"Non mi servi più Catan vattene da qua, non voglio uno come te al mio fianco."
Mi sveglio di scatto sedendomi sul letto respirando affannosamente, il solito incubo che accompagna ogni mia notte ultimamente.
Mi giro e guardo l'ora sospirando, mancano ancora tre ore alla sveglia e io so che non dormirò più.
Mi alzo e mi vesto uscendo senza far rumore, la camera del mio signore è vicina e non voglio svegliarlo.
Mi dirigo nello studio preferisco occupare così la testa adesso e svolgere gli altri compiti dopo, così faccio.
Rimango li per due ore finendo quel libro odioso, mi alzo e mi
dirigo in cucina, ma prima mi fermo nell'ingresso davanti a una lista
con i miei compiti, metto una X accanto alla voce "studio", amo
così tanto la sua scrittura che non mi permetterei mai di tirare
una linea sopra.
Vado in cucina e mi chiudo la porta alle spalle almeno i rumori
non escono, mi tiro su le maniche e lascio andare la testa, amo stare
in cucina mi rilassa.
Faccio una serie di prove finché non sono convinto poi
fisso l'orario, è ancora presto e decido di preparare pranzo,
una cosa in meno dalla lista.
Dopo averlo messo in frigo, prendo il vassoio con la colazione e
gliela porto in camera non facendo rumore, trattengo anche il respiro
tutto pur di non svegliarlo.
Esco con lo stesso silenzio di prima, riprendendo a respirare solo quando sono fuori di li.
Torno in cucina e faccio colazione, il mio stomaco mi ha prontamente ricordato che è vuoto.
Quando lo sento pieno, mi alzo e pulisco tutto, finché una
campanella a me familiare mi richiama all'ordine, si è svegliato
e probabilmente ha già mangiato o almeno lo spero, l'altra
opzione non mi piace, faccio un bel respiro ed entro.
<<"Mi avete chiamato mio signore?">> mi fa cenno di
avvicinarmi e io lo faccio subito, il mio sguardo si posa sul vassoio
che con mia felicità vedo vuoto, internamente tiro un sospiro di
sollievo non è un rimprovero.
<<"Dalla quantità di cibo che avevo deduco che tu sia
in piedi da molto.">> lo guardo e annuisco, non potrei mai
mentirgli.
<<"Si mio signore lo sono, i miei sogni si sono trasformati
impedendomi di continuare il sonno.">> mi invita a sedermi sulla
sedia posta vicino al suo letto, e io così faccio.
<<"Che cosa angustia i sogni del mio fedele servitore?"
>> quella frase mi rallegra, è difficile che parli
così, sopratutto di mattina.
Faccio un bel respiro e mi lascio andare, parlando riesco a sentirmi più leggero.
Quando finisco di spiegare, sento pronunciare una frase che non mi sarei mai sarei mai aspettato.
<<" Non ho intenzione di lasciarti andare, sei la mia
creazione più bella e il miglior servitore che si possa
desiderare.">>
Queste parole mi fanno sorridere, la giornata era iniziata male ma adesso ha preso un altra svolta.