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Autore: Magicwand    30/12/2020    2 recensioni
Una One Shot Fluffy scritta in periodo di quarantena. Con lo zampino di Henry, tra 'fulmini e farina' Emma affronterà i suoi sentimenti per Regina, ottenendo così il suo lieto fine tanto atteso.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emma si trovava a casa Mills per passare il pomeriggio con la sua famiglia: suo figlio Henry e quella che ormai era diventata una delle sue migliori amiche, Regina. Dopo la rottura con Killian, Emma aveva cominciato a trascorrere più spesso il suo tempo a Mifflin Street, e ultimamente, dopo aver sconfitto la Fata Nera, aveva MOLTO tempo libero. Non le piaceva rimanere a casa sua: era fredda, vuota e la faceva sentire sola; così stava sempre fuori, andava a fare colazione da Granny, in ufficio con suo padre, in macchina in pattuglia, si arrampicava su un albero per ‘’salvare’’ l’ennesimo gatto scappato, pranzava o da Granny o da sua madre (a volte quando rimaneva in ufficio, Regina le mandava degli avanzi della sera precedente perché ‘’Non posso avere uno sceriffo affamato.’’). I pomeriggi li passava con i suoi genitori o con suo figlio e Regina, praticamente a casa sua ci andava solo per dormire e anche allora si sentiva tremendamente piccola su quel materasso grande e freddo. 

I pomeriggi a casa Mills erano diventati una tradizione ormai e avvenivano soprattutto nel weekend, quando Regina poteva mettere da parte il suo lavoro da sindaco. Emma adorava quelle giornate perché era in quei momenti che si sentiva a casa: quando giocava con i videogame con Henry, quando scherzava con Regina, quando tutti e tre facevano giochi da tavola e Regina si incazzava quando perdeva e provava in tutti i modi a nasconderlo. A volte pensava che avrebbe potuto fare il passo decisivo con Regina. I sentimenti che c’erano tra le due erano chiari come il sole, come spesso insisteva Henry. Ormai tutti a Storybrooke aspettavano il momento in cui avrebbero dichiarato il proprio amore al mondo, e come potevano fare altrimenti? Tutti sapevano dei loro sguardi quando si incontravano per la colazione da Granny, delle loro rispettive visite all’ufficio dell’altra, come le loro mani fremevano per il desiderio di anche solo sfiorarsi mentre passeggiavano al parco con loro figlio. Emma desiderava tutto questo e molto di più, voleva non doversi più preoccupare di tornare nella sua casa vuota, voleva avere qualcuno da stringere nella notte, voleva dare il buongiorno e la buonanotte a Regina, voleva abbracciare Regina, voleva accarezzare Regina, voleva baciare Regina. 

Regina. Regina. Regina.

Nei suoi pensieri c’era sempre stata Regina, fin dalla sua prima notte a Storybrooke. Ma Emma era sempre rimasta in disparte, prima per Henry, poi per Robin; aveva provato ad accontentarsi col pirata, ad aver quel lieto fine che tutti sembravano aspettarsi da lei, ma non ci era riuscita. Avrebbe potuto ignorare la sua ragione, ma non il suo cuore. Tuttavia Emma aveva paura di quella felicità, aveva paura che una volta ottenuta l’avrebbe persa, come molte volte era successo nella sua vita. 

Così in quel momento stava fissando Regina, intenta a guardare un film che davano in tv, seduta sull’altro lato del divano su cui si trovava anche lei; Henry si trovava invece su  una poltrona con la sua ciotola di popcorn. Avrebbe potuto avvicinarsi a lei, allungare un braccio e cingerle le spalle, oppure avrebbe potuto cercare la sua mano sotto il plaid che la riscaldava e stringergliela. Ma non ne aveva il coraggio, e così si limitò a guardare i suoi lineamenti perfetti finché Regina, forse sentendosi osservata, si girò verso di lei e, incontrando i suoi occhi, le sorrise, per poi ritornare a guardare il film. 

Per tutta la durata del film Emma e Regina continuarono a scambiarsi sguardi e sorrisi. Henry fece finta di guardare la tv ma in realtà, con la coda dell’occhio, aveva controllato le sue mamme per tutto il tempo e, mentalmente, si diede una botta in fronte per quanto ci stavano mettendo a realizzare che insieme starebbero molto meglio. Il ragazzo decise di prendere la situazione nelle sue mani e provare ad accelerare  il tutto.

