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Autore: angelo_nero    30/12/2020    5 recensioni
[Dragonball Super]
Non tutti amano il Natale, con le sue luci e i suoi colori, anzi diciamo proprio che esistono persone che odiano il Natale. Vegeta è una di questi, peccato che la sua famiglia sia di un'altra idea e a piccoli gesti proveranno a spiegargli cosa c'è di bello.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Buon Natale!-
-Anche a lei, Buon Natale!-
Vegeta osservò la moglie ripetere per l’ennesima volta quella frase nell’arco della stessa giornata. Ogni volta che incontrava qualcuno non poteva fare a meno di infilarla tra i saluti di rito. E nel giro di poche ore era successo fin troppe volte per i suoi gusti. 
Non metteva piede spesso negli uffici aziendali della Capsule Corporation, anzi diciamo che era un’occasione più unica che rara vederlo girare per i corridoi, e quando decideva di farlo era sempre per pochi minuti, un paio d’ore al massimo. Ma quel giorno era riuscito a farsi incastrare dalla consorte e non era riuscito a svignarsela.
-Buon Natale, presidentessa!- esclamò un giovane impiegato incrociando il loro percorso.
Bulma sorrise.
-Buon Natale anche a te, Katsuki-kun.-
Il giovane sembrò accorgersi solo in quel momento che l’azzurra non era sola e il suo sguardo fu calamitato dalla figura massiccia al suo fianco.
-Buon Natale anche a lei, Vegeta-san.- disse con un leggero inchino.
Il Saiyan lo ignorò ma il ragazzo non sembrò farci caso dato che si dileguò senza aspettare una risposta. Ancora non si spiegava come fosse possibile che, nonostante la sua presenza in quel posto fosse più un’immagine residua, tutti i dipendenti sapevano chi fosse. Dannata donna e la sua lingua lunga.
-Potevi rispondergli.- 
Vegeta la guardò storto. Come se lui avesse mai salutato qualcuno in vita sua.
-È Natale per tutti, potresti comportarti in maniera più civile con i miei colleghi.- 
-Non capisco come una stupida festività possa rendermi “più civile”.- 
Bulma lo osservò sorridente.
-Sei il solito Grinch. Potresti lasciarti andare un minimo, nessuno ti mangia.-
-Grin-che?- chiese l’alieno confuso.
-Grinch, qualcuno che non ama il Natale e vuole rovinarlo a tutti.- gli spiegò.
-Non voglio rovinare niente a nessuno, non me ne frega e basta. Lo trovo stupido.-
Bulma alzò gli occhi al cielo.
-Tu trovi stupide tutte le usanze di questo pianeta.-
-Appunto.- 
La scienziata aprì la porta del proprio ufficio e si avvicinò alla scrivania stracolma di cartelle e fogli sparsi. Ignorò tutto il materiale cartaceo e si avvicinò al computer. Vegeta la osservò armeggiare con mouse e tastiera, all’apparente ricerca di qualcosa. Bulma premette un tasto sul telefono lì accanto.
-Mi dica presidentessa.- rispose una voce femminile.
-Alex assicurati che sia tutto in ordine prima di chiudere. E che nessuno abbia lasciato niente in giro, come accade ogni anno.-
-Ma certo. Non si preoccupi sarà tutto al proprio posto entro l’una.- 
-Bene.- sorrise l’azzurra fiera di avere un’ assistente così preparata. -Ah, Alex.-
-Sì?- rispose.
-Non dimenticarti della festa aziendale di Natale, domani. Porta pure chi vuoi.- 
-E come dimenticare! Credo che porterò la mia ragazza e mio fratello con la fidanzata.-
-Perfetto!- esclamò. -Più siamo meglio è! Ricordati che il dresscode è elegante da sera.-
La donna dall’altro capo sospirò.
-Spero di riuscire a far infilare un completo a mio fratello, lui non si stacca da jeans e maglietta neanche in spiaggia.- si lamentò.
Bulma sorrise e lanciò uno sguardo al marito. Anche lei aveva a che fare con un uomo che non amava lasciare la comfort-zone dei soliti amati abiti. Sarebbe stata una sfida fargli indossare qualcosa di decente.
-Sono più che certa che ci riuscirai.-
Alex sospirò di nuovo.
-Lo spero!-
Il sorriso sul volto dell’azzurra si allargò.
-Buon Natale, Alex.-
-Buon Natale, Bulma-san.-
Bulma premette di nuovo il pulsante sul telefono e riprese a smanettare con il pc davanti a sè. Aprì uno dei tanti file posti sul desktop e si mise a scorrere con il mouse lungo le pagine.
-Di che festa stai parlando?- 
Bulma non staccò gli occhi dal monitor.
-Di quella che ho organizzato. Ricordi? Sono stata occupata tutta la settimana per riuscire a prenotare sala e catering in tempo.- disse cancellando e riscrivendo una riga. -Alla quale parteciperai.-
-Scordatelo.- 
-Invece lo farai.- sentenziò.
Il Saiyan, seduto di fronte a lei, incrociò le braccia e le lanciò un’occhiataccia. Sapeva quanto non sopportasse che qualcuno gli desse ordini. Eppure quando voleva che facesse qualcosa, lei usava quel tono da generale che parla al suo plotone. Era così fastidioso.
