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Autore: kewltie    03/01/2021    3 recensioni
«Tifi per il tuo toyboy, eh?» Camie fa un sorrisone, gli occhi che scintillano per il divertimento mentre lui prende posto sulla panchina dei Serpeverde.
Izuku si imporpora e stringe forte a sé la sciarpa rossa e oro di Katsuki intorno al collo, riparandosi dal freddo autunnale. «Tifo per il mio amico» rimbecca.

{ Kacchan/Deku | One shot | 5605 parole | Hogwarts!AU | Traduzione di Hiraeth }
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Camie Utsushimi, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note della traduttrice (Hiraeth): adoro le Hogwarts!AU, mi diverte un sacco immaginare le Case dove potrebbero finire certi personaggi.
 In attesa del prossimo capitolo di love meme, hate meme, ecco la traduzione di un’altra splendida fic di kewltie, che potete trovare in inglese qui.
 Buona lettura!










to catch the golden snitch
di kewltie




«La prima partita di quidditch dell’anno!» dice Ochako con voce eccitata, quasi senza fiato mentre corrono sui prati di Hogwarts. «M-mi spiace» ansima tra un respiro e l’altro, il vento freddo che sferza sui loro visi, «se ti sto facendo arrivare tardi, considerato che mi hai aiutata a limare il mio tema di Incantesimi».

 Accanto a lei, Izuku le rivolge un sorriso veloce, le gambe stanche che attraversano l’esteso campo che hanno davanti. «Non fa nulla, in fondo sono io che mi sono offerto di farlo» obietta, sebbene l’impulso di scagliare l’incantesimo Tempus¹ si fosse fatto sempre più urgente man mano che il tempo trascorso in biblioteca si allungava.

 «Ma non ti sei mai perso una partita». Una pausa. «Non ti sei mai perso una partita di Bakugou» si corregge Ochako. «Non vedendoti nelle tribune a tifare per lui, probabilmente si starà domandando dove sei finito».

 «Non preoccuparti, sono sicuro che Kacchan è troppo concentrato sul boccino per rendersene conto» replica lui con tono pratico, la mano che strattona una delle estremità della sciarpa. È vero, Izuku ha l’abitudine di assistere a tutte le partite in cui gioca Katsuki, ma non significa che questo all’altro importi. «Che io ci sia o meno, a Kacchan non è che interessi molto». La sua presenza è marginale nel grande schema delle cose.

 Ochako gli prende il braccio, costringendolo a fermarsi bruscamente. Lo guarda faccia a faccia e appoggia le mani sulle sue spalle, con un’espressione seria e solenne in viso. «Deku-kun, c’è una cosa di cui vorrei parlare ma che non posso rivelarti perché, se lo facessi, lui mi ammazzerebbe» proclama gravemente, come se si trovassero in una situazione di vita o di morte. «Sappi solo che non capisco perché sei così intelligente sotto diversi aspetti, ma un tale idiota in questa faccenda» conclude scuotendo la testa.

 Izuku contorce il volto, confuso. «C-che intendi…»

 Ochako sospira profondamente e lo trascina verso lo stadio. «Un giorno, Deku-kun. Un giorno comprenderai» gli assicura. «Ma prima la partita!»

 Nonostante la netta impressione che quelle parole gli abbiano inferto un Confundus, Izuku aumenta l’andatura poiché, a dispetto delle allusioni di Ochako, ora come ora la partita è la sua priorità assoluta, e non vuole perdersi Katsuki che gioca.

 Quando giungono finalmente allo stadio, osservano che sugli spalti c’è già un pubblico nutrito di spettatori: la loro attenzione e le loro urla infervorate sono dirette alla serie di azioni che sta avvenendo nel cielo.

 «La mazza di Kirishima manda il bolide dritto verso Yaoyorozu, che lo evita prontamente, ma la coda della sua scopa viene colpita e lei, oh, no, fa cadere la pluffa. Kaminari se ne impadronisce subito e la passa ad Ashido. Ashido sfreccia verso gli anelli di Corvonero. Potrebbe essere la loro occasione!» esclama Jirou, l’incantesimo Sonorus che amplifica la sua voce perché sia udita da tutta la folla strepitante. «E sono altri dieci punti per Grifondoro!»

 La folla ruggisce in risposta. Fa un tale baccano da dare la sensazione di essere circondati da cavi scoperti dell’alta tensione, crepitanti di energia inutilizzata e pronta a scoppiare. È questo il cuore palpitante di Hogwarts.

 «Oh, pare proprio che sarà una bella partita» commenta Ochako, applaudendo deliziata. «Forza, andiamo a prendere posto».

 Izuku fa per unirsi a Ochako, che si avvia verso una delle tribune straripanti di studenti. Sembra che allo stadio sia venuto l’intero corpo studentesco. Quasi tutti sono qui. Tutti, uhm. «Aspetta, aspetta, scusami» prorompe lui, bloccandosi di colpo e facendo una smorfia. «Mi sono appena ricordato di aver promesso a Camie di sedermi vicino a lei».

