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Autore: Duchessa712    11/12/2020    0 recensioni
Prima di svenire pensa che non ha mai odiato tanto il suo nome.
Giulietta e Romeo: come ha fatto a essere così stupida da credere che potessero avere un lieto fine?
Se solo potesse davvero non svegliarsi più

(Il titolo é tratto da "In my veins" di Andrew Belle)
(Giulietta/Vincent)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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You're in my veins (and I cannot get you out)

-Sarò io il tuo Romeo-.
Vincent é un bambino (vero) quando le fa quella promessa, quando si china a cogliere una margherita e gliela porge con la sicurezza e la dolcezza dei bambini (veri).
Giulietta é una bambina (finta) quando accetta il piccolo dono e lo ringrazia con il sorriso dolce e grato dei bambini (finti) che stanno al gioco e si credono troppo grandi per certe cose.
Romeo e Giulietta, pensa,forse non sono la scelta migliore.
Il sorriso di Vincent é luminoso come il sole e lei si permette di dimenticare che il sole brucia i vampiri.

Giulietta, la tragica eroina di Shakespeare morta per amore.
Lei non può morire ma non vuol dire che non abbia un cuore da spezzare.

Vincent non è più un bambino quando, a diciotto anni, è attorniato da ragazze che vogliono soddisfare ogni suo desiderio e a cui lui regala ogni volta fiori diversi (mai margherite raccolte dal ciglio della strada) e sorrisi (finti che non raggiungono mai gli occhi), mentre lei resta in disparte a guardare.
Forse la vera tragedia é quella scritta nel nome e non nel sangue che le circola in corpo da anni e anni.
Forse è che il primo amore non si scorda mai perché è quello destinato a non sbocciare e a fare più male.

-Sarò io il tuo Romeo- e lo è stato, eccome se lo è stato. É colpa sua, però: il sole brucia quelli come lei e il sorriso di Vincent brillava troppo. Doveva stare più attenta.

Le chiedono tutti che cos'abbia, perfino Mirco le si siede accanto sul letto e la abbraccia come si fa con i bambini (veri) e le carezza i capelli e le mormora che qualsiasi cosa sia si risolverà, Giulietta. Si risolve sempre tutto, alla fine.
Lei si aggrappa alla sua giacca e al suo affetto mentre è scossa dai singhiozzi e gli occhi bruciano per lacrime che non può piangere.
Le parole di Mirco sono giuste, sono quelle che ha bisogno di sentire, ma Giulietta é una bambina finta che ha imparato a non fidarsi delle promesse di ragazzi attraenti e carismatici.
Si nasconde di più nell'abbraccio di suo fratello e non pensa di averlo mai amato come adesso che sta buttando un po' del suo prezioso tempo per consolarla.

Vincent è bellissimo con la camicia bianca e i jeans e i capelli portati più lunghi.
-Chi è la fortunata questa sera? - chiede con finta esasperazione e finto divertimento mentre lo vede sistemarsi per l'ennesima volta la frangetta che gli ricade sugli occhi.
-Sei gelosa? - ribatte Vincent gettandole un'occhiata divertita e ammirata mentre posa finalmente il pettine.
-Nei tuoi sogni, magari-
-Bene, perché nessuna è come te. Lo sai vero? -.
Nessuna è come te che vuol dire nessuna mi conosce come mi conosci tu, nessuna sa tutto di me come lo sai tu, nessuna é al mio fianco come lo sei tu. -Certo! Io sono sicuramente superiore a chiunque-.
Battibeccano come quando lui era un bambino (vero) e lei restava una bambina (finta) e doveva dissuaderlo dai suoi piani folli e dalle sue idee di ribellione.
-Naturalmente. E poi, lo sai, io sono il tuo Romeo-.
Giulietta sorride e gli grida di muoversi prima di fare tardi e spera che la voce nasconda il frantumarsi del suo cuore.

Giulietta e Romeo sono gli amanti tragici per antonomasia. Promettersi di essere come loro non poteva che essere una pessima idea.

Ce n'è una che resta attorno più tempo delle altre. É alta, bionda, con gli occhi azzurri. É dolce, leale, altruista e gentile.
Si chiama Julia ma tutti la chiamano Julieta.
Questo è quello che racconta Daysi a Mirco, Max e Lucia in un'uscita a quattro in cui lei non è stata invitata, ma quando puoi passare attraverso i muri certe cose non sono importanti.
Giulietta vorrebbe ridere e piangere insieme perché cosa accidenti ci trova Vincent in una così? In una leale e dolce e gentile lui che è sempre stato intelligente e arrogante e bugiardo?

Julieta che somiglia a Giulietta.
Ha promesso anche a lei di essere il suo Romeo?
Scappa via, un turbine di fumo e di nero, alla ricerca di ombra (il sole brucia troppo) e di aria (le manca il fiato e le viene la nausea).
Non può morire ma forse ha appena scoperto cosa si prova.

-Sei innamorata di lui-.
Trema sotto lo sguardo di Mirco lei che è sempre stata così sicura e non si è mai tirata indietro davanti a niente. Ha la gola secca e si sente male, la vista si annebbia e il mondo gira e le gambe le cedono.
-Giulietta! -.
Prima di svenire pensa che non ha mai odiato tanto il suo nome.

Giulietta e Romeo: come ha fatto a essere così stupida da credere che potessero avere un lieto fine?
Se solo potesse davvero non svegliarsi più.