-Perchè dovrei? Non sono un dipendente di quest’azienda. E non tirare fuori il nome di quella stupida festa. -
Bulma lo guardò aggrottando le sopracciglia staccandosi per un attimo dal monitor che sembrava aver catturato tutta la sua attenzione. L’uomo la osservava con lo stesso cipiglio arrabbiato.
-Non è il Natale il motivo per il quale dovresti venire.- disse piccata, quella festa che lei tanto amava al marito stava stretta. Tanto stretta. -Ma perchè sei mio marito e ti vorrei al mio fianco ogni tanto in questi eventi.- 
Vegeta alzò un sopracciglio confuso. Lei non aveva alcun bisogno della sua presenza per essere rispettata, era una donna in gamba che sapeva come farsi valere in mezzo ai pregiudizi e alle malelingue. 
-La festa è tua.- disse alzando le spalle indifferente. -Non vedo perchè dovrei partecipare.- 
Bulma alzò gli occhi al cielo. Si alzò e fece il giro della scrivania, si appoggiò al bordo incrociando gambe e braccia. Si fermò ad osservare il proprio interlocutore per qualche secondo, cercò di non fissarsi sui suoi occhi scuri per rimanere concentrata sul discorso. 
Il Saiyan la guardò di rimando con la solita espressione arcigna ela solita posa ingessata. Era fermo sulle proprie convinzioni, apparentemente non intenzionato a cedere neanche di poco alle richieste assurde della donna davanti a sè.
-Non ti sto chiedendo di venire perché ho bisogno della tua presenza per qualche motivo strano. Sono abituata alle occhiatacce della gente che pensa ancora che una donna al potere sia sbagliato.- disse spostando lo sguardo sulla parete dietro il marito. Nel ventunesimo secolo ancora esisteva gente che credeva che gli unici in grado di avere ruoli di rilievo fossero gli uomini. E il fatto che lei avesse dei figli da un uomo che mai si era fatto vedere in pubblico aumentava le malelingue di questa gentaglia. Ma non le importava, aveva la sua azienda da portare avanti e lo avrebbe fatto al meglio. Non aveva senso sprecare tempo dietro a cose simili. 
Riportò gli occhi azzurri in quelli neri del Saiyan. Allentò l’espressione infastidita che quel pensiero le aveva involontariamente fatto assumere. 
-Voglio averti vicino a me, niente di più niente di meno. E tu sarai a quella festa, volente o nolente.- 
-Non ho alcuna intenzione di prendere parte a quella farsa.- disse lui spostando lo sguardo altrove. Quella conversazione lo stava infastidendo parecchio. Perchè doveva essere così dannatamente insistente? 
Bulma sospirò. Cocciuto come sempre, non c’era verso di farlo ragionare con le buone. Pensava che avrebbe smosso mio suo animo in qualche modo, invece sembrava che le cose gli entrassero da un orecchio e gli uscissero dall’altro. 
Ma lei era testarda quanto lui e non si sarebbe arresa così facilmente di fronte al muro invalicabile del suo orgoglio. A costo di trascinarcelo per la coda che non aveva!
-Oh beh, se proprio non vuoi venire vorrà dire che chiederò a qualcun altro di farmi da accompagnatore.- disse con fare distratto. Ci infilò anche una punta di finto dispiacere, come se l’idea di andare con qualcuno di diverso da lui non le piacesse per niente. -A chi potrei chiedere?-
Il Saiyan continuò a guardare altrove consapevole che quella fosse una tattica molto gettonata dalla scienziata per convincerlo a fare come voleva lei. Scatenare la sua gelosia era sempre un divertimento per lei. Ma quella volta non ci sarebbe cascato.
-Fai come ti pare.- disse piatto.
Bulma fece finta di pensare per qualche secondo con la mano sotto al mento. Espressione concentrata e testa inclinata per dare più enfasi alla recita. 
-Forse a Son-kun?- mormorò lei distrattamente.
Vegeta sussultò appena ma non si mosse. A Bulma non sfuggì e notò anche il suo impercettibile irrigidimento, come se fosse seduto su una sedia di spine ma non volesse darlo a vedere. 
Sorrise di sottecchi e decise di sganciare la bomba.
-O a Yamcha? Sicuramente non rifiuterebbe mai dato che ha ancora una cotta assurda per me.-
A quel punto il principe sussultò vistosamente all’udire il nome del guerriero sfregiato. Si voltò di scatto verso la donna dandole la sua più completa attenzione. Lei stava ancora blaterando qualcosa sulla possibilità che l’ex ragazzo potesse o meno venirla a prendere o dovesse andarci lei, bambini annessi. 
Vegeta aggrottò le sopracciglia seccato dal quel continuo nominare quel tizio. Non gli piaceva l’idea che proprio lui potesse essere l’accompagnatore di Bulma. Ringhiò appena affatto contento ma lei sembrò non accorgersene. Anzi probabilmente lo stava deliberatamente ignorando, continuava a ciarlare incessantemente come se lui non ci fosse.
-Va bene! Va bene, ti accompagno! Basta che la smetti di nominare quell’idiota!- sbottò alla fine esasperato.
Bulma gli sorrise vittoriosa, la gelosia era sempre una buona carta da giocare con lui. Se metteva in mezzo Yamcha poi era sicura al centodieci percento che il Saiyan si sarebbe arreso. Lo vide alzarsi arrabbiato borbottando qualcosa in una delle tante lingue che conosceva. L’azzurra osservò la sua schiena in silenzio finché non fu davanti alla porta.
