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Autore: Keeper of Memories    20/12/2020    8 recensioni
"Entrambi si trovano lì, in una sala antica, dove il tempo si è fatto beffe delle elaborate decorazioni murarie e delle statue solenni, rovinando e sgretolando ogni cosa.
Sono fianco a fianco, le spade laser sguainate mentre osservano la luce emanare dal pozzo ai loro piedi, che quasi sembra chiamarli con la sua luce pulsante.
Dietro il pozzo, due troni in pietra.
Due troni per due persone.
Due troni per una diade.
Due troni per loro.
Per un breve istante i loro occhi si incontrarono."
Tempo fa incappai nello script iniziale di episodio IX e quasi subito decisi di trasformare quel capolavoro mai nato in una storia.
!Attenzione!
Se cercate un lieto fine per la vostra coppia preferita, passate oltre. Questa non è la fanfiction che state cercando.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kuat, Anello Orbitale

Rey riusciva a vedere dai vetri dell’Eclipse la navetta di manutenzione con BB-8 a bordo, colpita da uno dei cannoni della stazione e ora in fiamme.
«Poe, devi avvicinarti!»
«Ci sto provando!» rispose il pilota della resistenza.
Con uno scatto improvviso, la nave si mosse in avanti verso lo spazio, facendo cadere chiunque in quel momento si trovasse in piedi, inclusa Rey che ora aveva la faccia schiacciata contro il vetro.
«Scusate! Scusate…»
Con un movimento più fluido, la nave avanzò finché uno degli hangar posteriori del dreadnought non fu abbastanza vicino alla navetta in fiamme.
«Ora BB-8!» disse Rey al commlink, guardando il piccolo droide eiettarsi dalla navetta e coprire quei quindici metri che lo separavano dall’hangar grazie alla pura inerzia. Una sequenza di bip allegri le fece tirare un sospiro di sollievo. «Ce l’abbiamo!»
«Pronti per l’iperluce!» annunciò Rose. Poe abbassò di scatto la leva.
Le stelle si fecero più brillanti, per poi allungarsi nei ben noti tratti luminosi e, in pochi istanti, furono nell’iperspazio.
 
L’ammiraglio Vonn imprecò a denti stretti non appena il dreadnought svanì, sotto gli occhi turbati di tutti i suoi sottoposti.
«Gli ordini, ammiraglio?» chiese uno dei tecnici al suo fianco.
«Li abbiamo persi del tutto?»
«No signore» confermò un altro tecnico, dall’altra parte della stanza «Siamo riusciti a caricare un cifrario nascosto sul droide.»
«Molto bene» osservò, mentre sotto il suo dguardo preoccupato atterrava la Knife 9 la nave dei Cavalieri di Ren dall’inconfondibile forma a punta di freccia, come se fosse appena stata sbozzata nella roccia vulcanica.
L’ammiraglio Vonn deglutì e mentalmente pregò i suoi antenati di proteggerlo, cercando di darsi il contegno che ci si aspetta da un membro dell’esercito. Fece cenno ai due tecnici di seguirlo e uscì dal centro a passo di marcia.
 
I quattro cavalieri di Ren scesero dal loro trasporto, silenziosi come fantasmi. Nemmeno il frusciare dei mantelli neri si sentì, quando si voltarono all’unisono verso la porta che si apriva.
«Miei Signori» esordì il vecchio ammiraglio, facendo un inchino.
«Lei non è qui» disse Hattaska Ren, avanzando verso il vecchio.
«No, miei Signori, ma abbiamo caricato un cifrario nascosto sul droide. Manderà un segnale appena sarà abbastanza vicino a una boa.»
Hattaska Ren non disse nulla. Poteva vedere il sudore prendere forma sulla fonte rugosa dell’ammiraglio mentre questo invano cercava di comprendere la sua espressione dietro la maschera. Inutile.
Ci fu un lampo, poi la testa dell’Ammiraglio che rotola a terra e una spada laser nera stretta nella mano guantata di Hattaska Ren. I due tecnici rimasero pietrificati, immobili mentre i Cavalieri rientravano sulla loro nave e lasciavano l’hangar.
 
