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Autore: giuggiola95p    26/12/2020    0 recensioni
Regina crede di aver superato i contrasti con Snow dopo essere diventata amica di Emma ma, qualcosa non va. Non riesce a mentire, ogni volta che lo fa le viene l'orticaria...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tutto è rimasto uguale per troppo tempo" si disse Emma alzando la testa dal cuscino con la faccia ancora assonnata.

Aveva meditato tutta la notte, aveva dormito poco e niente e la testa le faceva male, ma adesso sapeva cosa fare della sua vita.

Aveva sempre creduto che la strada giusta da percorrere fosse quella conosciuta, sposare Killian, mettere su famiglia, insomma quello che tutti si aspettavano. Eppure, nessuno sapeva cosa veramente celasse il suo cuore, nessuno a parte lei e quelle quattro mura che l'avevano vista urlare per cose che non avrebbero dovuto darle fastidio, piangere per baci che non erano stati i suoi e sorridere quando le piccole cose della vita le avevano riempito il cuore.

Emma era perdutamente innamorata di quella donna che per colpa di un autore sconosciuto le aveva portato via la sua famiglia tanti anni fa, ma che per qualche strana ragione le aveva anche permesso di ritrovarla. Forse con quella maledizione le aveva rovinato la vita, o parte di essa e si era odiate, eccome se l'avevano fatto. L'odio era palpabile e se n'erano fatte di tutti i colori, eppure nel tempo le cose erano cambiate talmente tanto che adesso quel sentimento era tramutato in un profondo e radicato amore.

E adesso Emma non sapeva che fare con quella consapevolezza che era piano piano scesa su di lei.

Si trovava di fronte ad un bivio.

Tenere tutto dentro e far finta che quei sentimenti non si fossero mai palesati o dirlo a Regina, mettendo in conto di poterla perderla per sempre.

Il terrore si fece strada lungo tutto il suo corpo, non poteva perderla, non voleva.

Così decise che non era il caso di mettere altra legna sul fuoco.

Avevano fatto così tanta strada fin ora, erano passate dall'essere due sconosciute all'essere le madri di Henry.

Erano così tanto cambiate, eppure, al cuore di Emma non sembrò abbastanza quando quella sera, la sera della Vigilia di Natale aveva varcato la soglia di casa Mills e si era trovata davanti Regina in uno di quei suoi meravigliosi vestiti aderenti.

Il rosso era decisamente il suo colore.

"Signorina Swan vuole rimanere imbambolata sulla porta o preferisce entrare come hanno fatto già tutti gli invitati?" chiese Regina non riuscendo a non sorridere nel vedere l'espressione stampata sul volto della bionda.

"Si, certo, dentro casa" disse Emma senza seguire un filo logico, chiuse la bocca che aveva tenuto aperta probabilmente per troppo tempo ed entrò, lasciandosi trasportare dal meraviglioso profumo che emanava quella casa.

"Gli invitati sono tutti in salotto, Henry sta finendo di vestirsi. Accomodati pure, io vado a sistemare le ultime cose in cucina" disse Regina sorridendo verso la sua ospite, per poi dirigersi verso la cucina.

"Posso darti una mano?" chiese quasi imbarazzata Emma, facendo un passo verso Regina.

"Forse prima dovrebbe togliersi il cappotto, non crede Signorina Swan?"

"Non erano finiti ormai i tempi del Signorina Swan?" chiese Emma sfilandosi il cappotto e poggiandolo sull'attaccapanni.

Regina non le rispose, alzò semplicemente le spalle e le sorrise.

Non sapeva neppure lei perché continuasse a chiamarla in quel modo, forse abitudine, forse ci si era affezionata a quel, diciamo così, soprannome.

O forse era per evitare di pronunciare quel nome, quel maledettissimo nome che le faceva vibrare ogni particella del suo corpo.

Si infilò in cucina e lasciò che la porta di chiudesse alle sue spalle.

Emma la guardò, quella donna era capace di mozzarle il fiato anche senza dire niente.

Prima di seguire Regina in cucina Emma fece capolino con la testa nel salotto.

"Buona sera a tutti" disse sorridendo e agitando la mano.

"Ciao Emma" disse Ruby, seguita a ruota da tutti gli altri.

"Vado a dare una mano in cucina a Regina, torno tra poco" disse Emma girando le spalle.