-Chiudi porta.- disse.
La serratura automatica scattò, chiudendoli dentro, prima ancora che Vegeta potesse poggiare la mano sulla maniglia. 
Il guerriero si voltò mentre una voce robotica femminile annunciava “porta chiusa” con voce leggera. Osservò l’azzurra che si stava sbottonando i primi bottoni della camicia nera, mostrando la curva bianca del seno pieno. Spostò gli occhi scuri sul suo viso, la cui espressione presagiva che non lo avrebbe fatto uscire di lì molto presto.
-Ti ho detto che vengo. Che altro vuoi?- le chiese sforzandosi di mantenere lo sguardo fisso sul suo viso e non abbassarlo sulla scollatura evidente.
Bulma sorrise lasciva e si staccò dalla scrivania.
-Chi ti ha detto che potevi andartenere?-
Gli si avvicinò con la sua andatura ondeggiante. Felina, sensuale, quasi pericolosa senza interrompere il contatto visivo. Si fermò a un soffio da lui. Lo guardò da sotto le lunghe ciglia scure con fare ammiccante.
-Hai intenzione di tenermi in ostaggio o cosa?- 
L’azzurra si morse il labbro inferiore senza smettere di sorridere. I denti bianchi premuti sul labbro roseo davano all’espressione un che di intrigante. 
Senza preavviso afferrò con forza la cintura dell’uomo e lo tirò con un gesto secco verso di sè costringendolo a far sparire la distanza tra i loro corpi.
Il Saiyan la guardò incuriosito. Bulma si allungò verso il suo viso, lo vide dischiudere le labbra in attesa. Le scappò una risata.
-Per quale motivo pensi che ti abbia chiesto di venire? Di certo non per aiutarmi con il lavoro.- mormorò al suo orecchio sfiorandogli il lobo con le labbra. -Il periodo natalizio è il più stressante, ho bisogno di scaricare un po’ le energie.-
Il guerriero rabbrividì quando il suo fiato caldo gli accarezzò la pelle. Bulma sapeva sempre dove e come colpire per avere l’effetto desiderato su di lui. Forse dopotutto quella giornata poteva volgere al meglio anche per lui. Si leccò le labbra e le impedì di dire qualsiasi altra cosa.


Si aggirava per la casa con una scatola di decorazioni in mano, canticchiando canzoni natalizie mentre riempiva gli ultimi angoli di lucine colorate. Era già tutto addobbato a dovere da giorni ma Bulma non aveva mai abbastanza di tutte quelle cose a tema che richiamavano il rosso e il verde del Natale. Appese l’ennesimo mini Babbo Natale alla parete già stracolma mentre Bra si divertiva a sbrogliare i fili delle luci che avrebbero appeso lì vicino. 
-Trunks! Mi dai una mano a mettere questa stella sopra la finestra?- 
Il ragazzino attizzò le orecchie e mollò all’istante il controller per raggiungere la madre in corridoio. Esistevano pochissime cose capaci di far staccare l’adolescente dai videogame senza proteste e le decorazioni natalizie ci rientravano perfettamente.
Bulma sorrise al sedicenne che, dopo averle tolto la stella luminosa dalle mani, si alzava in volo per attaccarla sopra la finestra senza sforzo. Spostò l’interruttore sul lato e l’oggetto si accese illuminandogli il viso. 
-Dashing through the snow in a one-horse open sleigh, over the fields we go, laughing all the way.- canticchiò l’azzurra.
-Jingle bets, jingle bets, jingle all the way.- esclamò la piccola di casa.
-È “bells”, Bra. Campane.- la corresse il maggiore posando i piedi a terra e liberandola dal groviglio di luci e fili colorati in cui si era incastrata. 
-O, what fun in this to ride in a one-house open sleigh!- continuò sbagliando di nuovo le parole.
Bulma rise di fronte all’entusiasmo della bambina dai codini azzurri. 
-“It is to ride in a one-horse open sleigh”.- la corresse di nuovo Trunks mentre faceva girare le lucine attorno a tutte le finestre del corridoio. 
La scienziata era più che felice che i due mezzosangue avessero ereditato da lei lo spirito natalizio e l’amore per quella festa così piena di colori e calore nell’aria. Al contrario del padre, Trunks e Bra si facevano volentieri coinvolgere in tutto ciò che riguardava le attività tradizionali che quella giornata così bella richiedeva. Dall’addobbare l’albero al riempire la casa di luci colorate. Anche fare i biscotti rientrava nelle tradizioni di casa, parte dei quali sarebbero stati lasciati sotto l’albero per Babbo Natale. Sempre se non li avessero mangiati prima tutti, cosa assai probabile. 
-Mamma, quando posso scartare i regali?- chiese la bambina piena di brillantini derivanti dalle decorazioni che aveva affianco.
-Domani, Bra.-
Bra s’imbronciò. -Ma io non voglio aspettare fino a domani! Voglio scartarli ora!-
Bulma si voltò a guardare la figlia. Si abbassò alla sua altezza osservandola negli occhi blu arrabbiati.
-Bra, ti ricordi cosa mi hai promesso?- le chiese dolcemente sfiorandole un braccio.
Bra gonfiò le guance indispettita.
-Niente capricci durante le feste.- borbottò. 
Bulma le sorrise e si alzò.
