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Autore: Thiare    09/12/2020    4 recensioni
Sei.
La verità è che ti ripeti queste stesse tre frasi da anni, mentre quello che intendi davvero è che anche tu pensavi di non poterlo avere. Dopotutto come poteva, la cosa più pura che fosse stata creata dal Padreterno, amare proprio te.

Otto giorni in cui Dean combatte con i suoi sentimenti e uno in cui non lo fa.
[PRE 15X20] [Destiel]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Più tempo
 


“Perché questo suona come un addio?”
Lo vedi forzare un sorriso tra il dolore che anche tu senti accecante,
guarda come se volesse imprimere ogni palmo del tuo corpo nella memoria.
“Perché lo è.” Da qualche parte ha raccolto tutto il coraggio del guerriero che è stato, per questa ultima, fatidica battaglia.
“Io ti amo.” Lo vedi spezzarsi dentro, da qualche parte, non sai se è per il sollievo di aver fatto finalmente uscire quelle parole o la pena nel sapere che sono la firma del suicida. In realtà voleva solo che lo sapessi, glielo leggi in viso, aveva bisogno che lo sapessi.
“Non farlo, Cas.”
Chissà perché, si aspettava che rispondessi così, non sembra deluso mentre ti dice addio.
Vorresti congelare questo momento in eterno, per salvarlo e salvarvi, e anche se i secondi passano così velocemente, senti che ci potresti riempire giorni interi con quel poco tempo.
 
 



Uno.

Ti tagli con un coltello da cucina tentando di preparare la cena a Sam.
È questo che volevi dopotutto, no? Anche tu, molto molto in fondo, nascosto, desideravi una vita da torta di mele.
Tamponi il taglio con un panno e, nonostante ti sia fatto ferite molto peggiori, il primo istinto è quello di girarti alla tua sinistra a cercarlo. Lui non avrebbe esitato, con solo un tocco, a tacere ogni tuo dolore.
Davanti a quella stanza vuota, il tuo cuore – che per un attimo si era illuso, bastardo, di vederlo silenzioso in un angolo – si stringe in una fitta insopportabile.
Molto molto in fondo, nascosto, ti dici che lui, con un solo – ultimo - tocco ha dato il La ad ogni tuo dolore.
 





Due.

Sam non ti ha chiesto nient’altro da quando sei tornato senza Castiel, e nonostante apprezzi la sua discrezione, vorresti che l’avesse fatto. Senti che c’è qualcosa che vorresti dire, ti si attorciglia attorno alla lingua e in mezzo ai denti, ma sai che non uscirà mai a meno che qualcuno non chieda.
Ti senti bruciare dentro dal dolore, ma fuori mantieni una maschera sfacciata. Ne morirai un giorno, ne sei sicuro, e anche se vuoi onorare il suo sacrificio con la tua vita, sei troppo stanco, troppo affranto, vuoi solo riposare.
Il bunker è vuoto e sembra inutile vivere lì, nascosti, sotto terra, quando il resto del mondo è felice e senza pericoli. Senti i tuoi passi rimbombare in ogni corridoio e capisci che quella vita che facevi ti ha risputato fuori violentemente. Non c’è più bisogno che tu sia un cacciatore.
Sei libero, Dean Winchester.
Ma amaramente convieni, che non sai fare altro.
 




Tre.

Hai passato la tua intera vita a combattere con tutte le forze perché il tuo fratellino fosse al sicuro, che non hai mai pensato a quello che volevi tu. Sei dovuto diventare madre e padre per quel bambino che ti guardava dal basso come se avessi tutte le risposte e hai sempre messo i tuoi sentimenti da parte.
Che cosa provi, Dean?
Spegni la luce vicino al letto e chiudi gli occhi, ma non trovi pace nel buio, perché ti fa ancora male il cuore. È possibile che ti vergogni di credere che possa amarlo anche tu?
Cosa direbbe Sam, se lo sapesse? Cosa direbbero gli altri cacciatori di Dean Winchester?
E così per tutti questi anni hai combattuto quella voce che diceva che ti era lecito amare l’unica persona che lottava sempre, con tutte le sue forze, perché tu fossi al sicuro.
 




Quattro.

