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Autore: orphan stories    08/01/2021    1 recensioni
Gli studenti (e persino gli insegnanti) non fanno che parlare del triangolo amoroso tra i prof Skywalker, Amidala e Kenobi. Solo che nessuno al liceo Coruscant riesce a capire chi sta con chi.
{ Obi-Wan/Anakin/Padmé | Long | 9616 parole | Modern!AU | Traduzione di Hiraeth }
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note della traduttrice (Hiraeth): la mia OTP è la Obikin, ma tbh Anakin, Padmé e Obi-Wan sarebbero stati molto più felici assieme, altro che le tragedie che sono la Anidala e la Obikin!
 La storia è stata originariamente orfanata dall'autrice e, poiché non è rintracciabile, mi sono permessa di tradurla. Cancellerò la mia traduzione nel caso venissi contattata e mi fosse chiesto di farlo.
 Il link alla storia originale è questo qui, e vi consiglio caldamente di farci un salto se non ve la cavate male con l’inglese. Buona lettura!











Plot Twist





I



Anakin si sentiva incredibilmente nervoso mentre posteggiava l’auto nel parcheggio degli insegnanti del liceo Coruscant. Era il suo primo giorno ufficiale come insegnante di fisica, e stava seriamente cominciando a rimpiangere tutta quella faccenda relativa all’essere un adulto responsabile con un vero e proprio lavoro se immaginava che, tra un’ora, si sarebbe ritrovato davanti a un sacco di adolescenti, tentando di suscitare in loro un minimo interesse per la fisica. Anakin l’aveva sempre amata e aveva una sorta di sesto senso per essa, ma ricordava anche che, alle superiori, era la materia più odiata dallo studente medio. Come se questo non bastasse, i suoi studenti – principalmente ragazzi di terza e di quarta¹ – in realtà avevano solo pochi anni in meno rispetto a lui (Anakin aveva ventitré anni, e questa era la prima volta che lavorava effettivamente come professore dopo essersi laureato poco più di un anno prima).

 Uscendo dall’auto, si chiese se, tutto sommato, avrebbe dato di stomaco in classe, e si incamminò con la schiena tutta curva in direzione della scuola, buttandosi in spalla la borsa a tracolla. L’aveva comprata qualche giorno prima perché gli era sembrato qualcosa che doveva fare, ma a dire la verità Anakin non aveva saputo cosa metterci dentro, oltre che il pranzo, il laptop e alcune matite, dunque ci aveva gettato dentro un paio di quaderni bianchi per darsi un’aria di professionalità. L’ennesima dimostrazione che lui era un imbroglione e che non avrebbe mai dovuto ricevere il permesso di insegnare. Non sapeva niente. Sarebbe stato un prof orribile. I suoi alunni non avrebbero imparato assolutamente nulla, avrebbero avuto l’insufficienza nella sua materia, la loro media sarebbe crollata, nessun college li avrebbe presi, e lui sarebbe stato licenziato.

 Quei tetri pensieri lo accompagnarono fino all’ingresso dell’edificio, e li seminò aumentando l’andatura, una goffa corsetta, quando si rese conto che qualcuno gli stava tenendo la porta. «Grazie» esalò senza respiro, e poi il suo fiato fu mozzato per davvero quando vide la donna che gli aveva tenuto la porta aperta. Aveva più o meno la sua stessa età, forse era leggermente più grande di lui, ma era molto bassa: i suoi occhi erano all’altezza delle spalle di Anakin. Dalle (poche) nozioni che Anakin aveva del mondo della moda, appariva impeccabilmente vestita. I suoi capelli scuri erano raccolti indietro in modo ordinato, e il suo sguardo marrone era caloroso quando lei gli sorrise.

 «Ciao, sono Padmé Amidala» disse, prendendo il caffè con la mano sinistra piuttosto che con la destra così da potergliela porgere. Caffè, pensò Anakin stringendole la mano. Berne uno sarebbe stata una buona idea. Non era abituato a svegliarsi presto la mattina. «Sono l’insegnante di storia, ma sono nuova. È il mio primo giorno».

 Anakin sorrise. «Anche per me» rispose, sollevato di aver trovato qualcun altro con cui non avere la più pallida idea di cosa fare. «Anakin Skywalker, fisica».

 «Piacere di conoscerti, Anakin. Tu dov’eri prima di venire qui?»

 Prima di venire qui cosa? Che? Cos’era questo “qui”? «Ehm, facevo colazione a casa mia» replicò incerto.

