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Autore: _Son Hikaru    31/12/2020    2 recensioni
Dal testo:
"...“Sí” bofonchiò in risposta Al col tono di chi non era particolarmente interessato all’argomento “Credo di sì…” aggiunse poi lasciandosi sfuggire una risatina divertita
“Sì, sì, lo so che a te va bene tutto, perfino un meno di fianco ad un otto” sbuffò Ed con fare ancora più imbronciato “Ma potresti evitare di ridermi in faccia? Sei mio fratello! Dovresti appoggiarmi nelle mie battaglie e seguire il flusso della mia rabbia!” sbottò voltandosi finalmente a guardarlo..."
Spero di avervi incuriosito almeno un poco, ci vediamo dentro
Hika
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo una piccola palla di pelo...

“Infame!” sbuffò Ed dando un calcio ad un sassolino facendolo rotolare con violenza dentro una pozzanghera di fango “La maestra non ha voluto darmi un otto pieno al compito dell’altro giorno!” si lamentò ancora incrociando indispettito le braccia al petto e fermandosi lì dov’era, in prossimità del ponte di legno che ogni giorno permetteva a lui e suo fratello di attraversare il fiume senza bagnarsi “Mi ha dato otto meno, ci credi Al?” riprese pestando con rabbia il piede a terra “Dico io” continuò ancora “Che cosa vuol dire otto meno? Dammi un sette e mezzo se proprio non hai voglia di darmi otto! Otto meno è il contentino degli stupidi!” sbottò dando un calcio ad un altro sassolino “Tu non li odi i voti così? Quelli che non sono né pappa né ciccia?” chiese rivolto ad Al senza però distogliere lo sguardo dalla strada e dai sassolino impolverati contro i quali stava virilmente sfogando la propria rabbia di bambino di otto anni.
“Sí” bofonchiò in risposta Al col tono di chi non era particolarmente interessato all’argomento “Credo di sì…” aggiunse poi lasciandosi sfuggire una risatina divertita 
“Sì, sì, lo so che a te va bene tutto, perfino un meno di fianco ad un otto” sbuffò Ed con fare ancora più imbronciato “Ma potresti evitare di ridermi in faccia? Sei mio fratello! Dovresti appoggiarmi nelle mie battaglie e seguire il flusso della mia rabbia!” sbottò voltandosi finalmente a guardarlo.
Arrabbiato com’era per la scarsa considerazione che gli stava dimostrando in quel momento, Ed avrebbe tanto voluto rivolgergli uno sguardo furioso e offeso ma quando si voltò, quando il suo sguardo dorato fu pieno dell’immagine di suo fratello che giocava allegramente con un micino dal pelo grigio e gli occhi di un profondo verde, tutto ciò che riuscì a fare fu stirare le labbra in un sorriso allegro e terribilmente intenerito: Al e i gatti, una storia d’amore che lui personalmente credeva non sarebbe mai finita. Quante volte aveva supplicato la loro mamma pur di fargliene adottare uno, e quante volte si era ritrovato costretto, con il cuore colmo di tristezza e dispiacere, a consolarlo per i suoi continui rifiuti. Se doveva essere onesto, e con sé stesso Ed aveva scoperto con piacere che poteva esserlo senza problemi, lui non capiva perché la mamma continuasse a rifiutargli quell’unico desiderio, un gattino in casa, per come la vedeva lui, non sembrava poi qualcosa di così orribile, anzi avrebbe portato tanta gioia, e non c’erano dubbi che Al se ne sarebbe preso cura magnificamente, amandolo come solo lui sapeva fare.
“Eh” si lasciò sfuggire scuotendo la testa con fare fintamente esasperato mentre piano, facendo attenzione a non spaventare il micino, si inginocchiava accanto a lui “Ora ho capito perché non mi stavi ascoltando” gli disse allungando piano la mano per farsi annusare dal gatto e ottenere così il permesso di coccolarlo come stava già facendo Al.
