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Autore: leila91    07/01/2021    30 recensioni
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Aziraphale ridacchiò nel vedere Crowley sobbalzare, finalmente accortosi della sua presenza.
“A-angelo! Credevo stessi finendo di rilegare Orgoglio e genocidio.”
Sul viso aveva la stessa espressione di un bambino che è stato colto con le mani della marmellata: Aziraphale lo trovò così buffo che gli perdonò all’istante lo strafalcione circa il titolo del suo romanzo preferito.
“Orgoglio e pregiudizio, Crowley,” l’angelo alzò gli occhi al cielo con una smorfia fintamente esasperata, “Sul serio, ormai dovresti averlo imparato.”
“Aha, quello che è. Be’, cosa ci fai qui?”

(Post!Non Apocalisse // Dorks in love // Aziraphale is a little shit // Crowley is just so nice)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pride and mistletoe





La prima volta che Aziraphale vide del vischio fra le piante di Crowley non ci fece particolarmente caso.
Era la sera del giorno in cui avevano sventato insieme l’Apocalisse, o per meglio dire avevano fatto da spalla angelico-demoniaca ad Adam in quella titanica impresa.

La preoccupazione principale per entrambi in quel momento era stata quella di trovare un modo per sopravvivere all’inevitabile rappresaglia dei loro superiori, pertanto Aziraphale non si era interrogato oltre sulla presenza di quella pianta in casa dell’amico.
Pianta che l’angelo sapeva avere un significato assai particolare per gli umani.

Da quella sera erano passati diversi mesi, confessioni erano state fatte e la proposta di andare a vivere insieme in un cottage nelle South Downs accettata.
La loro nuova casa era uno splendido riflesso delle personalità di entrambi crogiolo di candore paradisiaco e calore infernale.
Crowley aveva ceduto ad Aziraphale l’onore e l’onere di arredare gli interni, così il tartan aveva preso possesso di divani, tappeti, tovaglie e persino del copripiumone sul loro letto. Un’intera stanza era stata poi adibita a piccola biblioteca, contenente le prime edizioni a cui l’angelo era più affezionato e che aveva preferito portare con sé da Londra. Allo stesso tempo l’influenza demoniaca si manifestava invece attraverso la presenza della decisamente fuori scala cantina di vini e della green house situata nel giardino sul retro.

Green house dove un giorno, in prossimità del Natale, Aziraphale aveva trovato nuovamente una pianta di vischio.

L’angelo era entrato nella serra canticchiando, con l’intento di chiedere al compagno se fosse disposto ad accompagnarlo a provare il nuovo ristorante che aveva aperto da poco nella vicina città di Petersfield.

La pianta si trovava vicino all’ingresso, ma in una posizione più defilata rispetto alle altre.
Quasi nascosta, si sarebbe detto.

Aziraphale era rimasto a guardarla con un sorriso estasiato sulle labbra.
Sorriso che però si era spento poco dopo.
Dopotutto, riflettè l’angelo, era alquanto improbabile che Crowley conoscesse davvero il significato del vischio, giusto?
La presenza di quell’arbusto probabilmente non significava nulla, doveva trattarsi di una coincidenza.
Oppure no? Forse c’era un modo per scoprirlo…

Il demone intanto non si era ancora accorto della sua presenza, troppo impegnato a sbraitare contro delle peonie che a suo dire non avevano raggiunto lo “standard minimo di pigmentazione richiesta” o chissà che altro.
(Aziraphale le trovava tutte bellissime ma per quieto vivere preferiva non immischiarsi nelle faccende botaniche del compagno.)

“Questo è l’ultimo avviso, sappiatelo! Se fra due giorni sarete ancora di questo dannato rosa antico giuro sulla rana di Hastur che vi darò in pasto alle capre!”

“Non mi sembra granchè come giuramento, caro.”
Aziraphale ridacchiò nel vedere Crowley sobbalzare, finalmente accortosi della sua presenza.

“A-angelo! Credevo stessi finendo di rilegare Orgoglio e genocidio.”

Sul viso aveva la stessa espressione di un bambino che è stato colto con le mani della marmellata: Aziraphale lo trovò così buffo che gli perdonò all’istante lo strafalcione circa il titolo del suo romanzo preferito.

Orgoglio e pregiudizio, Crowley,” l’angelo alzò gli occhi al cielo con una smorfia fintamente esasperata, “Sul serio, ormai dovresti averlo imparato.”

“Aha, quello che è. Be’, cosa ci fai qui?”

“Mmh, rilegare mi ha messo un certo languorino, e se non l’hai notato si sono fatte le sette,” Aziraphale si avvicinò a Crowley con fare malizioso, “Perciò pensavo che magari potresti accompagnarmi in città, offrirmi la cena, e una volta tornati a casa, venire ricompensato adeguatamente per questo.” Alzò un sopracciglio in modo allusivo e all’altro sfuggì una risata: solo Aziraphale riusciva a essere tanto provocante ed angelico al tempo stesso.