 «Utsushimi Camie?» Ochako aggrotta le sopracciglia, scoccandogli un’occhiata dall’alto dei gradini che sta percorrendo per raggiungere gli spalti. «La Battitrice di Serpeverde?»

 Anche se Serpeverde ha quattro Battitori in squadra, lei è quella che a scuola gode di maggiore fama. Una tra le poche ragazze a giocare nel ruolo di Battitore, Camie è rinomata per essere particolarmente aggressiva e feroce contro i suoi rivali. Malgrado il fisico snello, con la sua mazza è capace di spedire spesso e volentieri i suoi avversari in infermeria. È tanto letale con la mazza quanto lo è con la bacchetta, lo ha avvertito Katsuki una volta.

 «Sì» spiega Izuku. «Un po’ di giorni fa mi ha chiesto di sedermi accanto a lei durante la partita».

 «E naturalmente hai accettato» ribatte Ochako, ruotando gli occhi.

 Izuku sorride e scrolla le spalle. Quando gioca Tassorosso generalmente si siede con il resto della sua Casa, ma la maggior parte delle volte preferisce la compagnia dei suoi amici.

 «Oh, d’accordo, ci vedremo dopo, quando avrà vinto Corvonero» sentenzia lei facendogli un occhiolino. «Non lasciarti mordere troppo dalle serpi».

 «Ehi, ehi, quella che stai prendendo in giro è la tua Casa» le fa notare Izuku, anche se sa che l’unica ragione per cui Ochako tifa per i Corvonero è Tenya. L’amicizia surclassa la fedeltà alla propria Casa. Poi, però, si acciglia. «E sarà Kacchan a vincere».

 «Ah, vincerà Bakugou?» Un angolo della bocca di Ochako si incurva in su e lei pare trattenersi dal sorridere. «Non Grifondoro?»

 Le guance di Izuku si imporporano e all’improvviso lui ha molto caldo, nonostante l’aria gelida autunnale che lo investe. «È-è quello che volevo dire».

 «Sei così di parte, Deku-kun». Ochako ride e fa ciao con una mano. «Ci vediamo tra un po’» lo saluta, prima di immergersi nella folla.

 Izuku sorride e la guarda allontanarsi, dopodiché anche lui sfreccia verso il suo posto. Camie lo ha avvisato che si sarebbe seduta dove stanno tutti gli altri Serpeverde, ovverosia una delle torri panoramiche, a distanza dalle altre Case.

 Izuku si incammina verso la quarta torre e sale sulla robusta scala a pioli in direzione della piattaforma di osservazione. Sebbene la torre sia agghindata con i colori di Corvonero, il blu e il bronzo, e con i suoi striscioni svolazzanti, quando Izuku mette piede al suo interno, scorge solamente un mare di sciarpe e cravatte verdi e argento. I Serpeverde non sono in rapporti esattamente amichevoli con i Corvonero, ma se Corvonero è contro Grifondoro, allora per Serperverde sono dei compagni d’armi.

 L’antagonismo tra le Case porterà alla fine di tutti loro. Davvero.

 Una fiumana di sussurri e di urletti inonda le sedie non appena qualcuno si rende conto della presenza di Izuku. «Cosa ci fa lui qui?» domanda imperioso un ragazzino Serpeverde.

 «Oh, è Midoriya» replica una ragazza al suo fianco.

 «Merlino, no» la corregge un ragazzo seduto non lontano, «è il Deku di Bakugou. Non inciampate su cose tanto semplici, mocciosi²».

 Ha sempre ritenuto strana e sorprendente la sua notorietà, essendo lui un insignificante Tassorosso senza alcun merito. Sa che è soprattutto attribuibile al legame che ha con il suo rinomato amico d’infanzia Bakugou Katsuki. Il loro rapporto ha avuto inizio da prima ancora che cominciassero a frequentare insieme Hogwarts, e la cosa è risaputa sin da quando Katsuki ha fatto una scenata in pubblico nell’istante in cui Izuku è stato smistato in Tassorosso, andando contro le sue aspettative e le orme della signora Midoriya³.

 La famiglia Bakugou risale ai tempi della fondazione di Hogwarts e, con l’influenza che esercita, potrebbe smuovere mari e monti. Perché il suo nome fosse sulla bocca di tutti, le origini veela di Katsuki sarebbero state sufficienti; ma durante il suo primo anno, ha fatto tremare dalla paura e dal rispetto le ginocchia dei presenti a quella lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, palesando il suo coraggio, quando ha sfidato a duello un ragazzo del quarto anno e ha dimostrato una sapienza e una padronanza della bacchetta e della magia assolutamente inusuali per qualcuno della sua età.

 Questo è perché Mitsuki-san ha cominciato a inculcargli tutte le migliori tecniche duellanti già quando era infante, prima ancora che imparasse a cavalcare una scopa. Ai tempi di Hogwarts, lei era considerata una duellista senza pari, i cui nemici puntualmente finivano a tappeto. Katsuki ha appreso tutto ciò che poteva sotto la guida di quelle mani risolute.

