Mi
scuotono e mi sveglio intontito. C’è John vicino a
me.
“Sherrinford
è quasi ora di cena. Che dici ti svegli?” Mi ricordo di Rosie, la
vedo seduta che
gioca, ma ogni tanto mi sbircia, come se mi aspettasse.
Mi
alzo sistemo la poltrona, Sherlock e mio padre non ci
sono, guardo interrogativo John.
“Sono
usciti, tranquillo ceniamo tutti insieme. Mi dai una
mano?” Lo
raggiungo e metto mano alla
mia poca esperienza in cucina. Apparecchio
la tavola, stendo la
tovaglia fiorata,
metto i posti assegnati ora c’è anche il mio.
John
mi guarda premuroso. Vede la figlia che freme, mentre
finge di giocare, è seduta sul tappeto piena di giocattoli e
con i suoi amati
libri.
“Come
stai Sherrinford? È stata pesante la giornata.” Mi si avvicina studiandomi,
io lo
tranquillizzo.
“Sto
bene dottore, anche grazie a Rosie.”
“Che
ti aspetta impaziente.”
Aggiunge divertito.
“Vuoi un
consiglio giovane Holmes? Cerca di non farti travolgere da mia
figlia.”
Lo
so che ha ragione, ma lei è troppo impaziente. Finisco di
aiutarlo e poi con un gesto di intesa, vado da Rosie.
“Sherrinford,
papà ha detto che dovevo lasciarti
dormire!” Rosie
increspa le labbra,
scuote la testolina imbronciata.
Io
mi siedo per terra con lei, cerco di convincerla.
“Rosie,
sono un po' malandato e devo guarire. Il tuo papà ha
ragione, ma quando ho tempo starò con te.
Promesso.” Rosie
si rassicura, mi abbraccia e mi mette
in mano i suoi giocattoli, gli occhi le luccicano.
Non
mi accorgo nemmeno del tempo che passa, Rosie parla e parla,
mi riempie di domande. Tanto che John a volte deve richiamarla. Io un po' le rispondo e un
po' glisso.
Vedo
tornare mio padre e Sherlock, che parlottano, che si
provocano, ma in modo bonario. Parlano di lavoro per quel poco che
capisco. Lo
zio si avvicina e cerca di prendere il braccio la piccola.
“Rosie
oramai ti ha adottato, Sherrinford.”
Lei sgambetta, vuole scendere, così corre da
suo padre e poi da Mycroft. Li afferra per le maniche e li porta vicino
a me.
“Papà,
zio Myc, quando sarò grande posso sposare
Sherrinford?” Ha
il faccino serio, e gli
occhi grandi che fissano entrambi.
Io
tossisco imbarazzato, trattengo a stento il libro delle
fate che vuole cadermi dalle mani.
Sherlock
scuote la testa, si gira per nascondere che ride, Mycroft e John sono
muti.
“Rosie,
sarò troppo vecchio per te.” Tento
di darle una spiegazione, la prendo, la
giro verso di me. “Piccola, comunque ci sarò
sempre. Rosie sarò il tuo cugino
prediletto.” Rosie
mi abbraccia, devo piantare
i piedi per reggermi, poi mi guarda seria.
“Non
morirai come la mamma vero? Me lo prometti?” Rosie mi spiazza, trattengo
il respiro,
comincio a sudare, non so cosa rispondere e dubito, ho paura di
deluderla. Poi
balbetto innervosito.
“Farò
di tutto Rosie, per stare con te. Tu però non mi
lasciare.” Le
ultime due parole mi
escono flebili. Mio
padre interviene, fa
un cenno con il capo a John, vede che sono in affanno. Mentre
distraggono Rosie,
mi spinge via, finisco in camera cercando aria che non trovo. Ennesima
crisi di
panico. Dio sono un vero disastro!
Mi siedo sul letto
ansimando.
Mycroft è al mio
fianco, mi massaggia la schiena, mi dice di calmarmi, mi fa respirare
lentamente.
“Forza
figliolo, superiamo anche questa, d’accordo?”
Annuisco senza parlare,
mi prendo la testa fra le mani. Ho voglia di piangere, ho voglia di
scappare,
mi sento un peso, un terribile peso anche per una bambina di pochi anni
a cui
non posso promettere nulla.
La
mia mente si chiude, reagisco malamente, mi alzo di
scatto, evito Sherlock sulla porta della stanza.
Scorgo
Rosie con il padre, è girata, non mi vede. Prendo
velocemente la giacca appesa, mentre
mio zio tenta di fermarmi. La mano mi afferra, ma lo schivo con rabbia
e volo
giù dalle scale. Sono rapidamente in strada. È
buio e c’è traffico. La reazione
al freddo mi fa sussultare. Barcollo e
devo riprendermi, ma poi scappo, me ne vado via.
Adesso
basta! Non sono portato per fare il bravo ragazzo.
Voglio tornare alla mia camera fredda dall’altra parte di
Londra. Non mi giro, cammino
rapido, e non mi importa se sto male, perché è
una mia scelta, l’ho voluto io.