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Autore: bathtubreadings    06/01/2021    1 recensioni
[786 parole]
[San/Wooyoung]
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“Non sapevo fossi un chiromante” commentò il ragazzo più alto.
“Non sono un chiromante” rispose l’altro, tirando fuori dal suo zaino un telo e un mazzo di carte.
“Allora perché hai i tarocchi? Non servono a leggere il futuro?”
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mingi, San, Wooyoung
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è la traduzione di un mio lavoro che ho pubblicato anche su Archive Of Our Own. Potete trovarla QUI.

Doveva essere una piccola drabble, o comunque niente di più lungo di 200 parole, e invece eccoci qua hahah. Sono nuovo nel fandom degli ATEEZ, quindi chiedo scusa se i personaggi sono un po' out of character. In ogni caso, spero che questa breve one shot vi piaccia!
 

“Non sapevo fossi un chiromante” commentò il ragazzo più alto. San piegò la testa di lato, non potevano vederlo. Li stava guardando dalla cima delle scale, erano nel mezzo del salotto.

“Non sono un chiromante” rispose l’altro, tirando fuori dal suo zaino un telo e un mazzo di carte. San scese di qualche gradino, voleva vedere da più vicino.

“Allora perché hai i tarocchi? Non servono a leggere il futuro?” a quella domanda il più alto si guadagnò un’occhiataccia.

“Mingi, sei stato tu a dirmi che questa casa era infestata. Lasciami fare il mio lavoro, per favore.” disse, poi steste il telo sul tavolino e si sedette a terra.

Quello che San presumeva fosse Mingi si sedette sul pavimento di fronte al suo amico – un’altra ipotesi, sembravano in confidenza l’uno con l’altro. Il ragazzo ancora senza nome prese dal suo zaino alcune candele, dell’incenso, un accendino e una scatola rettangolare.

Sembrava un qualche tipo di gioco in scatola.

“Figa! Hai una tavola ouija?!”

Ok, un gioco in scatola pericoloso.

San si avvicinò ancora di più, mettendosi tra di loro a uno dei lati liberi del tavolino. Li guardò accendere le candele e l’incenso, per poi posizionare tutto attorno a loro.

“Wooyoung-ah, sei sicuro che non moriremo?”

“Non moriremo, ora metti le mani sulla planchette in questo modo” rispose Wooyoung, poi mostrò a Mingi cosa fare. San si sedette e li copiò. Aveva voglia di divertirsi un po’.

San osservò i due ragazzi: Mingi sembrava incerto, ma anche abbastanza terrorizzato; Wooyoung sembrava quasi annoiato. Forse era solo molto concentrato, però. Difficile da dire.

“Salve. C’è qualche spirito qui con noi?” Chiese Wooyoung. Non accadde niente per qualche secondo. Wooyoung aggrottò le sopracciglia e Mingi si guardò attorno, cosa stava cercando?

Poi San realizzò che sarebbe dovuto essere lui stesso a muovere la planchette. Ops. San la spinse verso il ‘Sì’.

“Oh mio Dio! Wooyoung-ah la stai spingendo tu?!” Mingi urlò, i suoi occhi erano spalancati. San ridacchiò.

“No, non sono io” rispose Wooyoung. Era un sorriso quello che stava spuntando sulle sue labbra? Adorabile. “Puoi dirci il tuo nome?” domandò poi, e San mosse la planchette, una lettera alla volta.

Gli fecero qualche altra domanda – Sei l’unico spirito qui con noi? Sei buono o maligno? – prima che San si annoiasse.

“Quando sei morto?” chiese Mingi.

“Non sappiamo se è un fantasma, magari non ha una data di morte…” spiegò Wooyoung. Il ragazzo aprì la bocca per fare un’altra domanda, ma San fu più veloce.

“Beh, sono un fantasma, ma non mi ricordo esattamente quando o come sono morto” disse ad alta voce, rendendosi visibile ai due umani.

Entrambi girarono la testa verso di lui, lentamente, era una scena quasi comica. Poi Mingi iniziò a urlare a pieni polmoni.

“Mingi–” provò a dire Wooyoung, ma Mingi lo interruppe.

“No. Fanculo. Assolutamente no.” Si alzò sulle sue gambe tremolanti e corse verso la porta “Non ho intenzione di rimanere qui! Me ne vado! Yunho aveva ragione, non sarei dovuto venire…” disse, poi se ne andò.

“Grazie tante! Ora so di poter sempre contare su di te in qualsiasi situazione!” gli urlò dietro Wooyoung in modo sarcastico, osservando la porta ancora aperta; il suo amico se n’era già andato, terrorizzato. “Stronzo…” borbottò.

“Hey” San richiamò la sua attenzione e sorrise quando Wooyoung si girò a guardarlo.

“Stai indietro!” gli disse, indietreggiando leggermente e alzando una mano tra di loro.

“Non voglio farti del male”

“Sì, come no” Wooyoung si alzò in piedi e San lo imitò.

“Dico sul serio!” piagnucolò San, cercando di avvicinarsi.

“Certo, anche io,” Wooyoung fece un passo indietro “non muoverti.

“Perché andava bene finché ero invisibile, ma ora che puoi vedermi hai paura?” San si lamentò di nuovo, mettendo il broncio.

“Perché dovrei fidarmi di te visto che ti sei rivelato soltanto ora e non quando abbiamo iniziato? E inoltre, sei tu la ragione per cui sono stato trascinato qui, in primo luogo? Hai spaventato Mingi e Yunho l’altro giorno?”

“Non era mia intenzione! Sono inciampato e un quadro è caduto a terra!”

“Da quando i fantasmi inciampano?”

Rimasero a fissarsi per qualche momento, completamente in silenzio.

“Io me ne vado” disse Wooyoung, mettendo via la tavola ouija.

“Nooo, per favore non lasciarmi qua da solo…”

“Cosa dovrei fare? Non è che posso rimanere qua…”

Il broncio di San si fece ancora più pronunciato a quelle parole. Le persone se ne andavano sempre, nessuno rimaneva mai. Girò la testa di lato e notò il mazzo di tarocchi ancora sul tavolino. Gli venne un’idea.

“Puoi leggermi i tarocchi?”

“Non penso funzioni per i fantasmi…” gli rispose Wooyoung, incerto.

“C’è un solo modo per scoprirlo…?” chiese San, speranzoso.

E dopotutto, chi era Wooyoung per dire di no?




 


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BACI

 
   
 
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