Serie TV > Hemlock Grove
Segui la storia  |       
Autore: JennyPotter99    25/12/2020    0 recensioni
Eravamo tre.
Nel nostro piccolo, noi eravamo tre.
Lily, Peter e Roman.
Tre persone legate dal destino.
Forse era vero, forse tutto quello che è successo è successo per portarci a questo.
Ne abbiamo passate tante e se potessi esprimere un solo desiderio, gettando una moneta dentro una fontana o dentro un pozzo, sarebbe di tornare a quella notte.
Sì, ti prego, destino…
Riportami alla notte in cui ci siamo incontrati.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Rumancek, Roman Godfrey
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Una volta stabiliti alla villa, montammo la nuova culla di Nadia e la facemmo stare nella stanza di Shelley.
Roman aveva intenzione di assumere una babysitter, fin che non ci saremmo sistemati per bene.
Sentivo il mio ventre aumentare ogni giorno e ogni giorno mi chiedevo se sarei sopravvissuta, se mai Annie e Pryce sarebbero davvero stati in grado di aiutarmi.
Niente sogni, quella notte.
Non li facevo da un po': forse perché Roman diventava piano piano meno Upir.
Nel sonno, lo sentii tossire pesantemente e mi svegliai.
Non era nel letto accanto a me seguii il rumore in bagno.
Era accovacciato sulla tazza, con la schiena scoperta, tutta piena di segni neri.
Vomitava sangue, pesantemente.
-Va al letto, Lily.- bofonchiò, non volendosi far vedere così da me.
-Sto bene qui.- ribattei, sedendomi dietro di lui, accarezzandogli la schiena.
Fece un piccolo sorriso.- In salute e in malattia?-
Aveva proprio centrato il punto.- Esatto, in salute e in malattia.- mormorai, passandogli una mano nei capelli per farlo rilassare.
Volevo godermi con lui ogni momento, perché non sapevo quando sarebbe giunto quello in cui Roman non sarebbe stato più Roman.
Erano circa le tre quando capii che non era tornato al letto.
Indossai la vestaglia e iniziai a cercarlo per casa.
In salone, sul divano, c’era una ragazza di colore che teneva Nadia.
-Ciao, tu chi sei?- le domandai, confusa.
-Ciao, il signor Godfrey diceva che era un’emergenza, sono Jane, la nuova babysitter.- spiegò, cullando la bambina.
Ma perché non mi aveva detto niente?
-Ti ha detto dove andava?-
-No, solo che dovevo badare a Nadia.-
In quel momento, mi ricordai dell’applicazione che mi aveva scaricato sul telefono: se lui lavorava alla Torre Bianca, allora aveva un GPS.
Lo cercai in fretta e vidi sullo schermo che vagava nel bosco.
Che cosa diamine sta facendo?
Poi, l’illuminazione.
Oh mio Dio, la luna piena.
Spalancai la finestra e vidi che era alta in cielo.
Si stava andando a consegnare ai lupi.
-No ,no ,no, no!-
Mi vestii velocemente e corsi nel bosco, seguendo la sua posizione.
Era buio, non vedevo quasi niente se non fosse stato per i raggi della luna.
-Roman!-
Iniziai a gridare il suo nome, guardandomi intorno.
Ti prego, fa che non sia già morto.
Lo trovai in uno spazio quasi privo di alberi, tra le foglie secche cadute.
Si voltò lentamente verso di me, pallido in viso.- Lily, va a casa.- mi ordinò.
-Roman, ti prego, vieni via.- bofonchiai, avvicinandomi.
Mi fissò intensamente negli occhi.- Va a casa.-
-No.-
-Va a casa.-
-No!-
-Va a casa!- urlò, con il sangue che gli colava dal naso.
Mi infuriai, afferrandogli la maglia.- Non funziona con me! Sei un pazzo se credi che ti lasci qui!- gridai, scuotendolo.
Improvvisamente, si udirono svariati ululati, a qualche chilometro di distanza.
-Non voglio che guardi, vai via di qui, cazzo!- ribatté, spingendomi via con forza.