‘’Va bene, io vado in camera a fare un riposino.’’ annunciò Henry una volta finito il film.

‘’Henry sono solo le quattro del pomeriggio…’’ affermò Regina sorpresa. 

‘’Si beh…è che all’improvviso mi è venuto un gran sonno quindi, ecco, vado a riposare un po’.’’ 

‘’Sicuro?’’ chiese Emma, che avrebbe potuto sentire la puzza di bugia ad un chilometro di distanza. 

‘’Sì sicurissimo! Beneokvadociao.’’ Non aveva ancora finito di parlare che il ragazzo era già sparito.

‘’Che strano…’’ sospirò Regina.

‘’Vorrà chattare con la sua fidanzatina invece di stare qui con le sue mamme noiose.’’ sorrise Emma. 

‘’Ei! Io non sono noiosa!’’ esclamò Regina scioccata. 

‘’Hai ragione, il signor sindaco è decisamente una delle persone meno noiose di questa citt-‘’ Emma fu interrotta da un cuscino lanciatole in faccia. ‘’Regina!!!’’ 

Una volta che si liberò dal cuscino vide Regina ridere come raramente faceva, quando aveva tutte le difese abbassate e si lasciava completamente andare; Emma aveva notato che lei era una delle pochissime persone a cui Regina mostrava questo lato di sé. In quel momento indossava dei semplici leggings e una felpa che le sembrò molto familiare… ed era meravigliosa nella sua semplicità. 

‘’Regina Mills, mi sta forse sfidando a un duello di cuscini?!’’ disse Emma maliziosa, già pronta con il cuscino in mano. 

‘’Emma Swan, pensa davvero di potermi battere?’’ 

‘’Io non lo penso, LO SO’’ 

E così le due, quasi in sincronia, incominciarono a colpirsi con i cuscini del divano. Emma riuscì a portare a segno un bel po’ di colpi, ma anche Regina non se la cavò male, pur avendo passato la maggior parte del tempo a correre per il salotto cercando di evitare i colpi della bionda. Alla fine le due si ritrovarono distese sul pavimento, senza fiato e con il mal di pancia per le risate, una di fianco all’altra, i cuscini dimenticati lì vicino. Quando riuscirono a calmarsi si girarono una verso l’altra, gli occhi color smeraldo fissi in occhi color nocciola. Il cuore di Emma incominciò a battere all’impazzata.

Baciala…

No Emma, cosa vai a pensare, non puoi rischiare di rovinare la vostra amicizia così!

Ma è così bella…

Regina sorrise di nuovo, rimanendo in silenzio. Lo sguardo di Emma si abbassò sulla bocca della mora. Emma avrebbe voluto baciarle le labbra, la cicatrice, il collo…

Riprenditi Emma! 

‘’Io…’’ sospirò la bionda. 

‘’Sì?’’ 

Salvati finché puoi.

‘’Io…devo andare.’’ affermò Emma alzandosi in piedi. 

Regina la guardò con aria interrogativa. 

‘’Di già?’’ chiese Regina alzandosi. 

Era delusione quella nella sua voce?

‘’Sì io..-’’ 

Inventati qualcosa Swan.

‘’-mi sono ricordata che ho dimenticato una cosa in ufficio e comunque si sta facendo tardi perciò…tolgo il disturbo.’’ 

Emma si diresse verso l’atrio e afferrò la sua giacca di pelle dall’appendiabiti, Regina dietro di lei si stava tormentando il labbro inferiore. 

‘’Ho fatto qualcosa di sbagliato?’’ chiese la mora a bassa voce.

‘’Cosa? Regina no tu-‘’

Sei perfetta.

‘’-non hai fatto niente davvero.’’

‘’Oh, va bene. Allora…buon pomeriggio Emma.’’ sorrise leggermente Regina, non più felice come dieci minuti prima. 

‘’Anche a te Regina.’’

Devo andare via prima che faccia qualcosa di irrimediabile. 

Ma appena Emma aprì la porta d’ingresso si bloccò sui proprio passi, o meglio, il vento impetuoso non le permise di uscire di casa. 

‘’Ma cosa..?’’ 

