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Autore: _Layel_    22/01/2021    1 recensioni
Quando Touya ferma sua madre dall’ustionare Shouto, decide che quando è troppo è troppo. Deve uscire da quella casa e portare il suo fratellino con sé. 
[AU! Canon Divergence, Dabi è Touya Todoroki] [No manga spoiler]
Dabi/Hawks, Bakugou Katsuki/Midoriya Izuku/Todoroki Shouto
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Dabi, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prima Parte: Capitolo Undici

 

I due anni successivi furono abbastanza tranquilli e Touya non si vergognò ad ammettere di esserseli goduti. Shouto andava a scuola tutti i giorni con Katsuki e Izuku, la loro amicizia cresceva insieme a loro, e si univano a Touya per allenare i propri Quirk nel weekend. Lunedì, mercoledì e venerdì pomeriggio si allenavano nella palestra locale con un sensei che aveva acconsentito ad insegnare ai tre bambini il corpo a corpo.

 

Anche se ognuno pian piano migliorava i propri difetti, Shouto continuò a rifiutarsi di usare il fuoco a meno che non vi fosse costretto, e anche allora era solo per pochi secondi. Non lo usava mai quando era con Katsuki o Izuku e Touya notò come Shouto trasaliva quando vedeva le fiamme rosse e arancioni. Non era sicuro che Shouto sarebbe mai stato a suo agio usando il fuoco, ma Touya lo avrebbe aiutato con tutto quello che aveva. Sorprenderebbe sicuramente il villain contro cui potrebbe combattere e dovrebbe aiutare Shouto se si trovasse in una brutta situazione.

 

E, Touya doveva ammetterlo, era probabilmente una buona cosa che Shouto non usasse il suo fuoco regolarmente.

 

Endeavor non aveva mai reso pubblico quale fosse il Quirk del suo figlio minore, ma Touya era sicuro che le voci di qualcuno con un Quirk di ghiaccio e fuoco sarebbero arrivate all’uomo rivalendo la loro posizione. Meglio lasciar perdere.

 

Touya continuò a lavorare per i Bakugou, ma iniziò a lavorare anche come freelancer. Stava guadagnando abbastanza bene dal suo lavoro e poteva dire non essere tanto preoccupato di poter dare a Shouto tutto ciò di cui aveva bisogno quanto lo era stato l’anno precedente.

 

Si tenne in contatto con Fuyumi e Natsuo, anche se aveva quasi smesso per le continue domande di Fuyumi. Non osava impicciarsi quando parlava con Touya, ma lui era stato in grado di notare l’impazienza di Shouto nel modo in cui le sue risposte diventavano sempre più corte. Alla fine, Touya dovette dirle che se avesse continuato a curiosare, non avrebbero più chiamato.

 

Le domande si erano fermate, ma Shouto continuava a non essere molto incline a parlare con lei quando chiamava. Touya sapeva che gli piaceva chiacchierare con Natsuo, ma gli parlava come avrebbe fatto con qualche bambino della sua classe. Sapeva chi era ma non erano amici. Era una conversazione educata senza molta sostanza.

 

Touya non poteva evitare di sentirsi colpevole ogni volta che vedeva Shouto parlare con Fuyumi e Natsuo. Sapeva che Shouto non se li ricordava veramente, solo alcuni attimi di quando vivevano con i loro genitori. Fuyumi e Natsuo non avevano mai avuto un ruolo importante nella vita di Shouto da quando aveva cinque anni e disse più volte a Touya che non se li ricordava veramente, sapeva solo le storie che lui gli raccontava. Perciò, Touya si impegnò a dire a Shouto tutto quello che poteva su sua sorella e suo fratello… non che aiutasse molto.

 

“Sho, ho un colloquio di lavoro oggi pomeriggio e non so quanto durerà,” disse quella mattina mentre passò al bambino di dieci anni il suo zaino. “Ritorna qui dopo la scuola, okay? Se succede qualcosa-“

“Chiama la zia,” lo interruppe Shouto, alzando gli occhi al cielo mentre si metteva lo zaino in spalla. “Si, lo so. Me l’hai già detto,”

 

“Hey, impertinente,” ribatté Touya, mimando il tono di Shouto perfettamente. O, beh, magari era Shouto che stava mimando il tono di Touya. Stava diventando difficile da capire. “E se Inko non può rispondere-“

 

“Chiama zia Mitsuki,” sospirò Shouto, ma le labbra erano curvate in un sorriso. “Dici ogni volta la stessa cosa”. Bussarono alla porta e Shouto salutò Touya. “È ‘Zuku. Io vado.”

 

“Bene, d’accordo marmocchio. Stai attento.”

 

“Lo sono sempre,” disse, mentre apriva la porta e salutava il suo amico. Izuku infilò la testa in casa e salutò Touya prima di scomparire a cercare Katsuki, che li stava molto probabilmente aspettando con impazienza alla curva del quartiere.