“Scusa fratellone” biascicò Al abbassando per qualche attimo mortificato lo sguardo a terra “Non volevo ignorarti, mi dispiace per l’otto meno” aggiunse poi
“Fa nulla, fa nulla” lo tranquillizzò Ed rivolgendogli un sorriso allegro “Lo so che quando vedi un gatto non capisci più nulla” gli disse dandogli una pacca leggera sulla spalla per fargli capire che davvero era tutto a posto, che poteva tornare a giocare allegramente con il gattino.
“È così bello e soffice…” farfugliò d’improvviso Al lasciandosi sfuggire un sospiro sconsolato dalle labbra sottili e un po’ screpolate per il freddo di quei giorni “Credi che questa volta la mamma me lo lascerebbe tenere?” gli chiese poi rivolgendogli uno sguardo un po’ deluso ma comunque pieno di quella speranza incondizionata e all’apparenza incrollabile alla quale sono soliti aggrapparsi i bambini quando desiderano davvero qualcosa.
“Non lo so…” sospirò Ed rivolgendo con fare triste e un po’ colpevole lo sguardo al gatto. Da come si comportava, dal modo in cui si strusciava tranquillo contro le gambe di Al, sembrava già essersi affezionato a lui, già pronto a seguirlo ovunque avesse deciso di andare “Non credo… ci abbiamo provato così tante volte…” disse poi rivolto ad Al
“Ma questo è tanto piccolo!” protestò Al stringendosi con delicatezza il micino al petto “Se le spieghiamo che da solo non sopravvivrà, che non può ancora badare a sé stesso come invece potevano fare gli altri, magari ce lo lascerà tenere” provò a convincerlo guardandolo supplichevole “Si ammalerà con la pioggia di questi giorni!” aggiunse ancora lasciando libere le lacrime di rigargli il viso. Non voleva piangere, non voleva che il suo desiderio di salvare quel gattino dalla strada passasse come un capriccio, ma non ci poteva fare nulla, il solo pensare che non poteva tenerlo con sé, che non poteva continuare ad amarlo, perché lui già lo amava, lo rattristava e trattenere le lacrime gli era praticamente impossibile.
“Oh Al” gli disse Ed carezzandogli con affetto la schiena nel tentativo di calmare i suoi singhiozzi “Fosse per me, se decidessi io, avresti già un giardino pieno zeppo di gatti” gli disse poi “Ma la mamma è sempre categorica su queste cose” provò a farlo ragionare poi
“Magari vedendolo così piccolo e indifeso cambierà idea…” provò di nuovo Al fra i singhiozzi rivolgendo disperato lo sguardo al gattino. Questi, capendo che era triste, gli leccò con affetto la guancia facendolo sorridere lievemente. E come poteva, pensò fra sé e sé Ed, deluderlo? Come poteva impedirgli di provare a lottare per quello che desiderava? Non aveva forse appena finito di dire che fra fratelli ci si deve supportare? Che le battaglie di uno sono anche le battaglie dell’altro? No, no non poteva costringerlo a lasciare lì quel gattino, lo avrebbe aiutato in tutti i modi possibili a tenerlo.
“E va bene…” sospirò in fine” possiamo provare” acconsentì in fine, ma se doveva essere onesto non aveva una buona sensazione a riguardo.
 
E proprio come aveva sospettato Ed nella solitudine del suo cuore, e come in fondo aveva sempre saputo anche lui, anche quella volta, si ritrovò a riflettere Al mentre con fare ancora assonnato lasciava vagare lo sguardo sul soffitto bianco della sua stanza, era stato tutto inutile; le loro suppliche, le loro spiegazioni, i giuramenti e le loro lacrime non avevano saputo smuovere la loro mamma e come ogni volta si erano ritrovati costretti a riportare il gattino al ponte, nel punto esatto in cui lo avevano trovato.
