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Autore: musa07    06/01/2021    3 recensioni
"- ‘kaashi? –
Il primo tentativo di Koutarou non andò a buon fine.
Un po’ gli dispiaceva anche - di svegliarlo, nel cuore della notte - ma una parte, dentro di lui, scalpitava. Non poteva proprio aspettare. Doveva essere adesso [...]
- Keiji? – riparte all’attacco, urgente. Non si è assolutamente dimenticato il suo proposito. Non può, e non deve!, fallire.
- Mmm… Koutarou, che c’è? –
Erano le prime volte che entrambi avevano abbandonato i formalismi del rivolgersi all’altro con il cognome o, nel caso di Akaashi, onorifici. Così come erano le prime volte che passavano tutta la notte insieme, a casa dell’uno o dell’altro quando c’era la possibilità [...]"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buondì!
Incredibilmente, non ho nessuna cavolata
comunicazione seria da dare, tutto nella norma.

Enjoy

 

In realtà è sempre il momento giusto

 

 

- ‘kaashi? –

Il primo tentativo di Koutarou non andò a buon fine.
Un po’ gli dispiaceva anche - di svegliarlo, nel cuore della notte - ma una parte, dentro di lui, scalpitava. Non poteva proprio aspettare. Doveva essere adesso.
- ‘kaashi? – ci riprovò, scuotendolo più o meno delicatamente per una spalla.
Keiji giaceva felicemente abbandonato non solo nella dolce alcova delle braccia di Morfeo ma anche tra le sue braccia, nella stessa identica posizione nella quale si erano addormentati: di fianco, uno di fronte all’altro.
Ed è una cosa indubbiamente bellissima da vedere Keiji che dorme.
Primo perché mentre dorme sereno - una mano sotto il cuscino, l’altra dolcemente abbandonata sul fianco di Bokuto – ecco che quest’ultimo può ammirare ogni singolo dettaglio, ogni singolo frammento di quel volto praticamente perfetto. Certo, Koutarou muore dalla voglia di vedere quei suoi splendidi occhi, quel colore particolare che appartiene solo a Keiji, che sono belli anche da chiusi, ma per il momento si limita a soffermarsi su ogni minimo, meraviglioso, dettaglio.
Secondo perché Akaashi non può opporre nessuna resistenza dal farsi guardare. Lui di solito così schivo e restio. A volte gli ha chiesto, quando Koutarou rimarebbe le ore a guardarlo – anche durante gli allenamenti – perché resti minuti interminabili a fissarlo. E la risposta di Bokuto – limpida, lapidaria, schietta, come è lui –  “è perché sei bellissimo ed è bellissimo guardarti”, era indubbiamente ancora più meravigliosamente imbarazzante dell’aver i suoi occhi dorati puntati addosso. Perché quello sguardo è in grado di scandagliarti l’animo fin nelle viscere più profonde e quello che Bokuto ha visto in lui, nell’animo di Keiji, è indubbiamente qualcosa di incantevole.

- Keiji? – riparte all’attacco, urgente. Non si è assolutamente dimenticato il suo proposito. Non può, e non deve!, fallire.
- Mmm… Koutarou, che c’è? –

Erano le prime volte che entrambi avevano abbandonato i formalismi del rivolgersi all’altro con il cognome o, nel caso di Akaashi, onorifici. Così come erano le prime volte che passavano tutta la notte insieme, a casa dell’uno o dell’altro quando c’era la possibilità. Certo, non erano ancora arrivati fino in fondo perché la titubanza, la paura, l’essere adorabilmente impacciati si stavano ancora strenuamente tenendo in piedi ma era anche così meraviglioso per entrambi scoprirsi e sperimentarsi un po' alla volta, giocare, senza fretta.
“Voglio che tutto sia perfetto, Akaashi” gli aveva detto proprio quella notte.
“Con te ogni momento lo è” era stata la risposta, mentre entrambi – ancora con il respiro ansante – si erano irrimediabilmente tuffati l’uno nelle braccia dell’altro.