 Pertanto, malgrado Katsuki non abbia mai espresso affetto per una Casa che non fosse la propria, dispone comunque di un gran numero di ammiratori provenienti da tutte le Case. È per via del suo fascino veela, come piace dire a Ochako ruotando gli occhi, sebbene anche lei sappia che in realtà è tutto solo merito dello stesso Katsuki. La curiosità dovuta alla novità di avere un veela a scuola, seppur si tratti di uno che lo è solo per un ottavo, è scomparsa con il passare del tempo. Per due motivi: man mano la gente si è abituata ai capelli d’oro illuminati dalla luna e agli occhi rossi penetranti, e non ha trovato ammaliante l’essere costantemente colpita dalle maledizioni e dai malocchi che l’interessato scaglia volentieri.

 La popolarità di Katsuki è inoltre addebitata al fatto che, nella graduatoria dei migliori studenti, strappa sistematicamente uno tra i primi dieci posti in classifica facendo un baffo anche ai Corvonero più studiosi. È un fenomeno con le magie pratiche, soprattutto con quelle di attacco e di difesa, e con Trasfigurazione; la bacchetta è un’estensione della sua stessa mano; e le sue abilità di volo sono tali che ha ottenuto il ruolo di Cercatore nella riverita squadra di Grifondoro capitanata da Togata Milio.

 Anche se i suoi amici adorano punzecchiarlo e prenderlo in giro per gli innumerevoli fan e ammiratori che ha, Katsuki merita di avere un fanclub. Se lo è pienamente guadagnato.

 Izuku accoglie gli sguardi incuriositi dei Serpeverde con un sorriso allegro. «Ciao».

 Il silenzio opprimente che riceve in cambio non lo dissuade dall’idea di salutarli con una mano. I Serpeverde si guardano tra loro alla ricerca di una risposta, i visi che esibiscono una sorta di confusione e di diffidenza, come se non sapessero che pensare di lui, prima di reciprocare il gesto.

 Il sorriso di Izuku si allarga.

 «Izuku-chan, ecco dov’eri!» Sente un urlo familiare che lo induce a esaminare il mare di teste e a scorgere il braccio che, sepolto diverse file più in giù, si smania per attirare la sua attenzione.

 Finalmente avvista Camie, stretta in mezzo ad altri due Serpeverde, e alza un sopracciglio. «Ehm».

 Camie ruota gli occhi. «Fate largo o vi castro con una fattura» ordina e, pur di lasciare dello spazio accanto a sé per Izuku, spinge via senza alcuna pietà persino degli studenti più grandi.

 Camie è una Serpeverde, esattamente come i suoi antenati: il sangue degli Utsushimi è verde e argento proprio come è rosso e oro quello dei Bakugou, ma viste le sue maniere serene e spensierate, è facile dimenticare che è quella la sua Casa. In momenti come questi, però, lo dimostra in tutto e per tutto.

 «Scusatemi, mi spiace, mi spiace» bofonchia Izuku, facendosi strada tra i sedili in direzione di Camie.

 «Tifi per il tuo toyboy⁴, eh?» Camie fa un sorrisone, gli occhi che scintillano per il divertimento mentre lui prende posto sulla panchina dei Serpeverde.

 Izuku si imporpora e stringe forte a sé la sciarpa rossa e oro di Katsuki intorno al collo, riparandosi dal freddo autunnale. «Tifo per il mio amico» rimbecca. Katsuki gliel’ha prestata quando Izuku, stupidamente, si è dimenticato di portare la sua in occasione di una lezione di volo tenuta in un giorno particolarmente ventoso del loro primo anno, e da allora non gliel’ha più richiesta indietro. Nemmeno Izuku ha mai più menzionato la cosa, e così quella è diventata la sciarpa che indossa alle partite di quidditch di Katsuki.

 Un sopracciglio perfettamente disegnato di Camie si inarca. «Allora come mai non ti metti i colori della mia Casa quando gioco io?» obietta. «Non sono anch’io tua amica?» Aggrotta la fronte, le labbra rosse imbronciate. «Mi ferisci, Izuku-chan».

 Izuku farfuglia, agitando le braccia in protesta. «N-no, ma certo che lo sei! S-solo che…» Scuote la testa, cercando le giuste parole per spiegarsi. Izuku ha preso a indossare i colori di Grifondoro a ogni partita di Katsuki quando Katsuki è diventato Cercatore e, dato che l’altro non ha mai detto niente in proposito, da allora non ha mai smesso di farlo, quindi lui non ci ha mai riflettuto sopra. «Io e Kacchan, noi…»

 «Ehi, ehi, ti sto solo prendendo in giro, Izuku-chan». L’espressione seria di Camie si scioglie in una risatina rumorosa. «Proporti seriamente un’idea simile mi renderebbe un’idiota gigantesca, perché Bakugou mi ucciderebbe dieci volte se solo provassi ad addobbarti con dei colori che non sono i suoi». Fa un vago gesto verso lo stadio di quidditch, dove i giocatori volano sopra di loro ed evitano i bolidi aggressivi.