 «Scusa, intendevo dire in che scuola insegnavi prima di questa?» si spiegò Padmé, che aveva l’espressione di una che cercava di non ridergli in faccia. Il viso di Anakin avvampò. Trenta secondi sul posto di lavoro e già si era reso ridicolo. «Io sono stata al liceo Naboo per qualche anno e quella è stata la mia prima cattedra, questa è la seconda».

 Quindi Padmé era sicuramente più grande di lui, ed era pratica del mestiere. Anakin era di nuovo destinato a non avere la più pallida idea di cosa fare in solitudine. «È il mio primo lavoro» ammise. «Mi sono laureato un anno fa».

 Padmé fu sorpresa per un secondo, ma poi gli sorrise gentilmente. «Be’, ricordo perfettamente come ci si sente. Credevo di morire, ero agitatissima».

 «Hai centrato in pieno».

 Lei rise. «Non preoccuparti, andrai alla grande. Confesso che anch’io sono piuttosto agitata, visto che si tratta di una nuova scuola».

 «A che ora hai la pausa pranzo?» esclamò impulsivamente Anakin, per poi diventare nuovamente paonazzo. «Cioè, se siamo tutti e due nuovi e non conosciamo nessuno, potremmo sederci vicino». Mentalmente si insultò. Potremmo sederci vicino? Era un professore del liceo adesso, Cristo santo, non uno studente.

 Ma Padmé si limitò a sorridere ancora e a prendere l’agenda. Fortunatamente, entrambi avevano l’ora libera a metà giornata, perciò si diedero appuntamento per incontrarsi alla sala insegnanti del primo piano² per pranzo. L’aula di Anakin era su quel piano, mentre quella di Padmé era su quello superiore, e fecero la strada insieme prima di dividersi.

 «Buona fortuna con le tue prime lezioni, Anakin!» gli gridò Padmé mentre saliva le scale verso il secondo piano.

 «Grazie. Anche a te».

 Riluttante, Anakin si girò e si diresse verso la fine del corridoio, dove stava la sua aula. Ci era già stato un paio di volte l’estate scorsa per preparare e sistemare tutto e, una volta arrivato, notò con soddisfazione che la stanza era molto accogliente grazie all’enorme quantità di poster, alcuni scientifici e altri motivanti, che aveva affisso.

 Aveva appena capito come collegare il suo laptop al proiettore quando sentì qualcuno bussare alla cornice della porta, e sollevando lo sguardo vide Qui-Gon Jinn, il capo del dipartimento di scienze. Anakin aveva avuto l’impressione che il liceo Coruscant non avesse l’abitudine di assumere gente fresca di laurea, ma Qui-Gon aveva sostenuto di aver scorto in lui del grande potenziale alla fine del colloquio, e così, poche settimane dopo, Anakin aveva ricevuto un’offerta di lavoro.

 «Buongiorno, Anakin» lo salutò, avvicinandosi alla scrivania. «Come ti stai trovando?»

 «Abbastanza bene, signore».

 Qui-Gon ridacchiò. «Puoi chiamarmi Qui-Gon. Non c’è bisogno di essere tanto formali».

 «Oh. Giusto» bofonchiò Anakin, imbarazzato.

 «La prima ora hai lezione?»

 Anakin annuì e tirò fuori il registro, contenente i nomi dei suoi studenti. «La prima ora ho il corso avanzato³».

 «Magnifico. Ti senti pronto?»

 Anakin fece una risatina nervosa. «Credo di sì» mentì.

 Qui-Gon sorrise e esaminò il suo registro con aria meditabonda. Dopo un momento, indicò il nome di una studentessa del corso avanzato e commentò: «L’anno scorso ho avuto Ahsoka Tano in chimica avanzata. È brillante. Penso che andrete d’accordo».

 L’idea era abbastanza confortante. Almeno uno dei suoi studenti non sarebbe stato un incubo.

 Chiacchierarono per un minuto ancora, poi Qui-Gon gli augurò buona fortuna e uscì. Quando Anakin finì di predisporre tutto, il corridoio aveva già iniziato a riempirsi con il viavai di studenti che arrivavano e prendevano i libri dai loro armadietti. Anakin osservò la classe mentre gradualmente i ragazzi entravano e sceglievano e occupavano il proprio banco: aveva deciso di rinunciare ad assegnare lui i posti nella speranza che questo lo rendesse più simpatico ai loro occhi.

 La campanella suonò alle otto meno un quarto, e Anakin fece l’appello. Si segnò mentalmente chi fosse Ahsoka Tano quando la chiamò; aveva un aspetto amichevole, ma Anakin rifletté che non avrebbe conosciuto bene la personalità sua o di chiunque altro per ancora diverse settimane. Presto terminò di annotare il registro e lo mise via.