"Se ha bisogno di una mano posso andare io, non credo tu sia la persona più indicata" disse Snow alzandosi dal divano.

David la fermò, afferrandole il braccio e riportandola a sedere.

"Come non detto" disse poi Snow sorridendo alla figlia che ricambio con un sorriso leggermente seccato.

Sapeva bene di non essere in grado di cucinare, ma Regina in cucina era bravissima e non avrebbe di certo lasciato che lei rovinasse tutto.

"Ei" disse Emma varcando la soglia della cucina.

Regina si giró verso Emma e le sorrise, invitandola ad avvicinarsi.

"Volevi dare una mano giusto?" chiese Regina.

Emma sfoggiò uno di quei sorrisi genuini che Regina credeva di poter vedere solo sul viso dei bambini, ed invece eccolo lì, che brillava sul viso di quella donna che giorno dopo giorno si insinuava in lei in modi impensabili e inaspettati.

"In quella credenza in alto ci sono dei bicchieri, prendine dieci e poggiali sul vassoio d'acciaio che c'è sul tavolo, grazie" disse Regina indicando prima la dispensa bianca in fondo alla cucina per poi tornare a controllare il polpettone.

Emma non disse nulla, seguì gli ordini impartiti in religioso silenzio, finché non terminò la sua mansione.

"La casa è meravigliosa, ogni anno riesci a stupire tutti con le tue decorazioni" disse Emma sorridendo e guardando le lucine che si accendevano e spegnevano appese qui e lì per la cucina.

"Amo questa ricorrenza, credo sia l'unica che io e mio padre siamo sempre riusciti a festeggiare insieme" disse Regina girando il corpo verso Emma e appoggiando le mani sul bancone dietro la schiena.

"Ti manca?" chiese Emma impulsivamente per poi pentirsene immediatamente.

"Scusa, noi non..."

"Ogni giorno" rispose Regina meravigliando Emma.

Emma le sorrise senza alcuna barriera.

"Ho letto il libro di Henry, ho letto la tua storia" disse Emma quasi mortificata.

"Quindi saprai tutto."

Emma annuì, ma non ebbe il coraggio di parlare, né di mantenere i suoi occhi in quelli di Regina, così li abbassò.

"Eppure, lo rifarei" disse Regina costringendo Emma ad alzare lo sguardo.

"Lo so che posso sembrare una pazza, ma quel sacrificio ci ha portati qui. E mio padre sapeva che ho fatto tutto ciò per poter essere finalmente felice e qui finalmente l'ho trovata quella tano bramata felicità. Ovviamente, con la consapevolezza che ho ora forse lascerei a tutti i loro ricordi, ma rifarei tutto da capo solo per poter avere Henry nella mia vita e te" disse Regina girandosi verso il polpettone poco prima di pronunciare l'ultima parola.

"Me?" disse quasi con un filo di voce Emma.

"Emma, io..."

Le parole di Regina furono interrotte da una piccola peste dagli occhi vispi che fece irruzioni in cucina e si fiondò tra le braccia di Emma.

"Ciao mamma" disse Henry baciando la guancia di Emma.

"Ciao ragazzino" disse squadrandolo dalla testa ai piedi.

"Come siamo eleganti."

"I vestiti li ha scelti mamma, io volevo mettere il pigiama natalizio che mi hai regalato tu l'anno scorso" disse con una vocina triste.

"Non avevo dubbi, si vede che manca dello stile qui" disse ridendo, solleticando il pancino di Henry, trascinando anche Regina che finalmente poteva eliminare un po' della tensione che aveva accumulato.

"Stile?" disse Regina quasi infuriata.

"Non può indossare un pigiama verde con disegnini natalizi la cena della vigilia, è fuori discussione" disse alzando gli occhi al cielo.

Emma ed Henry si guardarono e risero di gusto.

Nessuno poteva mettersi contro Regina, neppure loro anche se sarebbe stato bello vedere la sua reazione.

"Henry inizia ad andare in salotto e di a tutti di iniziare ad accomodarsi che le lasagne sono pronte" disse Regina sorridendo verso il figlio.

Henry non esitò nemmeno un secondo, scese dalle braccia di Emma e corse via dalla cucina così veloce per come era arrivato.

Ci furono degli istanti di silenzio, nessuna delle due aveva il coraggio di riprendere la conversazione che Henry aveva interrotto, ma doveva essere fatto.