Dopo quel giorno non l’avevano più visto, avevano provato a cercarlo per un paio di settimane ma poi si erano dovuti arrendere all’evidenza e allora avevano iniziato a sperare e poi a credere con fermezza, che qualcuno più fortunato di loro lo avesse raccolto dalla strada e portato trionfalmente a casa.
“Chissà se l’ha trovata davvero una casa…” si chiese mentre piano, con la schiena ancora tutta dolorante, si metteva a sedere fra le coperte affondando poi con enorme sollievo fra i cuscini.
Non sapeva perché gli fosse tornato in mente proprio quel giorno, proprio la mattina di Natale, non aveva pensato a lui per parecchio tempo, preso com’era dalla disperata ricerca di un modo per poter recuperare il proprio corpo, forse, rifletté lasciandosi sfuggire un piccolo sospiro dalle labbra sottili e tutte screpolate, era successo perché in fondo, dopo tutti quegli anni, dopo tutto quello che avevano passato lui e suo fratello, sentiva ancora di desiderare un gattino tutto suo, una piccola palla di pelo con cui poter condividere quel lungo percorso di riabilitazione.
“Forse” si disse mentre con scarso successo tratteneva una risatina emozionata “Ora che è tutto finito il fratellone me ne lascerà prendere uno” e lui già sapeva come lo avrebbe voluto: grigio tigrato e con gli occhi verdi, simile a quell’ultimo gatto che aveva provato a strappare dalla strada, simile all’unico micino che gli avesse mai rubato il cuore, e poco importava se fosse stato maschio o femmina, lui lo avrebbe amato lo stesso incondizionatamente.
Certo, doveva ammettere che il pensiero di adottare una coppia lo attirava molto, avere il giardino e la casa piena di gatti era il suo desiderio più grande, ma non voleva esagerare, come inizio uno poteva benissimo bastare… come inizio, perché una volta che Ed si fosse abituato alla sua presenza in casa allora avrebbe potuto dare finalmente inizio alla sua vita di felice gattaro.
A svegliarlo da quei pensieri, a farlo tornare con i piedi per terra e quindi alla realtà, ci pensò la voce squillante e allegra di suo fratello che bussava alla porta della sua stanza.
“Cosa c’è fratellone?” gli chiese dal letto con uno sbuffo, un po’ indispettito dal fatto che avesse interrotto il suo bel sogno
“Sei sveglio Al? Posso entrare?” gli chiese con un’insolita nota emozionata, quasi impaziente, ad incrinargli la voce
“Certo” gli rispose Al con fare un po’ confuso
“Sei sveglio da molto o ti ho buttato giù dal letto io?” gli chiese Ed facendo capolino dentro la stanza con le mani nascoste dietro la schiena e un sorriso che non prometteva nulla di buono.
“No” gli rispose Al “La mattina di Natale fatico sempre a dormire fino a tardi, è più forte di me” confessò poi mentre piano le sue povere guance assumevano lo stesso colore delle mele mature
“Lo so” ridacchiò Ed sedendosi baldanzoso ai piedi del letto “Faticavi a dormire fino a tardi anche da bambino” aggiunse poi
“Buttare giù dal letto te invece era una vera impresa” rise di rimando Al “E questo mi porta a chiedermi: cosa ci fai già fuori dal letto?” gli chiese mentre con fare curioso cercava invano di sbirciare dietro la sua schiena. Era il fiocco di un pacchetto quello che aveva visto con la coda dell’occhio? Era forse il suo regalo di Natale quello che gli stava nascondendo? Il solo pensiero gli fece tremare il cuore in petto in preda all’emozione.
“Eheh” ridacchiò Ed “Mi sono alzato così presto perché ci tenevo ad essere il primo ad augurarti buon Natale e a consegnarti un regalo” disse Ed mostrando finalmente il pacco che teneva nascosto dietro la schiena “Buon Natale, Al” aggiunse poi sorridendo con fare quasi commosso mentre gli porgeva il pacco. Era grande, insolitamente grande, bombato e rotondo, e guardandolo Al non poté evitare di chiedersi sorridendo cosa mai potesse contenere.
