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Autore: Allen Glassred    05/12/2020    1 recensioni
Attività indetta dal gruppo " scambio libero recensioni EFP ".
In una fredda giornata piovosa di fine Novembre, Allen Glassred rivive uno dei suoi ricordi più cari. Un ricordo che, tuttavia, non potrà mai più ritornare in quanto, l'altra protagonista di esso, è ora la sua mortale nemica.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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E’ una giornata di fine Novembre, il cielo minaccia pioggia da ormai diverso tempo. Pesanti nuvole plumbee lo ricoprono interamente e, da poco tempo, anche una pesante e fredda brezza si è levata nel pacchetto abbandonato che un giovane dalla chioma ametista sta osservando. In particolare il suo sguardo è fisso da cinque minuti buoni su una giostrino di fronte a lui, per la precisione un’altalena. Un’altalena che immediatamente riporta alla sua mente mille e più ricordi, in parricolare uno.

Come sempre i bulletti più grandi lo avevano preso in giro per via della sua singolare chioma color ametista e, poco prima di scoppiare in lacrime per l’ennesima volta e dar loro motivo di prenderlo maggiormente in giro, il bimbo aveva deciso di correre via da coloro che, di amichevole, avevano ben poco. Corse fino a raggiungere un pacchetto con alcune giostrino e, caso volle, che a quell’ora fosse deserto: ma certamente. Sicuramente gli altri bimbi erano a scuola. Scuola… cos’era la scuola? Lui non aveva mai potuto frequentarla, la sua seconda mamma diceva che non doveva avere eccessivi contatti con gli esseri umani. Esseri umani? Perché li definiva in quel modo, come fosse una cosa che a loro non riguardava minimamente? Anche loro erano esseri umani, in fin dei conti. Le lacrime scesero nuovamente da quei meravigliosi occhi azzurri: più il piccolo cercava risposte più queste gli sfuggivano, anzi creavano ancor più interrogativi di prima. La testa gli doleva, lo stava facendo impazzire. Si prese il capo tra le mani e chiuse con forza gli occhi. “ Basta! Basta… non ne posso più “. Sussurrò il ragazzino, senza accorgersi che una piccola poco più giovane di lui si era avvicinata. Una bimba dalla lunga chioma color mogano osservò il bimbo seduto su quell’altalena su cui, solitamente, sedeva lei ed usava dondolarsi accompagnata dal padre e dalla madre. Quel giorno i genitori erano andati a fare una commissione veloce ed avevano lasciato il permesso alla figlia di andare al parchetto ad attendere il loro ritorno. Ma quel giorno la sua altalena non era libera: c’era un altro bimbo seduto su di essa. C’era un bimbo che lei, non sapeva esattamente come, percepiva stava soffrendo parecchio: era come se percepisse i suoi sentimenti. Era da quando ne aveva memoria che questo dono la contraddistingueva: percepiva i sentimenti delle persone come fossero i propri, era una cosa che sai si era spiegata. Il padre le diceva sempre che questo era un dono che doveva accettare, non doveva avere paura di esso. L’aveva aiutata ad accettare questo suo dono, che certamente diceva l’uomo, non era l’unico. Ma per scoprire gli altri avrebbe dovuto attendere un pò. Mentre il bimbo continuava a piangere, improvvisamente aprì gli occhi notando un fazzoletto che qualcuno gli porse. Il bimbo pose una mano sul morbido tessuto, stringendolo lievemente per poi alzare lo sguardo. Ed a quel punto la vide: la sola ed unica persona che gli avesse mostrato un pò di amicizia, praticamente da che ne aveva memoria. Tutti gli altri lo schernivano e lo definivano “ strambo “. Lei invece gli stava sorridendo con dolcezza e gli stava porgendo il proprio fazzoletto, per asciugarsi le lacrime.

“ Non devi piangere, tutto andrà bene “. Disse semplicemente la piccola, mentre lui la guardò per un istante stranito: cos’era quella strana sensazione che lo aveva improvvisamente invaso? Come se conoscesse quella bimba da una vita intera malgrado, nei fatti, avesse appena conosciuto quella piccola che gli stava ancora sorridendo.

“ Ma tu chi… chi sei? “. Chiese semplicemente lui, mentre i loro occhi si incontrarono forse per la prima volta. Lei stava per rispondere ma, a quel punto, la voce di una donna la richiamò.

