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Autore: orphan stories    10/01/2021    0 recensioni
Gli studenti (e persino gli insegnanti) non fanno che parlare del triangolo amoroso tra i prof Skywalker, Amidala e Kenobi. Solo che nessuno al liceo Coruscant riesce a capire chi sta con chi.
{ Obi-Wan/Anakin/Padmé | Long | 9616 parole | Modern!AU | Traduzione di Hiraeth }
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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III



Anakin architettò presto una soluzione: comportarsi come se niente fosse e non rimuginarci troppo su. Peccato che era molto più facile a dirsi che a farsi. Intorno a Obi-Wan e a Padmé, arrossiva e si impappinava con la lingua, ed era certo che se ne fossero accorti. E come potevano non farlo? Erano più discreti gli adolescenti a cui insegnava che lui che era un adulto, e questo la diceva lunga.

 Ma poi iniziò a rendersi conto di particolari. Minuzie piccole, come la maniera con cui lo guardava Obi-Wan quando credeva che Anakin non gli prestasse attenzione, o il fatto che a pranzo Padmé avvicinasse sempre la propria sedia alla sua più di quanto fosse necessario, o il modo con cui lei e Obi-Wan a volte finivano per fissarsi per un attimo prima di distogliere gli occhi e schiarirsi la gola. Minuzie piccole, ma per cui Anakin si chiedeva se…

 No, era impossibile. Era altamente improbabile che ricambiassero i suoi sentimenti, e tanto meno che provassero qualcosa anche per l’altro. Sarebbe stato troppo perfetto, e quando mai era capitato che le cose gli andassero bene? Era certamente tutto frutto della sua immaginazione iperattiva ed esasperatamente ottimista. Tuttavia, un venerdì sera, mentre stavano schiacciati sul divano di uno dei tre, quella consapevolezza non gli impedì di domandarsi cosa sarebbe accaduto se si fosse voltato e li avesse baciati entrambi. Fortunatamente – o sfortunatamente? – non fece nulla di simile.

 Per diversi mesi, Anakin esisté in uno stato di assoluta agonia (be’, l’agonia non era proprio assoluta, ma lui aveva sempre avuto un’inclinazione per il melodramma). Poi, una mattina di maggio, sulla strada per andare a lavoro, si ricordò che era il compleanno di Padmé.

 Premette i freni al semaforo rosso, mordendosi il labbro. Era da una settimana che non riusciva a decidere se prenderle qualcosa o meno. E se, nonostante il tempo trascorso assieme negli ultimi otto mesi, loro due non fossero abbastanza amici da giustificare un regalo da parte sua? E se lei fraintendesse? E se Obi-Wan non le desse niente e lei pensasse che fosse strano che Anakin avesse qualcosa per lei?

 Ma d’altro canto, e se Obi-Wan le avesse preso un regalo e lei pensasse che fosse strano che Anakin non lo avesse fatto? Il semaforo diventò verde, e Anakin continuò a guidare per pochi minuti ancora, prima di avvistare un negozio di fiori e parcheggiarci davanti impulsivamente. I fiori andavano bene. Le avrebbero dimostrato che lui ci teneva abbastanza da non dimenticare il suo compleanno e, allo stesso tempo, non erano un regalo personale e Padmé non avrebbe creduto che lui li avesse scelti appositamente per lei. Altrimenti sì che Padmé avrebbe saputo che gli importava troppo di lei. Non sapeva cosa sarebbe successo in una situazione simile, ma era certo che sarebbe stato brutto e imbarazzante.

 Vagabondò a zonzo, impotente, finché non individuò un bouquet dai colori vibranti che gli ricordò Padmé, così lo comprò rapidamente e tornò in macchina prima che potesse cambiare nuovamente idea. A causa di quella deviazione, giunse a scuola quasi in ritardo per le lezioni, ma il fato volle che la sua aula fosse ancora vuota quando arrivò, e nascose frettolosamente i fiori nel cassetto della scrivania. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che i suoi studenti li vedessero e saltassero a conclusioni. Conclusioni che sarebbero state corrette, ma va be’.