Sarà stato il tono inusualmente secco, l’urgenza con la quale l’aveva scrollato, ma alla fine Akaashi si era risvegliato ed ora lo fissava con sguardo adorabilmente assonnato, un meraviglioso, quanto soave, sorriso ad impreziosirgli le labbra.
Bokuto gli piantò gli occhi dorati in volto, terribilmente serio, come praticamente mai capitava di vedere. E questa cosa lo mise in parte sull’attenti.
- Che cosa c’è? – gli chiese nuovamente, con la voce ancora impastata dal sonno, scostandogli una ciocca di capelli che andava a solleticargli la punta del naso - Sta andando a fuoco la casa? - e il tono faceto e serafico con il quale l’aveva chiesto era di sicuro quello con il quale avrebbe reagito nell'improbabile caso in cui la risposta a tale domanda fosse stata affermativa.
- Ti amo. –   dichiarò solennemente alla fine Koutarou.
Era la prima volta che glielo diceva.
- Ti amo. - ripeté, mantenendo il tono della voce fermo, ma erano i suoi occhi che tradivano l’emozione che stava provando in quel momento, di come gli aveva preso il volto tra le mani e glielo stava accarezzando con i polpastrelli dei pollici.

Keiji sgranò gli occhi sorpreso. Ed emozionato.
- Mi hai... svegliato per questo? – ancora basito ma così felice. Addolcì lo sguardo così come l’espressione del volto - in quel modo che usava solo quando c’era di mezzo Bokuto - rendendo quei lineamenti perfetti ancora più belli.
- Sì! - di nuovo quel tono fermo e sicuro, che non vacillava, mentre era il sorriso che aveva sulle labbra che tradiva l’emozione e un leggero imbarazzo.

Come poteva emozionarlo così tanto ogni volta? Si ritrovò a pensare Keiji. Perché fin dalla prima volta che l’aveva visto giocare, Koutarou l’aveva emozionato all’inverosimile.
Certo, le sue emozioni – anche quelle belle - difficilmente trapelavano fuori da lui, erano in qualche modo trincerate dentro di lui. Ma Akaashi dentro aveva un gran fermento, un tripudio di colori che trapelava all’esterno solo in quel piccolo sorriso che gli impreziosiva le labbra o che gli illuminava gli splendidi occhi.
Come in quel momento. E temeva che questa sua incapacità di esternare a pieno le proprie emozioni potesse in qualche modo far cadere in errore Koutarou, che questi pensasse che quelle sue parole non gli avessero procurato una vera e propria esplosione di felicità dentro di lui.
Ma Bokuto lo sapeva, lo sapeva perfettamente. Sapeva che il suo Akaashi era uno bravo con le parole ma che quelle parole che tanto ben usava difficilmente erano in grado di esprimere quello che provava. Più volte, d’altronde, da quando si erano rivelati i propri sentimenti, Keiji gli aveva detto “non so se non riuscito a farmi capire” oppure “non riesco ad esprimere bene le emozioni che provo” e lui si era limitato a poggiargli un dito sulle labbra a zittirlo dolcemente “i tuoi occhi parlano per te te” lo aveva rassicurato e l’alzatore aveva leggermente piegato la testa di lato, sorpreso. “Perché io li so leggere” aveva risposto l’ace alla sua muta domanda. E quella era stata la dichiarazione d’amore più bella che Keiji potesse ricevere.

- Anch’io Koutarou! Anch’io ti amo… - sussurrò, prima di affondare nuovamente il volto nell’incavo del suo collo, le guance irrimediabilmente a fuoco, riprendendo a coccolarsi di nuovo, il suono dei loro respiri a cullarsi a vicenda.
- ‘kaashi? - spezzò il silenzio dopo un po', il tono perplesso che ben si rifletteva in quel sopracciglio inarcato mentre ricordava un piccolo particolare nel risveglio di Keiji.
- Sì? - soave e beato, con gli occhi chiusi ad assaporarsi il calore del corpo dell'altro.
- Sta andando a fuoco la casa? -

- Dormi, Koutarou. - non gli rispose neanche, ridacchiando.

 

FINE


 

L’ho mai detto che questi due sono l’Ammmore superfluff che mi emoziona tantissimo?
No, vero? Non me l’avete mai sentita dire codesta cosa…
Non riesco a stare distante dalla BokuAka per più di troppo tempo *occhi a cuore* posso solo dire che ero partita a scrivere tutta un’altra cosa – che confido in qualche modo veda comunque la luce – e poi mi son ritrovata a scrivere questo. Poi vabbé, io ho questo amore spropositato nei momenti in cui la gente dorme, sta per dormire o si riaddormenta. E per la BokuAka… ahhh! Ma l’ho già detto ^//^

 

Grazie a chiunque sia arrivato fino a qui e a presto.

 

   
 
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