 «Buongiorno. Benvenuti a fisica avanzata» enunciò, facendo del suo meglio per sorridere nonostante la nausea. «Io sono il professor Skywalker e quest’anno sarò vostro insegnante. Come potreste aver già capito, sono nuovo, quindi è il primo giorno anche per me».

 «Quanti anni ha?» chiese qualcuno dalle ultime file.

 Anakin arrossì. «Uhm, ventitré».

 Ci furono dei mormorii, e il rossore di Anakin diventò ancora più furioso quando si accorse che molte ragazze – e alcuni dei ragazzi – lo contemplarono con uno sguardo ammiccante. Si schiarì la gola, impacciato. «Comunque…»

 «È la prima volta che insegna?»

 «Sì».

 «In assoluto?»

 «Sì» ribatté Anakin sulla difensiva. «E se non vi dispiace, vorrei cominciare la lezione».

 Per suo grande sollievo, non ci furono ulteriori interruzioni quando proseguì il suo discorso introduttivo alla fisica. Ogni lezione durava solo cinquanta minuti, quindi Anakin passò la sua prima lezione presentando soprattutto il programma, le regole e i regolamenti, il suo sistema di valutazioni, e altre questioni amministrative. Dopodiché ebbe un’ora libera, seguita da altre due lezioni – basi dell’ingegneria con una parte della classe di fisica standard – che si svolsero in una maniera simile a quella avuta alla prima ora e, prima che se ne rendesse conto, Anakin si trovò a dirigersi verso la sala insegnanti per pranzo.

 Padmé era già lì, e Anakin sorrise quando le si sedette accanto. «Ehi».

 Lei alzò il viso e gli restituì il sorriso. «Ehi. Come sono andate le lezioni?»

 «Abbastanza bene. Non ho avuto il tempo per fare ancora niente, però. Tu?»

 «Uguale». Padmé mangiò una forchettata di insalata e scorse lo schermo del cellulare. «Social network» spiegò, intuendo l’interrogativo nell’espressione incuriosita di Anakin. «Ho scoperto che è il metodo più veloce per capire com’è una scuola, almeno secondo gli studenti».

 Anakin rise. «Che fai?»

 «Controllo Yik-Yak⁴». Padmé aggrottò la fronte. «Cos’è un TILF?»

 «Eh?»

 Anakin scrutò il cellulare e lesse: Qualcuno ha già avuto Skywalker o Amidala? Il record di vittorie di Kenobi per il titolo di TILF dell’anno potrebbe essere nei guai. Anakin fece spallucce, confuso, ed estrasse il suo cellulare dalla tasca per appurare il significato dell’acronimo, sentendosi vecchio. Gli adolescenti e il loro slang. Subito trovò una risposta, e il suo viso divenne paonazzo non appena la vide.

 «Che vuol dire?» ripeté Padmé.

 «È… be’…» Anakin, senza parole, le mostrò lo schermo del suo telefono perché lei leggesse, e la reazione di Padmé fu quasi identica alla sua.

 «Oh. Uhm». Lo sguardo di Padmé tornò sul suo cellulare. «Al momento è il messaggio con più like di tutta la scuola».

  Anakin non sapeva se ridere o gemere. «Fantastico. Mi domando chi sia Kenobi».

 «Mi cerca qualcuno?» disse una voce con un accento inglese.

 Anakin si girò nella sua direzione e rimase a bocca aperta alla visione dell’uomo che prendeva posto davanti a loro. Aveva i capelli e la barba color castano ramato, e persino il gilet che indossava non riusciva a nascondere la sua bella fisionomia. Kenobi tirò fuori il pranzo, guardando i due di fronte a sé con degli occhi blu-grigi leggermente perplessi.

 Padmé fu la prima a riprendersi. «Io sono Padmé Amidala. Storia» si presentò.

 «Obi-Wan Kenobi, inglese».

 Gli occhi di Anakin si allargarono. Quindi era questo Kenobi. È proprio un TILF sussurrò una vocina nel retro della sua mente, e Anakin avvampò ulteriormente. Poi si accorse che Obi-Wan lo stava osservando in attesa. «Anakin Skywalker. Insegno fisica» si affrettò a chiarire.

 «Piacere di conoscervi, Anakin e Padmé» replicò Obi-Wan. «Sbaglio o vi ho appena sentito parlare di me?»

 Padmé tossì a disagio. «Oh. Be’, è solo che, uhm…» Rinunciò a esprimersi e gli mostrò il cellulare.

