: “Io… sì. Sì, avrei voluto che fosse Ben”

Ecco. L’ho detto. L’ho detto davvero.

E’ talmente incredula delle sue stesse parole da accorgersi a stento del tocco leggero delle dita di Kamala fra i suoi capelli, mentre le scosta una ciocca dal viso. Devi si volta verso di lei e il suo sorriso è così dolce e carico di comprensione da darle la netta impressione che la cugina le stia leggendo dentro, nel profondo. Quasi come fa Ben…

“A volte devi baciare il ragazzo sbagliato per trovare quello giusto” le dice piano.

Devi storce il naso, non potendo però trattenere un mezzo sorriso: “Hai rubato la frase dal sequel di Tutte le volte che ho scritto ti amo?”

Kamala inclina piano la testa con fare pensoso: “Probabilmente… ma rispecchia comunque quello che voglio intendere”

Devi si morde il labbro, inclinando la testa all’indietro e lasciando andare un sospiro stanco:

“E adesso che cosa faccio?”

“Non è ovvio? Vai da lui e gli dici quello che provi” esordisce Kamala, facendola sobbalzare di scatto a quella prospettiva: andare da Ben e dirgli quello che prova dopo tutto quel che è accaduto fra di loro negli ultimi giorni? Roba da matti.

“Ma… Kamala, io l’ho ferito! L’ho baciato a Malibu, e poi gli ho detto che non significava niente e che adesso che avevo finalmente un’occasione con Paxton non volevo perderla!”

“Dovevi capire cosa provi davvero per Paxton, e hai finalmente capito quello che provi per Ben. Non puoi fartene una colpa, Devi”

“E invece sì. Perché lui adesso ha il cuore spezzato, per colpa mia…”

“Dovresti comunque andare da lui e dirgli la verità. Se la merita, e tu lo sai benissimo.”

Sta piangendo? Probabilmente sì. Devi piange solo quando l’onda in cui si aggrovigliano i suoi sentimenti e le sue emozioni si ingrossa al punto da bloccarsi nello spazio fra la gola e il petto, che inizia ad essere scosso dai singhiozzi. Tutto questo ha lo stesso sapore agrodolce di quel giorno a Malibu, il giorno in cui ha avuto come l’impressione di essersi svegliata da un lungo sonno.

“Ma…”

La paura ha un sapore amaro, dalla consistenza viscida e appiccicosa, una sensazione sgradevole e quasi adrenalinica che dalla bocca dello stomaco risale alla punta della lingua. La prospettiva di dire a Ben quello che prova per lui la metterebbe in una strada pericolosa, in cui per la prima volta dovrà abbassare tutte le sue difese e aprire il suo cuore. Praticamente come buttarsi da un precipizio sperando che la corda a cui si è attaccati non si rompa di colpo, finendo poi spiaccicati al suolo.
 

“Ma se…” balbetta, mentre lacrime calde e sottili continuano a scorrerle lungo le guance, “...s-se lui non volesse…” inspira profondamente e riprova ancora, “...se lui non volesse me?” domanda, la voce che adesso è ridotta ad appena un sussurro.

Kamala le asciuga una guancia con la punta del pollice, carezzandole la testa ancora una volta: “Be’, kanna… è un rischio che devi correre”

Il sorriso di Kamala sembra rivelarle molto più di quanto non sembri: trasuda esperienza, ma anche l’impressione di essere a conoscenza di qualcosa che prima Devi non riusciva a vedere, e che invece adesso le appare davanti agli occhi in tutta la sua evidenza.

“Ma tu sai che ne vale la pena” conclude la cugina, circondandole le spalle con le braccia.

E Devi, per la prima volta dopo tanto tempo, si concede finalmente il lusso di poggiare il capo sulla spalla di Kamala, continuando a piangere in silenzio.







 

“Ben, ragazzo mio, sto andando via” Patty compare sulla soglia dell’uscio aperto della sua stanza, “Posso fare qualcos’altro per te?”

“No, grazie” le risponde Ben con un sorriso, “Sono a posto”

Patty annuisce, malgrado il suo sorriso non sia allegro come al solito: “Stai ancora studiando?” domanda facendo un cenno al libro aperto e ai vari fogli sparsi sul materasso.

Ben fa spallucce: “Non ho niente di meglio da fare”

“Potresti invitare quella ragazza… come si chiama? Devi!” esclama, facendo fare allo stomaco di Ben una capriola all’indietro, “Mi è sembrata molto simpatica, e vi siete divertiti quando è venuta a stare qui”

“Uhm, s-sì” balbetta Ben, “Ma… stasera preferisco rimanere a studiare” conclude, abbassando lo sguardo e sfogliando a caso una pagina dal libro di algebra.

“Qualcosa ti turba, caro?” chiede Patty in un tono così preoccupato da costringere Ben a sollevare gli occhi dal libro per incrociare quelli della sua governante.

“No” risponde Ben un po’ troppo energicamente, “No, sto bene” continua con una risata forzata, “Ho solo bisogno di studiare, tutto qui”

“Sei il ragazzo più intelligente che conosco, ragazzo mio” puntualizza Patty, incrociando le braccia vigorose e robuste al petto, “Non hai nessun bisogno di studiare”

Ben si sente avvampare: è abituato ai modi gentili e affabili di Patty, ma quel complimento gli risuona così spontaneo e inaspettato da spingerlo automaticamente a sorridere.

“E ti conosco abbastanza da capire che qualcosa non va” continua Patty, squadrandolo con una certa intensità, “Mi sei sembrato triste negli ultimi giorni”

Più triste delle altre volte?

Ben scuote piano il capo: “Sono solo un po’ stanco per via della scuola, tutto qui”

Patty stringe le labbra, ma alla fine si limita a dire: “Prenditi una pausa ogni tanto”

“Okay” Ben sospira, credendo finalmente di averla scampata.

Prima che Patty esca dalla sua stanza, si volta a guardarlo un’ultima volta: “Credevo che fossi triste per via di Devi”

La bocca di Ben si secca di colpo: “P-perché?” biascica, sforzandosi di apparire tranquillo e disinvolto.

“Era una buona compagnia per te, e così mi è sembrato che fossi triste perché non vive più qui”

“Oh” Ben apre e chiude la bocca per qualche secondo, “Be’… è giusto che sia tornata a casa sua, con la sua famiglia”

“Certamente, ma ho visto che eri… felice insieme a lei” gli sorride ancora una volta, “Era da tanto che non ti vedevo così felice, ragazzo mio”

Quelle parole gli fanno uno strano effetto, come se avesse ricevuto una secchiata d’acqua in pieno viso e si fosse risvegliato da un lungo torpore.

Perché è dannatamente vero. È tutto vero.

   
 
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