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Autore: loreley90    18/01/2021    0 recensioni
Come la prenderà il Capitano Bishop nel sentire la sua bellissima fidanzata italiana chiamare nel sonno la sua ex? I primi passi della loro convivenza si faranno più difficili o sarà la scusa per affrontare questioni non del tutto risolte?
Crossover Station19
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Carina De Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Maya POV

Passa più di metà del turno prima che riesca a trovare il tempo di fermarmi e guardare il telefono. Nessun messaggio... non è da te, ma forse la tua mattinata sarà stata frenetica come la mia. Posso finalmente concedermi un po' di allenamento, e questo mi solleva. Quando avrò finito sarà quasi ora di tornare a casa, il che vuol dire che non mancherà molto prima di vederti.

 

Ho sempre amato il mio lavoro, ma la combinazione dei nostri lavori non è esattamente l'ideale per una relazione. Un po' mi pesa pensare che la maggior parte del tempo che passiamo assieme sia a letto. E non intendo tempo trascorso facendo sana attività fisica da letto, no... lo passiamo dormendo.

 

- Mattinata infernale, ma ora palestra :) te come procede? -

 

Ti scrivo, mentre salgo sulla cyclette e inizio a darci dentro come se fossi in una tappa di montagna del Tour de France. Proprio mentre sto per infilarmi gli auricolari nelle orecchie, entra Vic, appoggia le sue cose vicino alla panca e carica qualche disco sul bilanciere. Devono averla usata quelli del turno B, perché carichi così leggeri noi non li usiamo nemmeno come riscaldamento... forse forse se ci concediamo due minuti di panca per passare il tempo in attesa di una chiamata, vestiti in uniforme. E si sa, l'uniforme non va sgualcita.

"Ehilà, hai avuto la mia stessa idea a quanto pare..." mi chiede.

"Già... non ne potevo più di stare a sentire Gibson lamentarsi per il fatto di non sapere se provarci o no con Inara" le rispondo. Mi rendo conto di avere ancora abbastanza fiato, così decido di accelerare ancora un po' il ritmo.

"No, beh certo, lo capisco... cioè dopo quello che c'è stato tra te e Jack..." commenta.

Voglio bene a Vic, dico davvero, ma credo non esista una persona più logorroica in caserma. E la sua affermazione non potrebbe essere più sbagliata!

"Non intendevo quello", rispondo seccata. Scendo dalla cyclette, è il momento di allenare le braccia. Dio, adoro il fatto che tu vada matta per le mie braccia muscolose... e se voglio che continuino a farti questo effetto devo allenarle come si deve. Prendo un paio di manubri e mi siedo sulla panca libera.

"Ah già è vero, scusa... come va tra te e la super sexy dottoressa? L'ho vista stamattina..."

Beh curioso, ormai sembrano vederti più i miei colleghi di me. 

Dovrei fare qualche turno di ambulanza in più. Capita spesso di doversi fermare in ospedale, dopo il trasporto del paziente. 

Aspetta... Vic non era di turno in ambulanza stamattina.

"L'hai vista? Dove?" le chiedo.

"Si, dopo essere andata a ritirare l'auto dal meccanico, sono passata a prendere la colazione per tutti e mi sono fermata al bar davanti all'ospedale. Travis va matto per i loro donut! Non credo Carina mi abbia vista, era seduta con una tipa, sembrava molto presa dalla conversazione..." mi racconta.

Aspetta... cosa?

"Chi? Con chi era?" la incalzo con la mia domanda. Cerco di concentrarmi sui pesi, invece di pensare a te, o meglio ci penso a te, ma spero per Dio che Vic non mi dica che si trattava di...

"Una bionda..."

Potrebbe essere Teddy.

"Capelli un po' mossi... non so dirti chi fosse, non la conosco. Ehi, non mi dirai che sei gelosa?" 

Il suo tono si fa malizioso, provocatorio, e in questo momento è l'ultima cosa che mi serve. Cerco di mantenere la calma. La vecchia Maya avrebbe già fatto il culo al sacco da boxe, ma la nuova me, la versione 2.0 di Maya, spera davvero con tutto il cuore che fosse Teddy e, anche se così non fosse, mi fido di te.

Suona l'allarme, arriva una chiamata. 

 

“CHIAMATA PER AMBULANZA 19 E AUTOSCALA 19 ALL'802 DI BARRETT STREET”

 

Vic sfreccia in un attimo fuori dalla palestra e io mi sento come se fosse appena suonata la campanella di fine lezione. 

Decido che per ogni evenienza forse è meglio che vada a farmi una doccia e mi tenga pronta ad intervenire.

Impari presto quando entri nei vigili del fuoco che l'unica doccia che puoi goderti è quella che ti fai a casa o quella al termine del turno.

Mi cambio e mi rintano nel mio ufficio. Vorrei essere in arretrato di scartoffie, ma sono una perfezionista, e pure un po' maniaca del controllo, quindi niente pile di documenti da smaltire sulla mia scrivania. Metto qualche firma sui verbali degli interventi di stamattina, e poco dopo sento l'autoscala rientrare. 

