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Autore: Donatozilla    09/01/2021    2 recensioni
Peace-Ville è una cittadina tranquilla e pacifica, dove la sua gente vive in tranquillità e pace assoluta ed in cui non accadono mai alcuni inconvenienti. Ma quando un piccolo inconveniente accade in un giorno del tutto normale, la città assisterà ad una battaglia che definire fuori dall'ordinario sarebbe un eufemismo.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era une bella giornata nella cittadina di Peace-Ville.
 
Gli uccelli cinguettavano.
 
E i fiori sbocciavano.
 
E questa non è una fanfiction di Undertale, anche se dalle precedenti frasi si direbbe il contrario.
 
La cittadina era conosciuta per le persone pacifiche che la abitavano, dove tutti andavano d’accordo e non c’era nessun problema. Da qui il nome Peace-Ville.
 
Il nostro protagonista si chiama Mark Coleman. Un uomo dai capelli biondi e gli occhi verdi di 40 anni, single ma felice che viveva in una deliziosa casetta di periferia. Un  uomo semplice dai gusti semplici, ammirato dai suoi concittadini per essere il più pacifico e gentile della cittadina.
 
Quest’oggi Mark era di buon umore e decise di andar a fare la spesa al supermercato del paese. Doveva prendere poche cose: carne, un po’ di verdura e soprattutto pane. Amava il pane. Per qualche stramba ragione era il suo cibo preferito in assoluto.
 
Ma bando al giudicare i gusti altrui nel cibo.
 
Mark era al supermercato e aveva trovato carne e verdura. Mancava solo il pane e sarebbe potuto tornare a casa. Il problema era uno solo: il pane non si trovava da nessuna parte. A quanto pare i suoi concittadini erano diventati golosi di pane tutto d’un tratto.
 
Quando tutto parve perduto, Mark vide finalmente la cosa che gli illuminò gli occhi: l’ultimo pezzo di pane del supermercato che si trovava posato su uno degli scaffali del supermercato.
 
Preso dalla felicità fece per prenderlo… ma finì per mettere la mano sopra al pane insieme alla mano di qualcun altro.
 
Mark guardò in volto il nuovo arrivato: era un uomo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore, doveva avere sì e no 36 anni e guardava sorpreso Mark. “Ehi ma… lei non è Mark Coleman?” “In persona. A chi devo l’onore?” “Molto piacere. Sono Sam Stanton, e ho sentito molto parlare di lei. È famoso in tutta Peace-Ville come l’uomo più gentile e pacifico del paese” “Ne sono onorato” “Beh sono felice di averla incontrata” fece Sam stringendo la presa sul pane “Ora devo andare e…”
 
“Ehm aspetti un secondo signor Stanton” lo riprese Mark stringendo la sua presa sul pane anche lui “Ma… quel pane è mio” “Suo dice?” ripeté Sam “Ma l’ho preso io” “Ma l’ho preso prima io” rispose Mark sorridendo “Quindi direi che è mio” “Data la sua grande gentilezza, potrebbe concedermi questo pezzo di peno?” chiese Sam sorridendo a sua volta “Lo farei volentieri se ci fosse altro pane. Ma questo è l’ultimo pane rimasto, ed io ne ho assolutamente bisogno” continuò Mark tirando a sé il pane. “Insisto di poterlo prendere io signor Coleman” “Ed io insisto che sia mio signor Stanton”.
 
E i due iniziarono a tirare il pane dall’uno e dall’altro, mentre i sorrisi sui loro volti cominciarono a sparire ed espressioni serie cominciarono ad apparire. “Ti ripeto che questo pane è mio… Coleman…” disse Sam guardando Mark dritto negli occhi. “Ed io ti ripeto che l’ho preso prima io… Stanton…”. La sfida di sguardi si prolungò per qualche altro secondo… finché i due non cominciarono a tirare a vicenda il pane che si trovava tra le loro mani.
 
“Il pane  è mio!” “No è mio!” “Giù le mani!” iniziarono a litigare i due mentre la gente al supermercato si fermava a guardare con sguardi straniti. Il famoso Mark Coleman, la persona più gentile di Peace-Ville, stava davvero litigando con uno sconosciuto per un pezzo di pane?
 
Sam diede un pugno  al volto di Mark facendolo cadere al terra e facendogli perdere la presa sul pane. “Grazie mille Coleman!” rise Sam correndo via. Mark si rialzò in piedi con uno sguardo furibondo e si mise immediatamente ad inseguire Sam.
 
Sam entrò immediatamente nella sua macchina, accendendola e partendo a razzo. Non aveva neanche pagato alla cassa per quanto era scappato veloce, ma al momento non importava. “E lui sarebbe l’uomo più gentile di Peace-Ville? Ma se non voleva manco darmi il pane” borbottò Sam mentre guidava. “Brutta giornata?” chiese Mark nel posto affianco a lui. “L’avrei avuta se non me ne fossi andato via” rispose Sam “Chissà, mi sarei ritrovato in una rissa con…”. Si interruppe quando si rese conto chi si trovava accanto a lui.
 
