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Autore: crazy_love_girl_96    10/01/2021    2 recensioni
“Se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in voi e per voi, senza domani, senza jeri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credetemi.” - G. D'Annunzio
E se Edward rincontrasse Bella dopo sei anni in seguito al suo abbandono dopo aver fatto l'amore durante il suo diciottesimo compleanno? Cosa succederebbe?
FF originale, i personaggi e i diritti appartengono a Stephanie Meyer.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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CAPITOLO 2

POV. EDWARD

Non so come ho fatto a farmi convincere da Alice a rientrare a Forks dopo sei anni. Sei fottuti, lunghissimi anni. Mi manca la mia Bella, da morire. È da quel giorno che l’ho abbandonata nel bosco dietro casa sua che non mi do pace: mi sono allontanato dalla mia famiglia, ho vagato per il mondo nella solitudine più totale. È da quel giorno che non mi do pace, il mio pensiero sempre rivolto a lei e ai suoi occhi cioccolatosi. “Chissà che starai facendo amore mio. Ti sei sposata? Mi hai dimenticato?” Eppure, una furia cieca mi investe al solo pensiero che qualcuno che non sia io ti tocchi, ti baci, assapori il tuo corpo, proprio come avvenne in quella notte.

Quella notte, in assoluto la migliore e la peggiore della mia vita. Mai, mai in oltre cento anni di esistenza avrei potuto anche solo lontanamente immaginare di poter provare sensazioni come quelle, mai. Così belle, intense, piene di amore… Ma subito dopo l’amplesso, subito dopo aver fuso anima e corpo, la cruda realtà mi è piombata in faccia: il suo corpo, il suo splendido corpo, orribilmente e tristemente martoriato. Lividi, graffi. Eccoli lì, davanti ai miei occhi come ad urlare “Guarda il mostro che sei”. Fu quello il momento in cui, con la morte nel cuore, presi la decisione di lasciarla e considerando anche l’episodio precedente di quella stessa sera a casa mia, con Jasper, mai decisione mi parve più concreta. E con oggi sono passati esattamente sei lunghissimi anni. A nulla valsero le preghiere di Alice e della mia famiglia per farmi desistere dal mio intento. Anzi non fui mai più sicuro di una decisione. Lo avrei fatto per lei, unicamente per il suo bene.

E ora eccomi di nuovo qui, nella piovosa cittadina di Forks, a chiedermi quale fosse la stramaledetta urgenza per cui mia sorella mi abbia portato qui di peso. Non ha voluto dirmi nulla di più, per telefono, ma la verità la scoprirò tra poco.

Il giorno prima

Vidi il mittente della chiamata e sospirai, pronto a sorbirmi un’altra delle sue solite prediche. Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Amavo Alice come se fosse mia sorella biologica, ma di certo non amavo il suo carattere. Non più, da quando lasciai Bella..

  • Alice - risposi.
  • Dobbiamo andare a Forks, Edward. – mi disse quasi spaccandomi un timpano.
  • Che cosa? Basta con le tue fottutissime prediche Alice, smettila! Non ti voglio più ascoltare! – ed ero sul punto di bloccare la telefonata quando lei rispose solamente..
  • È urgente Erdward! – e riattaccò.

Restai a fissare il telefono imbambolato finchè un pensiero non si fece largo nella mia mente: Bella. E se le fosse successo qualcosa?

Pov. Edward

Man mano che mi avvicinavo alla mia vecchia abituazione, la paura, il terrore e l’angoscia nei confronti di Bella crescevano a dismisura. In me si facevano spazio mille pensieri, mille possibili visioni di Alice, mille scenari..finchè un profumo non mi colpì come uno schiaffo.

Lavanda e muschio. Come i nostri odori. Non so perché ma corsi subito verso la direzione di quella fragranza, senza controllo, prima ancora di riuscire ad esercitare un pensiero coerente. E fu lì che la vidi: una ragazza. Appena si voltò verso di me ricevetti il secondo schiaffo della giornata: aveva i suoi occhi, gli occhi di Bella. Ma la ragazza che mi trovai davanti non fu Bella, ma una ragazzina più o meno minuta e formosa come lei, dai lunghi boccoli ramati, che mi rivolse uno sguardo di pura sorpresa. Non riuscì a formulare alcun pensiero e la mia bocca si aprì senza che riuscissi a controllarla. Vedevo solo i suoi occhi, gli occhi della mia amata.

  • E tu chi sei? – la ragazzina alzò un sopracciglio, proprio come faceva Bella e uno strano inspiegabile moto d’affetto iniziò ad invadermi verso quella sconosciuta.
  • Piuttosto tu chi sei, succhiasangue. ­– tuonò e io rimasi sconvolto. Lei sapeva, lei…cosa? – però noto i tuoi occhi, sei vegetariano - e mi porse la mano – piacere sono Nessie. Tu? –

Io ero immobile, peggio di una statua. Mi concentrai sul suo sangue, sul suo cuore pulsante. Era umana, dannazione. Come faceva a sapere di me e della mia natura? Però, notai, aveva una voce squisitamente deliziosa. Titubante e cerando di non farle del male, ricambiai la stretta. La sua mano era tiepida, cosa inusuale per un umano. Che avesse freddo?

  • Edward – risposi cauto. Stavo per chiederle di più quando lei mi anticipò.
  • Beh, amico. Io sto andando a caccia, ti consiglierei di farti un giretto anche tu perché mi sembri sotto shock. Se vuoi, oltre quel sentiero c’è una radura – sbam, una pugnalata al petto mi avrebbe fatto meno male, ma poi cosa? Caccia? Lei? Cosa diamine blaterava? – e dirigendosi un po' più a est troverai parecchi puma. – e mi fece l’occhiolino. – approfittane, mi raccomando. Ciao – e mi salutò con la mano. Io rimasi come un allocco, inizialmente. Poi non so perché ebbi l’impulso di seguirla e lo assecondai. Non feci in tempo a bloccarle il polso che lei con un balzo mi colse alle spalle e rivoltò la mia mano dietro la mia schiena. Era forte, troppo forte per essere umana. Cosa diamine?
  • Allora carino punto uno, la mamma mi ha insegnato a non dare troppa retta agli sconosciuti e peggio ancora punto numero due, se il mio Jake dovesse sapere una cosa del genere diventeresti pappa per cani. Come vedi sono forte, e sono un vampiro anche io. Quindi cosa vuoi? – chiese dura. Mi pietrificai. Ma di che diavolo parlava? Ma ancora una volta mi stupì: con un balzo ritornò davanti a me e mi fece una linguaccia scoppiando a ridere. Dio, era tale e quale a Bella.
  • Mi ricordi tanto una persona sai? Le somigli tantissimo… e come te solo lei prima era in grado di prendermi alla sprovvista. – dissi, passandomi una mano tra i capelli. Scoppiò a ridere e mi tese la mano.
  • Vieni Edward, andiamo a caccia. Ti racconto un po' la mia storia – sorrisi e annuì, seguendola incantato nel bosco.
  
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