 A quel commento, il rossore si spande sul viso di Izuku, ma lui non se la prende. Camie è sempre stata stranamente interessata a Katsuki e al rapporto che unisce loro due, nonostante Izuku le ripeta di continuo: “Non siamo altro che amici d’infanzia”. Niente di speciale, davvero.

 Izuku ha saputo di questa sua curiosità solo quando si è trovato a fare coppia con lei durante una lezione condivisa di Incantesimi. Dato che sono due tra i migliori studenti di Incantesimi del loro anno, hanno legato facilmente parlando della loro materia preferita. Inoltre, Izuku è contento che, tra una sessione di studio e l’altra, Camie abbia sempre assecondato il suo secondo passatempo preferito: chiacchierare di qualsiasi cosa c’entri con Katsuki e le sue imprese.

 Katsuki e Camie sono diventati amici nemici, diciamo, quando lei lo ha quasi spedito in infermeria due anni fa: lui le ha restituito il favore durante una lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, tagliandole i capelli con un sortilegio. Malgrado i loro bisticci, Camie lo ha sempre salutato con cordialità, e Katsuki si ricorda persino di chiamarla per nome, qualche volta.

 Lei e Katsuki sono amici, pensa Izuku. O almeno è questo che sostiene Camie.

 «Quindi, uhm, come sta andando?» domanda Izuku. Non serve nemmeno che lo nomini perché Camie capisca a chi si riferisce.

 «Il tuo toyboy sta giocando male. È distratto, sul serio. Ha la testa altrove, tant’è che ha lasciato che la Cercatrice di Corvonero lo superasse in velocità e fosse sul punto di raggiungere il boccino, prima di scacciarla via» replica Camie con aria seccata. L’unica in tutta la torre a cui importa del fatto che Corvonero stia facendo sudare freddo Grifondoro. «Se è così che gioca con Corvonero, quando sarà contro di me gli farò il culo».

 Le labbra di Izuku si corrugano e il suo sguardo vaga per lo stadio, alla ricerca di una familiare macchia rossa e oro. Sebbene gli spalti siano colmi e zeppi di gente e Katsuki sia a malapena visibile, lui saprebbe riconoscere quella sagoma volante ovunque, avendola vista migliaia di volte fin dall’infanzia. «Non è da Kacchan».

 Katsuki è diventato il Cercatore di Grifondoro durante il loro secondo anno a Hogwarts.

 È una posizione che richiede una concentrazione intensa e moltissima pazienza: quando i Cercatori cercano di battere l’altro senza scoprire le proprie carte, pare quasi una sfida psicologica di strategia. Dando una scorsa a Katsuki, tantissimi crederebbero che lui sia un Battitore, viste la sua personalità battagliera e lo stile aggressivo con cui impugna la scopa, ma in realtà è nato e cresciuto per essere un Cercatore.

 Izuku lo sa sin nel profondo.

 Katsuki porta a compimento qualsiasi obiettivo, qualsiasi proposito gli sia affidato. Malgrado la sua indole caustica ed esplosiva, quando mette gli occhi su qualcosa che vuole ad ogni costo, riserva per la sua meta tutte le sue energie e uno zelo maniacale. È come un sole che indirizza la sua piena potenza a un singolo fiore solitario.

 Francamente è abbastanza terrificante, e Izuku si chiede, quasi malinconicamente a volte, come ci si senta a essere il bersaglio di quegli occhi irremovibili. Perché Katsuki non permetterebbe a nulla di distrarlo dal suo traguardo, costi quel che costi.

 Camie sbuffa. «No, non è da lui, ma d’altro canto tu non eri qui» constata con enfasi.

 Izuku batte le palpebre. C’è qualcosa di stranamente irritante in quel commento, ma lui lo ignora, visto che è tipico di Camie comportarsi così. Torna a volgere la sua attenzione sulla partita e, mentre passano i minuti, si fa rapire quanto basta per farsi trasportare dall’incontro.

 I Corvonero adesso hanno un attacco migliore, con Cacciatori della stoffa di Asui e Yaoyorozu a comporre la formazione.

 Asui è una delle volatrici migliori della scuola: si libra nei cieli e sfreccia schivando i suoi avversari con scioltezza, ma Mina è brava come o forse più di lei. Il fatto è che i Corvonero non hanno solo Asui, ma anche Yaoyorozu e Tenya, e i due bastano e avanzano per tenere sulle spine Sero, il portiere di Grifondoro.

 Data l’assenza del loro capitano e del loro vicecapitano, entrambi studenti del settimo anno, l’asso migliore che hanno i Grifondoro per frenare il trio dalla forza inarrestabile sono i loro Battitori, Kirishima e Inasa. Ed è prova delle loro capacità se la squadra non sta arrancando dietro Corvonero: per ogni pluffa che va a centro grazie a Mina, Asui o uno degli altri due risponde per le rime.

 Sono 140 a 130. Corvonero è in vantaggio, ma di poco.