Sentivo il branco correre verso di noi e non volevo rischiare, per i bambini.
Fui costretta ad allontanarmi, nascondendomi dietro un albero.
-Sono qui, avanti!- gli disse Roman, a gran voce.
Non potevo credere che stesse succedendo.
Non era colpa sua, ma mia, dovevo morire io.
Scoppiai in un mare di lacrime.
Erano vicini, lo capii.
Si voltò un’ultima volta verso di me, con i segni che gli stavano arrivando sotto il mento.
Ma per me, invece, era sempre il ragazzo con cui ero andata al luna park, con la quale avevo fatto l’amore, condiviso i miei sentimenti.
Il ragazzo dell’altalena.
Il ragazzo del luna park.
Il ragazzo della caffetteria.
Il ragazzo che amavo.
Si bagnò le labbra e lessi il suo labiale.- Ti amo.-
In un attimo, cinque enormi lupi si avventarono su di lui come fosse il pasto del giorno.
Chiusi gli occhi e mi voltai dall’altra parte.
Sentivo le loro mascelle chiudersi, i loro versi.
Era terribile.
Fin che, ad un certo punto…
-Fermi! Fermi!-
Vidi Peter apparire dalla parte opposta e scacciarli via.
Il branco se ne andò e rimase solo Roman, pieno di sangue e morsi, in preda agli spasmi.
Corsi verso di loro e cercai di tamponare le ferite.
Roman tossì, guardando Peter.- Sei venuto…Ci hai messo un po'.-
Roman non aveva mai dubitato di Peter.
Lui sapeva che sarebbe arrivato, prima o poi.
Peter annuì, accarezzandogli i capelli con le lacrime agli occhi.- Sei il mio migliore amico.-
Lo avevo davvero convinto.
-Grazie.- gli dissi, sorridendo appena.
-Che cosa facciamo? Lo portiamo da Pryce?- domandò Peter.
-Sì, dobbiamo provarci.- affermai, aiutandolo a trasportarlo in macchina.
Peter guidò più veloce che poteva, mentre io rimasi dietro con Roman, cercando di farlo rimanere sveglio.
Le ferite erano veramente serie, riuscivo a vedergli l’interno dello stomaco, probabilmente sarebbe morto a minuti.
-Che cosa farà Pryce?-
Pensai al fatto che avesse riportato in vita Shelley.- N-non lo so, forse potrebbe fare come ha fatto con Shelley…O…O ultimamente so che ha inventato un modo per trasferire le coscienze, voleva farlo con Shelley, ma serve un corpo compatibile.- spiegai, mentre parcheggiammo davanti alla Torre Bianca.
Pryce lo fece mettere su una barella e lo portò direttamente nel suo laboratorio.
Afferrò una forbice e tagliò la maglia, facendo una smorfia.- Le ferite sono troppo profonde…-
Finalmente Peter poté vedere i segni della malattia e sgranò gli occhi.- Eri malati davvero…-
Mi misi le mani nei capelli, non sapevo che fare.
Riuscivo solo a piangere, incontrollata.
-Ehi…Va bene così.- bofonchiò Roman.
-Va a fanculo!- esclamai, singhiozzando.- Ma che cazzo volevi fare? Stupido, idiota!-
Peter si asciugò una lacrima.- Quella cosa dello scambio di coscienza, si può fare?- intervenne.
-Ci vorrà un po' di tempo, dovrà restare sveglio, ma con quale corpo?- domandò Pryce.
-Il mio.-
Cosa?
Ma è impazzito?
Così morirà.
-Cosa? No! Non ci pensare nemmeno!- replicai, afferrandogli la maglia.
Lui mi guardò negli occhi.- Lily, lo hai detto tu stessa, no? Siamo legati dal destino. Forse è questo che il destino si aspetta da noi.-
Non ci potevo credere che volesse farlo veramente.
-Peter, non capisci, così…-
-…Così io prenderò il suo posto, lo so. Va bene così, io non ho più niente…Non ho più niente da perdere.-
-Hai me…- singhiozzai, prendendogli il viso tra le mani.