 

Touya sospirò e raccolse le sue cose per andare a lavoro. Era stato un po’ diffidente nel lasciare che Shouto andasse a scuola solo con Izuku e Katsuki, ma sia Inko che Mitsuki lo avevano convinto. Avevano buoni argomenti, come il fatto che bambini più piccoli dei tre ragazzi facevano la breve strada verso scuola da soli, ma Touya era preoccupato che qualcuno avrebbe potuto riconoscere Shouto quando lui non era lì per aiutare il suo fratellino. Sapeva che quella  paura gli sarebbe rimasta e che prima o poi avrebbe dovuto lascar andare Shouto, ma aveva sperato che non avvenisse così presto. E, mesi dopo l’inizio del nuovo anno scolastico, non c’erano stati problemi.

 

Non che questo facesse scomparire la preoccupazione.

 

“Buongiorno!” Urlò Mitsuki quando Touya entrò nell’azienda quella mattina. Touya fece una smorfia. Dopo anni insieme alla donna, si potrebbe pensare che si fosse abituato ai suoi… modi esuberanti. Specialmente visto che Katsuki sembrava averli ereditati.

“Ancora d’accordo a tenere il moccioso venerdì?”

 

“Sì,” annuì Touya. Mitsuki e Masaru sarebbero andati fuori città per uno spettacolo quel weekend e Touya aveva acconsentito che Katsuki stesse con lui e Shouto venerdì sera. Inko avrebbe guardato Katsuki di sabato dopo l’allenamento con Touya. “Ho un colloquio questo pomeriggio per parlare di un servizio fotografico quindi ho detto a Shouto di andare direttamente a casa. Se lo vedi ciondolare in giro…”

 

“Lo spedisco a casa,” rispose Mitsuki con sorriso. “Con chi hai questo colloquio? Un cliente importante?”

 

Touya alzò le spalle e prese un sorso del caffè che aveva comprato mentre andava a lavoro. “Un tizio che sta aprendo un qualche tipo di attività o roba simile. Avrò più dettagli più tardi.”

 

Mitsuki sbuffò. “Beh, buona fortuna.” Controllò l’orologio e sospirò. “Io ho una riunione tra un paio di minuti.”

 

“Meglio andare prima che Masaru-san si arrabbi.”

 

Mitsuki rise. “Oh, mi piace farlo arrabbiare. Gli viene questo musetto che è proprio-“

“Non devi finire la frase,” disse Touya velocemente, facendo una smorfia. Aveva sentito di più degli affari privati della coppia Bakugou di quanto avesse mai voluto saperne. Il ghigno di Mitsuki si allargò. Si divertiva a mettere Touya a disagio.

 

“Si, d’accordo. Ci sentiamo dopo.”

 

“Ciao.”

 

Il giorno passò velocemente e Touya si trovò presto ad andare verso l’indirizzo del colloquio. Gli ci volle un’ora di treno per arrivarci e la sua mano si strinse sulla borsa mentre scese. Non era una buona zona, anche se era recentemente migliorata grazie a un nuovo eroe. Comunque, non voleva rischiare.

 

Guardò i numeri civici mentre passava gli edifici e, finalmente, trovò quello che stava cercando. Bastò un solo sguardò perché imprecasse sottovoce, furioso di aver sprecato il suo tempo per venire fino a qui.

 

Era un’agenzia.

 

Touya aveva reso molto chiaro sul sito e sui biglietti da visita che non, in nessun caso, fotografava eroi. Rimaneva lontano da quel mondo il più possibile. Eppure, eccolo qui.

 

Che cazzo di perdita di tempo.

 

Borbottando un’imprecazione, Touya girò i tacchi e iniziò a tornare alla stazione. Aveva fatto solo un paio di passi prima che qualcuno atterrasse sul marciapiede davanti a lui con una folata di vento. Touya scattò indietro, pronto a difendersi, ma invece incontrò un paio di occhi castano-dorati. “Yamada-san?” chiese il ragazzo, mentre un paio di enormi ali rosse si ripiegavano sulla sua schiena. “Lei è Yamada-san, vero? Ascolti, so che solitamente non accatta eroi come clienti-“

 

“Mai.”

 

“-ma mi piace veramente molto il suo lavoro e il fotografo è una delle poche cose che posso veramente scegliere quindi speravo molto che potremmo almeno fare il colloquio prima che mi dica di no.” Lo sguardo dorato gli cadde sul marciapiede e poi lo alzò di nuovo. “O che se ne vada, credo.”

 

Qualcosa riguardo a come aveva formulato la frase fece alzare un sopracciglio a Touya. Una delle poche cose che poteva scegliere? Touya non era un idiota. Solo perché non gli piacevano gli eroi non significava che non fosse aggiornato. Hawks si era recentemente diplomato da una delle più prestigiose accademie per eroi della nazione e si era fatto un nome da ancor prima. Più di una persona aveva dichiarato che avrebbe raggiunto la top ten a soli diciotto anni. Aveva impressionato ancora di più il pubblico dicendo che avrebbe aperto la propria agenzia invece di unirsi a una delle più famose, pur avendo ricevuto offerte da tutte.

 

Quindi perché diceva che era una delle poche cose in cui aveva scelta? Dal punto di vista di Touya, sembrava che il ragazzo se la stesse cavando piuttosto bene.