 Non è l’offensiva di Grifondoro a non essere buona, con Mina che domina il campo con i suoi voli acrobatici e Kaminari che le dà manforte; ma a opporsi a lei, oltre ai suoi tre abili Cacciatori, Corvonero gode anche di due Battitori tenaci con anni di esperienza, i quali continuano a mettere Mina sotto pressione, prendendola di mira e limitandole i movimenti. Alla fine, tutto dipende dal boccino d’oro e da chi sarà il Cercatore più veloce.

 È uno scontro aereo vivido e straziante.

 Gli studenti del settimo anno di Grifondoro hanno scelto di astenersi dalla partita per permettere ai loro compagni più giovani di spiccare e di testare la propria tempra. Izuku, però, non sa se sia stato saggio fare una cosa simile in occasione della prima partita dell’anno: Corvonero si sta approfittando dell’enorme voragine lasciata da loro nella difesa oro e scarlatta.

 Izuku deglutisce, le mani che, poggiate sulle sue cosce, si chiudono a pugno mentre Camie impreca accanto a lui quando Yaoyorozu segna un altro gol, portando il punteggio a 150 a 130.

 Katsuki sarebbe assolutamente furioso se i Grifondoro perdessero proprio il loro primo incontro. Non sopporterebbe l’idea del fallimento, specialmente dato che sarà lui a ricoprire il ruolo di capitano quando il senpai Togata si diplomerà.

 Izuku non ha bisogno di un Omniocolo per notare la tensione e la frustrazione nei giocatori di Grifondoro mentre lottano per stare dietro ai Corvonero. Sarà uno scontro combattuto fino alla fine.

 Intanto che la contesa per la pluffa ruba gli sguardi dell’intero stadio, i due Cercatori spaziano pigramente per l’aria, alla ricerca del boccino d’oro. A occhi inesperti sembrerebbero non star facendo granché, ma Izuku è conscio che la vera guerra si tiene negli ultimi istanti della partita.

 Scruta Katsuki che evita un bolide vagante e si avvicina alla sua squadra, un occhio costantemente sull’attenti nell’eventualità di intravedere una chiazza dorata e l’altro che sorveglia la Cercatrice rivale. Seguire i Cercatori non è particolarmente interessante, ma Izuku non si stancherebbe mai di ammirare Katsuki in azione perché, quando arriva il momento, è sempre lui la stella dello spettacolo. Izuku vive per quei minuti finali.

 I movimenti di Katsuki si fanno improvvisamente bruschi: piega la schiena in avanti e acquista velocità, puntando al cielo.

 «Kacchan ha visto il boccino!» grida Izuku, tremando e contenendo a malapena l’eccitazione mentre preme le mani l’una contro l’altra, come per pregare.

 «Come fai a dirlo?» Camie strizza gli occhi. «Da qui non lo si vede per niente».

 «È vero, ma conosco Kacchan» replica con determinazione. «L’ha certamente individuato e lo sta per catturare».

 Lui ha passato quasi tutta la sua infanzia a contemplare l’immagine di Katsuki che vola. Katsuki fa sembrare il volo una cosa semplice come bere un bicchiere d’acqua: le sue manovre sono rapide, impetuose e senza paura, proprio come lui. È un falco che piomba su una preda.

 Ma non è più l’unico ad aver visto il boccino d’oro. Presto viene rincorso dalla Cercatrice di Corvonero. Come se ne ignorasse completamente l’esistenza, Katsuki prende sempre più quota con una ferocia affamata, mentre la Cercatrice blu e bronzo tallona il boccino che zigzaga nell’aria.

 Katsuki è a diversi metri lontano da lei, sta a più di un chilometro e mezzo da terra, e di colpo si blocca. Si ferma a mezz’aria e, per un attimo, guarda in giù la rivale che sta ancora rincorrendo il boccino. Poi, togliendo il respiro a Izuku, si tuffa. Sempre più velocemente, si lancia di fronte all’avversaria e, allungando il braccio destro in avanti, le taglia la strada e si avventa sul boccino. Quando la distanza tra lui e il suolo non è che di pochi metri, vira in su la scopa un secondo prima di andare a schiantarsi.

 Un silenzio senza fiato si impadronisce dello stadio mentre, lentamente, Katsuki alza la testa dalla scopa; solleva la mano destra e, nella sua stretta, c’è un oggetto piccolo e dorato. Lui si illumina, il sorrisone trionfante che si allarga sul suo bel viso, e tira un pugno all’aria, il finale decisivo di una partita che ha ora il suo vincitore.

 Gli spalti improvvisamente esplodono in una fiumana di urla e di grida impazzite, talmente assordanti da far ronzare le orecchie a Izuku. Persino la loro torre erompe e balza in piedi, e Izuku salta dalla gioia insieme a Camie per il successo assolutamente schiacciante di Katsuki.

 Izuku trova Katsuki bellissimo soprattutto quando viene messo all’angolo e pare non esserci via d’uscita: in quei momenti, digrigna i denti e si fa valere e riesce a vincere nonostante le probabilità a suo sfavore. E la folla evidentemente concorda con Izuku, considerato il coro di “Bakugou” che fa tremare il terreno.