“COLEMAN?! MA COME FAI AD ESSERE QUI?!” “Non lo so” fece spallucce Mark “Voglio solo… QUEL MALEDETTO PANE!” urlò per poi mettere le mani sul cibo che si trovava sulle gambe di Sam. Quest’ultimo tolse le mani dal volante per metterle anche lui sul pane ed iniziare a tirare furiosamente… ignorando che non stesse più controllando l’auto, che ora si trovava fuori controllo e stava investendo poveri passanti che si trovavano lì, creando il panico generale per la strada.
 
“CHE RAZZA DI MUSICA TI ASCOLTI?!” urlò Mark scambiando le urla terrorizzate dei passanti per della musica proveniente dalla radio dell’auto. “NON SONO AFFARI TUOI! ORA LASCIA STO PANE! STAI FACENDO TANTE STORIE PER DEL SEMPLICE CIBO!” “NON DEL SEMPLICE CIBO! IL MIO CIBO PREFERITO! E POI ANCHE TU STAI A FARE TANTE STO…”. Non riuscì a finire di parlare che l’auto, finita nel parco cittadino, andò a sbattere violentemente contro un albero. I due, a causa dell’impatto, furono lanciati fuori dal parabrezza dell’auto e rotolarono per il prato per qualche metro. Sam, con in mano il pane, si alzò in piedi e vide con gli occhi sbarrati la sua auto. “N-Non fa niente… posso ancora riparar…”. Non finì di parlare che l’auto esplose immediatamente, facendolo impallidire.
 
“L-la mia Auto…” sussurrò Sam per poi guardare Mark che si era rialzato anche lui. “MALEDETTO! È TUTTA COLPA TUA! SE NON FOSSE STATO PER TE ORA LA MIA AUTO NON SAREBBE ESPLOSA!” “Oh, e piantala di fare la lagna e dammi quel maledetto pane” rispose semplicemente Mark iniziando a correre verso Sam “O me lo dovrò prendere con la forza!”.
 
Mark provò a dare un pugno al volto di Sam, che schivò il colpo e rispose con una testata che fece indietreggiare Mark. Quest’ultimo si mise le mani sulla fronte offesa, e non si accorse di Sam che gli diede un calcio rotante facendolo cadere al suolo. Approfittando di ciò, Sam iniziò a correre via sperando di poter raggiungere immediatamente la sua abitazione. Ma Mark non si sarebbe arreso così facilmente: alzandosi in piedi, il nostro protagonista si lanciò all’inseguimento del suo avversario.
 
Si lanciò contro di lui ed i due caddero in mezzo alla strada. Si rialzarono immediatamente e si guardarono in cagnesco, aspettando che uno di loro facesse la prima mossa. Sam, con la mano ancora occupata dal pane, diede un colpo al volto di Mark facendolo indietreggiare e provò a colpirlo nuovamente con l’altro pugno. Mark si limitò a parare il colpo col gomito e colpire Sam al volto con un suo di pungo. Allora i due cominciarono a scambiarsi pugni l’uno contro l’altro, ignorando totalmente le auto che si dirigevano verso di loro. Esse, pur di non investirli, si spostarono immediatamente finendo però contro i muri delle abitazioni circostanti, finendo per esplodere al minimo contatto con esse.
 
Mark diede una gomitata allo stomaco di Sam, facendogli talmente male da fargli lasciare la presa sul pane. Mark lo prese immediatamente ed iniziò a correre via. “TORNA QUI INFAME! NON SOLO MI DISTRUGGI L’AUTO MA MI RUBI PURE IL PANE!” gli urlò Sam iniziando ad inseguirlo.  “QUESTO è IL MIO PANE!” gli urlò a sua volta Mark. Scavalcò un auto che gli stava correndo in contro, e questa andò ad impattarsi contro un palo facendolo cadere al suolo e facendo quasi colpire Sam. Quest’ultimo, preso da chissà quale forza ultraterrena, prese il suddetto lampione lo usò per colpire Mark che fu lanciato contro un abitazione con una tale potenza che essa crollò all’impatto
 
Il colpo gli fece lasciare il pane, che fu preso immediatamente da Sam. “Come diavolo avrò fatto a fare quella roba” restò in silenzio a pensarci per poi dire “Ah beh. È una storia nonsense. Credo che qualsiasi cosa possa accadere”. E iniziò a correre via.
 
Mark, nel mentre, uscì dalle macerie dell’abitazione con un espressione stranita dipinta in volta. “Come, in nome di tutto ciò che è sacro e profano di questo mondo, è riuscito a fare una cosa del genere?! E poi come ho fatto a sopravvivere al crollo di questo palazzo?!” scosse la testa “Non importa! Ha il mio pane, e lo devo fermare!” ed iniziò a correre dietro a Sam.
 