 Obi-Wan non ebbe alcuna reazione a ciò che lesse. «Non ho ancora perduto il mio record? Ero certo che Aayla Secura mi avesse sconfitto l’anno scorso».

 Anakin e Padmé lo fissarono. «Non pensi che sia… strano?» gli chiese Anakin.

 «Sono le superiori» rispose Obi-Wan scrollando le spalle. «Vi abituerete a questo genere di cose, specialmente voi due che siete sulla ventina».

 «La mia vecchia scuola non era così» brontolò Padmé, ma Anakin suppose che non fosse così sorprendente. Naboo era un paesino in confronto a Coruscant, e le scuole – e i post sui social network – riflettevano la differenza.

 Obi-Wan ridacchiò. «Siete nuovi, vero?» Loro annuirono. «Come trovate l’ambiente?»

 Lo informarono delle lezioni avute finora e ascoltarono il resoconto della sua mattina. Dopodiché Obi-Wan li deliziò con gli aneddoti degli episodi divertenti avvenuti al liceo negli ultimi dieci anni. Diversi minuti dopo, uno scoppio di risa particolarmente rumoroso indusse il professore di matematica dall’altro lato del corridoio ad alzarsi e a chiudere la porta dell’aula, rivolgendo a loro un’occhiataccia mentre i suoi studenti provavano a sbirciare.

 «Quello è Mace Windu» spiegò Obi-Wan quando la porta si chiuse. «È una persona piuttosto spassosa quando è di buonumore, ma se non lo è… be’, diciamo che sarebbe meglio evitare di incrociarlo».

 Anakin notò uno dei ragazzi seduti nell’aula di Mace. «Ehi, quella è Ahsoka Tano. L’ho avuta alla prima ora. Qui-Gon ha detto che è una brava studentessa».

 Obi-Wan annuì. «Sì, è vero. L’ho avuta quando era in prima, prendeva sempre A⁶».

 «La riconosco» convenne Padmé con aria assorta. Prese il registro e lo consultò. «Sì, ce l’ho alla seconda ora».

 «Credo che piacerà a tutti e due» asserì Obi-Wan. «Ha talento ed è diligente, ma è anche alquanto tenace. Se non è d’accordo con voi su qualcosa, preparatevi a passare almeno dieci minuti a discutere con lei». Anakin e Padmé risero.

 Obi-Wan dette una scorsa ai loro registri e raccontò loro quello che sapeva sui studenti che aveva avuto in passato. Come Anakin, pure Obi-Wan e Padmé avevano soprattutto classi del terzo e del quarto anno, ma Obi-Wan aveva anche due classi del primo anno e Padmé una del secondo, e scoprirono di avere molti studenti in comune. Anakin era deluso di constatare che la loro ora libera stava giungendo a termine, ma si rallegrò quando Obi-Wan suggerì di vedersi a pranzo anche il giorno dopo. Lui e Padmé accettarono con gioia, e Anakin tornò alla sua aula saltellando leggermente. Aveva già due potenziali amici. Forse questo lavoro non era così male.

 Quel giorno Anakin non fece niente di esaltante legato alla fisica, ma rientrò comunque a casa stanco. Crollò sul divano con l’intenzione di rilassarsi guardando la tv per un po’, ma finì per addormentarsi (dopotutto, si era alzato praticamente all’alba).

 Il suo sonnellino improvvisato fu interrotto dallo squillo del telefono. Anakin si mise a sedere, strizzando gli occhi per la confusione e accorgendosi che erano quasi le cinque del pomeriggio. Incespicò fino al bancone della cucina e sollevò la cornetta. «Ciao, mamma».

 «Ciao, Ani» lo salutò Shmi Skywalker dall’altro capo. «Com’è andata la tua prima giornata? Com’erano gli studenti? Spero che nessuno ti abbia messo in difficoltà».

 «Be’, alcuni dei ragazzi hanno fatto delle considerazioni sulla mia età» replicò Anakin (l’incidente del corso avanzato si era ripetuto anche nelle ore successive), «ma oltre a questo è andato tutto bene».

 Procedette a parlarle delle sue classi. «Avrai un anno impegnativo» commentò lei. «E gli altri professori? Hai avuto l’occasione di scambiare parola con qualcuno?»

 «Sì, oggi ho avuto modo di incontrare molti di loro, e ho pranzato con Padmé Amidala e Obi-Wan Kenobi. Lei insegna storia, lui inglese».

 «Sono stati gentili?»