 «…e Bakugou lo cattura! Che mossa pericolosa e impressionante è stato buttarsi sul boccino e sfruttare la gravità per accelerare a quel modo! Davvero un’impresa spettacolare». La voce di Jirou si diffonde nell’aria, così come la delizia in essa contenuta. Pare che persino lei, che raramente si fa coinvolgere così tanto dalle partite, si sia fatta trascinare dall’eccitazione generale dopo aver assistito a una simile strategia. «E con questo, Grifondoro batte Corvonero 280 a 150. Congratulazioni a Grifondoro per la vittoria sudata ma ben meritata! Corvonero, nelle ultime due ore avete svolto uno splendido lavoro respingendo l’attacco scarlatto. Ben fatto a entrambe le squadre!»

 «Quel mostriciattolo» commenta Camie con ammirazione riluttante. «Se solo non fosse il mio nemico mortale».

 Izuku soffoca la sua risata dietro la sciarpa. «Kacchan è magnifico! Sapevo che ce l’avrebbe fatta!»

 «Ma certo che lo sapevi» ribatte Camie, e c’è un significato implicito in quelle parole che Izuku non è in grado di decifrare.

 «C-cosa intendi?» chiede lui, sentendo caldo tutt’a un tratto. Scioglie un giro di sciarpa dal suo collo.

 «Be’», un angolo della bocca della Serpeverde freme, «quando uno si inn…»

 «Deku».

 A Camie non è data la possibilità di completare la frase, perché Katsuki si libra dinanzi a loro con un’espressione intensa in volto.

 «K-kacchan?» domanda Izuku, sorpreso dalla comparsa inattesa di Katsuki, che ora come ora dovrebbe star celebrando con i suoi compagni di Casa. «Che ci fai qui?»

 «Sei arrivato tardi» constata l’altro, con una faccia particolarmente irritata nonostante abbia appena vinto. «Ti sei perso metà incontro».

 «Uhm, dovevo aiutare Ochako con un tema di Incantesimi» spiega, grattandosi la guancia per l’imbarazzo. Non l’hanno fatto apposta, si sono trovati a litigare sulle sottigliezze della fattura Anti-Smaterializzazione e, di botto, sono finiti per precipitarsi fuori dalla libreria con le mani piene di tomi pesanti. E hanno anche dovuto fare una deviazione verso i loro dormitori per mettere via i loro libri.

 «Tsk», Katsuki schiocca la lingua con stizza, «se non è capace di scrivere un misero tema di Incantesimi, merita la bocciatura».

 Izuku si acciglia. «Kacchan, lei è mia amica».

 Gli occhi di Katsuki si assottigliano. «E io cosa sono, allora?»

 Izuku si mordicchia il labbro inferiore per la confusione, senza capire dove l’altro stia andando a parare. «Sempre un amico?»

 Qualcosa di rapido ed effimero sfarfalla sul viso di Katsuki, ma se ne va troppo presto perché Izuku possa stabilire cosa fosse. «Il mio amico di infanzia» si corregge con attenzione, come se se ne fosse appena ricordato.

 Katsuki è silenzioso ed è inespressivo per un istante, prima di allungare una mano verso Izuku. «Tieni» asserisce, e sul suo palmo sta il boccino che ha appena catturato.

 Izuku sgrana gli occhi talmente tanto che ha l’impressione che i bulbi oculari gli possano cadere dalle orbite. «Aspetta, perché me lo stai dando?» lo interroga con tono quasi isterico. «È tuo».

 «Lo so» sbuffa Katsuki. «Prendilo e basta». Izuku rimane immobile dallo shock, dunque Katsuki si piega in avanti e afferra con la mano libera quella di Izuku. Gli apre il palmo e ci appoggia il boccino, chiudendo le dita di Izuku a pugno su di esso prima di ritrarsi.

 «Ma perché?» ripete Izuku, fissando perplesso il boccino e cercando con tutte le sue forze di non mollarlo.

 «Ho vinto la partita di oggi e vincerò anche la prossima partita» gli garantisce Katsuki con una sicurezza irremovibile. «Non smetterò mai di vincere».

 Quella dichiarazione sembra uscire fuori dal nulla, ma Izuku annuisce comunque. «Naturale» concorda, perché non lo ha mai dubitato. Katsuki è la sua immagine di vittoria assoluta e di forza senza pari.

 «So che non sono bravo in queste cose, ne do atto» ammette Katsuki mestamente, scrutando con intento il boccino, «ma ti dimostrerò che sono cambiato e che me ne sono guadagnato il diritto».

 «Ma non devi dimostrare nulla! Io… Sappiamo tutti quanto duramente lavori» obietta Izuku, stringendo il boccino a sé.