 

Comunque, essere attorno a un eroe, anche uno nuovo, era un rischio troppo grande. “Scusi. Non lavoro con gli eroi.” Fece un altro passo in avanti ma dovette bloccarsi quanto Hawks si voltò e gli si piazzò davanti un’altra volta. Il maledetto pennuto era veloce.

 

“Potremmo trovare una soluzione,” il ragazzo più giovane rispose velocemente, facendo a Touya uno di quei sorrisi che portavano la maggior parte delle persone a non vedere l’ora di fare qualsiasi cosa per il ragazzo. A Touya aumentò il battito e lui aggrottò la fronte, rimproverandosi. Non era il momento per quelle cazzate- specialmente con un nuovo eroe. “Nessuno deve sapere che le ha scattate lei. Potremmo renderlo anonimo. La pagherò il doppio di quello che chiede di solito.”

 

Touya deglutì. Non aveva disperato bisogno di denaro al momento ma non si sapeva mai cosa avrebbe riservato il futuro. Lui e Shouto potrebbero aver bisogno di scappare con solo un momento di preavviso e avere un gruzzoletto da parte sarebbe d’aiuto. Comunque…

 

“Perché non ci pensa?” Disse Hawks, probabilmente vedendo l’esitazione sul viso di Touya. “Ecco…” tirò fuori il cellulare e premette un paio di pulsanti. Dopo qualche secondo, il telefono di Touya iniziò a squillargli in tasca. “Quello è il mio numero privato. Possiamo discuterne ancora… mi può mandare un messaggio. Nessuno saprà neanche che siamo in contatto.”

 

Questo… questo era strano. Cosa potrebbe spingere un nuovo eroe a fare tanto solo perché Touya gli facesse qualche fotografia? Non aveva senso.

 

Beh, a meno che…

 

“Perché me?” Chiese in fine, la mano chiusa in un pugno. Poteva bruciare quelle dannate ali in meno di un secondo se i suoi sospetti si fossero rivelati fondati. Non credeva che Endeavor potrebbe permettere all’ultimo arrivato di interferire coi suoi affari, ma questo non significava che questo bimbo non lo avesse scoperto da solo e che non stesse cercando di garantirsi il favore dell’eroe numero due.

 

Ma Hawks scrollò appena le spalle e sorrise. “La Commissione mi ha inviato una lista di fotografi che gli sarebbero potuti piacere ma loro non hanno specificato che avrei dovuto scegliere uno di quelli. Quindi, ho iniziato a fare ricerche per conto mio e continuavo a trovare queste bellissime fotografie con sopra il suo nome. Ho trovato il tuo sito e so che c’è scritto che non lavori con gli eroi, e comunque mi sto veramente trattenendo dal chiedere il perché, ma ho pensato di provare. Ecco perché ti stavo aspettando… Sentivo che non saresti rimasto una volta realizzato dove fossi.”

 

La Commissione degli Eroi? Da quando la Commissione mandava liste di fotografi da scegliere? E, se Touya aveva capito bene, Hawks non sembrava pensare che fosse strano e aveva volontariamente evitato di chiamare uno di quei fotografi perché non gli avevano detto che doveva farlo. Ciò significava che c’erano altre cosa che gli avevanodetto di fare. Hawks aveva diciotto anni- la stessa età di Fuyumi. C’era già talmente dentro che era uno schiavo di quella dannata Commissione? Nemmeno il padre di Touya si era spinto così oltre con quei bastardi.

 

Touya sapeva che non doveva farlo. Il fatto che la Commissione fosse tanto coinvolta era una ragione in più per dire “col cazzo” e andarsene fori dalle palle. Ma… ma sapeva come ci si sentiva ad avere talmente poche opzioni che ti aggrappavi disperatamente alle poche che ti rimanevano.

 

Ovviamente, si sentiva anche lusingato dal fatto che al ragazzo piacessero tanto le sue foto da aver praticamente ingannato Touya a incontrarlo.

 

“Okay,” disse infine Touya e vide gli occhi di Hawks illuminarsi. “Non ho detto che lo farò. Solo che ci penserò sopra. Mandami i dettagli sulla tua idea e partiremo da lì. Se decido di accettare il lavoro, sarà il doppio della commissione normale, le foto saranno anonime, e dobbiamo essere sicuri che non ci sia nessuno nei dintorni durante il servizio.”

 

Hawks aggrottò le sopracciglia all’ultima richiesta ma annuì. “Certo! Tutto quello che vuoi- e non so proprio a cosa stavo pensando. Aspetta, non intendevo quello…” l’eroe arrossì e Touya sentì la gola secca. “Nel senso, le tue foto sono sempre così belle e diverse… qualsiasi cosa tu scelga andrà bene. Servirò solo io e un po’ dell’agenzia, credo. Quello che deve essere pubblicato per l’apertura.”

 

Touya annuì e aggirò l’eroe ancora una volta. Questa volta, Hawks non cercò di fermarlo. “D’accordo, ti farò sapere.”

 

“Grande! Non vedo l’ora di lavorare insieme!”

 

Bastardo.

 

 

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N/T: Hawks!! Finalmente è comparso il bell’uccellino, che farà il caro Touya?

   
 
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