Sam è andato a correre e tu sei rimasto a fissare i nomi intagliati sul tavolo. Vorresti trovare il coraggio di aprire il discorso, ma preferisci dirlo al vuoto. O al Vuoto, bella questa.
“Mi ha detto che mi amava, Sammy.” Non ti può sentire, ma è comunque una bella sensazione dirlo ad alta voce.
“Ed è per questo che se l’è preso il Vuoto, perché ci amava tutti. E io non ho detto niente.”
Sapere che Cas aveva dato tutto per loro ed era morto senza che nessuno, in milioni e milioni di anni, gli avesse detto che lo amava, ti logora dentro. Ci eri andato vicino tu, ma tutto quello che eri stato capace di tirare fuori era un “Ho bisogno di te”. Stringi i denti per la colpa. Avevi sempre chiesto a Castiel e lui ti aveva sempre dato tutto ciò che chiedessi. Non puoi credere a quanto fossi stato egoista e ora l’hai lasciato andare così – le parole non dette fanno ancora più male.
“E mi sento un idiota, Sammy. Perché ho rifiutato questo amore in tutti i modi possibili.”
Per vergogna – tu, il primo eterosessuale, che cadevi per un uomo?
Per cecità – tu, che l’hai sempre trattato come un fratello perché pensavi che dovesse essere così.
Per paura – tu, che non sapevi cosa avrebbero detto gli altri, non potevi sopportare che ti avrebbero potuto guardare come tu guardi le cose che uccidete.
Per colpa – papà non mi ha cresciuto così, i sentimenti vengono per ultimi.
Per mancanza di fede – come posso pretendere di essere amato così da un Angelo del Signore?
Perché non credi di meritare di essere salvato, Dean?
 




Cinque.

Ora che hai perso l’unica persona che ti ha mai mostrato uno spicchio di libertà, tanto vale tornare alla vita che ti ha tenuto in catene da quando tuo padre ti ha messo disperatamente il piccolo Sammy tra le braccia, prima che la vostra casa andasse a fuoco. Hai perso l’unico faro che ti mostrasse la via, che ti mostrasse che esiste una via d’uscita, per questo sei tornato a fare l’unica cosa che sai fare, nella tua comfort zone, cacciare.
Non lo ammetti neanche a te stesso, ma tu vuoi morire. Anche se vuoi onorare il suo sacrificio con la tua vita, sei troppo stanco, troppo affranto, vuoi solo riposare.
Vorresti andare in un posto dove puoi non pensare, non preoccuparti, non soffrire, vorresti il Paradiso, e anche se fa male pensare che lui non è lì, per una volta vorresti tu la pace.
Come ci si sente a dirsi che desideri qualcosa?
Non sapevi che quella volontà ti era stata strappata quando eri piccolo finché Castiel non te l’aveva insegnata di nuovo poco a poco; la sua presenza, la sua protezione e cura erano un balsamo sul tuo corpo ferito. Anche tu hai il diritto di desiderare qualcosa, di volere qualcosa, fanculo cosa dicono gli altri.
 




Sei.

“Io non sono gay.” L’hai detto come se anche pensarlo ferisse qualcuno, te per primo, e una parte di te si vergogna come un ladro colto in fragrante.
“Però è Cas.” L’altra si chiede, arricciata, piangendo, in un angolo buio, perché non riesci ad accettare che è amore, perché, dopo una vita come la tua, non importa di che tipo sia, basta che sia amore.
“E’ un angelo, non è mica un uomo.” Ti giustifichi, ti serve trovare una via d’uscita per sentirti in diritto di provare queste cose. Ma sai che per te Castiel è anche gli occhi azzurrissimi di Jimmy Novak e quel suo gusto antico per i trench lunghi.
Sei confuso, Dean, non è facile.
La verità è che ti ripeti queste stesse tre frasi da anni, mentre quello che intendi davvero è che anche tu pensavi di non poterlo avere.
Dopotutto come poteva, la cosa più pura che fosse stata creata dal Padreterno, amare proprio te.
 




Sette.