Quella mattina c’era il sole, e ora davanti ai suoi occhi sembrava stagliarsi una scena di un film apocalittico. Un temporale tremendo si stava rovesciando su Storybrooke: il vento ruggiva forte, enormi gocce di pioggia scendevano diagonalmente dall’alto, in cielo grandi nubi nere venivano illuminate da fulmini occasionali. 

Emma si stava ancora riprendendo quando Regina la tirò dentro casa, richiudendo la porta alle sue spalle. 

‘’Tu non vai da nessuna parte con questo tempo.’’ disse Regina decisa.

Merda.

‘’Regina è solo…un temporale.’’ affermò Emma non tanto convinta.

‘’QUELLO non è ‘solo’ un temporale! Non lascerò che lo sceriffo di questa città, madre biologica di mio figlio e mia amica si ammazzi guidando in queste condizioni metereologiche! Tu resti qui! Almeno finché non si calmi il tempo…’’

In fondo non ha tutti i torti…

‘’E va bene.’’ concesse Emma, riappendendo la giacca. 

‘’Vado a fare della cioccolata calda, quel vento mi ha fatto venire i brividi di freddo.’’ affermò Regina, già diretta verso la cucina.

‘’Qualcosa di più forte?’’ chiese la bionda, ricordandosi del loro primo incontro.

‘’Magari più tardi.’’ rispose Regina, girandosi un attimo per farle l’occhiolino. 

Ok…questa è nuova.

Emma seguì Regina in cucina, per poi guardarla mentre metteva l’acqua sul fuoco; successivamente Regina provò a prendere due tazze dalla credenza, ma senza i tacchi la donna dovette alzarsi sulle punta dei piedi e tant’è non riuscì a raggiungerle. Emma, essendo più alta di lei di qualche centimetro, si avvicinò e afferrò le tazze per lei. 

‘’Ecco qua.’’ 

Ora erano molto vicine, il petto della bionda sfiorava la schiena di Regina. Un brivido le percorse il corpo, ma non per il freddo.

‘’Grazie…’’ ansimò Regina, le guance leggermente tinte di rosso. 

Emma si schiarì la gola e fece due passi indietro, di nuovo aumentando lo spazio che le separava. 

Le due rimasero in silenzio per il resto del tempo, mentre sorseggiavano la cioccolata. Emma provò più volte ad avviare una conversazione sensata ma sembrava che le parole non volevano proprio uscirle di bocca. Alla fine optò per la prima cosa che le venne in mente. 

‘’Che tempo eh!?’’ 

Regina la guardò interrogatoria con un sopracciglio alzato. 

‘’Emma perché prima hai cercato di scappare?’’

Dritta al punto come sempre, vedo…

‘’Regina non ho cercato di scappare..-‘’

‘’Ci stavamo divertendo e poi…non so cosa sia successo, sembrava che ne dipendesse la tua vita!’’ 

Qualcosa del genere…

Emma abbassò lo sguardo verso la sua tazza. Doveva dirglielo? Non doveva? Poteva dirle che in quel momento, mentre erano distese per terra, avrebbe voluto baciarla con tutta sé stessa?

Alla fine si decise di dire la cosa che più la tormentava.

‘’Regina…il fatto è che…tutto questo mi terrorizza.’’ disse in un fiato Emma senza rialzare lo sguardo. 

‘’Tutto questo cosa, Emma?’’ chiese Regina dolcemente.

‘’Questo.’’ concluse Emma, gesticolando con le mani, cercando di indicare loro due, questa volta alzando lo sguardo su Regina. 

Regina ci mise poco a capire cosa intendesse la bionda, i suoi grandi occhi tuttavia non si mossero di un millimetro e rimasero fissi in quelli di Emma. Dopo un tempo che ad Emma sembrò interminabile, la mora ruppe il silenzio con un sorriso dolce.

‘’Ti va di preparare un dolce?’’

‘’Cosa?’’ chiese Emma, sorpresa dalla strana ed improvvisa richiesta.

Regina ridacchiò e rifece la domanda.

‘’Em…va bene ma non capisc-‘’ 

‘’Faremo un dolce per quando Henry deciderà di degnarci della sua presenza e tu mi aiuterai. Devi imparare a cucinare qualcosa che non siano pancake.’’ rise Regina, alzandosi dallo sgabello su cui era seduta e incominciando a prendere tutti gli ingredienti necessari. 