Mark non appena fu dietro Sam, provò a colpirlo con un pugno… ma Sam si spostò di lato schivando il colpo. Lo prese poi per il braccio e lo fece sbattere al suolo. “Ancora tu?!” disse Sam “Certo che sei proprio uno scocciatore!”. Mark si rialzò e provò a dare un calcio  a Sam, che schivò nuovamente e diede una ginocchiata al petto dell’avversario che gli stava rompendo le scatole. Mark cadde in ginocchio e Sam gli diede immediatamente un calcio al meno che lo lanciò contro il muro di un palazzo alto trenta metri che si trovava lì vicino. L’impatto creò una crepa sul muro e Mark cadde al suolo, incapace di rialzarsi.
 
Sam camminò verso di lui e, con la mano libera, lo prese per il collo e lo alzò in aria per poi sbatterlo violentemente contro il muro. “Ora capisci la differenza di potere che c’è tra me e te?” chiese Sam con tono altezzoso. “P-perché diavolo stai parlando come un villain di un anime?!” chiese stranito Mark mettendo le sue mani sul braccio di Sam, cercando di liberarsi. “Ah boh non lo so” fece spallucce Sam “Mi pareva una frase figa” “E poi come fai ad essere così forte?! Non ha il minimo senso!”.
 
Sam sorrise malignamente dicendo “Appunto Coleman… questa è una storia nonsense: dove tutto può succedere”. Detto questo, Sam balzò in aria e una volta arrivato ad un altezza di ben quaranta metri lanciò con grande violenza Mark contro il palazzo. La potenza dell’impatto fu tale che il palazzo crollò all’istante, creando un polverone che ricoprì tutta Peace-Ville.
 
Sam riatterrò al suolo osservando sodisfatto il suo operato. “Così ho ucciso Mark Coleman, la persona più gentile e ‘pacifica’ dell’intera Peace-Ville. Parla di una giornata interessante”. Fece dietrofront e, con il pane ancora in mano, cominciò ad andarsene fischiettando.
 
Mark, da sotto le macerie, non sapeva cosa pensare o dire. Era letteralmente sommerso dalle macerie di un palazzo, eppure era ancora vivo. Come?! E come faceva a non battere Sam per appropriarsi del SUO pane?! D’un tratto le parole dettegli da Sam prima gli fecero sbarrare gli occhi:
 
Questa è una storia nonsense: dove tutto può succedere.
 
Mark ripeté queste parole ancora una volta. Poi sorrise. Ora sapeva come vincere.
 
Il rumore di macerie che venivano spostate fece voltare Sam, che con occhi sbarrati vide Mark uscire dalle macerie del palazzo. “Sei ancora vivo?!” urlò Sam, incollerito nel vedere il suo avversario che respirava ancora. Tirò un respiro profondo per poi sorridere dicendo “Non importa. Sei un moscerino contro di me! Non hai alcuna possibilità di ba…”.
 
Con una velocità disarmante, Mark apparì dinnanzi a Sam e gli prese il pane dalla mano. Sam rimase confuso per un secondo per poi sbarrare gli occhi dicendo “I-Il mio pane!” tirò indietro il pugno, pronto a colpire Mark “RIDAM…”.
 
Anche stavolta fu bruscamente interrotto quando Mark gli diede un pugno allo stomaco così forte che parve uscire dall’altra parte. Sam sputò saliva e, molto probabilmente, vomitò il cibo del natale passato. Gran bello spreco.
 
Sam si allontanò tenendosi lo stomaco e respirando a fatica. Guardò Mark con occhi sbarrati, e cercò di dargli un calcio rotante ma Mark parò il colpo con il suo braccio destro e con la mano sinistra gli colpì il petto lanciandolo via.
 
La potenza del colpo fu tale che Sam andò a sbattere contro una casa e la attraversò come burro, e gli success la stessa cosa con la casa successiva, e con quella successiva ancora, e ancora, e ancora… credo abbiate afferrato il concetto.
 
Questo continuò finché Mark non apparve dietro Sam prendendolo con la mano da dietro la testa. Lo voltò così da poterlo prendere per il collo e alzarlo in aria. “Come…” disse Sam con un filo di voce “COME HAI FATTO A DIVENTARE Più FORTE DI ME IN TIPO CINQUE MINUTI?!” “Lo hai detto tu stesso prima a me no?” rispose Mark “Questa è una storia nonsense… dove tutto può accadere… compresi i power up usciti dal culo del protagonista” “MANNAGGIA A VOI POWER UP DEGLI ANIME!” urlò Sam prima di essere lanciato via da Mark. La potenza del lancio fu tale che Sam fu lanciato via dal pianeta. Quale sia il suo destino lo lasciamo all’immaginazione dei lettori, vi basti sapere che sulla Terra non vi fece più ritorno.
 
Mark tirò un fischio vedendo Sam sparire tra le stelle. “Beh… questa è stata una sorpresa pure per me”. Guardò il pane per cui aveva lottato così duramente sorrise fiero “Ho combattuto per averti… e non ho dovuto sacrificare chissà che cosa”.
 
Si guardò poi intorno, osservando la distruzione causata dl combattimento: case e palazzi distrutti, cadaveri a terra dopo l’incidente con l’auto ed auto in pezzi ovunque.
 
“Sì. Non ho dovuto assolutamente sacrificare chissà che cosa”.
 
E cominciò a dirigersi verso casa.
   
 
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