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Autore: GiuliaNieri97    13/12/2020    1 recensioni
"Devo essere la regola, non l'eccezione!"
Riflessioni di Danse durante questa missione.
ATTENZIONE. Contiene SPOILER sulla missione omonima.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Punto d’ascolto Bravo.

Fa freddo qui. I muri sono crollati, la porta era aperta. Una luce bianca al neon illumina questo ambiente… lo fa sembrare… spettrale. Metà delle pareti di questo bunker sono crollate, la polvere grigia ricopre ogni cosa.
Vedo le tracce delle mie impronte sul terreno. Io stesso sono ricoperto di polvere. Attorno a me, armadi e schedari sventrati, scrivanie rovesciate.
Ancora non ci credo.
Sintetico? Sono un sintetico? Una macchina? Un traditore? Per l’ennesima volta mi tasto il retro della nuca, come sto facendo da ore. Ma non sento niente. Niente di insolito. Eppure dovrebbe essere lì. Il componente. Quello che permette di distinguere sintetici e umani. Ma non c’è. Io non lo sento! No, devo calmarmi. Forse… Ci deve essere un errore! Dannazione pensa Danse pensa!
Prendo un profondo respiro. No… E’ ovvio che non possa trovarlo. Nei sintetici che ho ucciso, quel componente era sepolto in profondità, ed era fin troppo piccolo per essere palpabile.
C’è l’ho ancora davanti agli occhi. La lista dei sintetici segnati come “dispersi” dall’istituto. I loro parametri di altezza e peso, i loro volti, il loro codice genetico.
E i parametri di altezza e peso di “M7-97” sono identici ai miei.
E il volto di “M7-97” è identico al mio.
E il codice genetico di “M7-97” è identico al mio.
Non riesco a crederci.
Ma forse… Forse c’è un’altra spiegazione. Forse lo stavano creando per sostituire me, o… Insomma… lo ricorderei se fossi un sintetico. O no? Già… il reset della memoria. Ma allora… Quando i miei ricordi sono stati manomessi? La mia vit… no, la mia esistenza è tutta una finzione.
Purtroppo, le le informazioni che abbiamo raccolto sono inoppugnabili, non c’è margine d’errore… sono… sono un maledetto sintetico! La consapevolezza mi sommerge, come una marea, mi travolge e io mi sento affogare. Com’è possibile? Io… cosa devo fare ora? I pensieri si affollano uno sull’altro! Cosa devo fare? Io… ho sbagliato. Dannazione ho sbagliato tutto! Avrei dovuto restare sul vertibird! Ma in quel momento… Avevo bisogno di pensare…
Spari.
I robot protecton del Bravo sono entrati in funzione. Qualcuno ha trovato questo luogo. Saranno i miei confratelli? O dei nemici? C’è differenza ormai?
Dovrei andare fuori, vedere? Cosa cambierebbe? Confraternita, Predoni, o peggio.
E poi, lo vedo riflesso nello schermo.
Il Cavaliere Nate.
Un flash rivedo Cambridge, quando io e la mia squadra eravamo assediati dai ghoul, e quello straniero venuto da un vault ci ha salvato, aiutandoci a riparare la torre radio.
Ricordo una ad una le missioni che abbiamo fatto assieme, come compagni. Ricordo quando, in segno di fiducia, mi ha rivelato la sua storia.
Dovevo saperlo che avrebbero mandato lui.
Ma forse… Forse, se hanno mandato lui, in nome della nostra amicizia e dei miei trascorsi con la confraternita…
Respiro. Forse ho ancora una speranza. Ma a che servirebbe?
Sono pronto ad affrontarlo, sia quello che sia.
Stavolta, nessuna via di fuga.

Si avvicina. I suoi passi, avvolti nella pesante armatura, rimbombano sul terreno.
Non ha il casco, ma la sua espressione è indecifrabile.
“Devo chiederti una cosa.” come esordio non è dei migliori.
“Non mi sorprende che Maxson abbia mandato te” Sto gelando. Fa freddo qui sotto. Impregna I miei vestiti, si fa strada fin nelle ossa. Non so da quante ore sono qui. É forse per questo che la mia voce trema?
“Ha sempre fatto fare agli altri il lavoro sporco” Deglutisco. E’ questo che sono adesso per loro? Solo un affare da sistemare?
“Perché non me lo hai detto, Danse?”