"Regina" disse Emma, non aggiunse altro, ma ciò bastò a Regina per posare il suo sguardo negli occhi azzurri della bionda.

"Non mi sembra il momento giusto per parlarne" disse Regina accennando un lieve sorriso.

"Voglio sapere cosa significa. So quanto tieni ad Henry, so quanto lo ami, ma io? Scaglieresti nuovamente la maledizione solo per avere me?" disse Emma dirigendosi verso Regina.

"Ho sbagliato a dire quelle cose, ti prego dimentica tutto" disse Regina uscendo la lasagna dal forno e appoggiandola sul piano.

"Regina" disse Emma afferrandola per un braccio e facendo in modo che i loro occhi si incontrassero.

"Non puoi tirarmi una bomba del genere addosso e poi nascondere la mano. Adesso devi spiegarmi cosa significa" disse Emma guardando gli occhi di Regina.

Regina prese un grosso respiro.

Aveva sbagliato a dire quelle parole, non avrebbe dovuto farlo, eppure era successo e ora non c'era modo di tornare indietro.

"So che può sembrare strano, ma si, se potessi scegliere ti vorrei nuovamente qui con me. So che abbiamo cercato di ammazzarci un numero indefinito di volte, ma credo che tra noi ci sia qualcosa di più. Qualcosa di profondo, forse anche più forse di una semplice am..."

"Mamma sono tutti seduti a tavola, stiamo aspettando solo voi, e le lasagne" disse Henry entrando in cucina e facendo allontanare le due di scatto.

"Hai ragione tesoro, stiamo arrivando" disse Regina cercando di nascondere il rossore delle sue guance.

Henry uscì nuovamente dalla cucina e prese posto a tavola insieme agli altri invitati, impaziente di mangiare le famose lasagne di Regina.

"Prendi posto a tavola, io sto arrivando" disse Regina spostando il suo sguardo dal viso di Emma alle lasagne fumanti.

"Regina io..."

Regina sospirò esausta, quella serata aveva preso una bruttissima piega e lei non riusciva ad uscirne, non con quegli occhi puntati su di lei, non con quella donna così vicina al suo corpo.

Come avrebbe spiegato ad Emma che tutto quello che avevano creato in quegli anni non era abbastanza? Come poteva dirle che l'unica cosa che desiderava davvero per quel Natale era un suo bacio e niente più?

Come poteva dirle che quella maledizione le aveva portato tutto ciò che aveva sempre desiderato? Come poteva dirle che Henry era stato un dono dal cielo, ma che lei... Lei era molto di più di quello che lei avesse mai potuto desiderare.

Che quei suoi occhi gli avevano fatto dimenticare tutto il dolore provato, le lacrime che avevano rigato il suo volto. Come poteva dirle tutto questo senza sconvolgerle l'esistenza?

Così non disse niente, sospirò pesantemente e questo bastò ad Emma, non era necessario dire nient'altro. Così Emma uscì dalla cucina con un grande macigno che le premeva sopra il cuore.

Regina quando Emma uscì completamente uscita dalla cucina appoggio entrambe le mani sul bancone e inarcò la schiena.

Quella situazione non l'aveva prevista, non l'aveva completamente messa in conto.

Ma come le era venuto in mente di dire quelle cose?

Si ricompose e portò la teglia di lasagne in salotto dove i suoi ospiti la stavano aspettando e sfoggiò il sorriso più finto che potesse fare.

Guardò per alcuni istanti Emma che stava giocando con Henry, sembrava non le importasse, si comportava come se non fosse successo niente, eppure quando i loro occhi si incontrarono Regina capì.

Ad Emma importava.

Così accennò un lieve sorriso nella sua direzione e iniziò a distribuire le lasagne a tutti.

***

Quella cena fu un incubo dalla quale entrambe volevano presto svegliarsi.

Ogni volta che i loro occhi si incontravano lunghe scosse elettriche attraversavano i loro corpi. Avevano bisogno di parlare, di stare da sole, ma quello non era il momento giusto.

***

"Chi vuole il dolce" disse Regina passando i piattini con una profumata crostata di mele con gelato alla crema.

Tutti accettarono ben volentieri, ma Emma bloccò il piattino indirizzato a lei e lo rimandò indietro.