Ti svegli di soprassalto gridando. Miracle ti salta addosso e lo stringi per consolarti, dietro di lui vedi arrivare Sam con una pistola in mano. Sam non ti chiede niente, ma di nuovo speri che lo faccia, perché senti il bisogno di giustificare il “Non farlo!” gridato a pieni polmoni. Sam sembra sapere già che cos’è che tiene suo fratello sveglio la notte; dà una pacca alla porta e fa per tornare al letto.
“Sam” Vorresti che la tua voce non suonasse così rotta da un pianto trattenuto troppo a lungo. Sam si gira, illuminato da quel richiamo in cui non sperava più; forse stavolta sarai pronto a parlare. “Sì?”
Senti qualcosa fare a pugni alla base della gola, ma non ce la fai più.
“Cosa diresti se ti dicessi che… insomma, sarebbe strano per te se io fossi, fossi… È che in tutti questi anni non pensavo, cioè non volevo ammetterlo, ma credo che, andrebbe bene per te se…”
“Sì, Dean” ti dice in una risata e tu senti caderti dalle spalle almeno il doppio del tuo peso.
“Hai capito di cosa sto parlando?”
“Sì, Dean, da una parte l’ho sempre sospettato. Tu l’hai capito finalmente?” Sam si avvicina cauto, quasi avesse paura di romperti o di spaventarti, per una volta che finalmente decidi di aprirti.
“Sam… Non ha più senso ormai. Cas non c’è più.” Non sei riuscito a trattenere le lacrime e forse con quella singola frase hai colmato vuoti che ti portavi dentro da anni e anni e puoi vedere che Sam è contento di vedere che sei pronto a parlarne.
“Ci sarà sempre, Dean.”
“Cazzate”
Vorresti davvero credere che, finché vivrà in te, vivrà sempre.
 




Otto.

Sam non dice nulla, ma ti sente ogni notte. Vorresti poter pregare più piano, ma non ti sembrerebbe giusto, o fatto bene; vorresti annodarti la gola per non far uscire quei singhiozzi, ma non riesci più a fermarti dopo che il primo scivola via e rimbomba tra le pareti della tua stanza.
Preghi lui ogni notte, lo preghi di tornare, lo preghi di sentirti, come avevi fatto già in Purgatorio l’ultima volta e molti anni prima. Chissà cosa gli avresti detto se ti avesse lasciato finire, chissà che cosa avevi in mente di dirgli che lui non sapesse già, che magari anche tu non sapessi ancora. Ti ricordi amaramente le parole di Rowena, quando vi incitava a sistemare le cose, perché un giorno sareste morti e non avreste più potuto sistemare niente.
Maledetta, avresti dovuto ascoltare le sue parole, ma non immaginavi
di non poter avere più tempo.
 
 
 



 
“Perché questo suona come un addio?”
Avevi cercato dentro di te parole che potessero esprimere di più, ma il panico aveva preso il sopravvento.
Perché deve finire sempre così tra noi due? Non mi lasciare di nuovo.
“Perché lo è.” Avevi sentito il pugno di Billie accompagnare la stilettata che ti trapassava il cuore.
“Io ti amo.” Hai cercato di implorare che non lo dicesse, hai cercato dentro di te la forza per ricambiare, in qualche modo, ma ti era uscito diversamente, come quel “I need you” spintonato fuori da un “I love you” più tacito, intrappolato nei denti.
“Non farlo, Cas.”
Vorresti aver aggiunto Non così, non dire così quello che c’è tra di noi,
non mentre ti sacrifichi per me, non prima di lasciarmi di nuovo.

Lui che ha sempre visto attraverso le tue parole, speri che anche questa volta abbia capito,
e mentre fissi il vuoto,
“Cas”
vorresti aver avuto più tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 





Nove.

“Hey Jack, ragazzino… Se mi senti, ho un favore da chiederti.”


















N.d.A.

Se sei un* 15x20 denier e tu lo sai batti le mani! *clap clap*

Continuo a sostenere che l'amore per quello che questi personaggi rappresentano e il giusto compimento delle loro storie e archi narrativi sia più importante di quello che gli scrittori, a cui i personaggi sono scappati di mano, in perfetto parallelismo con quello che è successo a Chuck, abbiano voluto rappresentare, in discordanza con i valori che questa serie ha lanciato per quindici anni.
La 15x20 più piacere o no, tbh, a me, non piacque.

Spero che questa piccola fix-it fic vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate e anche come avete preso il finale!
Saluti, Erika
   
 
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