“ Valentina? Tesoro, dove sei? “. Chiese colei che si rivelò essere Doris. La bimba si voltò di scatto verso colei che l’aveva richiamata e sorrise allegra.

“ Mamma! “. Disse allegra, alzando un braccio per indicare la sua posizione. Poi si voltò verso il suo nuovo ed inaspettato amico che, invece, era rimasto per qualche momento incantato a guardarla. “ Io devo andare, ma se ritorni domani potremo giocare insieme! “. Fece con tono allegro ed innocente la bimba. Lui annuì semplicemente: non sapeva se mamma Halle lo avrebbe lasciato andare nuovamente al parchetto, ma sicuramente se non lo avesse fatto, avrebbe trovato lui il modo di fuggire dalla Villa per qualche ora e raggiungere la sua nuova e sola amica. Il giovane annuì e, notando la sua conferma, la bimba lo salutò allegra per poi raggiungere i genitori.

Entrambi non potevano saperlo, ma Lussuria e Giustizia si erano appena rincontrare nella loro nuova incarnazione terrena.


Dei passi fanno riscuotere il giovane dai suoi pensieri. Un giovane dalla chioma corvina lo raggiunge mentre alcune gocce di pioggia iniziano a cadere. “ Ah, allora era qui che eri, capo “. Lo chiama solamente, mentre l’altro sorride lievemente.

“ Salve, Ira “. Fa solamente, ridacchiando nonostante in realtà, quei ricordi lo abbiano decisamente rattristato e fatto arrabbiare allo stesso tempo.

“ No, è brutto così: chiamami Edward, che dopo tutto è il mio nome “. Fa semplicemente l’altro, mentre colui che si rivela essere Allen annuisce.

“ Vero, hai ragione. Per una volta, meglio scordare la nostra missione ed essere un pò più umani, no? “. Chiede quasi più a sé stesso che al compagno di battaglia. Edward lo guarda per un istante, riflettendo: non ha mai visto il suo capo così strano, così malinconico e soprattutto, ben disposto ad accettare il suo lato umano.

“ Allen? Stai bene? “. Chiede solamente, la pioggia ha ormai iniziato a bagnare entrambi ma a quanto pare, a nessuno dei due importa poi molto.

“ Si, stavo solo pensando “. Fa solamente l’Incarnazione terrena di Lussuria. “ Pensavo a dei ricordi che ormai, non torneranno mai più “. Sussurra, dando un’ultima occhiata a quell’altalena per poi voltarsi per andare via. Edward lo guarda perplesso: ricordi che non torneranno più, eh? Allora pensa, anche il suo capo ha dei segreti custoditi nel suo passato e che non ha ancora rivelato.

“ Allen “. Lo chiama solamente, fermandolo poco prima che lui si avvii nuovamente verso la Villa. “ Prima o poi, mi dirai cosa si nasconde nel tuo passato? Mi dirai come hai scoperto di essere lussuria, e cosa ti lega a Giustizia e Fede? “. Chiede diretto il vice capo delle incarnazioni Demoniache. Allen fa un lieve sorriso, come se quelle domande gli facessero piacere. Poi riprende a camminare.

“ Forse “. Fa solamente, mentre l’altro lo guarda decisamente sospettoso. “ Ma fino ad allora, mi starai vicino senza fare altre domande? Accetterai di aspettare che io sia pronto a parlarne? “. Chiede, voltandosi a guardare l’altro. Oceano e ghiaccio si incontrano un istante, poi il corvino fa un cenno affermativo con il capo mentre la pioggia bagna entrambi.

“ Puoi scommetterci. Tanto, abbiamo un’eternità davanti. No? “. Chiede andando al suo fianco, mentre Allen mantiene quel lieve sorriso.

“ Già. Un’eternità… “. Sussurra, riprendendo poi il cammino e senza sapere che, di lì a poco, anche una giovane dalla chioma mogano arriva a quel parchetto abbandonato, rivivendo a sua volta quei ricordi d’infanzia che non torneranno più.


In una fredda giornata piovosa di fine Novembre, Allen Glassred rivive uno dei suoi ricordi più cari. Un ricordo che, tuttavia, non potrà mai più ritornare in quanto, l'altra protagonista di esso, è ora la sua mortale nemica.
   
 
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