-Brava bambina. Che ne dici se andiamo a fare i biscotti?- 
Bra s’illuminò dimenticandosi all’istante del motivo per il quale era arrabbiata. Sorrise felice e annuì con forza, gli occhi blu brillavano impazienti.
-Vai a preparare gli ingredienti, io arrivo subito.-
La bambina sparì in un battibaleno lungo il corridoio, diretta alla super fornita dispensa in cucina pronta a impiastricciarsi le mani e a divorare il risultato.
Trunks osservò la sorella correre via.
-Bra, aspettami vengo con te!- gridò al vento.
Bulma gli tolse dalle mani gli ultimi fili colorati attirando la sua attenzione.
-Corri, prima che tua sorella combini qualche casino dei suoi.- lo incoraggiò la madre. 
Trunks annuì e corse dietro la bambina che si stava già arrampicando per prendere qualcosa dagli scaffali più alti. La prese appena prima che si sbilanciasse impedendole di cadere. Le rivolse uno sguardo di rimprovero ma lei gli rispose con un sorriso.
-Facciamo i biscotti, fratellone!- esclamò con un sacchetto di farina in mano.
Trunks la mise a terra e mise al sicuro il sacchetto sul tavolo, andò al frigo per recuperare il latte e il burro. Bra nel frattempo trascinava davanti al tavolo una sedia sulla quale mettersi in ginocchio per poterci arrivare comodamente.
Vegeta osservò da lontano i figli interagire, appoggiato allo stipite della porta, con aria assente. Lui non capiva cosa ci fosse di tanto divertente nel pasticciare con il cibo per ritrovarsi poi più impasto addosso che nella ciotola. Come non capiva il bisogno di riempire la casa di tutta quella roba colorata e luminosa -a volte anche rumorosa, tipo quei pupazzi meccanici che si attivavano ogni qualvolta gli passava davanti- che a lui sembrava soltanto stupida. Quella festa era stupida, a partire dalla credenza che un tizio grasso e con la barba bianca giri per il mondo su una slitta portando i regali in una sola notte a tutti i bambini buoni. Bulma lo aveva liquidato con “è una storia per bambini” dicendogli di non darci troppo peso e limitarsi a dar credito a Bra quando gli chiedeva qualcosa in proposito. 
-Oniichan sai cosa ho chiesto a Babbo Natale quest’anno?- chiese la bimba dai capelli azzurri alzando la testa per osservare il fratello alle sue spalle.
Trunks voltò le iridi su di lei mentre mescolava il composto che sarebbe diventato i biscotti tanto desiderati. Ogni anno gli ripeteva la stessa domanda, e non perchè le interessasse condividere i suoi desideri con lui, ma semplicemente per ripetere la lunga lista a ogni persona che le capitava a tiro. Tanto per vantarsene.
-No, Bra, cosa hai chiesto?-
La bambina iniziò a stilare un’infinità lista di giocattoli che quasi ogni bambino della sua età desiderava, dai più costosi a quelli più semplici, visti sicuramente in qualche pubblicità o nei negozi. Ma Bra non aspettava il Natale o il compleanno per chiedere ciò che i suoi occhietti reputavano oggetto di desiderio. Durante tutto l’anno la piccola di casa riusciva a farsi comprare quello che voleva e sfruttava il giorno di Natale solo per alzare l’asticella dei suoi desideri.
-Ah! E poi quella pistola laser che ho visto nel laboratorio! La mamma ha detto che me ne avrebbe regalata una fatta a posta per me!- 
Trunks ascoltava distrattamente la sorella mentre continuava a mescolare. Neanche l’ultimo punto della lista aveva destato la sua attenzione, Bra era una bambina dai gusti particolari. Era capace di chiedere un camion dei pompieri e una pericolosa arma con i glitter sopra nello stesso momento. Qualsiasi genitore responsabile si sarebbe chiesto se regalare una cosa tanto pericolosa a una bambina così piccola non fosse esagerato, però Bra era in grado di far sparire un pianeta con uno starnuto se solo lo volesse. Un’arma non avrebbe potuto aggravare di più la situazione. Bulma, tra l’altro, avrebbe sicuramente trovato il modo di impedire dalla sua preziosa fotocopia con la coda di diventare una groviera o di trasformarci qualcuno nelle immediate vicinanze.
La bambina si girò con le mani impiastricciate a guardare il padre.
-E tu papà cosa hai chiesto per Natale?-
Il Saiyan alzò gli occhi al cielo, annoiato dall’eccessivo entusiasmo della bambina. -Che questo strazio finisca presto.- 
-Vegeta!- 
La voce di Bulma arrivò come una freccia alle orecchie del principe. Gli si mise davanti incrociando le braccia al petto con aria contrariata. Gli lanciò un’occhiata di fuoco prima di avvicinarsi alla figlia. Le sorrise.
-Non dargli retta, lo sai com’è fatto vostro padre.-
Bra battè le lunghe ciglia scure.
-Odia il Natale?- chiese candidamente.
-No!- rispose prontamente la donna.
-Sì.- le fece eco l’uomo dall’altra stanza. Bulma lo ignorò.
-Tesoro, il tuo papà non ama molto questa festa per lui c’è troppa confusione in giro.-
Bra la guardò dubbiosa. 
-Ma ci sono le luci. E la neve. E i regali! E…- 
Bulma le sorrise intenerita, si abbassò alla sua altezza per guardarla negli occhi. Si perse per qualche secondo ad osservare le iridi blu della
sua principessa.