Sembra ferito. É delusione quello che leggo sul suo volto mentre mi sputa contro queste parole o è la rabbia? Maxson! Di tutti… Proprio lui dovevi mandare? Il mio allievo? Cos’è? Non ti fidi di lui perché sta spiando l’istituto… per te? Vuoi testare la sua fedeltà? Lo vuoi mettere alla prova? Non ti rendi conto di quanto gli hai reso le cose più difficili? Non posso non rispondere. Dopo tutto quello che abbiamo passato, gli devo almeno una spiegazione.
“Perché non lo sapevo. Prima che Quillian decifrasse quella lista, credevo che i sintetici fossero il nostro nemico! Non avrei mai pensato di essere uno di loro. Non fosse stato per Heilen, a quest’ora non saremo neanche qui a parlarne.” Heilen cara amica, ricordo i suoi studi e la sua dedizione. L’ho vista crescere e diventare una donna. Una bella donna. Forte, ma con una gentilezza unica. Bene prezioso, la gentilezza. O forse sono programmato per vederla così? Non importa. Un pensiero si affaccia alla mia mente. Forse mi sbaglio. Se Maxson ha mandato proprio lui allora, forse… “Quali sono i tuoi ordini? Maxson ha deciso di concedermi la grazia?” Non riesco ad impedirmi di sperare… anche se in fondo so… lo so che è sbagliato, che non dovrei… eppure… In fondo, Maxson sa che siamo amici. La confraternita é la mia famiglia! Sono la mia famiglia perché io sono “programmato” per percepirli come tali?
“Com’è possibile che non sapessi di essere un sintetico?”
Disgusto. Stavolta, è palese. Quasi non credo che le parole possano fare così male. E tuttavia non ha torto.
“Nemmeno io me lo spiego. Mi sembra di vivere in un brutto sogno. I ricordi di quando ero bambino.. della mia adolescenza tra le rovine ogni cosa.” Inspiro. E’ l'unico modo per impedire alla mia voce di tremare. “Immagino che mi abbiano impiantato questi ricordi” Certo. Altrimenti, avrei capito da solo la mia vera natura. “Eppure, sento di aver avuto il pieno controllo della mia vita. Di tutte le decisioni, del mio destino.” Ma lo avevo davvero o mi sono illuso? “Anche se le prove indicano che sono un sintetico, non mi sento affatto diverso da come ero prima” Non tradirei mai la mia famiglia! “Mi considero ancora un umano” Già. Ma non lo sono. E’ questo il punto. Ma allora perché continua a interrogarmi? “Ma a te cosa importa? Sei qui solo per eseguire gli ordini di Maxson” Già. Gli ordini di Maxson. Sono questi che contano. Non so per quanto ancora riuscirò a tollerare questa attesa. Devo sapere, devo sapere ora! “Ha deciso di concedermi la grazia?”
“No…” Lo sapevo. Lo sapevo dannazione! Lo guardo negli occhi. E’… dolore quello che leggo sul suo viso? Maxson. Di tutti i nostri uomini, perché lui? “Ma spero ci sia un’altra soluzione” Deglutire è improvvisamente difficile, mentre sento qualcosa dentro di me spezzarsi. Lo sapevo, ma... Non voglio mori… Sono programmato per perpetrare la mia esistenza. Ma non posso. Non voglio tradire la confraternita. La mia famiglia.