Crowley si chinò a baciargli la punta del naso, scuotendo la testa.
“Affare fatto, piccolo manipolatore edonista che non sei altro.”
Gli poggiò una mano sulla schiena sospingendolo dolcemente verso l’uscita della serra.
“Perchè non mi aspetti in casa?” propose, e ad Aziraphale il suo tono suonò come quello di qualcuno che stava cercando di sbarazzarsi di lui. Senza farsi notare, l’angelo schioccò le dita.
“Io, ehr, devo solo sistemare una cosa e arriv-”
Crowley s’interruppe e ingoiò a vuoto.
Aziraphale trattenne a fatica una risata, ben conscio del motivo dell’improvviso disagio dell’altro.
Come aveva previsto, infatti, Crowley stava chiaramente fissando il punto in cui poco prima si trovava celata la pianta di vischio, cercandola con lo sguardo.
Peccato che quella fosse sparita nel nulla.

“Com’è possssibile?” sibilò, a bassa voce il demone, “L’avevo nassscosta qui.”
“Come dici, caro?” chiese Aziraphale.
Crowley si ricordò della sua presenza e si girò verso di lui, agitato.
“Niente!”
“Hai perso qualcosa?”
“Ngk, no io-”
“Posso aiutarti a cercare, se vuoi.”
“NO! Ehr, volevo dire, non preoccuparti, angelo, aspettami in casa. Io arrivo subito...”
Ma Aziraphale si stava divertendo troppo.
“Mi stai forse nascondendo qualcosa, tesoro?” chiese corrugando la fronte e incrinando le labbra in un’espressione minacciosa.
Tra l’agitazione e la confusione il viso del povero Crowley stava raggiungendo la stessa tonalità di viola richiesta alle peonie.

Davanti all’ennesima accozzaglia di consonanti Aziraphale ebbe pietà di lui.
“Perché non alzi la testa, mio sciocco, distratto demone?”

L’altro obbedì, deglutendo.

A pochi centimetri dalle loro teste pendeva un rigoglioso ramo di vischio.
Crowley lo fissò.
Poi guardò Aziraphale.
Poi di nuovo il vischio.
Infine aprì la bocca, ma prima di scoprire se fosse per insultarlo o ringraziarlo, Aziraphale lo zittì con un bacio.

 

§


 

“Sei veramente un bastardo, lo sai?”

Mezz'ora più tardi i piani per la cena erano bellamente saltati e un angelo e un demone si erano accoccolati insieme sul divano vicino al camino.
Aziraphale ridacchiò, colpevole, e non potè fare altro che incassare l’accusa di Crowley.
Accusa che in realtà non conteneva alcun rancore, ma solo un pizzico di divertito risentimento.

“Mi spiace davvero, caro,” Aziraphale per poco non fece le fusa, quando avvertì le braccia dell’altro, stringerlo più forte contro il suo petto. “Era solo uno scherzo senza malizia, oltre a una scusa perfetta per baciarti. Non immaginavo che il vischio facesse parte del tuo regalo di Natale.”
“Come se ti servisse una scusa per baciarmi,” sbuffò Crowley appoggiando il mento fra i ricci del compagno, “O per qualunque altra cosa,” concluse con tono malandrino, e questa volta fu Aziraphale a diventare color peonia, ma per fortuna gli stava dando le spalle e Crowley non se ne accorse.

“Sai, hai avuto un pensiero davvero gentile,” sussurrò l’angelo, chiudendo gli occhi.
“Quando ho visto la pianta nascosta una parte di me si era illusa che tu conoscessi il suo utilizzo natalizio, ma poi mi sono detto che non era da te escogitare qualcosa di così-”
“Romantico?” concluse Crowley alzando un sopracciglio, “In genere non lo è, ma ghn, questo è il nostro primo Natale insieme. Noi due, la nostra fazione. E, be’, ci tenevo a fare qualcosa che fosse totalmente…”
“Umano,” soffiò Aziraphale, in un lampo di comprensione. Sentì gli occhi inumidirsi per la gioia. “Oh, Crowley, è la cosa più dolce che tu abbia mai..”
“Non ti azzardare a finire la frase, Aziraphale,” sibilò il demone, ribaltando le posizioni e intrappolandolo sotto di sé, “Ti avverto, oggi hai già messo la mia pazienza fin troppo alla prova!”

L’angelo si morse le labbra nel tentativo di rimanere serio: le minacce di Crowley erano credibili quanto i miagolii di un gattino indignato, ma considerato il pensiero toccante che aveva avuto per lui, il demone meritava di uscire da quella situazione con la dignità intatta.

“Sarà meglio che mi faccia perdonare, allora.”
“Non potrei esssere più d’accordo.”

Ai piedi del divano il ramo di vischio rimase lì dimenticato per parecchie ore.



 
Buongiorno e buon annooooo!
La mia prima storia dell'anno non poteva essere che sull'OTP che mi ha tenuto alto il morale nell'anno demmerda appena finito :'D
Idiozie a parte, sono felicissima di tornare a scrivere su di loro <3 
Ringrazio moltissimo Kim per aver indetto la challenge: non posso fare altro che augurarmi di essere riuscita a farteli shippare, come avevi richiesto xD
Un grazie di cuore a Bea, Nao e Cress per il sostegno *^* e come sempre grazie a chiunque abbia letto fino a qui **: spero di avervi lasciato solo vibrazioni positive *incrocia le dita*

Un abbraccio e alla prossima!

Bennina



 
   
 
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