-Ma tu hai bisogno più di lui che di me.- ribatté, accarezzandomi la guancia.
Si tolse la giacca e si sdraiò su un lettino vicino a Roman.
Pryce collegò i due caschi celebrali alle loro teste.  -Devo memorizzare la coscienza di Roman, mi serve che stia sveglio per un po'.-
-D’accordo.- aggiunsi, avvicinandomi per stringergli la mano. -Sei sicuro che funzionerà?-
-Tra poco lo sapremmo.-
Roman mi guardò negli occhi, deglutendo il dolore. -P-Pryce, puoi farmi un favore?-
-Quello che posso, Roman.-
-Sposaci.-
Johann arrossì.- Mi piacerebbe molto, Roman, ma non sono un…-
-Fallo e basta.-
Anche se ero rossa per il pianto, mi venne da ridere.
-D’accordo: vuoi tu…Roman Godfrey prendere Lily Dimitri come tua sposa, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, fin che morte non vi separi?-
Roman si sforzò di parlare, mentre una lacrima gli scese dall’occhio.- Oltre la morte, sì.-
-E vuoi tu, Lily Dimitri, prendere Roman Godfrey come tuo sposo, in ricchezza e in povertà e… Oh, insomma, tutte quelle cazzate lì!-
Risi ancora, accarezzandogli i capelli.- Sì.- risposi, baciandolo delicatamente.
Sentii piagnucolare anche lui. -Perfetto, vi dichiaro da ora marito e moglie.-
Tirai su col naso e poggiai la fronte sulla sua, capendo che piano piano se ne stesse andando.- Mi dispiace di non avertelo mai detto…-
-Cosa?-
-Che ti amo.- bofonchiai, strusciando il dorso della mano sulla sua guancia fredda.- Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto, sotto quella cazzo di limousine. Mi hai fatto capire che il mio posto era con te. Ti amo, anche se ho cercato di reprimerlo per tanto tempo.-
D’un tratto, fece una smorfia di dolore, stringendo i denti.
-Ci siamo quasi, solo qualche minuto.- intervenne Pryce.
Cercai un modo per non farlo addormentare e iniziai a canticchiare. -When the night was full of terror…And your eyes were filled with tears…-
Sorriso leggermente, sforzandosi di cantare.- When you had not touched me yet…-
Annuii, con gli occhi lucidi: niente sarebbe stato meglio di finire come era iniziata, con quella canzone.
Quella che avevamo ascoltato al luna park e che lui aveva suonato al pianoforte.
-Take me back to te night we met.- mormorammo entrambi.
Portò la mano sulla mia guancia, guardandomi negli occhi, prima che le sue palpebre si chiudessero lentamente.
Mi accasciai sul suo corpo, mi faceva male la gola per quanto stessi piangendo.
-Ti prego, dimmi che ha funzionato!- esclamò Peter.
-Ci sono, ce l’ho!- intervenne Pryce, facendo brillare il casco sulle loro teste. -Devi solo chiudere gli occhi, Peter…-
Tenni stretta la mano di Roman e afferrai la sua.
-Sai cosa sto immaginando?- mi chiese, sorridendo. -Io e te, sdraiati sull’amaca, a bere birra e a raccontarci di com’è andata l’estate.- raccontò, singhiozzando.- E’ un bel ricordo con cui andarsene.-
Non ti dimenticherò mai, Peter.
-Ti voglio bene.-
-Anche io…Addio, Lily.-
Successivamente chiuse gli occhi e io mi portai le loro mani alla bocca, pregando che funzionasse.
Eravamo in tre.
Nel nostro piccolo, noi eravamo in tre.
Lily, Peter e Roman.
Tre persone legate dal destino.
Forse era vero, forse tutto quello che è successo, è successo per portarci a questo.
Ne abbiamo passate tante e se potessi esprimere un solo desiderio, gettando una moneta dentro una fontana o dentro un pozzo, sarebbe di tornare a quella notte.
Sì, ti prego, destino…
Riportami alla notte in cui ci siamo incontrati.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hemlock Grove / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99