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Autore: Khailea    30/12/2020    0 recensioni
[Beastars]
In questo mondo in cui erbivori e carnivori convivono in un apparente stato di pace, possono venire a crearsi molte più storie di quelle che si possono immaginare; come quella di un'improbabile amicizia che tenterà di superare il confine di due mondi così distanti, eppure così vicini.
ATTENZIONE: La storia contiene al 99% personaggi di mia invenzione, ci saranno però piccoli riferimenti alla storia originale, e verso gli ultimi capitoli uno spoiler se non si è almeno arrivati al volume 124 della storia originale di Beastars.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono passati appena tre giorni da quando sono comparse le ultime piume, e quella mattina l’intero braccio di Nekumi ne era ricoperto. Se non si fosse fatta prendere praticamente dal panico le avrebbe trovate addirittura carine, ma la loro presenza ha solo significato più bende per nasconderle, sapeva bene però un giorno sarebbero state troppe per poterlo fare. Secondo il dottore non ci sono rimedi per fermare la cosa, ma l’intera famiglia ha comunque accettato di prendere appuntamento con la psicologa da lui consigliata. Per tutta la vita è stata fiera di essere metà gatto e metà gufo, ne ha sempre parlato fieramente sia con Inu che con Masuy, ma in questo momento non può fare a meno di sentirsi un’ipocrita per tutte le preoccupazioni si sta facendo, e soprattutto per le bende. Si sente come se stesse cercando di nascondere la parte di suo padre che è in lei, ed in effetti è così, ma non è giusto. Lei gli vuole bene, e vorrebbe poterlo dire a tutti. Se solo i suoi amici le rispondessero forse potrebbe affrontare la situazione molto meglio, l’unica cosa che al momento è in grado di rasserenarla è fare delle passeggiate al chiaro di luna. Nessuno al buio può vedere bene le piume, ed il freddo è un’ottima scusa per le felpe pesanti indossa.
Stare chiusa in casa tutto il giorno ormai ha iniziato ad appesantirla, ed anche se è sola preferisce comunque passeggiare in silenzio al fissare il muro o lo schermo del telefono. Quasi ogni giorno ha provato a scrivere a Masuy, ma la loro chat è ancora bloccata ed all’università di lei nemmeno l’ombra. Forse non avrebbe continuato a pensarci se almeno le avesse detto il motivo di tutto ciò, il silenzio rende tutto più difficile e lascia un alone di incertezza snervante. Sospirando stanca Nekumi fissa la nuvoletta di condensa davanti a sé, ormai è quasi inverno e le temperature si sono drasticamente abbassate. Sta camminando da almeno un’ora, senza una vera meta precisa, ed è arrivata fino ad uno dei grandi ponti che taglia la città a metà. Non c’è nessuno per strada, nonostante non sia così tardi, e sotto di lei non c’è altro che un canale vuoto; con Inu probabilmente l’avrebbero usato per fare delle acrobazie con il monopattino o la bici. Iniziando a sentire la stanchezza si ferma appoggiandosi al bordo della ringhiera, fissando le luci della città che si estendono lungo l’orizzonte. La vista è così bella che quasi le fa dimenticare tutti i suoi problemi, permettendole di rilassarsi. Rimane a fissarla per più tempo di quanto possa dire, ignorando le sporadiche persone che come lei stavano attraversando il ponte a piedi, almeno fino a quando non percepisce un odore a lei familiare, che la porta subito a voltarsi; l’ha già superata di qualche passo, ma già solo dalle corna e dal fisico snello riconosce il suo professore. In un primo momento si limita a fissare la sua schiena, stringendo i pugni cercando le parole giuste da dire, poi vedendolo ormai quasi troppo lontano Nekumi urla per evitare vada via.
-Professor Melon!-
-Mh? Sì?-
La gazzella si volta, porta ancora una mascherina sul viso ed i suoi occhi ancora semi-chiusi, il che rende incredibile riesca a vederci nonostante il buio; purtroppo i pochi lampioni nei dintorni non aiutano più di tanto. Nekumi nel frattempo ha corso per raggiungerlo, chinando il capo con rispetto in segno di saluto.
-Mi scusi, sono Nekumi Kuribashi. Frequento le sue lezioni di storia all’università di lettere.-
Ai suoi occhi è l’unico ibrido che conosce ad avere avuto una vita di successo, anche se è a conoscenza soltanto della sua vita universitaria, ma già solo questo le da una forte speranza.
-Oh, scusami, ancora non ricordo bene i nomi di tutti gli studenti.-
-Non si preoccupi…-
Per qualche secondo tra i due cala il silenzio, lei ha così tante domande, ma non sa da dove iniziare.
-Beh, è stato un piacere.-
Così dicendo il professore si volta salutandolo con un gesto della mano, mentre lei senza nemmeno pensarci stringe il braccio coperto di piume. E’ la sua occasione per parlargli, non può sprecarla così.