"Com'è andato l'intervento, squadra?" chiedo a Travis, visibilmente divertito da qualcosa che dev'essere successo mentre erano fuori.

"Oh Capitano, avresti dovuto esserci... un ragazzo era andato a trovare la fidanzata e quando il padre di lei è rientrato, ha pensato di uscire dalla finestra e... scusa mi viene troppo da ridere" e scoppia in una risata fragorosa.

"Si è nascosto sull'albero appena fuori dalla finestra e poi... ahahahah... non riusciva più a scendere", continua Vic.

"Ci credi? Era lì, con i suoi pantaloni in mano, terrorizzato come un povero gattino ahahahahah! Il miglior intervento di fine turno che potesse capitarci", commenta Travis.

Guardo istintivamente l'orologio... il turno è finito. Si torna a casa... ma non sono sicura di essere impaziente di farlo come qualche ora fa.

 

Appena arrivo a casa sento la stanchezza travolgermi come un'onda. Lascio il borsone con la mia roba vicino alla porta di ingresso e decido di concedermi un paio di minuti di relax sul divano, godendomi la pace che regna in questa casa, prima di iniziare a preparare la cena. Me ne sto qui, con lo sguardo rivolto verso il soffitto, a chiedermi se quella donna a far colazione stamattina con te fosse Arizona. Ormai ho questa idea piantata in testa, anzi non è solo un'idea... la definirei più una sensazione. Per carità non ci sarebbe nulla di male e so di dover tenere a freno la mia gelosia, ma ora proprio non ci riesco. 

Sento gli occhi farsi più pesanti, mentre cerco di convincere il mio corpo ad alzarsi e darmi da fare, ma sembra non rispondere. Decido di cedere, e in un attimo mi addormento.

 

Carina POV

Apro la porta di casa e sento uno strano silenzio. Vedo il tuo borsone all'ingresso e capisco che sei tornata, sei qui da qualche parte. 

All'improvviso sento dei leggeri rumori dal soggiorno, così mi avvicino e vedo che sei distesa sul divano, addormentata. Capisco che dev'essere stato un turno intenso, visto che capita di rado di vederti schiacciare un pisolino. Appoggio le mani allo schienale e mi allungo verso di te, lasciandoti un leggero bacio sulla fronte, prima di andare verso la cucina e iniziare a preparare la cena.

 

Il profumo della pizza nel forno invade la cucina, annunciando che ormai è quasi pronta, mentre tu sei ancora lì distesa, che dormi profondamente. Spengo il forno e la lascio lì ancora per qualche minuto, per poterti venire a svegliare. 

Mi piego sulle ginocchia, sedendomi sul tappeto, proprio di fronte a te. Con la mano scosto leggermente una ciocca di capelli che ti copre il viso. In punta di dita traccio dolcemente il tuo profilo... la tua guancia, il mento, gli zigomi, le tue labbra, tutto di te è così perfetto.

Un istinto irrefrenabile mi spinge a posare le mie labbra sulle tue... solo per un momento, o almeno così pensavo. Non riesco più a staccarmi da te. I miei leggeri baci si susseguono, fino a diventare più intensi ogni volta che tocco le tue labbra.

Il tuo corpo si muove lentamente, ma è quando ti sento rispondere finalmente al mio bacio che capisco che ti stai svegliando. 

"Ehi dormigliona, la cena è quasi pronta" ti sussurro.

"Ma... come? quando sei arrivata? Ho chiuso gli occhi un attimo..." mi rispondi.

"Facciamo anche un'ora abbondante" obietto,  prendendoti in giro.

"Ok, ok, ora mi alzo!" replichi, prima di stiracchiarti e raggiungermi a tavola. Hai gli occhi ancora assonnati, ma quando vedi cosa ti ho preparato, ovvero il tuo cibo preferito, un sorriso compare subito sul tuo viso.



"Allora? Com'è venuta, buona?" ti chiedo. 

La tua risposta è un eloquente mugolio di approvazione. Rido soddisfatta, sapendo quanto le mie doti culinarie siano sempre e comunque apprezzate da te. In questo caso però il risultato ha sorpreso perfino me.

 

La cena procede tranquilla, mi racconti della tua giornata e io faccio altrettanto con la mia. Mi rendo conto di evitare di proposito anche solo di accennare alla colazione con Arizona. So che non dovrei, perché non c'è motivo per tenertelo nascosto, ma già il doverti dire che resterà in città mi preoccupa.

Finché ad un tratto uno strano silenzio cala su di noi. E capisco che forse se non te lo dico ora, finirò per rimandare a chissà quando. Ed è giusto che tu lo sappia.

"Maya... c'è una cosa che devo dirti..." esordisco. La tua faccia si fa curiosa, mentre bevi un sorso di birra.

"Arizona torna a vivere qui a Seattle..."

   
 
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