‘’Che hanno di male i miei pancake?’’ disse Emma interdetta, alzandosi a sua volta.

‘’Oh niente, solo che bisognerebbe variare ogni tanto.’’ 

‘’Su allora, sentiamo cosa mi insegnerà a preparare quest’oggi.’’ 

‘’Torta di mele.’’ sorrise Regina.

‘’Tu e le tue mele…’’ sospirò Emma, alzando gli occhi al cielo.

Regina le fece segno di avvicinarsi. A Emma diede il compito di tagliare le mele rosse del suo albero, raccolte quella mattina, mentre lei si cimentò a mischiare gli ingredienti in polvere, spiegando ogni passaggio alla bionda. Quando Emma finì con le mele, Regina le insegnò come lavorare l’impasto. Emma si ritrovò con il bancone della cucina davanti a lei e la mora dietro di lei, con le sue mani sopra le sue. Il respiro caldo di Regina le solleticava il collo e anche se il primo istinto di Emma fu quello di allontanarsi, non poté fare a meno di godersi quel momento condiviso solo da loro due. Le due incominciarono a parlare di tutto e di nulla, mentre Regina le faceva vedere come aggiungere le mele all’impasto e a che temperatura mettere il forno. Una volta infornato il dolce, Emma si sentì molto più serena e la tensione tra le due donne era scomparsa. 

‘’Ecco fatto, semplice no?’’ disse Regina, pulendosi le mani sul grembiule che aveva indossato per cucinare. 

‘’Tu fai sembrare tutto più semplice Regina…’’ 

Solo dopo un attimo Emma si rese conto di quanto l’affermazione che aveva appena detto non si riferisse solo alle doti culinarie della mora. 

‘’Vedi Emma…se hai una persona di cui ti fidi al tuo fianco che ti aiuta, tutto è possibile e, forse, fa un po’ meno paura…’’ disse Regina, la sua voce sempre più bassa man mano che le uscirono le parole di bocca.

Le due si erano avvicinate, quasi impercettibilmente; ormai erano una davanti all’altra, pochi centimetri separavano i loro corpi, le loro labbra. In quel momento Emma capì. Regina provava le stesse cose, le stesse emozioni, le stesse paure, i loro cuori battevano in sincronia. Regina le aveva fatto capire, anche se in un modo tutto suo, che voleva fare il passo decisivo con lei, che avrebbero superato ogni cosa insieme, come già avevano fatto molte volte in passato, e che non sarebbe andata da nessuna parte senza di lei. 

Emma annullò lo spazio che le separava e la sua bocca finalmente incontrò le labbra dolci e carnose di Regina, che non aspettò due secondi a stringere le sue braccia attorno al collo della bionda. Le due si persero in quel bacio che presto divenne passionale. Il loro amore a lungo soppresso esplose nelle loro vene e nell’aria che le circondava, le loro lingue si abbracciarono e Emma, con una mano sul fianco di Regina e una nei suoi capelli, si dimenticò dove si trovava e come si chiamava.  

Avrebbero potuto continuare così per ore, ma presto una manciata di farina si abbatté sulle loro guance. 

‘’Ce l’avete fatta finalmente!  Cavolo, avessi saputo prima che sarebbe stata una tempesta a farvi mettere il cervello a posto avrei chiamato prima zia Zelena.’’ alzò gli occhi al cielo Henry, tanto simile alle sue mamme.

‘’Fammi capire, Henry Daniel Mills, la tempesta è causa tua?!’’ chiese Regina scioccata.

‘’….no?’’ provò a salvarsi Henry, invano. 

Regina, furiosa, con la magia lanciò della farina a suo figlio. Emma non riuscì a trattenersi dalle risate e presto le finì addosso dell’altra farina. La bionda non ci pensò due volte a lanciarne a sua volta a Regina. I tre incominciarono una battaglia di farina all’ultimo sangue, tra risate e urla; la cucina divenne presto un disastro impolverato, ma a nessuno importò in quel momento. Henry rideva, Regina aveva gli occhi pieni d’amore ed Emma…Emma era felice, e sapeva che da quel pomeriggio non si sarebbe mai più sentita sola, con suo figlio e la donna che più amava al suo fianco, e nell’aria il dolce profumo di torta di mele.

Fin







 
   
 
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