 Katsuki sarebbe potuto entrare nella squadra di quidditch di Grifondoro già durante il primo anno, tuttavia, malgrado i suoi innumerevoli talenti, era anche inutilmente arrogante, maleducato e aggressivo, e il senpai Togata non voleva permettere a quel genere di velenosità di infettare la sua squadra. Izuku lo comprendeva: lui è dell’opinione che Katsuki sia eccezionale e destinato a cose incredibili, ma la visione purista ed elitista dell’amico colorava le sue parole e le sue azioni di odio e rabbia. Col tempo, però, è migliorato, in non piccola misura grazie ai suoi amici e compagni di Casa, che hanno ammorbidito la sua personalità tossica e l’hanno reso non solo un grand’uomo, ma anche una brava persona.

 «E non consegnerò quel privilegio a nessuno» prosegue Katsuki come se Izuku non avesse aperto bocca. «Che si fottano. È mio. C’ero prima io e, sebbene non abbia fatto ancora niente per meritarmelo, proverò a te e a tutti quanti che quell’onore appartiene a me proprio come io gli appartengo».

 Le sopracciglia di Izuku si aggrottano ulteriormente. Anche a lui piace volare, ma non ha intenzione di entrare nella squadra della sua Casa, e la sua ossessione per il quidditch non raggiunge minimamente i livelli di Katsuki; una volta, a dispetto di una forte grandinata, Katsuki ha inseguito un boccino per tutta la tenuta Bakugou per il completo sconcerto dei suoi genitori.

 Katsuki non ha di che da preoccuparsi se crede che Izuku aspiri a diventare suo rivale in quidditch. È un terreno che Izuku gli lascia più che volentieri.

 «Kacchan, nessuno ti vieta di averlo» lo corregge lui, accigliandosi sempre di più. Questa conversazione lo disorienta perché non pensava che Katsuki fosse così appassionato al quidditch, come se si trattasse di una ragazza a cui fare la corte.

 «Izuku» lo implora Katsuki, incrociando i suoi occhi per la prima volta, e a Izuku il cuore balza in gola sentendo il suo nome pronunciato in quella maniera tanto strana, «non ti deluderò, te lo prometto».

 Izuku ha la bizzarra e irrequieta sensazione che parlassero di due argomenti diversi; che non fossero sulla stessa lunghezza d’onda, men che meno nello stesso oceano.

 «Ehm» mormora eloquentemente, i polmoni dolorosamente stretti e senza fiato. Il boccino gli pare incomprensibilmente pesante.

 «E io cosa sono, invisibile?» Camie fa tsk con la bocca, e fortunatamente interrompe quel momento teso distogliendo l’attenzione di Katsuki da lui. Finalmente può tornare a respirare. «Dov’è il boccino per me, testa di piume?»

 Izuku era talmente preso e scombussolato da Katsuki che si è dimenticato che non sono soli, ed è ormai troppo tardi per accorgersi del pubblico che li sta osservando. I Serpeverde intorno sono sospettosamente silenziosi e li fissano con un’occhiata maliziosa che fa sentire Izuku nudo e indifeso.

 Katsuki sbuffa. «Nei tuoi sogni, gelida megera» rimbecca, le labbra che si incurvano. «Chiedi alla tua squadra se te ne possono procurare uno».

 Lei sorride. «Be’, immagino che, per adesso, mi accontenterò di Izuku» replica, avvolgendo un braccio intorno all’interessato e attirandolo verso se stessa; dopodiché poggia la testa sotto il mento di Izuku nonostante lui si divincoli, ma Camie è una Battitrice, mentre lui uno che trascorre la maggior parte del suo tempo nelle serre o al lago chiacchierando con le sirene.

 Gli occhi di Katsuki lampeggiano un rosso minaccioso, le unghie si allungano e stringono la scopa con una tale violenza da incidere il duro legno, e una piuma cresce dalla sua spalla; la sua pelle luccica, i suoi capelli si agitano, e lui comincia a emanare un profumo fatalmente dolce.

 È bellissimo. È agghiacciante. È disumano. Ma rimane il Kacchan di Izuku.

 L’energia intorno alla torre si carica di elettricità e alcuni ridacchiano arrossendo e altri svengono addirittura, lasciandosi conquistare dal fascino del veela malgrado Katsuki abbia la faccia di uno che sta per assassinare uno dei loro compagni di Casa davanti a tutti. «Mollalo» ringhia, la voce bassa e quasi bestiale.

 Camie, senza scomporsi, inclina curiosamente il capo da un lato come se stesse guardando uno spettacolo da cui non riesce a staccare gli occhi; tuttavia, ritrae il braccio.

 «Kacchan!» urla Izuku in preda al panico, stringendo il boccino così forte che quello prende a sbatacchiare all’impazzata nella sua mano. L’ultima volta che Katsuki si è trasformato è stato quando ha messo a soqquadro la Sala Grande mentre Izuku sanguinava tra le sue braccia. Anche se il Preside in quell’occasione ha compreso le ragioni del suo comportamento, non poteva permettere che lui attaccasse gli altri studenti, e Izuku ha così deciso di non voler più infilare Katsuki in situazioni simili. «Smettila subito!»