Mirco la fa sdraiare sul letto e le passa la mano sulla fronte pallida e tra i capelli scuri.
Come ha fatto a non rendersi conto che sua sorella, la sua sorellina, stava così male?
Ci è passato anche lui nel mal d'amore. È stato davvero tanto preso dalla sua vita, da Lucia, da non accorgersi che davanti ai suoi occhi si stava svolgendo una brutta parodia della tragedia di Shakespeare?
-Giulietta- la chiama con dolcezza quando la vede aprire gli occhi. - Non ti muovere- ordina stendendosi accanto a lei e prendendola tra le braccia come faceva quando era una bambina (vera), quando piangeva perché era gelosa delle attenzioni che venivano rivolte solo a lui.
Giulietta si nasconde nel suo abbraccio e quanto avrebbe preferito Mirco che si ribellasse, che mettesse il broncio, che gli ricordasse che è una bambina solo per finta!
-Fa male-.
I vampiri non hanno lacrime ma Mirco riesce a immaginarne la consistenza acquosa e appiccicosa sul viso pallido e affilato della sua sorellina.

Romeo e Giulietta nati sotto una cattiva stella, la cui morte ha posto fine a una guerra.
Vittime sacrificali per un disegno più ampio.
Burattini e giocattoli del Fato e della Sorte.

-Vincent-
-Mirco. É successo qualcosa? Daysi? -
-Daysi sta bene. Si tratta di Giulietta-.
Il ragazzo scatta in piedi e lo guarda preoccupato, dimentico della giovane (la famosa Julia che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?) che sposta gli occhi dall'uno all'altro.
-Cos'è successo? -.
Vincent non è mai stata impulsivo, ogni sua reazione era pensata e calcolata per ottenere il massimo profitto e la massima teatralità. Non questa volta.
-È una conversazione che credo sia meglio avere da soli-. Potrebbe tranquillamente togliere l'udito e la vista a tutti i presenti ma non gli sembra il caso e negli occhi ha ancora l'immagine di Giulietta addormentata, fragile e piccola come una bambina (vera).
Vincent freme di attesa e agitazione mentre camminano lungo la strada dove anni prima ha raccolto la margherita e fatto la promessa.
-Allora? - chiede quando il silenzio si fa troppo pesante e l'ansia rischia di divorarlo vivo perché non può essere capitato qualcosa a Giulietta perché Giulietta deve essere la sua costante, quella che alla fine della giornata sarebbe sempre stata presente. -Vincent... Tu quanto ci tieni a mia sorella? -.
Tanto. Tutto.
-Perché la stai distruggendo. Perché è innamorata di te e la sta logorando-.
La voce di Mirco si fa dura mano a mano che parla e Vincent si sente nel torto per qualcosa che non sapeva nemmeno di stare facendo.
(-Io sarò il tuo Romeo- le ha promesso, solo che a un certo punto non è più bastato, non quando ha scoperto il liceo e il potere di un bel sorriso (finto) e l'adorazione delle ragazze e l'invidia dei ragazzi. Non quando è diventato Max, bello, famoso, popolare. Non quando ha iniziato a scoprire la vita e a dare Giulietta per scontata.
Non quando quella promessa ha mantenuto il suo valore e la sua importanza ma non è più stato abbastanza).
Vincent si bagna le labbra e cerca di capire cosa deve dire, cerca di vedere oltre le lacrime e l'immagine di Giulietta fragile e debole anche se non pensa di star facendo un buon lavoro perché Giulietta non è debole e non è fragile.

Amanti nati sotto una cattiva stella, dice Shakespeare.
Amanti nati con un secolo e l'eternità a dividerli.

Giulietta é pallida e sembra malata quando Vincent le si siede accanto sulla panchina all'ombra dell'albero.
-Non hai un appuntamento? - gli chiede confusa con le sopracciglia aggrottate.
-Non più-. Scrolla le spalle e i capelli brillano d'oro ai raggi del sole. (Il sole brucia e Giulietta ha imparato a stare attenta).
-Cos'è successo? -
-L'ho lasciata-
-Mi dispiace-.
Vincent vorrebbe dirle che è una pessima bugiarda ma sarebbe falso perché gli ha mentito per otto anni e le ha fatto abbastanza male senza fargliene dell'altro.
-Devi dispiacerti solo se lei avesse lasciato me-. Sorride sornione e la butta sullo scherzo perché è quello che sa fare meglio e c'è un piccolo sorriso sul viso di Giulietta che scompare davvero troppo velocemente.
-Perché non me lo hai detto? -
-Che cosa? -
-Che sei innamorata di me-.
Scatta in piedi, avvampa di vergogna, inciampa in qualche scusa e maledice Mirco e il suo potere, perché non poteva avere il teletrasporto in modo da essere già lontano?
-Giulietta-, mormora Vincent prendendole la mano fredda e regalandole il sorriso (vero) di quando era un bambino (vero).
-Non ho mai detto di non amarti anch'io-.
É divertito e sincero e i suoi occhi brillano come la luna e come le stelle. (Loro non bruciano: la notte é amica dei vampiri).
-Mi ami anche tu? - ripete perché ha bisogno di sentirglielo dire per davvero che ama lei e non Julia o le troppe ragazze che gli girano attorno.
-Ti amo anche io-.

Romeo e Giulietta sono gli amanti tragici per antonomasia, ma loro non sono i personaggi di una tragedia già scritta.
Loro sono Vincent e Giulietta ed è sicuramente più bello e più semplice.
   
 
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