Coruscant 

Coruscant è ormai diventato la magnifica capitale, nonché baluardo del Primo Ordine. Negli ultimi due anni, migliaia e migliaia di splendidi edifici erano stati costruiti sopra i precedenti, tutti della stessa forma quadrangolare, tutti dello stesso colore grigio scuro, e ora si ergevano alti e imponenti contro l’orizzonte dell’immenso pianeta-città proprio come il Primo Ordine s’imponeva nella vita dei suoi abitanti.
Dade aveva dodici anni e viveva a Coruscant da sempre. All’inizio abitava in un tugurio con i suoi genitori, nei livelli più bassi della città. Entrambi avevano deciso di diventare stormtrooper per lui, o così avevano detto: con i soldi che guadagnavano avrebbero potuto comprare una casa più bella, avere sempre del cibo in tavola e perfino mandare Dade a scuola. Uscirono di casa tre anni prima e da allora Dade non li aveva più rivisti.
L’unica persona che venne a trovarlo fu un ufficiale del Primo Ordine dalla divisa impeccabile e i capelli pettinati, che gli disse di andarsene, poiché quella non era più casa sua. Da allora, Dade vagava per i vicoli dei livelli inferiori, ma non era solo, tanti altri come lui vivevano per le strade, e si aiutavano tra loro come meglio potevano.
Qualche volta, qualche alieno più vecchio raccontava storie incredibili, bisbigli dispersi nella notte e nel vento, storie di un periodo in cui il Primo Ordine non c’era su Coruscant, di quando gli stormtrooper non esistevano e i bambini non venivano separati dalle loro famiglie e costretti a vivere per strada. Dade non sapeva se crederci, ma gli stormtrooper non gli piacevano, questo era sicuro, così come non piacevano a quasi tutti i suoi amici.
Dade sgattaiolò rapido tra i detriti, invisibile grazie alle nubi grigie che oscuravano il sole e minacciavano una pioggia imminente. Da dietro un muro spiò la strada, scoprendo la sorgente del rumore che l’aveva portato fin lì, cioè l’esplosione tipica di un blaster.
Tre stormtrooper avevano circondato uno dei suoi amici, Zeec, un rodiano che aveva dodici anni come lui ma a cui non funzionava una gamba. Gli avevano sparato alla gamba buona e ora lo stavano prendendo a calci con i loro stivali rinforzati, ridendo sguaiatamente quando li implorava di smettere.
Dade non perse tempo e raccolse un pezzo dei detriti che cascavano dai vecchi edifici e lo lanciò contro gli stormtrooper, colpendone uno alla testa. Sentì un “ehi” rivolto verso di lui e tre paia di occhi che cercavano di individuarlo tra i detriti. Era il momento.
Dade scattò e corse verso la strada, in mezzo alla folla, i passi dei tre stormtrooper dietro di lui che sbraitavano, intimando alla gente di farli passare. La folla però si fece sempre più fitta e ben presto riuscì a seminarli, imboccando una serie di vicoli che ormai conosceva come le sue tasche.
Zigzagando per le strade giunse alla piazza, dove si ergeva l’edificio che era diventato la sede del governo del Primo Ordine, grigio scuro, frastagliato, che a causa della strana forma a piramide rovesciata lui e i suoi avevano iniziato a chiamare “la trottola”.
Il suono di un corno di bantha riempì l’aria, un segnale che tutti gli abitanti di Coruscant conoscevano bene. Tutti si fermarono, immobili, in attesa, l’aria fattasi improvvisamente pesante. Migliaia di olomonitor si accesero in tutto il pianeta e proiezioni del Cancelliere Hux apparvero sui muri scuri degli edifici. Era in piedi, dritto nella sua postura militare, circondato da stormtrooper. Due di loro reggevano per le braccia un minuscolo chadra-fan dal caratteristico aspetto da pipistrello, ferito e sanguinante.
«Cittadini del Primo Ordine! Quest’oggi, un altro cospiratore si trova davanti a voi con l’accusa di tradimento.»
I due stormtrooper avanzarono e uno di loro alzò la testa dell’alieno, affinché tutti potessero vederlo. Gli mancava un occhio e aveva numerosi tagli in tutto il muso.
«Nonostante il supporto alla sua causa sia tutt’altro che svanito, che questo giorno vi sia da monito, cittadini, affinché tutti sappiate cosa succede a chi tenta di contrastare il nostro Leader Supremo.»
Gli stormtrooper costrinsero a terra il chadra-fan, mentre un terzo si avvicinò a passo di marcia, l’armatura nera e l’elettroascia stretta tra entrambe le mani. Il Cancelliere continuò a parlare.
«Tuttavia, anche il Supremo Leader Kylo Ren sa mostrarsi pietoso. Per questa ragione, il qui presente Biss Kova sarà perdonato, se rivelerà la posizione della base ribelle!»
Ci fu un attimo di interminabile silenzio, poi il chadra-fan parlò, l’espressione impassibile, priva di alcuna traccia di paura. Le sue parole erano nella sua lingua, ma l’espressione irritata del Cancelliere non lasciava alcun dubbio sul contenuto.
«Così sia.»
Lo stormtrooper sollevò l’elettroascia.
Un suono attirò l’attenzione di Dade, il sommesso singhiozzare di una donna che gli fece distogliere lo sguardo dall’esecuzione. Era una chadra-fan, le orecchie abbassate e il pelo scompigliato, un neonato stretto tra le braccia tremanti. La guardò attentamente, mentre Biss Kova continuava a ripetere le stesse parole, in una monotona cantilena. Fu quando questa cantilena si spezzò di colpo che Dade capì. Dal sussulto che fece la chadra-fan e da come si stringeva il bambino a sé in maniera spasmodica, capì chi fosse.
Gli olomonitor si spensero, i muri di Coruscant tornarono grigi, fatta eccezione per gli occasionali poster di propaganda, e tutti tornarono alle loro faccende, come se il tempo avesse ripreso a scorrere all’improvviso. Fu allora che Dade si avvicinò alla donna, che non aveva mai smesso di piangere, e le sfiorò il braccio.
«Vai ai livelli inferiori e dì a chiunque trovi lì che ti manda Dade. Ci prenderemo cura di te» le disse a bassa voce, non appena questa alzò lo sguardo. Sembrava confusa dalle sue parole ma Dade non aveva tempo di spiegare, non con gli stormtrooper che pattugliavano fittamente la città.
Con la stessa agilità con cui si era intrufolato nella piazza, Dade sparì tra i vicoli.
 
 
 
 
Note: eccoci qua con il terzo capitolo!
Una delle cose che adoro in assoluto è come viene mostrato e gestito il Primo Ordine in questo script. È spietato come lo era l’Impero ma sotto certi versi, grazie anche all’avanzamento tecnologico, molto più efficiente del suo predecessore e penso che in queste scene si possa intuire molto bene.
Per quanto riguarda il personaggio di Dade, ci tenevo a precisare che è un bambino umano, in quanto solo gli umani possono arruolarsi per diventare stormtrooper, come hanno fatto i suoi genitori appunto (non ha molto senso a mio parere, ma tant’è).
Piccola precisazione: esiste solo una Darksaber nell’universo di Star Wars e sì, è quella che Huttaska Ren sta reggendo, proprio quella.
Grazie per essere arrivati fin qua con la lettura e alla prossima!
Che la forza sia con voi!
   
 
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