 «Sì, sì». Anakin aveva un largo sorriso in faccia. «Sono fantastici. Siamo subito andati d’accordo».

 «È meraviglioso, Ani» approvò Shmi. «Ti hanno dato qualche consiglio?»

 «Be’, anche per Padmé era il primo giorno, solo che prima era a una scuola diversa, e mi ha passato delle informazioni generali. Obi-Wan, però, è al liceo Coruscant da tempo e ha avuto un sacco di belle storie da raccontarci».

 Dopo aver saputo ogni singolo dettaglio del primo giorno di Anakin (che decise di non menzionare quello che avevano scoperto lui e Padmé sui social network), Shmi si decretò soddisfatta e la conversazione passò ad altro per un po’, finché Anakin non dovette riagganciare la cornetta per prepararsi la cena.

 Stava pulendo il tavolo, quando il suo cellulare si illuminò per una notifica. Anakin lo controllò, e il suo stomaco fece un piccolo salto mortale quando vide il messaggio da parte di Padmé per lui e Obi-Wan.

Ho appena fatto i biscotti e pensavo di portarli domani per pranzo. Volete che ne porti di extra anche per voi due?

 La risposta di Anakin fu entusiasticamente positiva, e Obi-Wan concordò con calore. Anakin si rimise il cellulare in tasca e diede un’occhiata alle lezioni che avrebbe avuto il giorno dopo, sorridendo tra sé e sé. Avevano una chat di gruppo. Padmé avrebbe portato i biscotti e li avrebbe condivisi con loro. Sarebbero sicuramente diventati amici.










¹ Il liceo Coruscant segue il sistema scolastico americano, diviso in dodici grade. Le elementari sono costituite da cinque grade, le medie da tre, e le superiori da quattro. Gli studenti del nono grade (corrispondente al nostro primo anno delle superiori) sono chiamati freshman, quelli del decimo sophomore, quelli dell’undicesimo junior, e quelli del dodicesimo sono i cosiddetti senior. Nella mia traduzione, ho scelto di “convertire” gli elementi americani in italiano per facilitare la comprensione al lettore. Tenete però a mente che, appunto, chi è di quarta è al suo ultimo anno delle superiori.
 ² Nell’inglese britannico, il piano terra si chiama ground floor, il primo piano è il first floor, il secondo è il second floor, e così via. Nell’inglese americano, cioè quello con cui è stata scritta questa fanfic, invece, il piano terra è il first floor, il primo piano è il second floor, eccetera.
 ³ Negli Stati Uniti, gli studenti hanno la libertà di scegliere le materie che vanno a comporre il loro curriculum. Alcune materie sono obbligatorie (es. matematica, scienze, inglese, ginnastica e altro a seconda dello Stato), le altre dipendono dallo studente. Se uno studente ha una media sufficientemente alta (es. dalla B in poi) o riceve la raccomandazione di un insegnante, può frequentare la honors class, ovvero una classe avanzata dove il programma scolastico è più difficile, più denso di argomenti e va a un ritmo più veloce rispetto alle lezioni standard. Aver frequentato e superato le honors class di più materie fa un figurone sulla domanda di ammissione al college ed è altamente desiderabile. Una classe di livello ancora più avanzato della honors class è in teoria il corso AP (Advancement Placement), dove il programma è più difficile, essendo quello del college e preparandoti alla vita universitaria; dico “in teoria” perché in alcune scuole le honors class sono più difficili dei corsi AP. L’unica differenza fondamentale tra i due è che superare i corsi AP ti dà crediti per il college, mentre le honors class no.
 ⁴ App nata nel 2013 ormai defunta. Gli utenti potevano anonimamente postare messaggi e rispondere e votare con pollici in su o in giù quelli altrui. Un post poteva essere visualizzato solo dagli utenti che si trovavano nel raggio di otto chilometri da chi lo aveva creato. In seguito a dei casi a Chicago, nel Vermont, Texas, Ohio, Rhode Island, Washington e Colorado, diversi giornali hanno denunciato Yik Yak asserendo che facilitava il cyberbullismo e gli episodi di razzismo per via della natura anonima dei suoi utenti: l’app ha perso investitori e ha chiuso i battenti nel 2017.
 ⁵ Teacher I’d Like to Fuck, ossia professore che mi piacerebbe scopare.
 ⁶ I voti negli Stati Uniti vanno dalla F alla A. Su un punteggio di 100:

FD-DD+C-CC+B-BB+A-AA+
0-59,960-62,963-66,967-69,970-72,973-76,977-79,980-82,983-86,987-89,990-92,993-96,997-100

   
 
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