-Professore…lei è un ibrido?-
Nuovamente la gazzella si ferma, senza voltarsi. Il silenzio si prolunga per almeno un minuto, mentre Nekumi attende pazientemente una risposta.
-Ero convinto non l’avresti mai notato a questo punto.-
Lentamente si volta portandosi una mano sul volto, rimuovendo la mascherina e rivelando così il muso di un leopardo dalle zanne affilate, ed aprendo completamente gli occhi lascia che Nekumi veda le sottili pupille di un felino.
Abbassando lo sguardo sulle proprie mani Nekumi alza una delle maniche della felpa, rimuovendo alcune bende e mostrando così le piume che ormai sono cresciute su tutto il polso.
-Il tuo corpo sta cambiando solo adesso immagino, per questo il tuo olfatto non era abbastanza sviluppato da percepire il mio odore.-
-Lei…lo sapeva già?-
Chiede Nekumi titubante.
-Ma certo. Siamo costantemente circondati da una grandissima varietà di odori, ma quello di un ibrido è speciale. Fin dalla prima lezione sapevo già cosa eri.-
-Io…le piume stanno crescendo solo ora…lei tiene sempre la maschera con chiunque?-
-Ma certo. Il mondo è un posto tremendo per animali come noi. Nemmeno i miei superiori sanno la verità.-
Tutta la sicurezza della gatta si sgretola a quelle parole, e probabilmente l’altro lo nota immediatamente, visto il suo sorriso quasi beffardo.
-Credevi un ibrido potesse vivere una vita normale?-
Mentirebbe se dicesse di no, sapere che lui lo era le aveva dato speranza, ma le sue aspettative non erano state ripagate purtroppo.
-Per la società noi siamo solo degli errori. Esseri che non meritano nemmeno di vivere, derisi ed emarginati da chiunque conosca la nostra vera natura, alcuni tenteranno addirittura di ucciderti. Volevi parlarmi per ricevere qualche rassicurazione, non è così?-
Chiese il professore avvicinandosi prendendole la mano e rimuovendo gran parte delle bende, costringendola a guardare l’intero braccio piumato.
-Sappi allora che non potrai mai ottenere più di una vita priva di alcun sapore, non importa cosa farai. Verrai guardata dal resto del mondo con disprezzo, come uno scherzo della natura.-
A quelle parole l’ansia di Nekumi peggiora, e con uno strattone si allontana dal professore appoggiandosi alla ringhiera in cerca d’aria. Qualcosa nei suoi occhi e nella sua voce la terrorizzava.
-Rassegnati, ti odieranno tutti, solo perché sei un ibrido. La tua unica possibilità è quella di rintanarti in qualche anfratto del mondo dove nessuno possa vederti.-
Improvvisamente è come se qualcuno avesse tolto l’ossigeno attorno a Nekumi, a malapena riesce a respirare mentre una forte angoscia la pervade.
-No…-
La sua voce è ridotta ad un sussurro, ma l’altro l’udì chiaramente.
-Rassegnati, questa società è marcia e ciascuno di noi non è altro che la prossima preda di qualcuno.-
Sì, fino a quel momento la sua vita è stata perfetta, ma non poteva credere veramente che tutto sarebbe drasticamente cambiato, che non sarebbe mai più stata felice.
-Io…ho degli amici con cui ho riso ogni giorno. I miei genitori mi amano e mi stanno accanto nonostante sia un momento difficile...mi prenderò la mia felicità da questa vita, anche se sono un ibrido. Riempirò la mia vita di sapori!-
Sono da soli, ma l’urlo di Nekumi potrebbe benissimo raggiungere le orecchie di chiunque in quel momento. Il silenzio che ne seguì divenne oltremodo pesante. Entrambi si fissano a vicenda, meglio gli occhi del professore si sono ridotti nuovamente a due fessure.
-Il mondo deve essere stato proprio buono con te.-
Dice il professore, avvicinandosi e fermandosi ad un palmo di muso, mentre Nekumi non riesce a muoversi, paralizzata da un inaspettato terrore.
-Sai, sento come una sorta di déjà-vu…chissà se saranno più forti i tuoi geni da gufo, o quelli da gatto. Beh, scopriamolo.-
E’ molto più forte di quanto sembri, abbastanza in ogni caso da spingerla dall’altra parte della ringhiera. Lo shock del momento le impedisce quasi di provare paura, mentre fissando il cielo sopra i suoi occhi lo trova oltremodo meraviglioso; non lo aveva mai visto così.
E’ una sensazione quasi liberatoria, sentire il vento tra la pelliccia e le piume.
Forse sarebbe stato anche più piacevole, se solo fosse stata in grado di volare.
 
   
 
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