“Grazie fratellone” gli sorrise afferrando il pacco e posandolo con delicatezza sulle proprie gambe.  Il cuore gli perse un battito in preda allo stupore e all’emozione non appena dall’interno della scatola di cartone percepì con chiarezza il suono chiaro di un miagolio sottile
“Fratellone…!” disse a mezza voce guardandolo con gli occhi sgranati per la sorpresa “Ma questo era un… era un miagolio…” riuscì a farfugliare mentre con mani tremanti e gli occhi già gonfi di lacrime, disfaceva il fiocco togliendo finalmente il coperchio alla scatola.
“Un gatto!” esclamò scoppiando a piangere emozionato guardando incantato, già follemente innamorato, il micino. Era piccolo, non più grande di un paio di settimane, ed aveva esattamente l’aspetto che aveva sempre desiderato: il pelo grigio tigrato e gli o occhi verdi come due smeraldi
“È una femminuccia…” gli disse Ed con fare un po’ imbarazzato “Spero non ti dispiaccia”
“Dispiacermi!?” ripeté Al mentre piano, con tutta la delicatezza di cui era capace, prendeva in braccio il gattino “Non potevi farmi regalo più bello fratellone!” esclamò ancora gettandogli il braccio libero al collo per stringerlo in un debole abbraccio colmo di gratitudine “Io non ho potuto prenderti nulla di così bello… mi sento in colpa…” farfugliò contro la sua spalla
“Fa nulla” gli rispose Ed stringendolo piano a sé “Poter vedere di nuovo il tuo sorriso è tutto ciò che desideravo questo Natale” e mentre pronunciava queste parole anche lui lasciò libere le lacrime di rigargli il volto.
 
 
 
Angolo autrice <3
 
Ehm ehm, salve a tutti, non pubblico qualcosa su Full Metal da una vita e ammetto che mi sento un po’ emozionata oltre che terribilmente spaventata >~< 
Ed e Al sono in assoluto due dei miei personaggi preferiti (e parlo in generale, nella classifica di tutti gli anime che conosco) perché hanno un rapporto che mi piace tanto e nel quale personalmente rivedo molto me e mia sorella. Io sono la minore, ho quattro anni meno di mia sorella e vivo nella ferma convinzione che senza di lei probabilmente non avrei saputo come fare in un sacco di situazioni. Lei è la più cara amica che ho, l’unica persona con cui mi sento sempre a mio agio e mai giudicata, ecco perché ho deciso di pubblicare qualcosa su Ed e Al questo capodanno, per dedicarglielo *w* Perché ho scelto di scrivere proprio sull’amore che Al ha per i gatti? Per due motivi, il principale è che quest’anno purtroppo abbiamo perso la nostra gatta, era con noi da dieci anni e un tumore ce l’ha brutalmente portata via, quindi volevo renderle omaggio in qualche modo, farle capire che continueremo a volerle bene anche se ormai è in cielo, e poi perché beh…. mia sorella ha sempre amato i gatti e visto che la storia è per lei ho pensato avrebbe potuto farle piacere. Anche noi proprio come Al (l’iniziativa la prendeva sempre mia sorella io mi limitavo a seguirla senza fare domande) abbiamo provato a portare a casa un sacco di gattini randagi, abbiamo anche pensato di nasconderli da qualche parte, ma ogni volta finiva male, e per mia sorella è stato davvero difficile convincere nostro padre a farle adottare un gatto, e ad essere onesta io non ho mai capito perché fosse tanto contrario, bah
Non saprei che altro dire sulla storia se non che io mi sono divertita da matti mentre la scrivevo e spero che possa strapparvi un sorriso con le sue 1942 parole *w*
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fino alla fine di questa one shot, chi commenterà (non siate troppo cattivi se avete delle critiche da fare, io le accetto ma purché siano fatte con tatto), aggiungerà alle seguite, preferite o ricordate, grazie di cuore e felice anno nuovo!
Hika<3
 
  
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