 La prima ora passò velocemente; durante la seconda, invece, Anakin rifletté che, visto che era libero, tanto valeva che le desse i fiori subito; oltretutto, la sua ansia irrazionale lo convinse a consegnarglieli e a farla subito finita con questa storia. Così recuperò il bouquet dal cassetto e si diresse verso il secondo piano. Quando raggiunse la porta dell’aula di Padmé, notò che la stanza era piena di studenti e, con suo sommo orrore, si rese conto di essersi scordato che lei a quell’ora aveva lezione.

 Rmase lì impalato ed esitò per un secondo o due prima di girare i tacchi. La cosa migliore era tornare più tardi, quando non ci sarebbero stati studenti nei paraggi che avrebbero tratto (le giuste) conclusioni. Ma avanzò un singolo passo, poi una voce lo chiamò: «Anakin?»

 Lui si voltò, cercando di nascondere i fiori dietro di sé, e vide che Padmé aveva aperto la porta e lo stava guardando – così come lo stavano guardando tutti gli alunni. «Ciao» farfugliò a disagio. «Ho… uhm… ho dimenticato che avessi lezione. Tornerò dopo».

 Padmé sorrise. «Oh, non fa niente, entra pure. Sono sicura che a loro non dispiaccia fare un minuto di pausa, giusto?» Rivolse le ultime parole ai ragazzi.

 «No» risposero in coro.

 Padmé trascinò Anakin in classe, e lui non ebbe altra scelta se non permetterglielo. Lei scorse i fiori. «E quelli cosa sono?» domandò Padmé indicandoli.

 Sapendo di essere stato scoperto, Anakin li tirò fuori da dietro la schiena a malincuore. «Sono, ehm…» Le porse i fiori. «Sono per te. Buon compleanno».

 La classe sobbalzò all’unisono e gli studenti cominciarono a bisbigliarsi qualcosa tra loro, ma Anakin se ne accorse a malapena, tanto era distratto dall’espressione deliziata sul viso di Padmé mentre accettava il bouquet e gli sorrideva. «Sono stupendi!» esclamò. «Grazie, Ani. È carinissimo da parte tua».

 «Non è niente» biascicò lui, avvampando e odiandosi per essere così agitato.

 La sua faccia divenne maggiormente rossa quando Padmé appoggiò il bouquet sulla scrivania e lo circondò con le braccia. Stupefatto ma felice, ricambiò l’abbraccio. Con la coda dell’occhio, intravide Ahsoka in fondo all’aula con il cellulare in mano. Stava scattando una foto? Probabilmente li stava fotografando.

 Alla fine Padmé si scostò, e Anakin si schiarì la gola. «Dovrei andare, non voglio rubarti altro tempo…»

 Fu interrotto da un bussare alla porta, e si volse per vedere Obi-Wan, che teneva tra le mani una scatola di cioccolatini. Anakin sospirò tra sé e sé per il sollievo. Anche Obi-Wan le aveva preso un regalo. Adesso Padmé non avrebbe pensato che Anakin fosse strano od ossessionato da lei o cose del genere. A dire la verità, lui probabilmente era strano e ossessionato da Padmé, ma preferiva che lei non ne fosse al corrente.

 «Buon compleanno, Padmé» disse Obi-Wan, sorridendo e porgendole i cioccolatini.

 «Grazie. Hanno un aspetto delizioso!» Padmé li posò accanto ai fiori di Anakin e abbracciò anche Obi-Wan. Anakin lanciò un’occhiata ai ragazzi. Quasi tutti erano al telefono: alcuni scrivevano furiosamente, altri parevano star filmando la vicenda. Incredibile.

 Chiacchierarono per un altro breve minuto ancora, poi Anakin e Obi-Wan le fecero di nuovo gli auguri e uscirono. «Gli studenti mi sono sembrati molto loquaci in nostra presenza» commentò Obi-Wan mentre camminavano. «Mi chiedo che cosa sia preso a loro».

 Anakin deglutì. «Già. Me lo chiedo anch’io».

   
 
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