-Non a tutti piacciono queste cose. Il tuo papà è come…-
-Come il Grinch!- esclamò la piccola.
La donna soffocò una risata.
-Esatto. Proprio come lui.- 
Bra iniziò a ripetere come una cantilena la parola “Grinch” saltellando attorno al piano da lavoro dove il fratello maggiore stava sistemando l’impasto prima di dare forma ai biscotti. Trunks la richiamò al lavoro dopo il quarto giro, iniziava a fargli girare la testa. La bambina riprese il proprio posto continuando a ripetere “papà è un Grinch”. 
Bulma li lasciò soli, felice che i suoi figli andassero d’accordo nonostante la differenza d’età. O almeno finchè una parola di troppo proveniente da uno o dall’altra non avesse scatenato una litigata. Considerando però che erano figli di due teste calde non poteva pretendere troppo da loro. 
A proposito di teste calde. 
L’azzurra si piazzò davanti al marito, comodamente seduto sul divano intento a fare svogliatamente zapping come se realmente gli interessasse. Lo guardò torva dall’alto con le mani puntate sui fianchi nella sua classica posa battagliera. Lui spostò a mala pena le pupille su di lei, visibilmente annoiato.
-Che vuoi?- 
Bulma incrociò le braccia al petto. 
-Potresti comportarti civilmente davanti ai tuoi figli, soprattutto davanti a Bra. Loro ci tengono a questo periodo, sei pregato di non uccidere i loro sogni con il tuo pessimismo.- 
Il Saiyan non cambiò espressione appoggiandosi al bracciolo del divano.  
-Se il mio pessimismo basta a fargli cambiare idea non ci tengono poi così tanto.- osservò spostando lo sguardo oltre lei, sul televisore alle sue spalle.
-Io ancora non capisco cosa ti infastidisca tanto.-
-Io ancora non capisco cosa ci trovi in queste stronzate.- 
Bulma sbuffò alzando gli occhi al cielo. Quando diventava così insofferente era insopportabile, il suo cinismo e mancanza totale di empatia raggiungevano il picco massimo e per quanto volesse fargli capire che non c’era nulla da detestare, non aveva molta voglia di litigare. Si limitò a guardarlo delusa anche se lui la stava ignorando e si lasciò cadere al suo fianco. 
Rimasero in silenzio per un po’, l’azzurra fissava torva lo schermo rimuginando sul modo per far amare anche a quel testone il Natale. Vegeta guardava dritto davanti a sè perso in chissà quali pensieri con la luce proveniente dall’ elettrodomestico gli illuminava a momenti alterni il viso.
-Perchè odi tanto il Natale? Che ti ha fatto?- sbottò la donna incapace di rimanere in silenzio un secondo di più.
Vegeta sbuffò vistosamente sprofondando nei cuscini. Sapeva che di lì a poco la scienziata avrebbe iniziato uno dei suoi interminabili sproloqui.
-Posso capire che lo stare in mezzo alla gente ti dia noia, a lungo andare lo odio anche io, ma arrivare a detestare l’intero periodo! Ti è successo qualcosa da piccolo in questa data? Freezer…-
-Freezer non c’entra niente.- tagliò corto. 
Bulma s’imbronciò.
-E allora perché?-
Il Saiyan alzò le spalle. -Voi terrestri siete così esagerati e rumorosi. Trasformate qualsiasi cosa in un motivo per fare confusione e disturbare il prossimo.-
-Come se a te fosse mai interessato del “prossimo”.- gli fece notare.
Vegeta si alzò, lanciando il telecomando sul divano. Ciò segnava la fine di quella conversazione per lui, estremamente infastidito dalla sua insistenza. Bulma lo guardò contrariata allontanarsi, non le piaceva il modo in cui troncava i loro discorsi.
Il Saiyan si affacciò alla cucina dove i due fratelli sporchi di farina stavano rifinendo i biscotti prima di metterli a cuocere. Non sapeva quando Trunks avesse sviluppato una passione per i fornelli.
-Trunks.-
Il ragazzo si voltò mostrando al padre il naso e un sopracciglio coperti di bianco e una striscia di qualcosa non bene identificato su una guancia.
-Quando hai finito di fingerti un cuoco di Masterchef vieni fuori.- 
Trunks arrossì mentre l’adulto spariva dalla sua vista. Borbottò qualcosa riguardo alla recente abitudine del padre di usare i nomi dei programmi per fare ironia ai danni degli altri. Infilò la teglia nel forno, sotto lo sguardo attento e curioso di Bra. Impostò il timer e corse in camera per cambiarsi. Si fiondò fuori in maglietta e pantaloni neri della tuta nonostante ci fossero meno di dieci gradi.


Trunks si lasciò cadere a terra con il fiato corto. Bevve un lungo sorso dalla borraccia che si era portato dietro. Si toccò il sopracciglio che sentiva pulsare in maniera fastidiosa, ritrasse la mano sporca di sangue. Alzò le spalle noncurante. La musichetta natalizia proveniente da un'auto di passaggio attirò la sua attenzione. Si ritrovò a canticchiarla sottovoce finchè non la sentì più. Rimase come sottofondo nella sua testa e sapeva che non sarebbe andata via tanto presto.