 E in men che non si dica, come se gli fosse stato gettato addosso un secchio di acqua fredda, Katsuki si riscuote e il suo corpo torna normale. Ha il respiro pesante e finalmente sembra quello di sempre; il suo sguardo, però, rifiuta di incrociare quello di Izuku.

 «Miseriaccia⁵» impreca qualcuno mentre la folla riprende i sensi.

 «Maledetto veela» constata qualcun altro, la paura nella voce.

 Izuku apre bocca per rispondere a quei commenti per le rime, ma Camie lo precede. Si gira e rivolge alle file di Serpeverde dietro di loro un’occhiataccia. «Badate a come parlate, o vi mozzo la lingua» abbaia.

 La quiete riveste la massa. In quel momento, Izuku si sente sollevato a vedere che Katsuki è circondato da buoni amici.

 «Kacchan, stai bene?» gli domanda, e vorrebbe sporgersi e toccarlo, però ha paura che Katsuki lo respingerebbe se provasse a farlo. E questo lo spaventa più di qualsiasi altra cosa.

 Katsuki schiude le labbra come se volesse dire qualcosa, ma poi le serra e assume un’espressione combattuta.

 Izuku attende. Ha la pazienza nelle ossa, il che è naturale, dato che è cresciuto con Katsuki. Lui può attendere tutto il tempo di cui Katsuki necessita. La sua vita non è infinita, ma Izuku sarebbe disposto ad aspettare l’altro fino al suo ultimo respiro.

 Katsuki inspira intensamente, come per prepararsi a qualcosa. «Deku…» sussurra, ma poi è interrotto da una serie di fischi e versi che distolgono la sua attenzione.

 «Ehi, smetti di flirtare con Midoriya, Katsuki!» grida Kaminari. «Il capitano Togata vuole parlare con te».

 Katsuki guarda in giù e digrigna contro la piccola silhouette a terra, a diversi metri più in basso da lui. «Zitto un po’, cretino» strepita. «Sono o non sono io quello che ha dovuto vincere per voi ebeti incompetenti la partita, visto che non siete in grado di farcela da soli?»

 Kaminari ride, indifferente all’insulto. «Sì, sì, sei il nostro salvatore. Sbrigati e basta».

 Gli occhi di Katsuki scattano di nuovo verso Izuku, rosso nel verde. Katsuki lo scruta per un lungo attimo che a Izuku appare grave e importante. «Non dimenticare il mio discorso, Deku» gli dice Katsuki, guardandolo in cagnesco. «Verrò a prenderti». Sono parole che suonano vagamente come una minaccia, ma lui ha l’aria convinta, come se fossero una promessa per qualcosa. Un qualcosa che Izuku ha paura di menzionare per nome.

 «Ehm, Kacchan, che…» prova a rispondere Izuku, ma Katsuki sterza la scopa e si ricongiunge con i suoi compagni.

 «Cos’è appena successo?!» esclama, la confusione che gli fa girare la testa. «Un bolide lo ha colpito mentre non guardavo?»

 «Secondo me è stato piuttosto diretto» ribatte Camie scrollando le spalle. «Be’, per gli standard di Bakugou, intendo».

 «Questo… questo non mi aiuta per niente!» insiste lui, arrossendo.

 Camie alza le sopracciglia. «Wow, Bakugou dovrà proprio lavorare duramente» commenta con aria sardonica.

 Izuku sospira. «Non potreste parlare in maniera non criptica per un secondo?» implora, stringendosi al petto il boccino come se quello fosse un salvagente. Come se fosse il cuore di Katsuki.

 Camie sbuffa e ruota gli occhi. «Sei fortunato che sei carino e che Bakugou è un tipo da tutto o niente che non sa quando fermarsi, soprattutto quando vuole qualcosa ad ogni costo, perché questo», fa un gesto nella sua direzione, «può risultare un po’ stancante. Tieni un occhio aperto, però. Quest’anno è diventato improvvisamente molto più interessante».

 «Uhm» mugugna Izuku, sbattendo le ciglia.










¹ Incantesimo Tempus: un’invenzione molto popolare nel fandom anglofono, non realmente esistente nei libri e quindi non canon. È un incantesimo che comunica l’ora al mago o alla strega da cui è utilizzato.
 ² Nell’originale li chiama “second years”, ovvero “studenti del secondo anno”. Purtroppo in italiano non abbiamo un termine breve come “primini” per chi è di seconda, perciò ho calcato sul tono beffardo dell’interlocutore.
 ³ “[…] going against Katsuki’s expectation of him and his mother’s legacy.” In questa frase non mi è chiaro se Deku si riferisca a sua madre o a quella di Kacchan. Ho ipotizzato che stesse parlando di Inko Midoriya, dunque ho tradotto la frase in questo modo.
 ⁴ Toyboy: un ragazzo che viene usato da una donna, spesso e volentieri sposata e/o in là con gli anni, puramente per soddisfare le proprie voglie sessuali.
 ⁵ Dubito seriamente che un Weasley possa mai finire in Serpeverde, ma davanti al classico “Bloody hell” di Ron, be’, non potevo resistere alla tentazione di tradurlo così.

   
 
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