"Tesoro, non hai mangiato niente" disse Snow guardando il viso della figlia.

"Ti senti bene?" aggiunse poi toccandole la fronte.

"Ho solo bisogno di prendere un poco d'aria, scusatemi" disse Emma alzandosi dalla sedie e uscendo fuori dalla porta di casa.

Tutti rimasero leggermente sorpresi dalla reazione di Emma, ma in pochi istanti tutto tornò alla normalità. I nasi di tutti erano fiondati sulla gustosa crostata che avevano nel piatto, tutti tranne quello di Regina, la quale aveva fissato forse troppo a lungo quella porta che pochi istanti prima era stata aperta.

"Torno subito" disse Regina lasciando il cucchiaio del gelato e uscendo anch'essa da casa.

"Emma?" chiese Regina stringendosi nel suo cappotto, cercando di capire dove fosse andata a finire la bionda.

"Regina, ti prego, lasciami stare" disse una voce proveniente dal lato della casa.

Emma era seduta sul davanzale di una finestra, con le braccia conserte, come se potesse impedire che il freddo di dicembre le entrasse nelle ossa.

"Dovresti rientrare, morirai di freddo qui fuori" disse Regina notando le labbra viole di Emma.

"Non voglio rientrare Regina" disse alzandosi di scatto.

"Credi che non mi piacerebbe godermi questa serata? Credi che non mi piacerebbe giocare con nostro figlio e ridere e scherzare con gli altri? Eppure, non ce la faccio perché le tue parole continuano a rimbombarmi nella testa. Quindi saresti così gentile da spiegarmi cosa diamine intendevi dire prima?" disse Emma furiosa, urlando quelle parole in faccia a Regina.

"Io non avrei dovuto" disse Regina abbassando lo sguardo.

"No Regina, non avresti dovuto lasciarmi con il fiato sospeso. Non avresti dovuto finire la frase a metà o cacciarmi dalla cucina solo per evitare l'argomento. Non avresti dovuto guardarmi nel modo in cui stai facendo anche ora. Perché io non ci sto capendo niente Regina. Non so cosa vuoi da me. Non so più niente e credevo di essere brava nel leggere le persone. Ma tu, tu mi fai letteralmente impazzire" disse Emma tutta d'un fiato, per poi dirigersi verso la porta d'ingresso, ma prima che riuscisse a mettere la mano sulla maniglia qualcosa la fermò.

Regina le afferrò il polso e la tirò a sé, premendo le sue labbra contro quelle di Emma, esattamente sotto il vischio posizionato al centro dell'ingresso.

"E questo cosa significa?" chiese Emma con gli occhi lucidi.

"Significa che scaglierei nuovamente la maledizione solo per poter fare questo. Lo farei perché riuscirei a conoscerti e ad innamorarmi di te quando per la prima volta, nostro figlio, ti porterà a Storybrooke. La scaglierei così da poterti avere nella mia vita e per poterti permettere di rendermi una persona migliore. Perché tu Emma Swan, da quando sei entrata nella mia vita non hai fatto altro che migliorarmi. Mi hai vista con occhi diversi, hai visto ciò che nessuno riusciva più a scorgere. Non dopo Daniel. Solo lui riusciva a vedermi come sono realmente e poi sei arrivata tu e mi hai letto dentro. Mi hai protetta contro tutti e ti sei fidata di me, mi hai dato una seconda possibilità e mi hai fatto vedere che il male può essere scacciato via. Tu Emma Swan mi hai riportato alla vita, mi hai donato più di quanto io potessi mai desiderare. Quindi questo è per dirti grazie" disse Regina baciando un'altra volta le labbra della bionda che ricambiarono il bacio.

"Regina" disse Emma guardandola negli occhi.

"Dio come ti amo. E voglio poterlo urlare a tutti, voglio far sapere al mondo intero che ti amo Regina Mills, amo ogni singola parte di te, ogni centimetro della tua pelle, ogni tua cicatrice, ogni tuo difetto e ogni tuo pregio" disse Emma piantando gli occhi sul viso di Regina, sul quale era scesa una lacrima.

Emma le afferrò il viso e ne baciò le labbra per farle sapere che lei ci sarebbe stata e che non avrebbe mai lasciato il suo fianco.

Sorrisero l'una sulle labbra dell'altra e si sentirono complete come mai gli era successo.

 

  
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