Osservò il padre che a giudicare dalla sua espressione non aveva gradito il sottofondo musicale. Anzi se avesse potuto probabilmente avrebbe fatto saltare in aria la radio, l’auto e il conducente insieme. 
-Perchè non ti piace il Natale?- chiese a bruciapelo.
Vegeta portò lo sguardo sul figlio, seduto a terra. 
-Perchè piace a te, piuttosto.- ribattè tornando a guardare la strada oltre l’ampio giardino.
-Per l’atmosfera.- 
L’uomo spostò appena le iridi scure su di lui, dubbioso. -L’atmosfera?-
Trunks annuì.
-Sì, sai… le luci, l’albero, le decorazioni, il profumo di cibo e dolci tipici, le canzoni, la neve.- 
-La neve c’è tutto l’inverno.- 
-Sì ma sotto Natale da un tocco… magico.- 
-Pensavo avessi smesso di credere a quel tizio rosso.- 
Trunks scosse la testa incrociando le gambe e puntano lo sguardo al cielo. Le nuvole scure si stavano addensando, il leggero venticello di quei giorni non era stato abbastanza per scacciarle. Sarebbe piovuto a breve.
-Babbo Natale non c’entra.- disse con l’ombra di un sorriso sulle labbra. -È più una questione di atmosfera magica, non letteralmente di magia. Poi vuoi mettere con i regali!-
-Hai fin troppa roba.-
-È diverso.- 
Trunks negli ultimi anni aveva smesso di chiedere dei regali veri e propri da poter incartare, preferiva che gli si consegnassero dei soldi così poteva farci quello che più gli aggradava. Non che i suoi genitori non sapessero cosa volesse, la sua passione per i videogame e le console non era scemata anzi, trasformandolo in un collezionista in piena regola. E quell’anno non faceva eccezione. L’adolescente aspettava da tempo immemore l’uscita sul mercato nazionale dell’ultima console che, aveva specificato, voleva comprare con i suoi risparmi. O meglio, con i soldi che sapeva gli sarebbero arrivati a Natale che bastavano per comprarne due. Peccato che era finita sold out nelle poche ore successive al day one. Ovviamente il ragazzo non si era arreso e aveva affermato che in un modo o nell’altro l’avrebbe avuta, ignorando il fatto che la madre stessa per fargli una sorpresa prenotandola e acquistandola ancor prima che l’annunciassero al pubblico. 
Quella era un’altra cosa che Vegeta non capiva, il senso di comprare qualcosa e nasconderlo al diretto interessato fino al giorno prestabilito. Avrebbe fatto prima a dargliela subito, risparmiandosi la rottura di doverla nascondere.
-Però credo che uno dei motivi principali per cui alla gente piaccia è la possibilità di poter passare del tempo con la propria famiglia. I giorni di festa servono proprio a questo.- aggiunse il ragazzo alzandosi in piedi.
Ecco un’altra cosa che il Saiyan purosangue non capiva: il sentimentalismo terrestre. 
-Hai imparato ad usare la spada?- cambiò discorso.
-In un certo senso. Ci sono ancora dei movimenti che non riesco a fare ma tutto sommato direi di sì.- rispose dopo un secondo di confusione.
-Valla a prendere.-
Trunks non se lo fece ripetere due volte. Levitò fino alla finestra della propria stanza. Si guardò attorno qualche attimo prima di individuare l’oggetto accanto al letto, nel suo fodero. L’ afferrò e tornò giù, passando di nuovo per la finestra. Vegeta allungò la mano verso di lui e Trunks gliela lanciò ancor prima di toccare terra.
Il genitore la sfoderò rigirandosela tra le mani un paio di volte. Poi la fece volteggiare attorno al corpo, la lanciò in aria e la riprese. Trunks lo fissò stupefatto.
-Non sapevo sapessi maneggiare una spada.-
-Rimarresti stupito da tutte le cose che non sai di me.- gli rispose riconsegnandogli l’oggetto. Trunks la prese al volo. -Fammi vedere cosa sai fare.-
Nello stesso istante in cui terminò la frase, dal cielo rombò un tuono prima che la pioggia iniziasse a scendere a secchiate. In poco tempo entrambi furono bagnati dalla testa ai piedi, Trunks si tolse i capelli appiccicati alla faccia con un gesto rapido.
-Vuoi tornare dentro?-
Il glicine gli lanciò uno sguardo indecifrabile. Lo vide sbattere gli occhi blu mentre le goccioline rimaste impigliate sulle ciglia cadevano.
-Per chi mi hai preso? Per un terrestre?- gli rispose.
Vegeta sorrise.

La porta si aprì costringendo Bulma ad allungare il collo per vedere in che stato fossero i due appena entrati. Fuori diluviava ormai da mezz’ora e nè Vegeta nè Trunks erano rientrati prima di quel momento. Non era strano che si allenassero sotto le intemperie, una volta aveva dovuto aspettare la caduta di un fulmine poco lontano da loro per convincerli. Dicevano che i diversi tempi climatici aiutavano ad adattarsi a molte condizioni sfavorevoli che sarebbero potute capitare in battaglia. Dopo le prime sei volte in cui aveva provato a far capire loro che non era una cosa normale, ci aveva rinunciato e li lasciava fare.