“Non dire sciocchezze. Ascolta. So che siamo buoni amici, e questa situazione deve essere molto difficile per te.” A parti invertite, non so se sarei davvero in grado di eseguire gli ordini di Maxson. Uccidere un mio compagno, chi è stato per me un maestro, uno dei miei migliori amici! Ma è la cosa giusta. Anche se so che sarà difficile per lui “Avrei preferito che Maxson avesse mandato qualcun altro al tuo posto.” Ci ho sperato. Ma forse, in fondo, sapevo che sarebbe finita così. Ora devo fare in modo che possa accettarlo, che esegua gli ordini e che possa accettare di mettere fine alla mia esistenza. “Ma i fatti non cambiano. Sono un sintetico, e ciò significa che devo essere distrutto” Adesso, vorrei solo che tutto questo, finisse. “Disobbedendo ai tuoi ordini, non solo tradirai Maxson, ma anche la confraternita d’acciaio e ciò che essa rappresenta” Ironico, che debba essere io a convincere il mio… distruttore a eseguire gli ordini. Ma non ho scelta, lui non può farsi carico di un simile gesto, devo essere io a spronarlo, devo fargli capire che sta facendo la cosa giusta “Non ci si può fidare dei sintetici!” Non ci si può fidare di me. “Le macchine non sono costruite per prendere decisioni autonome, vanno controllate.” Sono stato creato per distruggere la confraternita e i suoi membri. Forse non è sbagliato che siano loro a distruggere me. Sento un peso enorme posarmisi sulle spalle, la mia schiena si piega impercettibilmente, sono così… stanco… “L’abuso della tecnologia ha messo il mondo in ginocchio, portando l’umanità vicina all’estinzione” E lui dovrebbe saperlo meglio di altri. Lui che ricorda come era il mondo duecento anni fa… Prima della caduta delle bombe. Sotto il suo sguardo, mi sento incalzato a continuare “Devo essere la regola. Non l’eccezione.”
“Se è questo che pensi, allora come mai sei scappato?”
“Scoperta la verità?” sospiro. Mi sento stanco. Svuotato. “Sapevo che la mia vita era in pericolo. Sono un soldato.” Un soldato della confraternita d’acciaio. “E’ prevalso l’istinto di sopravvivenza. Dovevo mettere ordine nei miei pensieri e valutare la situazione. Quando sono venuto qui, ho avuto tempo per pensare.” venire qui è stato il più grosso errore della mia vita. L’ultimo. “Solo una volta arrivato mi sono reso conto che avevo solo peggiorato le cose. Sarei dovuto rimanere alla base, e accettare le conseguenze della mia identità. Come ti ho già detto, devo essere la regola, non l'eccezione”
Vedo il disgusto tornare nel suo sguardo. Ho sbagliato. Me ne sono reso conto tardi
Ma ora sono pronto. Sono davvero pronto, ho preso la mia decisione, basta dubbi, basta pensieri, mi sento sollevato che sia finita…quasi…
“Hai calcolato ogni variabile. Come una macchina.” Come fanno? Come fanno queste parole a colpire così profondamente? Come mai fa così male? Eppure, davvero non posso dargli torto. Ha ragione, ha dannatamente ragione!
“La tua rabbia non fa che confermare ciò che penso. Maxson ti ha ordinato di uccidermi” distruggermi “E che io sia dannato, se ti impedirò di farlo” Pesano. Sul cuore. Solo ora la verità mi piomba addosso. Sto per morire. Oh dio, non ci credo.
“Se è questo che vuoi…”
Mi ha ascoltato. Dovrei esserne sollevato, ma davvero, non ci riesco. Deglutisco. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie, ma c’è un’ultima cosa che devo dire. Voglio che lo sappia. Voglio che sappia che ho capito. Che capisco. Che è necessario. Che va bene così. E’ la cosa giusta, dopotutto.
“Non sono mai stato così fiero di te come lo sono ora. E’ stato un piacere” Mi porto il pugno sul petto tributandogli il nostro gesto di saluto, ostentando un coraggio che non sento fino in fondo, prima di voltargli le spalle. Sento il cuore impazzire. Con passo tremante arretro. Mi metto in ginocchio. Vorrei più Tempo. Quanto è prezioso. Quanto altro ne vorrei! Quante cose avrei ancora da fare… Nate si muove quasi al rallentatore. Lo vedo estrarre la sua pistola. ogni gesto è dilatato, sembra durare un istante e un'eternità.
Lo guardo negli occhi mentre la carica con un movimento sicuro. Il suono metallico del cane che si abbassa. Quante volte ho fatto lo stesso gesto all’alba di una battaglia. Sembra quasi irreale. Non sta succedendo davvero, non sta succedendo a me.
Non voglio morire.
Si avvicina. I suoi passi non tremano.
Non voglio morire.
Allinea lo sguardo al mirino. E’ finita.
Non voglio morire.
Chiudo gli occhi, abbasso il capo, non posso, non riesco a guardarlo. Il respiro di entrambi pare rallentato.
Non voglio morire… ma devo!
Per la confraternita d'acciaio.
AD VICTORIAM








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Note: Si ingrazia Noianoia, che mi ha fatto da Beta, senza la quale non avrei avuto il coraggio di pubblicare.
   
 
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