-Togliete le scarpe prima di entrare.- disse. -Sul mobile ci sono degli asciugamani non sgocciolate dentro casa.-
Non ebbe bisogno di alzarsi dal divano per sapere che l’avevano sentita ma sicuramente ignorata. A giudicare dal suono dei loro passi sembravano scalzi, quantomeno avevano tolto le scarpe bagnate sporche di fango ed erba. 
Una goccia gelida le arrivò sul collo scoperto, sussultò e si girò di scatto tirando quasi una testata al primogenito alle sue spalle.
-Che guardate?- chiese ignorando lo sguardo arrabbiato della madre.
-Il Grinch.- gli rispose Bra senza staccare gli occhi dallo schermo.
-Per la cinquantesima volta.- sospirò la donna.
-Settima.- la corresse la bambina.
-Solo da mercoledì a oggi.- ribattè la scienziata.
I capelli bagnati del primogenito le sfiorarono il braccio provocandole un brivido di freddo. Scattò di nuovo costringendo la bambina sedutale in grembo a spostarsi.
-Trunks sei gelato, vatti ad asciugare! O stammi lontano, non ho voglia di prendermi un malanno perchè mi goccioli addosso.- 
Il ragazzo sembrò illuminarsi all’improvviso e fuggì nella stanza accanto senza alcun apparente senso.
-Se cerchi i biscotti li abbiamo sfornati un’ora fa, ad aspettare te si bruciavano.- gli urlò la madre dall’altra stanza.
Trunks la ignorò osservando con orgoglio la propria opera completa. Ci aveva preso gusto con la cucina, aveva anche un discreto talento. Se i suoi piani di diventare famoso con le proprie invenzioni o come modello fossero andati in fumo avrebbe sempre potuto ripiegare su quello. Si accorse a malapena che il padre lo aveva affiancato e osservava con occhio critico la parola che i biscotti componevano.
-Che c’è scritto?- chiese Bulma entrando in cucina con Bra in braccio.
-Grinch.- rispose Bra.
-Non esattamente. Però il significato è lo stesso.- puntualizzò l’adolescente mettendo dritte le lettere. -Qualcuno che detesta un evento che coinvolge più persone.- 
-E perchè in lingua Saiyan?- chiese mettendo la figlia giù.
Bra si avvicinò al tavolo, mettendosi in punta di piedi per osservare al di là del bordo la teglia.
-Perchè papà è un Saiyan.- rispose la piccola.
-E un Grinch.- aggiunse il maggiore dando il cinque alla sorellina.
-Ha senso.- disse prendendo uno dei caratteri e dandogli un morso. -Sono anche buoni.- 
Il diretto interessato si esibì in una smorfia contrariata. Osservò con astio la parola “Garitch” scritta con caratteri alieni dal colore verdognolo. In tema con l’essere che odia tanto quella festa da cui Bra sembrava essere ossessionata ultimamente. Ne prese uno mandandolo giù quasi intero. Quantomeno quella cavolata aveva un buon sapore.
-Smettela di mangiarli, non ne rimaranno per Babbo Natale.- si lamentò la più piccola togliendone uno dalle mani della madre.
- Ne avete fatti tre teglie. Ce ne sono abbastanza anche per lui.- ribattè l’azzurra riprendendosi quanto sottratto. 
Trunks abbandonò la stanza dopo aver afferrato un biscotto. A passo lento si diresse in camera propria, avvertì distrattamente che sarebbe uscito dopo cena e non sapeva se sarebbe tornato entro la mezzanotte.
-Tanto fai sempre come ti pare.- borbottò la donna.
 

Bra si precipitò giù dalle scale non appena il sole varcò la soglia della propria stanza, bypassando la protezione di tende e persiane. Si era catapultata giù dal letto annunciando a tutti che era mattina e fosse ora di aprire i regali. 
Senza aspettare nessuno si buttò in ginocchio davanti l’enorme albero decorato osservando con occhi lucenti la quantità di regali che, per quanto ne sapeva, erano stati portati durante la notte da Babbo Natale.
Quando anche il resto della famiglia si decise a scendere con calma, Bra era sommersa di carta colorata scartando forse il decimo regalo. Bulma ringraziava ogni volta di essere un genio e di avere un’azienda multimiliardaria. La bambina alzò lo sguardo solo per mostrare loro il completo ultra costoso che aveva visto giorni prima nel suo negozio preferito. Tornò a dedicarsi ai propri regali un secondo dopo. Non si accorse neanche di Trunks che le si affiancava facendosi largo tra la carta colorata. L’adolescente afferrò le tre o quattro buste colorate, sapendo già cosa contenessero. Perse qualche secondo a contare i soldi per capire quanti gliene fossero avanzati dopo aver preso la console, che in qualche modo avrebbe trovato. 
-Oniichan, questo è tuo.- esclamò la bambina.
Trunks si voltò verso Bra che indicava un pacco di medie dimensioni avvolto in una carta con stampa natalizia. Si avvicinò sedendosi accanto alla sorella. Prese il pacco in grembo e, incuriosito, iniziò a scartarlo. Sussultò incredulo quando al secondo strappo rivelò la scatola della console che cercava. Tolse gli ultimi residui di carta e tirò fuori la scatola e sei giochi. Aprì tutto uno per volta, assicurandosi che ci fosse tutto e non fosse uno scherzo di cattivo gusto. Non ci credeva.
-Mamma!- esclamò voltandosi verso la scienziata che gli si era avvicinata. - Ma è introvabile! Come hai fatto a…-
Bulma gli scompigliò la chioma glicine sorridente.
-Ho le mie fonti. - gli disse misteriosa.
Ma a Trunks non interessava al momento, stava guardando il suo nuovo giocattolo con aria sognate. Posò la scatola a terra mettendogli vicino i giochi e si alzò. Afferrò un pacchetto e tornò dalla madre che lo guardava incuriosita.
-Tieni. Questo è per te.- le disse porgendole il pacco argentato. - Da parte mia, di Bra e di papà.- affermò cercando lo sguardo scuro del genitore alle spalle della donna.
Bulma si voltò di scatto osservando il marito che se ne stava in disparte con la solita espressione annoiata. Non sapeva che le avesse fatto un regalo, insieme ai ragazzi poi.
-Dai, aprilo!- la incoraggiò Bra saltellando sul posto più entusiasta di quanto non fosse nello scartare i propri regali.
L’azzurra aprì il pacchetto rivelando una scatola rettangolare di velluto. Sembrava provenire da una gioielleria molto costosa. Lanciò uno sguardo ai due figli che le sostavano di fronti sorridenti e la aprì.
-È bellissimo.- sussurrò.
La confezione conteneva un bracciale in oro bianco molto fino, molto semplice. Attaccato c’era una scritta in caratteri Saiyan arrotondata per renderla più elegante.
-C’è scritto “avere accanto una regina è il dono più bello che si possa avere”.- 
Bulma non ci pensò due volte e chiuse in un abbraccio soffocante entrambi i figli. Cercò di non piangere sentendoli ricambiare e augurarle sottovoce buon Natale. Si staccò da loro solo per poterli osservarli con occhi lucidi. Non poteva chiedere di meglio.
-Grazie ragazzi. Non dovevate.- 
I due mezzosangue sorrisero e lei si alzò. Sotto i loro sguardi blu si avvicinò al marito, appoggiando indolentemente alla parete lì di fianco. Si fermò di fronte a lui allacciandosi il gioiello al polso con gli occhi lucidi. Rimase a guardarlo poi lo abbracciò, d’impulso ignorando il suo irrigidirsi al contatto. Ignorò anche il fatto che era rimasto fermo e non la stava abbracciando di rimando. Lo strinse piangendo silenziosamente sulla sua spalla mentre Bra e Trunks, per lasciar loro un minimo di privacy, avevano ripreso a scartare i regali. 
Bulma avvertì la mano del marito sulla schiena in un timido gesto di conforto.
-Non capisco perchè piangi. Non ti piaceva questa stupida festa?- borbottò.
Lei si staccò osservando il suo viso con le guance rigate di lacrime e un sorriso da orecchio a orecchio. I suoi modi diventavano sempre bruschi quando era in difficoltà o in imbarazzo di fronte alle sue emozioni. 
-Se è stupida perchè mi hai fatto un regalo?- gli chiese.
Lui mugugnò qualcosa d’ incomprensibile. Lei rise appena prima di poggiare le labbra sulle sue, prendendolo di sorpresa. Sentì distrattamente i risolini di Bra e immaginò Trunks alzare gli occhi al cielo con disgusto. Si staccò dal Saiyan lentamente, osservandolo riaprire gli occhi e fissarla con quelle iridi scure come la notte. Quel sguardo valeva più di mille parole per lei.
Lo tolse dall’imbarazzo di quel contatto e tornò dai figli lasciando che Bra le mostrasse uno per uno tutto i doni ricevuti. Nel pomeriggio sarebbero passati anche i nonni a lasciare i propri regali per i nipoti, solitamente montagne di giocattoli, vestiti e videogame. Un paio di volte si erano anche azzardate a regalare degli orecchini a Bra e degli anelli a Trunks, non avevano gradito come per il resto ma non avevano protestato.
-Oh! La pistola laser! Ha pure gli strass!- esclamò Bra aprendo l’ennesimo pacco.
Vegeta girò i tacchi, la sua presenza lì non era più richiesta. Imboccò la porta della cucina, con il preciso intento di mettere qualcosa nello stomaco prima che la figlia lo riempisse di spiegazioni su cosa avesse ricevuto.
-Mamma lo sai che è stato papà a scegliere la frase da mettere sul bracciale?- le disse la bambina.
-Non ce lo ha neanche voluto dire, lo abbiamo scoperto solo quando lo hai aperto.- aggiunse il maggiore.
Non passò un secondo di più che la donna veloce come un fulmine si catapultò nella stanza accanto e il verso di protesta del padre unito al tonfo che sentirono subito dopo lasciò intendere ai due ragazzini che la loro regina aveva più che gradito il gesto inaspettato del compagno. Bra e Trunks si guardarono e sorrisero, la magia del Natale colpiva tutti anche il Grinch alla fine si lasciava coinvolgere. 

 
Angolo Autrice:

Buonsalve gentaglia! Come ve la passate? Quanto avete mangiato a Natale? Io troppo.
Bando alle ciancie! Ho scritto questa scemenza grazie all'iniziativa sul gruppo Facebook "caffè e calderotti" che aveva come prompt, appunto, il Grinch. E quindi niente, illuminazine istantanea e giù a scrivere. Per una volta il blocco dello scrittore non mi ha fermato e sono riuscita a fare qualcosa in tempo.
Aspetto le vostre recensioni con ansia :3
Buon Anno, see ya.

AN
  
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